CEDIFOP

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le foto si riferiscono alle attività del CEDIFOP, nei vari livelli di addestramento

mercoledì 26 agosto 2015

Una giornata di attività dal corso OTS del CEDIFOP con la didattica IDSA

di Manos Kouvakis


Abbiamo preso come esempio una giornata del mese di Novembre 2015, giornata del corso per OTS che inizierà il 21 Settembre, a Palermo.

La giornata prevede 8 ore di esercitazioni pratiche con una immersione in area portuale.

Le 8 ore di attività formative saranno gestite dai docenti Costantino Francesco e Lorico Luca del CEDIFOP.
La materia è "Addestramento subacqueo".

La giornata inizia alle ore 8.00 e fino alle 9.00 si procede con codice di attività P and B (P = Preparazione delle attrezzatura e spostamento verso il sito di immersione,  B = Briefing del/degli Istruttori)

Dalle ore 9.00 fino alle ore 13.00 si procede con codice di attività SCUBA and SSDE (Surface) B4.3 : a, b, c, d, e - B4.4 : a, b, c - C5.2 : a, b, c

Legenda:

B4 : EMERGENZE SUBACQUEE

Scopo : Comprendere ed applicare le procedure necessarie per affrontare un emergenza, sia come subacqueo che come membro di un team di subacquei:

Sottosezione : B4.3 In qualità di subacqueo in stand by l'allievo deve essere abile nel :

( a ) Vestirsi completamente e rapidamente, in accordo con le caratteristiche del sito e le condizioni ambientali.
( b ) Entrare in acqua velocemente non appena il supervisor ne da autorizzazione.
( c ) Seguire la cima guida fino a raggiungere il subacqueo in difficoltà.
( d ) Effettuare il recupero di emergenza in base alle attrezzatura a disposizione e le caratteristiche ambientali.
( e ) Recuperare il subacqueo in difficoltà sulla piattaforma di immersione.

Sottosezione : B4.4 Come membro del team di superficie l'allieve deve essere abile nel :

( a ) Assistere nel recupero dall'acqua del subacqueo in difficoltà. ( b ) Entrare in acqua in seguito all'autorizzazione al recupero.

e

C5 : EMERGENZE SUBACQUEE

Scopo : Comprendere ed applicare le procedure necessarie per affrontare un emergenza, sia come subacqueo che come membro di un team di subacquei:

Sottosezione C 5.2 In qualità di stand by in acqua, l'allievo deve essere abile nel:

( a ) Raggiungere il compagno in caso di emergenza.

( b ) Effettuare il recupero di emergenza in base alle attrezzatura a disposizione e le caratteristiche ambientali.

( c ) Recuperare il subacqueo in difficoltà ed aiutarlo durante le operazioni di recupero sulla barca di appoggio


Dalle ore 13.00 fino alle ore 14.00 si procede con codice di attività IO and AE (IO = Osservazioni orali degli Istruttori e valutazione alla fine di ogni sessione di addestramento pratico - AE Valutazione in seguito a sessioni specifiche di addestramento pratico - guarda 'Detailed programme IDSA Level 2')

Dalle ore 14.00 pausa pranzo fino alle ore 15.00

Dalle ore 15.00 alle ore 16.00 si procede con codice di attività ECC (Operazioni di pulizia e cura delle attrezzature. Manutenzione straordinaria) utilizzando le sotto-sessioni dei moduli IDSA B8 : a, b, d - C9 : a, b, d, e*

cioè (legenda):

B8 : MANUTENZIONE E RIPARAZIONE

Scopo : Conoscere ed eseguire la manutenzione ordinaria di:

( a ) Mute -
( b ) Attrezzatura personale -
( d ) Compressori di alta e bassa pressione e loro filtri d'aria

e

C9 : MANUTENZIONE E RIPARAZIONE

Scopo : Saper effettuare manutenzione ordinaria sulle seguenti attrezzature:

( a ) Pannelli riduttori. -
( b ) Caschi per immersione con fornitura d'aria in continua ed a richiesta.
( d ) Ombelicali -
( e ) Sistemi di comunicazione

Nell'ultima ora si ripete l' ECC con B8 : a, b, d - C9 : a, b, d, e* e si conclude la giornata con EI (extra IDSA - firma dei registri e compilazioni di moduli vari)

Per noi è una giornata normale, come tante altre, durante i corsi e nei vari livelli di insegnamento della nostra scuola. Questo esempio è anche il motivo per cui non possiamo accettare titoli da OTS che non seguono questa didattica per proseguire la preparazione, nei livelli successivi di addestramento (saldatore /TOP UP/altofondale) con noi.

domenica 23 agosto 2015

La Categoria degli OTS è tutelata dalle leggi italiane

(di Manos Kouvakis)

Ancora in attesa di risposta l'Interrogazione parlamentare al senato del senatore Aracri, sull'accettazione di corsi OTS "fasulli" da parte di alcune capitaneria di porto in Italia.

