CEDIFOP

CEDIFOP
le foto si riferiscono alle attività del CEDIFOP, nei vari livelli di addestramento

domenica 8 dicembre 2013

Trasferita in data 21/01/2014 l'udienza al TAR Sicilia del CEDIFOP contro la Regione Sicilia/Assessorato alla Formazione Professionale, relativa all'avviso 20

Trasferita dal 22/10/2013 al 21/01/2014 l'udienza per la discussione di merito, al TAR Sicilia del CEDIFOP contro la Regione Sicilia/Assessorato alla Formazione Professionale, relativa all'avviso 20. CEDIFOP sostiene che le graduatorie sono state falsificate, con l'inserimento di un criterio di esclusione NON PREVISTO NEL BANDO (pagina 19 del bando) da parte del nucleo di valutazione. Questa frase è riportata nella sentenza della Camera di Consiglio del TAR in data 27/07/2012 "... Ritenuto che, ai fini della successiva decisione in sede di merito, sia necessario acquisire dall’Assessorato regionale dell’istruzione e della formazione professionale della Regione n. 4 copie conformi all’originale della versione definitiva dell’avviso pubblico n. 20/2011 ravvisandosi delle incongruenze tra la copia prodotta in giudizio dalla ricorrente e quella prodotta in giudizio dall’Avvocatura erariale (v. art. 8, pag. 19), assegnando termine di giorni quindici (15) dalla comunicazione in via amministrativa, o dalla notificazione, se anteriore, della presente ordinanza, per il deposito, presso la Segreteria del T.a.r., dei documenti richiesti ..."




FP in sicilia come attività criminale

riportiamo dai siti:
http://www.uglscuolapalermo.it/drupal/node/5294
http://parcodeinebrodi.blogspot.it/2013/10/formazione-professionale-in-sicilia.html
http://www.formazioneprofessionalesicilia.it/joomla/ultime/fp-in-sicilia-come-attivita-criminale


Per capire cosa è stata la FP affidata ai privati in Sicilia, bisogna partire da alcuni numeri:

a 400 Enti di FP sono stati attribuiti ogni anno 260 milioni di euro, pari a 650.000 euro a Centro in media. Alle 900 scuole statali siciliane sono statiattribuiti 32 milioni di euro, pari a 36.000 euro per scuola in media. I CFP hanno assunto 7.500 dipendenti senza concorso pubblico per un costo gravante prima sulla Regione e poi sui Fondi Europei di 206 milioni annui. Le Procure Siciliane hanno accertato l’esistenza di 200 corsi fantasma e di 140 milioni andati in fumo, in un contesto di “controlli impossibili”.

Le Forze dell’ordine hanno trovato numerosi registri di corsi con firme false di studenti fantasma, firme naturalmente falsificate col consenso dei dipendenti e dei docenti.

Nonostante fosse prescritto il numero minimo di 20 alunni per corso, la Magistratura ha verificato che settanta corsi con meno di cinque allievi sono costati alla Regione 3,1 milioni di euro. A Catania, dove la Magistratura ha operato 10 arresti, 1,5 milioni sono serviti a pagare dipendenti immaginari. Tra i dipendenti figurano la moglie e la cognata del Governatore Lombardo. Sempre a Catania la Guardia di Finanza ha accusato Anfe, Iraps, Anfes e Issvir di aver truffato 9 milioni di euro per prestazioni di lavoro mai avvenute e 5 mln per spese fittizie documentate con fatture false. I maggiori beneficiari dei finanziamenti sulla formazione a Catania sono stati i gestori di stabilimenti balneari Giuseppe Saffo e Francesco Cavallaro che pagavano i dipendenti degli stabilimenti come formatori e che costrinsero i docenti a passare dall’INPS a una società assicuratrice di comodo dove si scoprì non vennero mai versati i contributi per il TFR. Il CFP Ciapi ha pagato 4 mln di euro a società di comodo per fare pubblicità per corsi già conclusi. I CFP vicini all’On. Genovese, del PD, hanno ricevuto finanziamenti per 33 mln di euro e una parte di questi soldi sono finiti nell’acquisto di gioielli e auto di lusso.

Qualcuno si chiederà come mai nessun ispettore regionale abbia trovato qualcosa da ridire su questa gestione criminale della formazione, venuta a galla da ispettori mandati da Bruxelles e da lettere anonime spedite alle Procure e alla Guardia di Finanza. Citiamo a caso l’operato di Maria Trovato, dipendente dell’Ispettorato Provinciale del lavoro di Catania che ha dato il nulla osta a trenta progetti la cui rendicontazione era incompatibile con l’erogazione dei fondi europei. I figli della Trovato lavoravano negli Enti sottoposti al suo controllo. Tutto questo e altro ancora è avvenuto mentre si negavano le risorse ai Cfp salesiani di grande tradizione e di grande qualità, mentre si escludeva dal finanziamento il CEDIFOP, ente di formazione eccellente per palombari accreditato persino in Norvegia (quando arrivano grandi navi a Palermo per la manutenzione, come la Nave Solitaire, è necessario far arrivare i palombari dall’Olanda), o gli istituti tecnici e professionali statali che avevano fatto richiesta di tenere corsi. Il paradosso del crimine raggiunge l’apice quando si escludono alcuni istituti statali perché non hanno prodotto il certificato antimafia.

Adesso alcuni Centri di Formazione sono commissariati e i commissari, privi della copertura finanziaria, licenziano il personale. Ma la Magistratura del lavoro li reintegra prontamente. I Commissari sono quindi costretti a riassumerli senza assegnare loro incarichi e pagandoli a vuoto contraendo debiti che non potranno essere ripianati. Pubblichiamo sotto una lettera che documenta quanto affermiamo.

A questo punto ci sembra necessario che Bruxelles eviti di continuare a mandare soldi a una Regione Siciliana che non possiede strutture tecniche e amministrative in grado di gestire con onestà e competenza le risorse economiche. Tutti questi soldi vanno a finire a organizzazioni politico-sindacal-affaristiche che nulla hanno a che vedere con lo sviluppo del mondo produttivo siciliano.

Roberto Tripodi
Presidente regionale ASASI

sabato 23 novembre 2013

L’importanza dei riconoscimenti IMCA nelle certificazioni di Commercial Diver (Parte II: Riconoscimenti indiretti)

(di Manos Kouvakis)


La Legge 21 dicembre 1978, n. 845 (Legge-quadro in materia di formazione professionale) specifica che la Repubblica Italiana promuove la formazione e l'elevazione professionale in attuazione degli articoli 3, 4, 35 e 38 della Costituzione, al fine di rendere effettivo il diritto al lavoro ed alla sua libera scelta e di favorire la crescita della personalità dei lavoratori attraverso l'acquisizione di una cultura professionale.

