Il presidente della Commissione Totò Lentini (nella foto): "L'assessorato non ha considerato, nel computo dei punteggi, i corsi 'autofinanziati' dagli enti: le graduatorie sono da rifare e si prepara una pioggia di ricorsi".
Ancora polemiche sull'Avviso 20. Il bando della Formazione professionale siciliana, stavolta è al centro di un'interrogazione parlamentare del deputato dell'Udc e presidente della Commissione Lavoro Totò Lentini che denuncia: “Commessi degli errori nel calcolo dei punteggi nelle graduatorie, l'Avviso rischia di affondare”.
La polemica gira attorno al concetto di “corsi liberi”. Si tratta di corsi di Formazione che non sono stati finanziati direttamente dalla Regione. Secondo Lentini e secondo diversi titolari di enti, questi corsi svolti dalle associazioni negli anni passati, non sono stati considerati nel computo dei “titoli” che ciascun ente deve presentare per ottenere i finanziamenti del Piano regionale dell'offerta formativa.
“L'Avviso 20 indicava – scrive Lentini nella sua interrogazione - fra i criteri di attribuzione dei punteggi per la formazione delle graduatorie, la cosiddetta 'esperienza continuativa nel territorio regionale' (punto 1.1), rilevata a partire dalla valutazione dei corsi realizzati nel quinquennio precedente alla data di pubblicazione dell’avviso; il citato punto escludeva esplicitamente, - aggiunge Lentini - i corsi realizzati in ambito OIF, IFTS, dell’alta formazione, dell’apprendistato, della formazione continua anche con fondi interprofessionali”. Insomma, l'Avviso chiarisce, spiega il deputato, senza possibili ambiguità, quali siano i corsi da ritenere “inutili” per il computo del punteggio in graduatoria.
Tra questi, però, non ci sarebbero i cosiddetti “corsi liberi”: si tratta appunto di corsi che non sono stati finanziati dalla legge 24 (la legge Regionale che ha appunto sostenuto economicamente gli enti di Formazione) ma che comunque sono passati attraverso i controlli previsti “per le attività cofinanziate dal Fondo sociale europeo”, oltre che da quelli della Regione, previsti dalla legge 24, compresi i processi di accreditamento delle sedi. Insomma, spiega Lentini, “può tranquillamente affermarsi, che si è determinata una vera e propria equiparazione fra i progetti finanziati con fondi pubblici e quelli autofinanziati, considerato che gli enti accreditati operano progetti formativi che realizzano un interesse pubblico senza gravare sulle finanze pubbliche”. Anzi, non solo le tipologie di corsi vanno equiparate per la determinazione del punteggio in graduatoria, ma quelli “liberi”, dice Lentini, appaiono persino più “meritevoli”, perché organizzati senza gravare sulle finanze pubbliche.
E invece, il Nucleo di valutazione dell'assessorato alla Formazione e all'Istruzione, “ha proceduto – scrive Lentini - ad escludere dalla valutazione i corsi autofinanziati”, una decisione che “non trova riscontro in quanto previsto dall’Avviso 20, che in nessuna sua parte ed in alcun modo (neppure in forma indiretta ovvero desumibile in via analogica da altre disposizioni del vigente ordinamento) indica di escludere i “corsi liberi” dalla valutazione. Il comportamento del Nucleo – aggiunge Lentini - appare pertanto palesemente illegittimo nella parte in cui ha ritenuto di introdurre una previsione ultronea che ha alterato e falsato quanto sancito dall’Avviso”.
E il rischio, adesso, è che sull'assessorato cada una pioggia di ricorsi, tale da “bloccare” l'avvio delle attività di Formazione, visto che l'”errore” dell'assessorato finirebbe per mettere “in questione la legittimità dell’intera procedura e, soprattutto, della graduatoria scaturente dalla valutazione effettuata. L’esclusione dei 'corsi liberi' – prosegue Lentini - ha determinato e determina un grave pregiudizio a danno di alcuni enti che, come detto, hanno realizzato e realizzano finalità di pubblico interesse senza gravare fin qui sulle finanze pubbliche ed i corsi dagli stessi promossi hanno riscontrato e riscontrano vasto successo nella platea dei potenziali interessati”. Enti che, “da notizie di stampa”, dice Lentini, avrebbero già inoltrato ricorsi al Tar. “I contenziosi, che vedrebbero verosimilmente soccombere l’amministrazione regionale, rischiano – aggiunge infatti Lentini - di mettere in questione il regolare avvio dell’intero complesso delle attività formative, con pesanti conseguenze sull’occupazione e sul reddito dei ben 8mila operatori del comparto”. Insomma, la Regione intervenga ritoccando le graduatorie. Prime che una montagna di ricorsi finisca per sommergere l'Avviso 20.