In particolare l'atto di Sindacato Ispettivo n° 4-02769, presentato il 7 ottobre 2014 (http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText…), fra le altre cose, dice:
..."si è constatato che moltissime Capitanerie di porto negli ultimi anni abbiano accettato "certificati" non conformi a quanto sopra, specialmente quelli rilasciati in seguito ad esami effettuati con procedimenti meramente privati, senza che all'interno delle commissioni di esame partecipassero rappresentanti delle istituzioni così come previsto dalla legge;
vi sono certificazioni rilasciate a seguito di corsi realizzati in 17 giorni con inclusi gli esami finali o, addirittura, corsi di 4 week-end; certificazioni che non vengono repertoriate e registrate presso un ente pubblico ma recano solo con la firma di un rappresentate dell'ente o di un assessore provinciale che li sigla in data successiva allo svolgimento degli esami all'interno dell'ente" ...

Aspettiamo la risposta del senato a questo atto ispettivo, che farà un po di "pulizia" in questo settore, distinguendo chi ha certificazioni fasulle, quindi ha commesso dei reati di tipo penale, come riporta il senatore Aracri nella sua interrogazione:
..."la certificazione di "Operatore Tecnico Subacqueo" o "OTS", con relativa iscrizione al registro sommozzatori presso una Capitaneria di porto rappresenta l'appartenenza ad una categoria professionale tutelata dalle leggi italiane sull'esercizio abusivo di una professione, e in particolare dagli articoli 348 del codice penale, rubricato "Abusivo esercizio di una professione" che recita: «Chiunque abusivamente esercita una professione, per la quale è richiesta una speciale abilitazione dello Stato, è punito con la reclusione fino a sei mesi o con la multa da centotré euro a cinquecentosedici euro», e dall'articolo 110 del codice penale, rubricato "Pena per coloro che concorrono nel reato" che recita: «Quando più persone concorrono nel medesimo reato, ciascuna di esse soggiace alla pena per questo stabilita, salve le disposizioni degli articoli seguenti». Quest'ultima disposizione coinvolge anche le Capitanerie di porto che hanno accettato iscrizioni non conformi a quanto previsto dalla legislazione attuale;" ...

C'è bisogno di un forte segnale che riporta nella legalità, per poter parlare di crescita, un settore che è rimasto indietro ormai da troppo tempo.

venerdì 21 agosto 2015

Una storia Europea

di Manos Kouvakis

"Non so con quali armi verrà combattuta la Terza guerra mondiale ma la Quarta verrà combattuta con clave e pietre" (Albert Einstein). 

Non so se in questo periodo noi viviamo la terza guerra mondiale, caratterizzata dagli attacchi dei terroristi, l'ISIS, il flusso esasperato di immigrati verso l'Europa, la crisi Ucraina, gli scontri fra la Grecia e la Germania sul terreno dell'Euro, lo scombussolamento climatico, la crisi energetica. Di certo non ci si può aspettare una guerra tradizionale e difficilmente una guerra atomica. Ma di certo c'è una continua escalation di eventi che in sordina ogni giorno influenzano il nostro futuro.

Fatti anche piccoli, che potrebbero essere insignificanti se valutati individualmente, ma collocati al posto giusto e nel modo giusto ci mandano segnali di allarme, quotidianamente, e bisogna capire che è arrivata l'ora di tenere alta la nostra attenzione, la guardia, per cercare di capire cosa c'è dietro tutto questo e in che modo influenza la nostra vita.

Uno di questi fatti, potrebbe essere, anche se in modo poco incisivo nel panorama generale, il problema della Grecia, la sua permanenza nell'euro, il terzo piano di "salvamento" che attualmente viene discusso nei tavoli internazionali e l'opposizione costante e ferrea della Germania.

Si deciderà in questi giorni il terzo piano di salvataggio di 85 miliardi, in cambio di tasse e riforme che vengono chieste alla Grecia di Tsipras. L'UE è d'accordo, ad eccezione della Germania di Angela Merkel che ha insistito sino all'ultimo su una uscita controllata della Grecia dall'Europa, passando poi ad una posizione più "morbida" di un prestito ponte molto più limitato. Intanto la Germania ha concluso una operazione da 1,23 miliardi di €, come riporta l'"efimerida tis kiverniseos" Greca, analoga della nostra GURI, portando due compagnie tedesche, in parte con capitale dello stato germanico, alla gestione di alcuni importanti aeroporti greci per i prossimi 30 anni.

Forse tutto questo potrebbe essere più chiaro facendo alcuni piccoli conteggi: La Germania ad oggi ha beneficiato di un guadagno di circa 100 miliardi di € dai prestiti dati fino ad ora alla Grecia, essi dovranno essere restituiti con tanto di interessi, anche se non particolarmente alti (circa il 2,4%) , ma niente regali.