Nella legge viene specificato che le regioni esercitano la potestà legislativa in materia di orientamento e di formazione professionale, ottemperando ad una serie di obblighi ben precisi fra cui quello di adeguare la propria normativa a quella internazionale e comunitaria ed attenersi alla normativa nazionale in materia di contenuti tecnici e di obiettivi formativi e culturali delle iniziative. Le regioni, attenendosi alle finalità e ai principi, provvedono a disciplinare con proprie leggi la programmazione, l'attuazione e il finanziamento delle attività di formazione professionale e le modalità per il conseguimento degli obiettivi formativi relativi alle qualifiche, stabilendo gli indirizzi della programmazione didattica delle attività di formazione professionale.

Al termine dei corsi di formazione professionale volti al conseguimento di una qualifica, gli allievi che vi abbiano regolarmente partecipato sono ammessi alle prove finali per l'accertamento dell'idoneità conseguita. Tali prove finali, devono essere svolte di fronte a commissioni esaminatrici, composte nei modi previsti dalle leggi regionali, delle quali dovranno comunque far parte esperti designati dalle amministrazioni periferiche del Ministero della pubblica istruzione e del Ministero del lavoro e della previdenza sociale. Con il superamento delle prove finali gli allievi conseguono attestati, rilasciati dalle regioni, in base ai quali gli uffici di collocamento assegnano le qualifiche valide ai fini dell'avviamento al lavoro e dell'inquadramento aziendale. Gli attestati di cui sopra costituiscono titolo per l'ammissione ai pubblici concorsi.

Gli enti operanti nella formazione professionale possono stipulare convenzioni con le imprese per la effettuazione presso di esse di periodi di tirocinio pratico e di esperienza, con la precisazione che le attività formative sono finalizzate all'apprendimento e non a scopi di produzione aziendale.

Foto dal corso TOP UP 2013 del CEDIFOP


Nell'esercizio delle rispettive funzioni in materia di formazione professionale, il Ministero del lavoro e della previdenza sociale e le regioni hanno facoltà di avvalersi dell'assistenza tecnica dell'Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori (ISFOL).

In Italia le regioni a statuto speciale hanno una particolare forma di attività legislativa, esse possono legiferare nel proprio territorio con la limitazione di un controllo, da un apposito organismo statale, per evitare che le leggi regionali siano in conflitto con le leggi dello Stato unitario, ma diversamente dalle regioni a statuto ordinario, nella regione Sicilia, tutti i documenti pubblici riportano in intestazione la dicitura “Repubblica Italiana”. Queste regioni esercitano tre tipi di potestà legislativa:
  • a) potestà esclusiva, che è la più caratteristica,
  • b) potestà legislativa concorrente,
  • c) potestà integrativa e attuativa

La Regione Sicilia che è una regione a statuto speciale - Legge Costituzionale 26 febbraio 1948, n. 2 “Conversione in legge costituzionale dello Statuto della Regione siciliana, approvato col decreto legislativo 15 maggio 1946, n. 455” - è l’autorità competente in materia di formazione professionale sul territorio siciliano, per il rilascio degli attestati di qualifica professionale, e subordina le attività formative ai controlli degli organi ispettivi dell’Ispettorato del Lavoro, dell’Ufficio Provinciale del Lavoro (U.P.L.) e ogni corso di qualifica professionale si conclude con un Esame Finale innanzi una Commissione esaminatrice istituita con Decreto emanato dall’Assessorato Regionale dell’Istruzione e della Formazione Professionale. Gli attestati rilasciati vengono repertoriati e vidimati dal C.P.I. dell’Assessorato Regionale dell’Istruzione e della Formazione Professionale della Regione Siciliana.

Foto dal corso TOP UP 2013 del CEDIFOP


Va inoltre sottolineato che nel 2010, la regione Sicilia ha emanato la delibera di giunta n .350/2010 introducendo nel Prof 2011 disposizioni precise sui contenuti dei corsi di formazione professionale per OTS di livello base e di specializzazione effettuati nel territorio della regione Sicilia. Considerano che questi percorsi formativi devono essere fatti secondo standard IDSA e HSE, riporta testualmente la seguente specifica : “Per questo settore i corsi di formazione professionale per O.T.S. (Operatori Tecnico Subacquei) di livello Base e di specializzazione si devono attenere alla direttiva 2005/36/CE secondo gli standard dei programmi validati da I.D.S.A. (International Diving Schools Association) e H.S.E. (Health and Safety Executive)”.

A fine corso gli esami vengono effettuati innanzi una commissione istituita con decreto della Regione Sicilia/Italia, il Presidente di detta commissione esaminatrice è un funzionario pubblico. L’attestato di qualifica professionale di tutti i corsi realizzati in questo ambito, come corsi di base e di specializzazione, riportano il logo dello stato italiano, della regione Sicilia, della comunità europea e dell’ente di formazione. Inoltre (nell’angolo in basso a destra) riportano il numero di registrazione dell’attestato presso un ufficio pubblico (Centro per l’Impiego dell’Assessorato del Lavoro), la data e il timbro della regione Sicilia/Italia.

I medesimi standard, adottati in Sicilia nel Prof 2011, sono presenti anche nella proposta legislativa N. 2369 Lo Presti, "Disposizioni concernenti le attività professionali subacquee e iperbariche" “… Questi percorsi per essere validi, oltre che nel territorio italiano anche in quello internazionale, devono adottare standard definiti in coerenza con quelli internazionali previsti dall’Health and Safety Executive (HSE), dall’Association on Diving Contractors (ADC), dall’International Diving Schools Association (IDSA), dall’International Marine Contractors Association (IMCA) e da altri organismi similari …” e nel Documento dell’ENI SpA, del 05/08/2013 dal titolo “Requisiti HSE per i fornitori di lavori subacquei”.

Foto dal corso TOP UP 2013 del CEDIFOP


Attualmente IMCA riconosce, in una lista, “riconoscimenti indiretti” i percorsi formativi di Paesi che seguono regole e standard internazionali approvati dagli Stati ove vengono svolti, quelli attualmente registrati da IMCA sono: Australia, Brasile, Canada, Francia, India, Olanda, Nuova Zelanda, Norvegia, Sud Africa e U.K. Questa lista fino ad oggi non comprende l’Italia, anche perché non si è trovato fino ad oggi una legislazione specifica sui percorsi per commercial diver accettata da Imca per classificare tali percorsi secondo declinazioni legislative italiane. La legislazione italiana attuale, che però risale al 1979/1982 (qualifica di OTS), prevede attività all’interno delle aree portuali, non di interesse dell’IMCA, che opera in offshore. Ma alla luce di quando sta attualmente accadendo, i percorsi formativi svolti in Sicilia, hanno il diritto di essere inseriti in questa lista.

