CEDIFOP

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le foto si riferiscono alle attività del CEDIFOP, nei vari livelli di addestramento

domenica 3 maggio 2015

Disegni di legge 698 (Regione Sicilia), 2751 (Camera dei Deputati) e norma UNI 11366

(di Manos Kouvakis) 


Confermata anche per il 2015 la partecipazione del CEDIFOP come Socio Effettivo dell' UNI - Ente Nazionale Italiano di Unificazione - e la partecipazione attiva nella commissione sicurezza e in particolare nei tre organi tecnici dei gruppi di lavoro: GL "Sicurezza nelle attività subacquee ed iperbariche industriali", che si occupa della norma 11366 “; "Metodi e sistemi di gestione della salute e sicurezza sul lavoro" e "Dispositivi di protezione delle vie respiratorie". CEDIFOP è socio effettivo dell’UNI sin dal 2010.

UNI (www.uni.com ) è un’associazione privata riconosciuta dallo Stato e dall’Unione Europea, che studia, elabora, approva e pubblica le norme tecniche volontarie - le cosiddette “norme UNI” - in tutti i settori industriali, commerciali e del terziario. 

Possiamo definire una norma, semplicemente come un documento che dice "come fare bene le cose", garantendo sicurezza, rispetto per l'ambiente e prestazioni certe.
Secondo il Regolamento UE 1025 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 25 ottobre 2012 sulla normazione europea, per "norma" si intende: "una specifica tecnica, adottata da un organismo di normazione riconosciuto, per applicazione ripetuta o continua, alla quale non è obbligatorio conformarsi”. 
Spesso, tra la normazione tecnica e la legislazione esiste un rapporto stretto, a volte inevitabile, ma anche complesso. Se infatti l’applicazione delle norme tecniche non è di regola obbligatoria, quando queste vengono richiamate nei provvedimenti legislativi può intervenire un livello di cogenza, delimitato pur sempre dal contesto di riferimento.

Va inoltre sottolineato che tutte le norme UNI sono protette da diritto d'autore; esso prevede il divieto della riproduzione, anche parziale, delle norme e dei prodotti UNI su qualsiasi supporto: cartaceo, elettronico, magnetico ed altri, senza preventiva autorizzazione scritta da parte dell'UNI. L’utilizzo di queste norme è condizionato al pagamento di una royalty.
Nel 2010, il gruppo di lavoro “Sicurezza nelle attività subacquee ed iperbariche industriali” ha creato la norma UNI 11366 del 2010, dal titolo “Sicurezza e tutela della salute nelle attività subacquee ed iperbariche professionali al servizio dell'industria”, alla quale ha fatto riferimento il presidente Monti nel Decreto Sviluppo del 2012 - articolo 21 – (Modifiche al decreto legislativo 3 aprile 2006 n. 152, in materia di promozione degli investimenti offshore) - comma 3 "Le attività di cui all’articolo 53 del Decreto del Presidente della Repubblica 24 maggio 1979, n.886, sono svolte secondo le norme vigenti, le regole di buona tecnica di cui alla norma UNI 11366". Questo passaggio fa riferimento al D.P.R. del 24 maggio 1979, n. 886 "Integrazione ed adeguamento delle norme di polizia delle miniere e delle cave, contenute nel decreto del Presidente della Repubblica 9 aprile 1959, n. 128, al fine di regolare le attività di prospezione, di ricerca e di coltivazione degli Idrocarburi nel mare territoriale e nella piattaforma continentale”, dove leggiamo al Capo VII “Impiego di Operatori Subacquei” Art. 53. Prescrizioni generali "Le prestazioni lavorative in immersione per il posizionamento della piattaforma, per l'ispezione e la manutenzione delle attrezzature sommerse o per lavori assimilabili, devono essere effettuate solamente da personale esperto e fisicamente idoneo, diretto da un responsabile di comprovata capacità, nel rispetto delle norme specifiche in materia e delle regole della buona tecnica...."; ma tutto ciò non fa della norma UNI una “legge” estesa anche all’interno delle aree portuali o in ambito inshore. 