A ciò si aggiunge che la Germania ha beneficiato nel recente passato anche delle disgrazie altrui, visto che i titoli tedeschi crescevano in modo diametralmente opposto tra i Bund tedeschi e quello delle obbligazioni di Atene. Si è notato, da studi fatti su questo specifico argomento, che ogni notizia valeva circa una 20ina di punti base al giorno, è accaduto anche durante gli ultimi avvenimenti, come al primo il rifiuto di Tsipras sull'accettazione della Troica o quando è stato indetto il referendum, in entrambi i casi il rendimento dei Bund tedeschi è aumentato e quello dei titoli greci è sceso, mentre con l'accettazione da parte della Grecia dell'ultimo memorandum, l'andamento si è invertito.

Il rifiuto e la chiusura della Germania della Merkel è una difesa degli interessi Tedeschi. Ma è questa l'Europa che noi vogliamo? e dove ci porterà tutto questo?

Possiamo a questo punto affermare che la Germania è cresciuta sulle spalle di altri paesi, fingendo d'essere quello che non è, cioè la locomotiva dell'Europa, usando l'EURO in un mercato comune per i suoi scopi, evitando così che altri paesi europei potessero "giocare" con le svalutazioni a loro favore, di volta in volta in una Europa con valute diverse. Mentre cosi, in una Europa dove diversi paesi sono impegnati in liti politiche interne, una Germania più attenta, lasciata libera di agire, trova terreno fertile per sviluppare i suoi programmi individuali.

Non a caso paesi più stabili economicamente come l'UK (sterlina) la Norvegia (Corona norvegese) o la Svezia (Corona svedese) sono rimasti fuori dall'euro.

La Germania nel frattempo aumenta il suo Expo, sfruttando a suo vantaggio, anche la posizione geografica nel centro dell'Europa, mentre i paesi del sud, per lo stesso motivo, diventano non competitivi, e sfrutta l'indebolimento dei paesi limitrofi investendo sull'acquisto dei loro titoli di stato aumentando il loro indebitamento.

In tutto questo va considerato anche il fattore energetico. Il governo tedesco intende approntare un quadro normativo, per regolamentare la fratturazione idraulica per la produzione di gas di scisto, un tipo di gas metano derivato da argille, prodotto a profondità tra 2000 e i 4000 metri e raggiungibile solo attraverso tecniche di perforazione particolari come la fratturazione idraulica. 

Questa estrazione, anche se suscita timori per i rischi ambientali, tenta di aggirare la dipendenza 
dal gas russo, che appare sempre più pericolosamente vicina. Energia prodotta sul posto e non acquistata, ma ha il difetto di costi elevati se confrontati con quelli che il mercato internazionale può offrire oggi, e specialmente quello che potrà offrire domani, cioè una energia a costi più bassi, che creerebbero un forte sbilanciamento delle competitività a discapito della Germania.

Anche qui la Grecia diventa un ostacolo per i tedeschi: i piani di Tsipras e quel gasdotto russo, che il premier greco ha ratificato ultimamente e che porterebbe il gas russo a prezzi bassi in Europa, piano che era stato smantellato in passato con i tentativi di farlo passare dall'Ucraina, a ciò si aggiunge la possibilità dello sfruttamento degli enormi giacimenti che si trovano nei mari della Grecia, e tutto ciò fa paura ai tedeschi.

Una Grecia sana, con una crescita interna, potrà investire e far crescere questi progetti, mentre una Grecia affannata, piena di problemi, difficilmente investirà e farà crescere nell'immediato questo settore, rimandando per anni questo scontro sull'acquisizione dell'energia a prezzi concorrenziali. Alla Germania è quello che attualmente rimane come speranza. E il rifiuto del risanamento del debito greco potrebbe essere letto anche sotto questa ottica.

Ma ormai, nel settore energetico, è cominciata una vera e propria rivoluzione, che non si può fermare ma si può provare a rallentare, nell'arco di una 40ina-50ina di anni creerà un polo formato dai paesi europei Grecia, Italia (Sicilia) Malta e Cipro, a cui si aggiungeranno i paesi Africani ed Asiatici che si affacciano nel Mediterraneo, per lo sfruttamento delle riccissime risorse che si trovano in queste acque, che competerà con l'attuale industria petrolifera del Mare del Nord che è “vicina al collasso” per la diminuzione dei prezzi. Situazione che ha portato ad un continuo taglio del personale per risparmiare soldi. Si considera che quasi nessun progetto nel Mare del Nord è redditizio con il petrolio al di sotto dei 60 dollari al barile (http://www.bbc.co.uk/news/business/market_data/commodities/143908/intraday.stm). Cosi nei giacimenti maturi, si comincia a valutare in prospettiva ipotesi di chiusura, per i costi sempre più elevati dell'estrazione.



Se avrà inizio la produzione nel Mar Mediterraneo, con costi di estrazione molto più bassi, questo darà il colpo di grazia ai produttori e quindi anche alla economia di quei paesi dei mari del nord attualmente coinvolti, da diversi decenni, nell'estrazione con conseguenze drammatiche anche per la loro economia.