Vista l’importanza dell’argomento, l’Italia, che è uno dei paesi più importanti in Europa (sviluppo costiero) e anche all’estero (vedi ENI spa) nel settore delle attività di subacquea industriale, e vista l’importanza di dare segnali precisi, dove attualmente esiste una grande confusione a discapito della sicurezza e professionalità, e visto i presupposti, si può affermare che attualmente in Italia/Sicilia questi percorsi hanno il riconoscimento dello Stato Italiano, per poter essere inclusi di diritto nella lista dei paesi che hanno percorsi formativi approvati dalle autorità, anche se limitatamente a precisi percorsi che vengono effettuati nel territorio della regione siciliana, con determinate e ben precise condizioni di addestramento, individuate dalla delibera di giunta n.350/2010-Prof 2011.

sabato 2 novembre 2013

L’importanza dei riconoscimenti IMCA nelle certificazioni di Commercial Diver (Parte I: Le 4 tipologie di certificazioni IMCA dirette)

           
(di Manos Kouvakis)


Da alcuni mesi IMCA ha rivoluzionato il suo sito ufficiale aggiungendo diverse informazioni integrative e aggiornato la quasi totalità delle pagine. Ha dato uno spazio maggiore alle certificazioni e ai riconoscimenti che IMCA offre ai suoi associati e agli operatori del settore.

L’importanza di queste certificazioni, sta nel potere aggregativo dell’IMCA, a cui fanno riferimento diverse centinaia di imprese a livello internazionale, nel fatto che ha divulgato documenti di buon senso nelle applicazioni e nel fatto che IMCA generalmente viene riconosciuta come indice di qualità.

Potremmo dividere in tre gruppi certificazioni e riconoscimenti che IMCA approva/riconosce a livello internazionale:
  • 1) nel primo gruppo, di cui parleremo in questa news, ci sono 4 certificazioni dirette,
  • 2) nelle prossime news parleremo dei riconoscimenti indiretti, e
  • 3) infine parleremo delle certificazioni più importanti, che vengono concesse solo a chi ha già una lunga esperienza nel settore, che possiamo definire come riconoscimenti di “esperti commercial diver”
E’ ovvio che in tutti questi riconoscimenti e certificazioni, IMCA si interessa principalmente dell’offshore e non di attività subacquee in acque inshore o similari (acque interne, fiumi, laghi ecc). Concetto che spesso sfugge a chi in Italia usa la parola IMCA, come deus ex macchina, magari per camuffare percorsi che diversamente non sarebbero di nessuno interesse (vedi per esempio percorsi per LST che vengono spacciati per percorsi IMCA, mentre dal sito dell’IMCA risulta chiaro che nessuno in Italia realizza questi percorsi).

In Italia, è iniziata l'evoluzione di un settore che si sta incanalando su binari giusti dopo decenni di buio medievale, a “discapito” di coloro che cercano di coprire le loro lacune mai colmate, per una cronica insufficienza di capacità, che a volte ironizzano su argomenti che non conoscono, perché sicuramente fuori dalle loro capacità intellettive.

E qui bisogna fare delle affermazioni forti: CEDIFOP è una delle scuole riconosciute da IMCA e IDSA (unica didattica a livello mondiale nella subacquea industriale) perché ha superato degli audit innanzi alle commissioni arrivate a Palermo, per esaminare testi, procedure, docenti, ecc.

Gli audit, arrivati su nostra richiesta, dopo un lungo percorso di preparazione, sono stati immediatamente superati, bruciando le tappe, senza il rilievo di alcuna "non conformità" da parte delle delegazioni di esperti che hanno condotto l'audit.

Cosi CEDIFOP, è stata inserita nel portale dell'IMCA a rappresentare una delle 23 scuole a livello mondiale che hanno tale riconoscimento e che possono rilasciare i brevetti IMCA in linea con il documento base ( IMCA D 020 ) che è rappresentato dal DIVER MEDIC, o nel portale dell’IDSA a rappresentare una delle 16 scuole FULL MEMBERS a livello mondiale che hanno tale riconoscimento.

IDSA, va considerata come una didattica che stabilisce i contenuti formativi dei percorsi della subacquea industriale, aggiornati annualmente durante i meeting.

IMCA, invece, si occupa principalmente delle imprese subacquee, mentre nel settore formativo effettua soltanto quattro corsi, che approva e riconosce, e sono i seguenti:
  1. Trainee air diving supervisor, (supervisore di superficie per basso fondale)
  2. Trainee bell diving supervisor, (supervisore di superficie per immersioni in saturazione)
  3. Assistant Life Support Technician (LST)
  4. Diver Medic Training o Refresh (DMT)
Non esiste in Italia nessuna scuola, riconosciuta e autorizzata dall’IMCA per i corsi 1, 2 e 3. L’unico corso IMCA che attualmente si può fare in Italia è il corso per DIVER MEDIC, ma NON tutti i possessori di titoli per OTS possono accedere a questo corso (disposizioni IMCA 2013).

Questi corsi possono essere realizzati da scuole riconosciute dall’IMCA, che hanno chiesto e hanno superato gli audit condotti dagli ispettori dell’IMCA in modo soddisfacente, sia nella parte documentale sia come struttura. Una volta che IMCA ha confermato e approvato tali strutture, riconosce loro il diritto di mettere nei titoli emanati la dicitura “IMCA Approved” o “IMCA Recognised” in relazione a questi corsi specifici.

In tutto questo IMCA non si è mai occupata della formazione degli OTS, perché questa figura, esistente solo in Italia, secondo la legislazione vigente, opera solo all’interno delle aree portuali (DM 1979) quindi non ricadenti nelle aree di interesse IMCA cioè nell’offshore diving.

Nessun altro corso è approvato / riconosciuto da IMCA e, pertanto, nessun altro attestato potrebbe riportare la dicitura “IMCA Approved” o “IMCA Recognised” riferito a qualsiasi altro corso, anche se il percorso formativo riguarda l’offshore diving, sia in Italia ma anche in qualsiasi paese dell’estero.

IMCA ha prodotto una serie di documenti di orientamento su vari argomenti, ma di questi ci occuperemo il prossimo mese.

Di seguito, riportiamo il testo in inglese, preso dal sito dell'IMCA, su quanto sopra esposto:



Training and certification:
- There are only four training courses for which IMCA offers approval/recognition – Trainee air diving supervisor, Trainee bell diving supervisor, Assistant life support technician and Diver medic. Each requires a training establishment to apply for approval then satisfactorily undergo an audit of its documentation, facilities and course. Once IMCA has confirmed approval/recognition such establishments may use the wording ‘IMCA Approved’ or ‘IMCA Recognised’ in relation to these specific courses only

No other courses are approved/recognised by IMCA and, therefore, no establishments should state ‘IMCA Approved’ or ‘IMCA Recognised’ in relation to any other course.