Essa rimane quindi sempre una norma di carattere volontario nell’applicazione, mentre va sottolineato che il rapporto della norma con il Decreto Sviluppo del 2012, è delimitato, cosi come la legislazione attuale prevede, dal contesto di riferimento, e cioè "Integrazione ed adeguamento delle norme di polizia delle miniere e delle cave, al fine di regolare le attività di prospezione, di ricerca e di coltivazione degli Idrocarburi nel mare territoriale e nella piattaforma continentale”, attività che devono essere svolte secondo le regole di buona tecnica di cui alla norma UNI 11366.

Eccezione potrebbe diventare la Regione Sicilia, con il DDL 698 “Norme per il riconoscimento della professione e disciplina dei contenuti formativi per l’esercizio delle attività della subacquea industriale”, già esaminato in V Commissione - Cultura, Formazione e Lavoro – nella seduta n. 196 del 12.11.14 ed approvato con il parere favorevole del Governo Regionale, con il quale si amplia il campo applicativo della norma UNI 11366 all'ambito delle acque marittime regionali e interne e delle acque marittime non territoriali (offshore), quando alle attività di cui sopra sono connessi interessi regionali o quando alle medesime sono interessate persone e aziende nazionali, prescrivendo nell’articolo 6 comma 2 (che fa riferimento alla normativa UNI 11366), che “… per le parti eventualmente operate presso le imprese di cui al comma 3 dell’articolo 2, alle prescrizioni e linee guida fissate dalla normativa UNI 11366 …” allargando l’applicazione della suddetta norma ai cantieri in ambito offshore, inshore e acque interne. 

Questo rapporto fra la legislazione Italiana e le norma UNI 11366 è molo più chiaro nel disegno di Legge n. 2751 "Disciplina delle attività lavorative subacquee e iperbariche" presentato alla camera dei deputati il 26 novembre 2014, dall’On. Deborah Bergamini, eletta nella XI circoscrizione (Emilia Romagna) e vicepresidente della IX Commissione parlamentare (Trasporti, Poste e Telecomunicazioni) nonché Presidente del Comitato permanente sulla politica estera e relazioni esterne dell’UE, dove leggiamo testualmente nella parte che riguarda la formazione dei commercial divers Italiani: “… in ambito offshore questa formazione deve essere organizzata in coerenza con le tre tipologie di standard presenti in ambito internazionale:
  1. gli standard formativi stabiliti dall’International Diving Schools Association (IDSA) che rappresenta l'unica associazione didattica nella subacquea industriale a livello internazionale, così come in ambito sportivo abbiamo diverse didattiche PADI, CMAS, SSI e altre. È interessante sottolineare che corsi formativi nazionali, come quelli provenienti dagli Stati Uniti d'America o dal Canada, fanno sempre riferimento alla didattica dell'IDSA che, a livello mondiale, ha elaborato delle regole per la formazione nel settore inshore e offshore in base a una più che quarantennale esperienza, desunta dalle scuole che aderiscono a tale Associazione a livello mondiale;
  2. gli standard operativi (dall’International Marine Contractors Association (IMCA), applicabili nel cantiere (in essi rientra anche la citata normativa UNI 11366 sulla sicurezza e tutela della salute nelle attività subacquee ed iperbariche professionali al servizio dell'industria – procedure operative);
  3. gli Standard di sicurezza dell’Health and Safety Executive (HSE) quali, per esempio, le norme HSE del Regno Unito. Solo la corretta applicazione di questi standard può garantire una maggiore spendibilità della qualifica del sommozzatore italiano a livello internazionale, riportando la categoria al livello che le spetta per la storia e per le competenze che la caratterizzano….”
Concetto che viene ribadito anche nell’Art. 5. (Registro dei sommozzatori): comma 5 “Le operazioni di immersione abilitate ai sensi del comma 3 devono essere conformi agli standard internazionalmente riconosciuti dell’International Diving Schools Association (IDSA) relativi ai tempi di fondo e al numero e alla tipologia di immersioni e, per le parti eventualmente operate presso le imprese, alle prescrizioni e alle linee guida della normativa UNI 11366 recante «Norme per la sicurezza e la tutela della salute nelle attività subacquee ed iperbariche professionali al servizio dell'industria». I controlli per il rispetto degli obblighi e dei requisiti generali in materia di salute, di sicurezza e di ambiente devono essere conformi agli standard stabiliti dall’Health and Safety Executive (HSE) e alle linee guida emanate dall’International Marine Contractors Association (IMCA). “

domenica 29 marzo 2015

GARANZIA GIOVANI - LA SFIDA

Palermo 27 03 2015 - presentazione del libro GARANZIA GIOVANI - LA SFIDA nella sala Gialla dell'ARS : 