Tornando alla Grecia, va anche tenuto in considerazione che può contare su alleati forti oltre oceano, che hanno bisogno di difendere la loro stessa supremazia militare nel mar mediterraneo, garantita da decenni di alleanze con lo stato Greco, vista la particolare posizione geografica che occupa nel mediterraneo. Questo permette al governo greco di "assicurarsi" quelle pressioni politiche che possono cambiare gli equilibri in una situazione che poteva sembrare a senso unico, ma che può trasformarsi in una vittoria se si riuscirà a "tagliare" parte del debito greco, cosa impensabile con i governi Greci precedenti, ma che Tsipras sta rendendo possibile, anche se ha dovuto "sacrificare" diverse concessioni.

Forse Tsipras ha messo nella bilancia i pro e i contro, con una visione che non si limita ad oggi ma guarda al domani, un progetto che vede la prosperità del popolo greco in un domani non molto lontano e sa che i sacrifici che chiede al suo popolo sono indispensabili, obbligatori, e rappresentano l'unica soluzione immediata per raggiungere lo scopo finale. Non si tira indietro. E stranamente il PIL greco ha avuto, a sorpresa, un piccolo cenno in positivo, dopo anni.

Una guerra non dichiarata, ma combattuta aspramente in tutte le sedi e in tutti i modi, da chi, da un fronte e dall'altro, difende i suoi interessi di stato.

Ma è solo fra Grecia e Germania in questo momento la disputa? Certo che no. Lo è fra paesi "attenti" e paesi "distratti" a tutto quello che succede quotidianamente a Bruxelles, quest'ultimi sono quelli che non curano i loro interessi nella sede del parlamento Europeo, specialmente quando in patria ci sono problemi e divisioni politiche. Solo se il "problema" colpisce direttamente loro si fanno sentire, emblematico l'assurgere a problema del tema migratorio solo dopo che ha investito direttamente i Paesi forti dell'UE (Germania, Francia, Inghilterra), mentre fino ad ieri il tema era solo ed esclusivamente considerato di periferia. 

Questa è l'Europa dove oggi noi viviamo. Ma è l'Europa che vogliamo?

Forse la protesta di Tsipras, ha seminato oggi un seme che se riuscirà a crescere, porterà presto un cambio di vento, verso una direzione più favorevole a tutti noi, ma dobbiamo remare insieme.

martedì 18 agosto 2015

Corso TOP UP del CEDIFOP

Inizierà giorno 1 settembre il prossimo corso "TOP UP" del CEDIFOP per il livello di OFFSHORE AIR DIVER. Il corso permetterà ai suoi partecipanti l'iscrizione al 2 livello dell'istituendo registro della Regione Sicilia (secondo il DDL 698 "Norme per il riconoscimento della professione e disciplina dei contenuti formativi per l’esercizio delle attività della subacquea industriale") per le attività fuori dall'ambito portuale, per una profondità fino ai - 50 metri (basso fondale).

In Sicilia e nelle piattaforme siciliane i diver che vi opereranno, dopo l'approvazione del DDL 698, dovranno aver realizzato percorsi formativi che assicurano la migliore gestione degli impianti offshore dell'isola, e cioè secondo gli standard formativi che IDSA da alcuni decenni applica nei suoi corsi, come attualmente avviene anche nei percorsi formativi USA dell'ACDE.

IMCA, per essere presente in Sicilia, dovrà inserire l'Italia con la relativa iscrizione nel registro della regione Sicilia, nei livelli 2 (basso fondale) e 3 (alto fondale) nel prossimo suo documento che sostituirà l'attuale D05/15, per accogliere così gli operatori che hanno le carte in regola per lavorare in queste acque.

Nessun altro operatore che ha avuto una formazione inadeguata, incompleta o parziale, che non garantisce la sicurezza e la massima professionalità durante le attività in ambito offshore, e cioè non iscritto nel registro regionale, potrà lavorare in queste acque e negli impianti inshore e offshore che si stanno moltiplicando nelle acque territoriali siciliane.

martedì 4 agosto 2015

DDL 698: L'iter della proposta di legge all'ARS

di Manos Kouvakis

Siamo a pochi giorni dalla chiusura estiva dell’ARS, in attesa di avere notizie sul DDL 698 “Norme per il riconoscimento della professione e disciplina dei contenuti formativi per l'esercizio delle attività della subacquea industriale”, un disegno di legge che, anche se di carattere regionale, è di grande importanza strategica per la sua rilevanza,  perché, ha le caratteristiche affinché l’Italia, tramite il registro della Regione Sicilia, venga annoverata nel documento IMCA D05/15 dove attualmente sono riportati Australia, Brasile, Canada, India, Nuova Zelanda, Sud Africa, mentre i paesi europei sono Svezia, Olanda, Norvegia, Francia e UK tramite la certificazione dell’HSE britannica, con un modello simile a quello che sta per essere proposto per l’Italia tramite la certificazione della Regione Sicilia, con l’approvazione del DDL 698.