Da questo link si può scaricare il testo integrale, dal sito dell’IMCA, aggiornato nel 2013:

domenica 27 ottobre 2013

Il problema della profondità nei percorsi Italiani per OTS e gli standard in ambito internazionale

(di Manos Kouvakis)


Un grande problema nella definizione del commercial diver italiano è la mancanza di una legislazione specifica. Le uniche norme legislative, e cioè i tre decreti ministeriali vigenti, sono molto datati e assolutamente inadeguati alle esigenze del settore.

Ci sono stati diversi tentativi di elaborare una nuova legislazione nel settore a partire dal 1997 ad oggi, con ben 11 proposte legislative, che si sono susseguite negli anni, di cui abbiamo spesso parlato nelle news precedenti, ma mai ad oggi una di queste è riuscita a superare l’esame delle varie commissioni parlamentari.

Ma analizziamo cosa significa tutto ciò, con un esempio pratico: In data 25 ottobre 2012 un gruppo di OTS iscritti in diversi compartimenti marittimi, hanno inoltrato una lettera alla capitaneria di Porto di Livorno chiedendo chiarimenti sull’impiego di personale nelle operazioni riguardanti la “Costa Concordia” che non risulta iscritto presso alcuna Capitaneria di Porto. La risposta, della Capitaneria di Livorno rispecchia in modo perfetto questa grossa problematica, essa recita testualmente: “…… il decreto Ministeriale 13/01/1979 si applica ai sommozzatori che esercitano le attività all’interno delle aree portuali. Come è noto il relitto della nave Costa Concordia giace al di fuori dell’ambito portuale dell’isola di Giglio…”

In pratica il DM del 1979 è valido e regolamenta solo le immersioni all’interno delle aree portuali in Italia. Al di fuori dei queste aree non esiste ad oggi una legge dello stato italiano, così come accade invece in tutti gli altri paesi, che detta le regole su come possano essere fatte le immersioni lavorative, stabilendo principalmente le regole di sicurezza per queste attività lavorative.

Spesso assistiamo ad attività lavorative subacquee senza alcun vincolo, prescritto per legge sulla sicurezza, in mare aperto, ma anche nelle acque interne come laghi e fiumi, che legislativamente non sono sotto il controllo delle Capitanerie di Porto.

Alcune eccezioni le abbiamo avute negli anni, a partire dal 1991 con una ordinanza della Capitaneria di Porto di Ravenna che ha dato il primo esempio, dopo un incidente mortale verificatosi nel suo territorio, ordinanza che ha dato seguito ad una serie di altre ordinanze, in altri porti Italiani, fino all’ultima del Porto di Messina nel 20 maggio 2013.

Purtroppo, anche se lodevoli queste iniziative che sicuramente hanno il merito di prestare una maggiore attenzione a questa attività, non risolvono ma, per assurdo, complicano ulteriormente il problema, penalizzando chi vuole adeguarsi, con maggiori investimenti per la sicurezza degli operatori alle proprie dipendenze, perché involontariamente favoriscono la concorrenza sleale di ditte che, a qualche chilometro di distanza, presso la capitaneria vicina che non ha emanato una ordinanza che preveda l’obbligo di operare in sicurezza, propongono l’esecuzione dei lavori con prezzi concorrenziali a tutto discapito della sicurezza, togliendo lavoro a chi vuole essere in regola e operare correttamente adottando le procedure necessarie per prevenire il verificarsi di incidenti che purtroppo spesso diventano mortali. 

Sicuramente di questo è convinto anche l’On. A. Di Biagio che, in un suo intervento alla Camera dei Deputati, sull’ordine dei lavori del 28 Aprile 2011, sottolinea nel suo discorso sull’assenza di una legge pertinente, riferendosi all’ultimo incidente mortale nel settore, che: “Mi assumo ogni responsabilità nell’affermare con certezza e risolutezza che la promulgazione e conseguente applicazione di queste disposizioni avrebbe potuto salvare la vita a questo giovane”. 

Se a tutto questo si aggiunge anche la mancanza di una informazione chiara nel settore, si crea una maggiore confusione in chi vuole intraprendere l’attività lavorativa del sommozzatore, infatti, senza alcun controllo, si può trovare di tutto, e i giovani in cerca di formazione e lavoro diventano le vittime di chi vuole speculare utilizzando strutture e attrezzature inadeguate, promettendo nei titoli certificazioni che hanno obiettivi di competenze che non potranno mai dare con una preparazione sommaria e assolutamente inadeguata.

Cosi, possiamo trovare corsi che neanche secondo la esigua legislazione vigente sono adeguati per ottenere l’iscrizione al registro sommozzatori presso le capitanerie di porto perché non rispettano i pochi dettami presenti, ma per scarsa informazione, anche negli enti pubblici, consentono l’iscrizione al registro di persone che completano un corso senza andare mai in acqua, o completano la propria formazione in qualche week-end o frequentando percorsi formativi che usano tecniche e attrezzature della subacquea sportiva e solo nel titolo del corso dichiarano la sua appartenenza al settore della subacquea industriale che inserisce gli operatori nella categoria dei metalmeccanici, sia in Italia che all’estero.
Spesso per dare una maggiore enfasi, prendendo in giro corsisti e istituzioni, promettono corsi a sempre maggiori profondità – per esempio corsi per OTS a – 50 metri – cosi il richiamo è ancora maggiore, ma ancora maggiore è in questi casi l’assoluta inadeguatezza del percorso formativo stesso.

E’ vero che i tre DM che racchiudono la legislazione del settore in Italia non parlano di profondità massima da raggiungere, anche perchè essendo stati emanati per regolamentare le attività sommozzatorie all’interno delle aree portuali, la profondità massima coincide con la batimetria del porto in cui gli operatori vengono iscritti. Batimetria di alcuni metri, ma di certo molto inferiore alla profondità di -50 metri. Nella subacquea sportiva ricreativa, l’immersione per raggiungere profondità elevate e risalire, viene pianificata, spesso, diminuendo al massimo il tempo di permanenza sul fondo. Ma questo problema si ingigantisce, di fronte ad una immersione che prevede una più lunga permanenza sul fondo per eseguire un lavoro, come succede nella subacquea industriale. Tutti sappiamo che il tempo di decompressione a cui un subacqueo deve sottoporsi nella risalita in superficie, è direttamente proporzionale sia al tempo di permanenza sott’acqua, sia alla profondità di immersione.

