(di Manos Kouvakis)
Qualche mese fa HSE inglese ha
pubblicato un documento, dal titolo "modifiche ai criteri di iscrizione al
corso HSE Surface Supplied (Top Up) / Changes to the criteria for HSE Surface
Supplied (Top Up) course", con il quale contestava, anche per conto dell'IMCA
alcuni percorsi formativi svolti nel Regno Unito da alcune scuole inglesi per i
livelli offshore top up, specificando che "... questo ha causato
incoerenze nella formazione dei subacquei che lavorano in offshore, e
difficoltà per le scuole di immersione del Regno Unito. Alcuni subacquei che
hanno avuto il permesso di continuare il corso di Top Up in UK, non erano stati
addestrati nell'uso delle procedure di decompressione di superficie, e alcuni
non avevano utilizzato LARS conformi a IMCA. Inoltre, alcuni subacquei non
erano mai stati addestrati nell'uso di una muta ad acqua calda...".
Anche se in ritardo, HSE
finalmente ha cominciato ad ammettere, dopo tanti anni, che in UK nel passato
erano stati realizzati da una scuola scozzese, ormai chiusa, corsi lampo, solo
per rilasciare l'attestazione del livello off-shore diver ad aria/top up, senza
valutare se i corsisti partecipanti avevano avuto una formazione adeguata.
Oggi, per accedere al livello
offshore, in UK, si richiede un
addestramento pregresso durante il quale la parte in scuba e la parte in
surface sia stata effettivamente svolta prima di affrontare la formazione
offshore, come sottolinea anche la legge 07/2016 Italiana, prima di arrivare al
corso per il TOP UP occorre che l'allievo abbia avuto un precedente
addestramento, che nel nostro caso sono i corsi OTS e Inshore diver.
Oggi la raccomandazione di HSE/UK
arriva tardivamente, visto che il riconoscimento dell'HSE-UK che abilitava a
lavorare in Europa mediante la corretta applicazione della direttiva 2005/36/CE
del Parlamento europeo e del Consiglio del 7 settembre 2005, sul riconoscimento
delle qualifiche professionali sul territorio europeo, dopo la Brexit, non
potrà essere applicato per i titolo Inglesi, al contrario della legge 07/2016 che
è basata proprio su questa direttiva. Inoltre il Decreto legislativo 9 novembre
2007, n. 206 “Attuazione della direttiva n. 2005/36/CE relativa al
riconoscimento delle qualifiche professionali", che specifica che
l'Assessorato del lavoro della regione Siciliana che gestirà il repertorio
degli aventi diritto ad essere inseriti nel catalogo dei "commercial diver
italiani", può essere l'"autorità competente" per la Commissione
europea nel Database delle professioni regolamentate, che è lo strumento che autorizza
la libera circolazione dei professionisti nel mercato interno, ma che prevede
anche la possibilità, in base al D.Lgs. 206 sul regime che regola il
riconoscimento professionale, per l'Italia e per i titoli italiani previsti
dalla legge 07/2016, un percorso non
automatico ma basato sul confronto tra i percorsi formativo/professionali
previsti nei due Stati e la possibilità, in caso di “differenze sostanziali”
tra i diversi livelli di qualifica (previsti dall’art. 19 del decreto), di
condizionare il riconoscimento a misure compensative (prova attitudinale o
tirocinio di adattamento di durata non superiore a tre anni).
Su questo punto l'obbligatorietà
dell'applicazione degli standard IDSA prevista dalla legislazione Italiana
mostra tutta la sua importanza, in
questo confronto, che diventa tutto a favore delle regole introdotte dalla
legge Italiana 07/2016 nei confronti di moltissimi percorsi che in questi anni sono
stati inseriti nel database europeo, specialmente del regno Unito, dove in nome
del business commerciale si metteva in secondo piano la qualità nella
formazione a tutto discapito della sicurezza.
Sono piccoli passi, ma la legge
07/2016 e l'iscrizione al repertorio presso l'assessorato al lavoro della
regione siciliana, con l'applicazione dell'articolo 10 del DPRS n. 31/2018, sta facendo il suo iter, e
porterà la Sicilia ad essere un punto di riferimento, in questo settore, non
solo a livello nazionale ma a livello europeo, come esempio di qualità e
sicurezza nella formazione degli operatori del settore.