Bisogna anche sottolineare che la Sicilia gode di uno statuto speciale e di autonomia legislativa, sancita dalla Legge Costituzionale 26 febbraio 1948, n. 2 “Conversione in legge costituzionale dello Statuto della Regione siciliana, approvato col decreto legislativo 15 maggio 1946, n. 455” che conferisce al DDL 698, una volta approvato definitivamente, il giusto peso normativo, per i riconoscimenti in ambito regionale, nazionale e comunitario.

Ma sembra che per il DDL 698, la cui storia è iniziata il 06 Feb 2014,  tutto vada a rilento. E’ un’impressione giusta? Vediamolo con i numeri:

In questo momento all’ARS ci sono  820 disegni di legge  di cui

75 ancora non Assegnati o in attesa di un  evento
218 assegnati alla Prima Commissione - Affari Istituzionali 
33 assegnati alla Seconda Commissione - Bilancio 
102 assegnati alla Terza Commissione - Attività produttive 
160 assegnati alla Quarta Commissione - Ambiente e Territorio
143 assegnati alla Quinta Commissione - Cultura, Formazione e Lavoro
119 assegnati alla Sesta Commissione - Servizi Sociali e Sanitari


Il DDL 698 è una delle 143 leggi assegnate per l’esame alla V Commissione, dove  è stato già esaminato in data 12 novembre 2014 e il Governo regionale ha espresso parere favorevole durante la votazione dei vari articoli ed emendamenti della proposta legislativa.  Successivamente il DDL 698 è stato inviato alla Commissione Bilancio, ai  sensi dell'articolo  65,  comma 7, del Regolamento  Generale dell'Assemblea Regionale Siciliana, ai fini  della copertura finanziaria, parere espresso dalla II Commissione Bilancio dell’ARS in data 16 luglio 2015.

Come tipologia, il DDL 698, rientra nella categoria Industria ed è il più recente dei 3 disegni di Legge di questa categoria.

Vediamoli insieme partendo da quello più “vecchio”:

1) DDL 285 "Norme urgenti in materia di industria ed iniziative sul sistema del risparmio energetico" del 12 Marzo 2013
Iter
12 Mar 2013 Annunziato Seduta n. 26 AULA
21 Mar 2013 Assegnato per esame Commissione TERZA
21 Mar 2013 Assegnato per parere Commissione QUARTA
Attuale
08 Apr 2013 Annunzio assegnazione Seduta n. 32 AULA

2) DDL 679 "Promozione e organizzazione dei distretti produttivi" del 23 Gennaio 2014
Iter
23 Gen 2014 Annunziato Seduta n. 122 AULA
11 Feb 2014 Assegnato per esame Commissione TERZA
Attuale
18 Feb 2014 Annunzio assegnazione Seduta n. 130 AULA

3) DDL 698 “Norme per il riconoscimento della professione e disciplina dei contenuti formativi per l'esercizio delle attività della subacquea industriale” del 6 febbraio 2014
Iter
06 Feb 2014 Annunziato Seduta n. 124 AULA
11 Feb 2014 Assegnato per esame Commissione QUINTA
18 Feb 2014 Annunzio assegnazione Seduta n. 130 AULA
18 Mar 2014 Esaminato in commissione Seduta n. 142 - Commissione QUINTA
07 Ott 2014 Esaminato in commissione Seduta n. 188 - Commissione QUINTA
12 Nov 2014 Esaminato in commissione Seduta n. 196 - Commissione QUINTA
24 Nov 2014 Inviato Commissione Bilancio
Attuale
16 Lug 2015 Parere espresso Commissione SECONDA Seduta n. 213

Si vede a vista d’occhio, che il DDL 698, nella sua “lentezza” ha fatto e sta facendo passi da gigante.

Ora si aspetta l’ultimo atto, cioè l’apertura di una finestra legislativa per il voto in aula, per completare la trasformazione del DDL 698 in una legge a tutti gli effetti.

Quel momento segnerà l’inizio di un nuovo percorso, per potersi confrontare in ambito europeo e internazionale con gli altri paesi, in un comparto in cui l’Italia ha un ritardo legislativo di ben 37 anni, con 14 disegni di legge presentati al parlamento Nazionale dal 1997 ad oggi e mai trasformati in legge. Ora la Sicilia darà la possibilità di indicare, anche in questo campo, la strada maestra da percorrere affinché l’Italia torni ad essere presente e concorrenziale in ambito Europeo e Internazionale, con un  nuovo modello da imitare per i paesi che ancora non hanno legiferato in questo settore e confrontarsi, ad armi pari, con chi in questo settore è in regola con una legislazione pertinente.

venerdì 31 luglio 2015

33° meeting dell’IDSA a CORK – IRLANDA




(di Manos Kouvakis)




Si terrà, dal 16 al 18 Settembre, a Cork in Irlanda il meeting n. 33 dell’IDSA (International Diving Schools Association), fondata nel 1982, alla quale aderiscono le più importanti Scuole Diving, a livello mondiale, dedite alla formazione di subacquei industriali.