Considerando una immersione che supera alcune decine di metri, se la permanenza è abbastanza lunga, la decompressione è lunghissima, a volte impossibile da eseguire in acqua e spesso comporta rischi veri e propri per la salute del sommozzatore. Facciamo un esempio: a circa 48 metri di profondità e permanenza di 10 minuti, il tempo di risalita è di circa 6 minuti, con una tappa di decompressione di 2 minuti a 6 metri. Se alla medesima profondità il diver fosse rimasto per circa 50 minuti, il tempo totale di risalita, decompressione inclusa, diventa di circa 270 minuti. Troppo tempo in cui un diver dovrebbe rimanere in acqua, specialmente se si trova in mare aperto e con temperature rigide. Questo comporta, oltre al disagio del subacqueo di una lunghissima permanenza di diverse ore sott’acqua, anche spreco di risorse economiche: personale addetto alla sicurezza e alla salute della persona immersa, imbarcazione bloccata fino alla fine delle operazioni di recupero del diver. Il fattore economico ha svolto un ruolo importante nel cercare di trovare soluzioni sicure e alternative al modo classico di effettuare questa tipologia di immersioni, specialmente nella subacquea industriale.

Due sono le soluzioni: immersione in saturazione (miscele in cui viene sostituito l’azoto con elio), tecnica inizialmente applicata a profondità di – 50 metri fino a profondità attorno a -300 metri (alto fondale), con cui il sommozzatore può, utilizzando le tecnologie adatte e se ha avuto un addestramento adeguato (secondo gli standard della didattica IDSA level 4, o certificazione closed bell dell’HSE-UK, o certificazione francese di Classe 3 mention A, o similari) affrontare anche per interi giorni profondità e attività lavorative e ritornare velocemente in superficie usando la campana chiusa, restando poi in un comodo impianto iperbarico di superficie a fare la decompressione che può durare anche diversi giorni.

E’ ovvio che non sono tecniche da sperimentare in un corso per OTS, specialmente se il personale docente non ha le competenze e le conoscenze adeguate e usa attrezzature e tecniche che rientrano nella subacquea sportiva. 

Naturalmente esistono tecniche precise che permettono questo tipo di attività in sicurezza, di solito nel resto del mondo vengono fatte durante il corso per il TOP UP, applicando tecniche che è impossibile insegnare in un corso base per un OTS che ha come obiettivo quello di lavorare all’interno delle aree portuali. Ma in Italia si fa questo ed altro, visto che basta un pezzo di carta firmato da qualche ignara amministrazione pubblica che garantisce, come deus ex macchina, capacità e competenze mai sperimentate durante i percorsi formativi.

E’ arrivato il momento di una rivisitazione della legislazione italiana adeguandola a quella internazionale, auspicando un maggior controllo del Ministero dei Trasporti che tramite le Capitanerie dovrà ripetere l’operazione del 1999, cioè il controllo della validità delle iscrizioni presso le diverse Capitanerie di Porto in Italia, dove riteniamo che una significativa percentuale non ha la documentazione necessaria, o peggio ancora, non ha alcuna documentazione valida che giustifichi l’iscrizione al registro sommozzatori.

Sarebbe utile la promulgazione di una legge che preveda una diversificazione di iscrizione ad un registro, non in servizio locale, ma per effettuare attività sommozzatorie in tutta Italia, magari utilizzando come documento guida quello che la ENI spa propone da anni, di cui l’ultimo aggiornamento è arrivato in data 05/Agosto/2013, dove sono previste tre diverse categorie di attività, il divieto dell’uso dell’erogatore e l’utilizzo delle tecniche del TOP UP a profondità superiori ai – 30 metri e quelle dell’altofondale a profondità maggiori di -50.

E' vero che qualsiasi corso per OTS in Italia permette l'iscrizione alla capitaneria di porto, ma è assolutamente sbagliato anche solo pensare, che una semplice iscrizione sia sufficiente per lavorare in offshore. Questo è il grande inganno che ogni anno illude decine di giovani che rincorrono una speranza che presto vedranno infranta, nel momento in cui si avvicineranno a questo ambito e si vedranno scavalcati da chi si presenta con carte e certificazioni in regola.

La subacquea industriale ha un suo percorso logico e naturale, perché non viene applicato ai vari livelli di addestramento, cosi come avviene in tutti i paesi del mondo al di fuori dell'Italia? Questa insufficienza e speculazione tutta italiana, ha collocato i titoli italiani da OTS nella categoria dei “prodotti di scarto”, se confrontata con il mercato e le certificazioni valide in ambito internazionale.

Ritengo che siano ormai maturi i tempi affinché la legislazione italiana dia delle regole precise e adeguate, simili agli standard internazionali validi in tutti i luoghi dove opera in sicurezza gente che vive di questo mestiere. Ritengo che salvaguardare la vita degli operatori del settore vada messo sempre fra le priorità non negoziabili e che regole chiare, competenza e professionalità permetteranno anche un salto di qualità del settore e il ritorno agli anni d’oro, quando gli operatori italiani erano famosi e rinomati in tutto il mondo.

sabato 19 ottobre 2013

Si inaugura alla Villa Nasi il primo laboratorio europeo di ricerca medica in ambito subacqueo

Il prossimo 23 ottobre 2013 alle ore 16,30 alla presenza di Autorità Scientifiche, Politiche e Sociali di inaugura il laboratorio europeo di ricerca in Medicina Subacquea presso la villa Nasi, che si erge nel mare Mediterraneo davanti al porto di Trapani.

La realizzazione di tale importante sito è stato possibile grazie ad una convenzione tra la Provincia Regionale di Trapani ed il Consorzio Universitario Trapanese dove è operante da due anni il Master di Medicina Subacquea ed Iperbarica (M.U.H.M.T.).

I locali della Villa Nasi, dove sarà aperto il primo laboratorio europeo di ricerca medica in ambito subacqueo saranno dislocati su due livelli. Il pianoterra, con accesso autonomo direttamente dal mare, prevede una “zona bagnata” dove i subacquei saranno sottoposti, nei tempi immediatamente successivi alla emersione, al controllo ecocolordoppler ed ecocardiografico per la ricerca di microbolle ed una “zona asciutta” dove saranno valutati altri parametri ematochimici e diagnostico strumentali.

Al piano superiore della Villa Nasi saranno sistemati una stanza per la raccolta ed elaborazioni dei dati raccolti, ed una sala riunioni con trenta posti a sedere e dotata di impianti informatici e di videoproiezioni per l’aggiornamento e la formazione.