Nella foto da sinistra a destra: 1) Dr. Francesco Paolo Sieli Direttore Scuola Internazionale di Medicina dello Sport del Centro "E. Majorana" di Erice
2) Dott. Salvatore Pirrone Direttore Generale Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali 
3) On. Salvatore Lentini Vicepresidente Commissione III - Attività Produttive - Primo firmatario DDL 698
4) Giulio Ambrosetti giornalista 
5) Prof. Avv. Bruno Caruso Assessore Regionale della Famiglia, delle Politiche Sociali e del Lavoro
6) Daniele Fano - autore del libro
7) Prof. Roberto Tripodi Presidente onorario ASASI - Associazione delle Scuole Autonome della Sicilia
8) Manos Kouvakis - direttore Cedifop

martedì 24 marzo 2015

La Tv greca Nerit in Sicilia per un programma sulla metalmeccanica subacquea del Cedifop


(di Peppe Messina) 

Anche se non sostenuta dalla Regione e dall’Unione europea, la formazione professionale in materia di metalmeccanica subacquea dell’Isola è oggetto d’interesse da parte della Tv greca Nerit. Merito dei corsi organizzati e gestiti dal Cedifop

In Grecia si parla di formazione professionale siciliana, non per sottolinearne limiti e clientele politico-affaristiche, ma per esaltare il modello formativo d’eccellenza che da anni offre il Cedifop di Palermo in un segmento di altissima specializzazione come quello della metalmeccanica subacquea. E lo fa con la tv nazionale greca Nerit. La Grecia, è noto, è un Paese dell’Unione europea che sta attraversando una gravissima crisi economico-finanziaria, al punto da rischiare l’uscita dall’euro. Eppure in Grecia ci sono aziende che operano nel settore della metalmeccanica subacquea pronte ad assumere giovani formati da un centro di formazione professionale della Sicilia: cosa, questa, che deve fare riflettere. 

La crisi morderà pure, ma si può trovare lavoro anche in un periodo di recessione economica se la qualifica dei giovani formati risponde a standard altamente qualitativi in un settore strategico. E quella del metalmeccanico-sommozzatore, a quanto pare, è una qualifica ambitissima, vista la presenza di piattaforme petrolifere in tutto il Mediterraneo. Abbiamo già parlato, nelle scorse settimane, di questo centro di alta formazione professionale della Sicilia - il Cedifop - che ha sede dell’area portuale di Palermo. E non c’è da stupirsi se questo centro, che non usufruisce di fondi pubblici, sia citato come esempio positivo nel volume 'Garanzia Giovani - La sfida' (di Daniele Fano, Elisa Gambardella e Francesco Margiocco, libro che verrà presentato nei prossimi giorni a Palermo) anche per la capacità di rispettare tutti gli standard internazionali di qualità previsti nelle attività di formazione in questo settore. Non è un caso, ad esempio, se questo centro siciliano intrattenga rapporti stabili con Cipro, Paese dove si concentra il più elevato numero di autorizzazioni alle perforazioni con piattaforme offshore alla ricerca di gas e petrolio.

Una troupe della televisione nazionale greca Nerit (www.nerit.gr), proprio due settimane fa, è stata in visita a Palermo per raccontare, nell’ambito della convenzione tra Cedifop e alcune aziende greche che operano nel settore della subacquea industriale, come vengono formati i giovani metalmeccanici-sommozzatori in Sicilia. La troupe televisiva greca è stata a Palermo nei giorni scorsi (ne facevano parte Elena Katrici ( Έλενα Κατριτση ) giornalista e conduttrice della trasmissione “Prosopika”, Trasibulos Mitaftsis (Θρασύβουλος Μιταφτσής) cameraman , Asthenidis Michele (Ασθενίδης Μιχαήλ) tecnico del suono e Giovanni Socrate (Τζοβάνης Σωκράτης) per raccontare le fasi salienti della didattica, ovvero le immersioni e il lavoro che si svolge sott’acqua. L’immersione dei sub-metalmeccanici che si sono cimentati in alcune fasi di saldatura subacquea è stata realizzata dagli allievi del corso di ‘Ots Saldatore Subacqueo’ provenienti da Cipro e da alcune regioni italiane come Lazio, Lombardia, Sardegna, Veneto e, naturalmente, Sicilia.