Il meeting è organizzato dalla sezione Diving della Marina Militare Irlandese, http://www.military.ie/en/home/ guidata da Tenente Comandante Tony O'Regan NS, che ospiterà la riunione annuale dell’associazione; l'incontro si svolgerà nella principale base Navale che si trova sull'isola di Haulbowline, sulla costa sud occidentale dell'Irlanda, a Cork, che è la seconda città della Repubblica d'Irlanda e il più grande porto naturale dell’Irlanda. La Sezione Diving, costituitasi sul finire del 1960 utilizza parte dell'isola per l’addestramento, la formazione e la logistica.


Gli incontri avverranno nella sala conferenze presso il National Maritime College of Ireland (NMCI), un moderna e sofisticata istituzione ad un chilometro dalla sezione Diving; l’Istituto ha tutte le strutture necessarie per addestrare il personale marittimo a tutti gli aspetti dell’Offshore e alle operazioni di emergenza


E’ un appuntamento annuale fisso per il CEDIFOP, sempre presente dal 2008 in poi, con l’interscambio di idee ed esperienze fra le scuole full member che aderiscono all’associazione, ma anche con tutti gli altri membri associati e affiliati che partecipano ai meeting per promuovere lo sviluppo di norme internazionali comuni di formazione nella subacquea industriale. Queste riunioni annuali hanno anche la finalità di cooperare e confrontarsi su questioni che possano migliorare le opportunità di inserimento lavorativo per i commercial diver formatisi nelle scuole aderenti all’associazione, ma anche fornire una guida alle aziende, fissando gli standard di immersione nelle varie profondità, migliorando la sicurezza e l’abilitazione dei Contractors a partecipare a bandi di gara oltre i confini nazionali in una situazione di parità.


Con la sua esperienza crescente CEDIFOP ha avuto sempre maggiori spazi all’interno delle riunioni annuali dell’associazione, portando le sue idee all’attenzione internazionale delle scuole che vi partecipano, fino alla proposta di un modello legislativo che fa riferimento all’esperienza siciliana del DDL 698 “Norme per il riconoscimento della professione e disciplina dei contenuti formativi per l’esercizio delle attività della subacquea industriale”, proposto come modello durante il meeting dell’anno scorso ad Oslo (Norvegia) e che sicuramente avrà di nuovo il massimo dell’attenzione anche durante il meeting Irlandese.


Cedifop ha aderito all’associazione nel 2005, superando una serie di audit è diventato full member (cioè abilitato al rilascio delle certificazioni IDSA nel 2009), mantiene ad oggi tale status e risulta essere l’unica scuola Italiana accreditata full member da questa associazione, mentre le altre scuole sono in Asia (1) Africa 1, USA (1) ed Europa (13) di cui una solo in Italia, il CEDIFOP.

giovedì 16 luglio 2015

Una lettura diversa della crisi greca: Tsipras ha perso una battaglia, ma Russia e Cina...

di Manos Kouvakis


tratto da "LA VOCE DI NEW YORK":
http://www.lavocedinewyork.com/Una-lettura-diversa-della-crisi-greca-Tsipras-ha-perso-una-battaglia-ma-Russia-e-Cina-/d/13304/


Il leader greco ha accettato tutte le penalizzazioni per non uscire dall’Eurozona. E il motivo c’è: deve difendere l’accordo con la Russia (gasdotto) e l’accordo con la Cina nel porto del Pireo. Ed è proprio per i suoi rapporti con Russia e Cina che mezza Europa ha cercato di mettere la Grecia fuori dall’Unione. Ma non ci sono riusciti



In questi giorni è iniziata una dura battaglia che ha visto i greci e Tsipras da una parte, contro i tedeschi della Merkel e Schäuble dall’altra. Battaglia ampiamente vinta da questi ultimi con la firma di un trattato umiliante per i Greci. Tsipras ha dovuto difendere con le unghie e con i denti la permanenza della Grecia nell’Euro, accettando alla fine qualsiasi cosa gli è stata proposta. Ha perfino buttato la propria giacca sul tavolo delle trattative dicendo: “Prendete pure questa, tanto non ho nient'altro”

In queste ore si sta cercando di ratificare l’accordo sottoscritto nel Parlamento greco. Con le maggiori TV tedesche in collegamento diretto che seguono, passo dopo passo, le votazioni, traducendo letteralmente le discussioni che avvengono in questi minuti in Grecia. Si sta cercando di trasformare in legge la pesante tassazione che Tsipras ha accettato, per poter così contare, forse, su un piccolo prestito ponte, con l’obiettivo dare respiro alle banche greche che ormai si trovano davanti al baratro del fallimento.

Ma tutto questo è ormai storia che viene ripetuta di continuo da tutti. Io vorrei fare alcune riflessioni su alcuni argomenti, diversi da quelli su cui tutti stanno discutendo in queste ore.