Il laboratorio sarà alloggiato preso la stupenda “Villa Nasi” in stile liberty, che Nunzio Nasi (Trapani 1850-Erice 1935), ministro trapanese delle Poste (1898-1899) e della Pubblica Istruzione (1900-1903) si era fatta costruire sul mare tra Torre di Ligny e la Colombaia, e già sede del Museo Nasiano dove è possibile ammirare gli ambienti e gli arredi d’epoca (1900 circa) e tra questi ritratti, fotografie e sculture riproducenti le sembianze dello statista.

Il M.U.H.M.T. troverà partner patrocinante per la ricerca sul campo la fondazione DAN Europe diretta dal suo presidente Alessandro Marroni di Teramo.

Il laboratorio di ricerca costituirà la parte operativa del Master, diretto dal Prof. Francesco Paolo Sieli, che a Trapani costituisce sua giovane realtà essendo stato inaugurato nell’anno accademico 2011/2012 e nasce da un percorso di formazione scientifica che la Società Mediterranea di Medicina dello Sport (S.M.M.S.) fin dal 2001, con l’annuale Congresso Mediterraneo a Favignana, ha fatto crescere con la collaborazione della Società Italiana di Medicina Subacquea ed Iperbarica (S.I.M.S.I.) nella persona del suo presidente; Rosario Marco Infascelli di Napoli.

La Medicina Subacquea ed Iperbarica è una specializzazione emergente in quanto oggi grazie alla acquisizione dei benefici della ossigenoterapia iperbarica (O.T.I.) l’impiego della camera iperbarica, oltre ad un presidio terapeutico indispensabile (intervento salvavita) per l’incidente subacqueo e per l’intossicazione da monossido di carbonio, è divenuto un presidio terapeutico essenziale in molte patologie quali la sordità improvvisa, le ferite difficili, le ulcere cutanee infette, le osteomieliti, la retinopatia pignentosa, la necrosi ossea asettica ed il piede diabetico che possono portare ad esiti invalidanti.

L’importanza di formare e perfezionare figure professionali in questo ambito specialistico è molto importante e la “mission” del Master di Medicina Subacquea ed Iperbarica di Trapani si prefigge di continuare proficuamente in questo percorso, e l’istituzione a Trapani del primo laboratorio medico europeo di ricerca subacquea vuole essere la ulteriore forza propulsiva per mandare un messaggio forte alla classe medica (che segue i pazienti) ed ai Manager e Dirigenti sanitari (che rappresentano la Sanità Pubblica) che la Medicina Subacquea ed Iperbarica è una realtà che si vuole affermare per dare ad alcune patologie croniche, causa di invalidità permanente (amputazioni di arti, cecità, sordità etc) una risoluzione favorevole del quadro clinico ai pazienti. A Trapani ancora tale messaggio non è stato recepito in quanto la camera iperbarica ancora oggi viene utilizzata in modo discontinuo per la sola stagione estiva (da maggio a ottobre), indirizzata esclusivamente alle emergenze subacquee e disconoscendo l’importante indicazione terapeutica per le patologie croniche invalidanti che l’impiego della ossigenoterapia iperbarica può modificare favorevolmente. Non trascurando che l’iperbarismo è un trattamento che non può avere un’utilizzazione stagionale ma deve prevedere l’apertura di un servizio pubblico in modo permanente con personale qualificato che oggi è disponibile grazie alla formazione universitaria del Master di Medicina Subacquea ed Iperbarica di Trapani.

mercoledì 31 luglio 2013

Corso TOP UP 2013 del CEDIFOP

Inizierà il 03 settembre, per il terzo anno consecutivo, il corso TOP UP della scuola Full member IDSA, CEDIFOP. Il corso avrà una durata di 3 settimane a Palermo e si concluderà con una settimana di stages presso la scuola Norvegese Full member IDSA di  Oslo, NYD (Norsk Yrkesdykkerskole as). Quello del CEDIFOP  è un percorso formativo che si completa in 110 giorni e rilascia  agli allievi una serie di certificazioni di commercial of shore air diver secondo la didattica IDSA, ed  ha ottenuto anche il riconoscimento individuale dell’HSE Inglese. Il percorso  formativo è  diviso in 4 step: 60 giorni per il corso di Operatore Tecnico Subacqueo Specializzato, 10 giorni per il corso IMCA/ Diver Medic, 20 giorni per il corso di Saldatore Subacqueo, che completa i tempi di fondo, secondo gli standard della didattica IDSA, per le immersioni dalla superficie in Scuba e Surface e 20 giorni per il corso TOP UP,  dei quali  15 giorni a Palermo e stage finale di 5 giorni in Norvegia.

Foto dal corso TOP UP/CEDIFOP del 2012

Il corso per il TOP UP del CEDIFOP è l'unico corso realizzato in Italia ad essere riconosciuto dall'HSE-UK per il livello di "Surface Supplied & Surface Supplied (Top-Up)" (for Surface Supplied, Surface-Orientated Diving Techniques to a maximum depth of 50 metres).
La partecipazione al corso è riservata rigorosamente a chi è in possesso dei requisiti richiesti dal Cedifop: un attestato per OTS che rispetti tempi di fondo ed esercitazioni specifiche, un brevetto IMCA per Diver Medic in corso di validità e un brevetto IDSA level 2 rilasciato da scuole attualmente Full Member, che attesta il completamento dei tempi per il livello di Scuba e Surface, equivalente alle immersioni dalla superficie, cosi come prevede per l’Italia anche l’ENI spa nel documento tecnico “Requisiti HSE per i subappaltatori di lavori subacquei”, il corso per il “Top Up” rappresenta uno dei corsi più impegnativi e completi attualmente esistenti in tutta Europa.


Foto dal corso TOP UP/CEDIFOP del 2012


Il corso segue la politica, incoraggiata dall’IDSA, che le scuole associate dovrebbero interagire reciprocamente, in modo da aumentare l'efficienza e l'efficacia dei corsi stessi. Ne è esempio questo corso, il cui completamento garantisce la massima professionalità e capacità operativa agli allievi che lo frequentano, con diverse esercitazioni che prevedono l’uso del basket, della campana aperta, il salto in camera e TUP campana chiusa, l’uso della muta ad acqua calda, a completamento dei tempi indicati dalla didattica IDSA per i percorsi offshore di basso fondale.

Manos Kouvakis
direttore CEDIFOP

sabato 6 luglio 2013

Firmato un protocollo d’intesa fra il Consorzio Universitario di Trapani e il CEDIFOP

(di Manos Kouvakis)

E’ stato firmato un protocollo d’intesa fra il Consorzio Universitario della provincia di Trapani e il CEDIFOP, che attiva una reciproca collaborazione fra i due enti.