Va ricordato che i corsi del Cedifop sono frequentati non soltanto da siciliani, ma anche da ragazzi che arrivano da altre parti dell’Italia e da giovani che arrivano da altri Paesi del mondo. Non manca qualche paradosso, se è vero che al corso che inizierà a settembre, su 20 posti disponibili (tanti ne ospita un corso), 19 giovani non sono siciliani (c’è ancora disponibile un posto, ma non è detto che sia siciliano). Questo perché la pubblica amministrazione siciliana e l’Unione europea non sostengono finanziariamente questi corsi di formazione. I giovani debbono pagare. E in Sicilia, per i ragazzi, non è facile trovare circa 4 mila euro per pagare la partecipazione a questo particolare corso di formazione professionale. 

Tornando alla presenza della troupe greca, va detto che rientra nelle attività del Cedifop finalizzate a promuovere rapporti di conoscenza e cooperazione con gli altri Paesi del Mediterraneo. Proprio in questi giorni il Cedifop ha stipulato un accordo con un’azienda greca, la ‘Mae Limited’, che riguarda gli allievi che hanno completato il livello di preparazione di ‘Inshore air diver’ (immersione fino a meno 30 metri di profondità). Agli allievi è stata offerta l’opportunità di uno stage retribuito in azienda, con possibilità successiva di assunzione presso aziende greche, scozzesi o irlandesi. In atto, hanno fruito di questa opportunità alcuni allievi dei corsi precedenti, ed altri partiranno nelle prossime settimane.

Inoltre, continua anche la collaborazione del Cedifop con le strutture governative cipriote e, in particolare, con il “kentrikos foreas Cyprou” (http://www.kentrikosforeas.org.cy ), struttura governativa che aiuta i cittadini ciprioti (grazie ai fondi europei) a partecipare ai programmi dell’ente di formazione palermitano. Cittadini ciprioti che, da più di 3 anni, sono costantemente presenti nei percorsi formativi della scuola palermitana. Non a caso una delegazione ufficiale del governo cipriota con in testa il presidente della federazione di commercial divers di Cipro, Antonis Adamou, arriverà in visita ufficiale in Sicilia nella terza decade di aprile.

martedì 17 marzo 2015

“Garanzia Giovani”: la sfida del Parlamento europeo alla Troika

(di Giulio Ambrosetti) 
 

“Garanzia Giovani” è la prima iniziativa economica concreta adottata dal Parlamento europeo. 
Un piano per il lavoro che per l’Italia vale un miliardo e 200 milioni di euro. 
Il 27 marzo, a Palermo, la presentazione di un libro che racconta come utilizzare queste risorse


“Garanzia Giovani” è la prima iniziativa economica concreta adottata dal Parlamento europeo e non dalla Commissione europea. Per la prima volta da quando esiste l’Unione europea sono gli europarlamentari che hanno deciso di intervenire a sostegno del lavoro che oggi non c’è. Questo piano per il lavoro si articola in sei anni (ha preso il via lo scorso anno e si concluderà nel 2020) e interessa i Paesi europei dove il tasso di disoccupazione supera il 25 per cento. L’Italia, purtroppo, è tra questi. La Sicilia lo è ancora di più, se è vero che la disoccupazione giovanile sfiora il 70 per cento!