E’ lampante che il piano tedesco era quello di buttare fuori la Grecia dall’Europa e dall’Euro. Tsipras, perdendo una grande battaglia, ha alzato bandiera bianca, accettando tutto quello che gli veniva proposto per salvare la permanenza della Grecia fra i Paesi dell’Euro. E l’ha fatto forse contro ogni previsione, nonostante le richieste del gotha europeo, giorno dopo giorno, diventavano sempre più dure.

Ma perché la Germania vuole questo? Certamente la questione di simpatia c’entra poco, quando tutto ruota attorno ad interessi e affari e la Grecia è coinvolta in moltissime operazioni di questo genere. Eccone alcune.

Tsipras-Putin, asse nell’energia dopo lo stop al progetto South Stream. Tsipras rompe il fronte europeo del


gas aprendo la strada alla partecipazione della Grecia a una pipeline russo-turca per portare in Europa il gas russo, aggirando l'Ucraina. Questo avviene, come già accennato, dopo il fallimento del progetto South Stream (a cui partecipava anche l’Eni, che è tuttora socia al 20% di South Stream Transport Bv, joint venture incaricata di costruire e gestire la tratta offshore nelle acque del Mar Nero). Ma il destino di South Stream (di cui fanno parte anche Gazprom al 50%, più la francese Edf e la tedesca Wintershall, entrambe al 15%) oggi è quanto mai incerto. La Saipem (società del gruppo Eni) che per la tratta sottomarina aveva già cominciato a lavorare grazie a tre contratti di appalto (l'ultimo dei quali, il più ricco, da 2 miliardi di dollari), ha interrotto i lavori per volontà di chi non voleva che arrivasse in Europa il gas russo. Lo stesso Vladimir Putin in persona ha dichiarato da Istanbul, in conferenza stampa col presidente turco Tayyip Erdogan: “Se l'Europa non vuole realizzarlo, non verrà realizzato”.

Sulla stessa linea anche il governo italiano, che molto recentemente ha cambiato orientamento, con il ministro dell'Industria che ha detto che per l'Italia “South Stream non è più nella lista delle priorità”. Ma Tsipras e Putin hanno ripescato questo piano abbandonato, e lo stesso Tsipras, in riferimento alla partecipazione di Atene al progetto del gasdotto che attraverserà la Turchia, ha precisato che ogni Stato membro, “ha diritto a firmare accordi bilaterali in campo energetico”. Questo progetto può assicurare la “sicurezza energetica rispettando le regole sia della Grecia che dell’Unione Europea”.

Tsipras ha più volte sottolineato che la Grecia, pur facendo parte dell’Unione Europea, è un Paese sovrano e quindi ha il diritto di tutelare i propri interessi nazionali in linea “con il suo ruolo geopolitico di Paese mediterraneo e balcanico”, aggiungendo che Atene è contraria alle sanzioni imposte dalla UE a Mosca, una forma di “guerra economica” che non condivide affatto: “Spero - ha affermato il leader greco - che sorga una nuova primavera nelle relazioni tra i nostri due Paesi”.

Dal canto suo, Putin ha detto che la Grecia “può diventare un importante centro di distribuzione” grazie al gasdotto russo-turco che Mosca intende costruire con Ankara dopo la cancellazione del progetto South Stream. “La Grecia però non ci ha chiesto aiuto finanziario”, ha precisato il leader del Cremlino, il quale ha aggiunto che Mosca potrebbe partecipare ad alcuni dei programmi di privatizzazione in Grecia e investire in progetti per la realizzazione di infrastrutture. Il 2016, ha aggiunto, sarà l’anno della valorizzazione dei rapporti culturali fra Russia e Grecia.

A questo va aggiunto che, secondo le ricerche dell’US Geological Survey, che compie importanti studi nel settore, la Grecia potrebbe custodire sotto i suoi mari un tesoro del valore di 600 miliardi di dollari e che, insieme con Israele, Cipro, Libano, Turchia e Siria, potrebbe formare un fortissimo polo nella gestione di queste risorse. In particolare, le riserve sottomarine si troverebbero nelle acque a sud di Creta e avrebbero una portata di ben 3 mila e 500 miliardi di metri cubi di gas naturale, mentre il petrolio ammonterebbe a più di un miliardo di barili. Considerando che nel 2011 l’Europa ha consumato più o meno 500 miliardi di metri cubi di gas, la piccola Grecia potrebbe costituire un’importante fonte alternativa e integrativa rispetto al gas russo.

Una Grecia piena di difficoltà economiche ritarderebbe questo tipo di investimenti. Tale ritardo favorirebbe il polo attualmente esistente fra i Paesi dei mari del Nord che si trovano vicini al collasso. Con il prezzo del greggio in calo, nel Mare del Nord le aziende petrolifere tremano. Così fonti bene informate definiscono l’industria petrolifera britannica nel Mare del Nord. In questo scenario, una Grecia distrutta non sarebbe un pericolo per i prossimi decenni.