Una prima immediata applicazione del protocollo d’intesa, già dal 2013, vedrà gli allievi dell’Università, partecipanti alla seconda edizione del Master di II livello in Medicina Subacquea ed Iperbarica per l’Anno Accademico 2012/2013, che nel mese di novembre, realizzeranno uno stage presso il CEDIFOP di Palermo, approfondendo l’aspetto della subacquea industriale  previsto nel modulo 8 del Master. 

Con il protocollo d’intesa si concretizza l’opportunità di valorizzare e sviluppare la professionalità del medico subacqueo e in particolare dei partecipanti al master di 2 livello di medicina subacquea, e fra le parti sottoscrittrici di potenziare le capacità autonome di progettazione e gestione in ordine all’articolazione e definizione dell’offerta formativa e dedicare particolare attenzione alla realizzazione di interventi formativi di elevata qualità,  coerenti con le innovazioni in ambito sociale ed istituzionale.


Il protocollo d’intesa, oltre allo stage, prevede la programmazione di una serie di iniziative nel settore della formazione professionale da realizzare in sinergia. In particolare gli obiettivi fissati sono quelli di realizzare, in reciprocità percorsi formativi per “Operatore Tecnico Subacqueo – IDSA level 1/SCUBA” come percorso minimo per i collaboratori delle università in genere, nei settori di archeologia subacquea, biologia marina e similari, che rappresenta il minimo dei percorsi formativi che consentono la partecipazione al corso successivo per DIVER MEDIC/TRAINING con riconoscimento IMCA.

Al raggiungimento dei primi obiettivi, si procederà verso successivi obiettivi, come le certificazioni IMCA per “Approved Training Providers for Life Support Technician” (LST), per l’assistenza di superficie per la camera iperbarica nelle immersioni di alto fondale, affrontando gli step intermedi necessari.


vedi anche:





giovedì 20 giugno 2013

Fissata per il 22/10/2013 l'udienza al TAR Sicilia del CEDIFOP contro la Regione Sicilia/Assessorato alla Formazione Professionale, relativa all'avviso 20

Fissata per il 22/10/2013 l'udienza per la discussione di merito, al TAR Sicilia del CEDIFOP contro la Regione Sicilia/Assessorato alla Formazione Professionale, relativa all'avviso 20. CEDIFOP sostiene che le graduatorie sono state falsificate, con l'inserimento di un criterio di esclusione NON PREVISTO NEL BANDO (pagina 19 del bando) da parte del nucleo di valutazione. Questa frase è riportata nella sentenza della Camera di Consiglio del TAR in data 27/07/2012 "... Ritenuto che, ai fini della successiva decisione in sede di merito, sia necessario acquisire dall’Assessorato regionale dell’istruzione e della formazione professionale della Regione n. 4 copie conformi all’originale della versione definitiva dell’avviso pubblico n. 20/2011 ravvisandosi delle incongruenze tra la copia prodotta in giudizio dalla ricorrente e quella prodotta in giudizio dall’Avvocatura erariale (v. art. 8, pag. 19), assegnando termine di giorni quindici (15) dalla comunicazione in via amministrativa, o dalla notificazione, se anteriore, della presente ordinanza, per il deposito, presso la Segreteria del T.a.r., dei documenti richiesti ..."

domenica 2 giugno 2013

ESAMI FINALI CORSO OTS del CEDIFOP

 Con Decreto Assessoriale (D.D.G.) n. 2213/F.P./GEST, del 31/05/2013, è stata nominata la Commissione di Esami, del corso OTS, composta da:

  • PRESIDENTE: CATANIA SERGIO (Funzionario Dipartimento Istruzione e Formazione Professionale)
  • ESPERTO: (CP) C.C. CITROLO FABIO (Capitaneria di Porto di Palermo)
  • COMPONENTE: VINCIGUERRA MARCELLO (CEDIFOP)
  • COMPONENTE: COSTANTINO FRANCESCO (CEDIFOP)
Questo procedimento è obbligatorio per il rilascio di un attestato valido per una regolare iscrizione al registro sommozzatori in servizio locale presso una Capitaneria di Porto.


Attenzione: 
Esami svolti senza in assenza di un funzionario pubblico, (nominato con opportuno decreto) o senza che l'attestato venga repertoriato da un ente pubblico, con numerazione attribuita non dalla scuola ma dall'ente pubblico (come attualmente sta succedendo nella regione Lazio) non rispettano gli standard legislativi Italiani per l'iscrizione presso le Capitanerie di Porto. Una eventuale iscrizione rappresenta un atto illegittimo, sanzionabile in termini legislativi.


martedì 2 aprile 2013

IDSA (International Diving School’s Association)


Fondata nel 1978 su iniziativa di Alan Bax (Fort Bovisand, UK) e Jim Joiner (College of Oceaneering, Los Angeles) l'Associazione riunisce sotto il nome di IDSA (International Diving Schools Association), le più importanti Scuole Diving, a livello mondiale, dedite alla formazione di subacquei industriali,  consolidando negli anni il proprio peso e la propria autorità per la competenza nel settore formativo

Fin dalle origini uno dei principali obiettivi è stata la necessità di definire uno standard, riconosciuto a livello internazionale, di addestramento subacqueo per migliorare qualità, competenza e sicurezza dei subacquei industriali (commercial diver) che si preparano per entrare in questo ambito lavorativo, con la prospettiva di cogliere opportunità occupazionali anche al di là dei confini nazionali. 

Nella riunione del 1982, tra scuole che partecipano alla American Conference Diving Contractors a New Orleans, vengono ufficialmente fissati i seguenti obiettivi dell'Associazione:      

  • Sviluppare norme internazionali comuni di formazione subacquea.
  • Fornire un mezzo efficace di comunicazione tra le scuole.
  • Lavorare per migliorare gli standard di sicurezza e qualità.
  • Migliorare la qualità complessiva della formazione del commercial diver.
  • Cooperare su questioni che possano migliorare le opportunità di inserimento lavorativo per i commercial diver formatisi nelle scuole aderenti all’associazione.
  • Promuovere qualsiasi attività, oggetto, idea, che possa migliorare le operazioni internazionali dell'Associazione.

Ulteriori obiettivi di carattere generale dell’IDSA sono:

  • Equiparazione degli standard formativi della subacquea industriale in tutto il mondo. 
  • Fornire una guida alle aziende fissando gli standard di immersione nelle varie profondità.  
  • Migliorare la sicurezza.  
  • Abilitazione dei Contractors a partecipare a bandi di gara oltre i confini nazionali in una situazione di parità.  
  • Migliorare la qualità della formazione subacquea. 
  • Fornire ai Diver maggiori opportunità di lavoro.                                                                                                       

In pratica possiamo affermare che IDSA rappresenta la didattica, (unica a livello mondiale), nel settore del diving industriale a livello mondiale perché indica i tempi di fondo, le esercitazioni, il numero delle immersioni minime e quant’altro necessario affinché una scuola full member possa addestrare nel miglior modo possibile i propri allievi, nelle varie fasi di addestramento, sia per l’inshore che per l’offshore diving, alle varie profondità.