Il nostro Paese ha ricevuto dal Parlamento europeo un finanziamento pari a un miliardo e 200 milioni di euro. Risorse che potrebbero essere utilizzate per combattere un fenomeno in crescita: la proliferazione dei cosiddetti Neet, ovvero i giovani che non studiano, non lavorano e non cercano lavoro. Il timore, per ciò che riguarda la Sicilia, è che queste risorse finanziarie vengano utilizzate male (per esempio, in sostituzione dei fondi europei non spesi e riprogrammati che il governo Renzi ha scippato alla Regione), o non vengano utilizzate affatto sia a causa della solita disorganizzazione, sia perché verranno dirottate verso altre Regioni del nostro Paese. 
In Sicilia, in materia di politiche del lavoro, la confusione è tanta. Anche se, a dir la verità, il nuovo assessore regionale, Bruno Caruso, sta provando a mettere un po’ di ordine tra il caos provocato dai suoi predecessori. Insomma, ci sono ritardi anche nell’utilizzazione di questa linea di finanziamento, che pure è importante, considerato che in Sicilia di Neet ce ne sono proprio tanti.
Forse a chiarire un po’ le idee ai governanti siciliani potrebbe essere un volume che verrà presentato a Palermo il prossimo 27 marzo nella Sala Gialla di Palazzo Reale, la sede del Parlamento dell’Isola.
“Garanzia Giovani: la sfida”: questo il titolo del libro che cade proprio a pennello, se è vero che, come già accennato, la Regione siciliana fatica anche a utilizzare al meglio queste risorse. Alla presentazione saranno presenti gli autori: Elisa Gambardella (che lavora nella Segreteria Tecnica del ministro del Lavoro, Giuliano Poletti), Francesco Margiocco (giornalista del Secolo XIX di Genova) e Daniele Fano, economista e manager, che ha seguito in prima persona la nascita di garanzia Giovani come capo della Segreteria Tecnica dell’ex ministro, Enrico Giovannini.

Al di là di quello che diranno alla presentazione del volume (dove si può leggere la prefazione del giornalista economico, Dario Di Vico), va detto che “Garanzia Giovani” punta a orientare, aiutare e preparare i giovani alle sfide del nuovo millennio, al di là degli schemi tradizionali. Siamo davanti a uno strumento che si presenta come un modello di cooperazione Stato-Regioni. Un piano per il lavoro originale che è anche un invito a rivisitare la concezione della scuola che, spesso, non orienta alla capacità del fare e non migliora le competenze dei giovani. 
Per la cronaca, va detto che non sono mancate le polemiche. Ed è anche logico: è la prima volta che le oligarchie che controllano l’Unione europea sono state costrette a cedere un piccolo spazio di azione al Parlamento europeo. E a Bruxelles e a Strasburgo - questo si è capito - la democrazia non è ben vista, soprattutto se si interviene con fondi pubblici in materia di lavoro. Insomma, è un esperimento che i veri poteri forti che oggi controllano l’Unione europea - e cioè la Troika, le banche, la finanza e l’alta burocrazia: tutti soggetti che operano indisturbati senza avere alle spalle il consenso popolare - guardano con preoccupazione e con sospetto.

Volendo, “Garanzia Giovani” è il primo, timido passo verso per un’Unione che potrebbe tornare ad essere molto più democratica rispetto a un presente in cui l’anima popolare dell’Europa sembra essere scomparsa.

Ultima notazione: nel volume viene citato un paio di volte un centro di formazione professionale che opera in Sicilia: il Cedifop. Si tratta di un centro che forma personale altamento specializzato in un segmento particolare dell'industria: la metalmeccanica subacquea.
La particolarità di questo centro formativo di eccellenza che ha sede a Palermo, nell'area portuale (i giovani formati da questo centro trovano subito lavoro in Italia e all'estero), è che non riceve sovvenzioni né dalla regione, né dall'Unione europea. Eppure, Bruxelles interviene nella formazione e nelle politiche attive del lavoro con il Fondo sociale europeo. Risorse mai arrivate al Cedifop, che pure viene citato come esempio virtuoso in un volume che promuobe un piano pe ril lavoro targato Unione europea.

Insomma - questo il messaggio che si ricava - la Sicilia avrà mille problemi non ancora risolti, ma non è tutta da buttare. Anche se chi si dà veramente da fare e, magari, si fa notare a livello europeo è, spesso - come nel caso del Cedifop - ignorato da quella politica che gestisce i fondi europei.