Porto di Pireo: durante le privatizzazioni fatte dal 2010 ad oggi, lo Stato greco ha fatto passare nelle mani dei cinesi tutta la gestione del porto di Pireo. I cinesi, con cospicui investimenti, lo hanno trasformato nel principale ingresso di merci che arrivano dalla Cina che poi, una volta sdoganate, vengono smistate in tutta Europa. Attività che subirebbe una battuta di arresto se Pireo uscisse dai confini dell’Europa, con le merci che, una volta arrivate in questo porto, dovrebbero successivamente affrontare la dogana in un altro punto, in un altro Stato, con grossissimi problemi di logistica.


Il porto del Pireo visto dall'alto

Attraverso società come la COSCO (China Ocean Shipping Company) la Cina, nel corso degli ultimi anni, ha portato avanti un'opera di penetrazione economica. La quantità di cargo e container salpati dai porti cinesi è cresciuta, negli ultimi cinque anni, di circa il 35% anno.

Strategia economica e politica, tenendo conto che le imprese cinesi sono società controllate dallo Stato, non possono che andare di pari passo: le scelte economiche sono funzionali alla strategia politica di Pechino e viceversa. Partendo da questa considerazione si comprende in modo chiaro la ragione per cui la COSCO ha scelto di investire in Grecia, assicurandosi per 500 milioni, attraverso la propria controllata COSCO Piraeus Container Terminal S. A., la gestione per 35 anni - e l’opzione per altri cinque - delle banchine II e III del porto del Pireo, cioè lo sbocco a mare della capitale Atene. L’investimento complessivo, comprese le opere di ammodernamento delle banchine, è stato stimato attorno ai 3,4 miliardi, e la banchina III è appena divenuta operativa dopo i lavori di ampliamento (mentre la II era attiva già dal 2009).

Pireo è il più grande porto della Grecia e uno dei più importanti del Mediterraneo orientale. Certamente meno importante, in termini di traffico merci, dei grandi porti del Nord Europa, ma rispetto a questi molto più facilmente alla portata dei container cinesi, attraverso il Canale di Suez. Va poi considerato che la Grecia è vicina a mercati emergenti come quelli della Turchia, dell’Europa orientale e dei Balcani, attraverso i quali le merci cinesi possono raggiungere anche il Nord Europa. Pechino intende usare il Pireo come porta di accesso ai mercati europei, ipotesi confermata dal fatto che negli ultimi anni sempre meno container cinesi sono transitati nei porti di Napoli e di Istanbul, precedenti destinazioni privilegiate. Non a caso la COSCO negli ultimi anni si è mostrata fortemente interessata sia al processo di privatizzazione dell’Autorità Portuale del Pireo che delle ferrovie e degli aeroporti greci. Lo scopo, ovviamente, è quello di creare una corsia di passaggio “protetta” che permetta alle merci cinesi di transitare per le banchine controllate dalla COSCO, dirette verso il cuore degli altri mercati europei, avendo in più la capacità di gestire i flussi commerciali provenienti da altri Paesi.

Immigrazione clandestina: Italia e Grecia sono in questo momento la porta d’ingresso di una grossa percentuale di immigrati clandestini che, tramite il Canale di Sicilia o le isole greche sparse nell’Egeo, riescono ad entrare in Europa. L’uscita della Grecia dall’Europa permetterebbe immediatamente di risolvere il problema dell’immigrazione clandestina, almeno per chi approda in Grecia, diminuendo così di una forte percentuale questi flussi.

Ma tutto queste non sono che piccole riflessioni, che pongono sotto i riflettori diversi un problema ben più grave di complicità e interessi internazionali, che coinvolgono una piccola Grecia. Con un Tsipras che, di fatto, ha rotto equilibri ben consolidati a favore dei Paesi che oggi dominano l’Europa. E l’ha fatto con le sue aperture verso la Russia, come riferisce Bloomberg, che riporta le dichiarazioni di Tsipras secondo cui "la nuova architettura di sicurezza europea deve includere la Russia”. Mentre “la Grecia come Stato membro dell'UE, può essere un ponte tra l'Occidente e la Russia". Tsipras sta diventando il pericolo numero 1 per i potenti dell’Europa che si accaniscono contro il popolo greco che lo ha eletto e supportato con il recente referendum e i sondaggi.

Tsipras ha perso una battaglia, in questi giorni, con l’accettazione delle pesanti condizioni poste dai tedeschi e firmando per un accordo che porta la Grecia ad avere un debito ingestibile. Debito che le nega qualsiasi possibilità di crescita. I grandi d’Europa lo sanno, ma forse non hanno mai letto la storia greca, piena di periodi contrassegnati da grandi problemi che per altri sarebbero stati insuperabili, ma che i greci hanno saputo affrontare. E’ evidente che non hanno visto le immagini recenti di un popolo che si mette a ballare in piazza Sintagma dopo il risultato del recente referendum senza preoccuparsi del domani.

Tsipras ha perso una pesante battaglia, ma la guerra è appena iniziata. E le simpatie maggiori, da parte dei popoli del mondo, non sono indirizzate certamente verso i centri di potere europei.