La polemica gira attorno al concetto di “corsi liberi”. Si tratta di corsi di Formazione che non sono stati finanziati direttamente dalla Regione. Secondo Lentini e secondo diversi titolari di enti, questi corsi svolti dalle associazioni negli anni passati, non sono stati considerati nel computo dei “titoli” che ciascun ente deve presentare per ottenere i finanziamenti del Piano regionale dell'offerta formativa.
“L'Avviso 20 indicava – scrive Lentini nella sua interrogazione - fra i criteri di attribuzione dei punteggi per la formazione delle graduatorie, la cosiddetta 'esperienza continuativa nel territorio regionale' (punto 1.1), rilevata a partire dalla valutazione dei corsi realizzati nel quinquennio precedente alla data di pubblicazione dell’avviso; il citato punto escludeva esplicitamente, - aggiunge Lentini - i corsi realizzati in ambito OIF, IFTS, dell’alta formazione, dell’apprendistato, della formazione continua anche con fondi interprofessionali”. Insomma, l'Avviso chiarisce, spiega il deputato, senza possibili ambiguità, quali siano i corsi da ritenere “inutili” per il computo del punteggio in graduatoria.
Tra questi, però, non ci sarebbero i cosiddetti “corsi liberi”: si tratta appunto di corsi che non sono stati finanziati dalla legge 24 (la legge Regionale che ha appunto sostenuto economicamente gli enti di Formazione) ma che comunque sono passati attraverso i controlli previsti “per le attività cofinanziate dal Fondo sociale europeo”, oltre che da quelli della Regione, previsti dalla legge 24, compresi i processi di accreditamento delle sedi. Insomma, spiega Lentini, “può tranquillamente affermarsi, che si è determinata una vera e propria equiparazione fra i progetti finanziati con fondi pubblici e quelli autofinanziati, considerato che gli enti accreditati operano progetti formativi che realizzano un interesse pubblico senza gravare sulle finanze pubbliche”. Anzi, non solo le tipologie di corsi vanno equiparate per la determinazione del punteggio in graduatoria, ma quelli “liberi”, dice Lentini, appaiono persino più “meritevoli”, perché organizzati senza gravare sulle finanze pubbliche.
E invece, il Nucleo di valutazione dell'assessorato alla Formazione e all'Istruzione, “ha proceduto – scrive Lentini - ad escludere dalla valutazione i corsi autofinanziati”, una decisione che “non trova riscontro in quanto previsto dall’Avviso 20, che in nessuna sua parte ed in alcun modo (neppure in forma indiretta ovvero desumibile in via analogica da altre disposizioni del vigente ordinamento) indica di escludere i “corsi liberi” dalla valutazione. Il comportamento del Nucleo – aggiunge Lentini - appare pertanto palesemente illegittimo nella parte in cui ha ritenuto di introdurre una previsione ultronea che ha alterato e falsato quanto sancito dall’Avviso”.
E il rischio, adesso, è che sull'assessorato cada una pioggia di ricorsi, tale da “bloccare” l'avvio delle attività di Formazione, visto che l'”errore” dell'assessorato finirebbe per mettere “in questione la legittimità dell’intera procedura e, soprattutto, della graduatoria scaturente dalla valutazione effettuata. L’esclusione dei 'corsi liberi' – prosegue Lentini - ha determinato e determina un grave pregiudizio a danno di alcuni enti che, come detto, hanno realizzato e realizzano finalità di pubblico interesse senza gravare fin qui sulle finanze pubbliche ed i corsi dagli stessi promossi hanno riscontrato e riscontrano vasto successo nella platea dei potenziali interessati”. Enti che, “da notizie di stampa”, dice Lentini, avrebbero già inoltrato ricorsi al Tar. “I contenziosi, che vedrebbero verosimilmente soccombere l’amministrazione regionale, rischiano – aggiunge infatti Lentini - di mettere in questione il regolare avvio dell’intero complesso delle attività formative, con pesanti conseguenze sull’occupazione e sul reddito dei ben 8mila operatori del comparto”. Insomma, la Regione intervenga ritoccando le graduatorie. Prime che una montagna di ricorsi finisca per sommergere l'Avviso 20.