L’associazione garantisce ai datori di lavoro in tutto il mondo, che un commercial diver munito di card  IDSA è stato adeguatamente addestrato al livello indicato, e contemporaneamente garantisce ai diver che una scuola IDSA riconosciuta full member applica gli stessi standard, a prescindere dalla collocazione geografica,  (Europa, Asia, Africa, America),  per raggiungere il livello di competenza certificato dalla card.

IDSA certifica i percorsi formativi del Commercial Diver (la qualifica di OTS è la parte iniziale di questo percorso formativo), nei vari livelli di formazione. I percorsi formativi dell'IDSA sono stati adottati a livello statale dai Paesi BELGIO, OLANDA, e paesi scandinavi (DANIMARCA, FINLANDIA, NORVEGIA, SVEZIA), la didattica IDSA inoltre è obbligatoria nei percorsi formativi che vengono svolti in USA (http://www.acde.us/index.htm)  perché gli standard della didattica IDSA sono stati adottati dall’Association of Commercial Diving Educators (ACDE), nei percorsi formativi statunitensi.

Fra chi aderisce all’IDSA, solo i Full member  hanno diritto di voto durante i meeting annuali e al rilascio delle certificazioni IDSA che stabiliscono il livello di addestramento del diver ma sono anche gli unici che vengono  sottoposti a  severissimi controlli triennali (audit) per la verifica dell’applicazione delle procedure e degli standard che la didattica prevede.

Cedifop ha aderito all’associazione nel 2005, superando una serie di controlli è diventato full member (cioè abilitato al rilascio delle certificazioni IDSA dal  2009), mantiene ad oggi tale status e risulta essere l’unica scuola Italiana accreditata e riconosciuta come full member da questa associazione, superando positivamente i diversi e severissimi controlli che l’associazione fa alle scuole full member, che a volte finiscono anche con l’essere espulse dall’associazione quando non  rispettano gli standard numerici e di qualità previste e approvate dall’Associazione.

Attualmente in tutto il mondo le scuole full member  sono :

Africa (1):
  • Morocco C.M.P.P. Centre Méditerranéen de Plongée Professionnelle

Asia (2)

  • India YAK Diving Academy
  • Singapore KBA Training Centre Pte Ltd

Europa (11)

  • Belgium SYNTRA
  • Belgium CFPME Centre de Formations pour Petites et Moyennes Enterprises
  • Denmark Royal Danish Navy Diving School
  • Finland Luksia
  • Ireland The Irish Navy Diving School
  • Italy Centro Studi C.E.DI FO.P
  • Netherlands Netherlands Diving Centre
  • Norway  Norwegian School of Commercial Diving (NYD)
  • Sweden Swedish Armed Forces Diving and Naval Medicine Centre
  • Sweden Farenjas Diving School
  • U.K. Interdive

U.S.A.

  • Divers Academy International  
  • The Ocean Corporation




Oltre alle 16 scuole full member, il cui corretto operato viene verificato con  controlli triennali, che aderiscono all’associazione applicando la didattica stabilita, troviamo anche diverse altre organizzazioni del settore, scuole, ditte di lavori subacquei ecc. che rientrano nelle categorie AFFILIATE MEMBERS, ASSOCIATE MEMBERS, RECIPROCAL MEMBERSHIP e INDUSTRIAL MEMBERSHIP  provenienti da: Bulgaria, Denmark, Egypt, France, Hungary, India, Iran, Israel, Italy, Jordan, Kuwait, Latvia, Montenegro, Netherlands, Nigeria, Norway, Poland, Russia, Serbia, Spain, Sweden, Switzerland, U.K. e U.S.A. Essi rappresentano organizzazioni, fondazioni, contractors, università del settore (Hytech  e la Pommec,  University of Southern Denmark, Arab Academy for Science & Technology, Santa Barbara City College, University of Plymouth Diving & Marine Centre, Association of Diving Contractors (UK), Association of Commercial Diving Educators (ACDE), The Association of Diving Contractors International (ADCI), ecc) o scuole non ancora arrivate allo status di Full Member che abilita al  rilascio di certificazioni IDSA (The Underwater Centre (Fort William - UK,  I.N.P.P. Institut National de Plongee Professionnelle Francia ecc).

Tutti i membri dell’associazione possono partecipare ai meeting annuali che diventano un forum per lo scambio di informazioni e di idee, non limitato da confini ed interessi nazionali. Gli aggiornamenti vengono approvati durante i meeting annuali, che IDSA svolge in uno dei Paesi di residenza degli aderenti all’associazione. Negli ultimi anni i membri hanno aggiornato qualifiche e programmi di formazione già in offerta, confrontando e scambiando le loro esperienze e competenze nella pianificazione e nella didattica dei corsi. Risultato di diversi anni di negoziati e di pianificazione è stata la recente pubblicazione degli standard della didattica e delle procedure IDSA che,  rispettando le varie normative nazionali in vigore, costituisce la base per la realizzazione di corsi per Commercial Diver esperti a vari livelli, che rispondono alle esigenze del settore subacqueo industriale  . 

Le nuove scuole che aderiscono l'Associazione vengono prima accettate come membri associati, poi vengono sottoposte ad una “revisione” completa prima di essere ammesse con lo status di full member.

Dal 2000 i meeting annuali dell'IDSA sono stati organizzati a:


  • 2000: meeting IDSA n. 18 - Delft (Paesi Bassi)
  • 2001: meeting IDSA n. 19 - Panama City (USA)
  • 2002: meeting IDSA n. 20 - Marseille (Francia)
  • 2003: meeting IDSA n. 21 - Toronto (Canada)
  • 2004: meeting IDSA n. 22 - La Spezia (Italia)
  • 2005: meeting IDSA n. 23 - Bergen (Norvegia)
  • 2006: meeting IDSA n. 24 - Galveston (Texas - USA)
  • 2007: meeting IDSA n. 25 - Helsinki (Finlandia)
  • 2008: meeting IDSA n. 26 - Philadelphia (USA)
  • 2009: meeting IDSA n. 27 - Palermo (Italia)
  • 2010: meeting IDSA n. 28 - Rotterdam (Paesi Bassi)
  • 2011: meeting IDSA n. 29 - Karlskrona (Svezia) 
  • 2012: meeting IDSA n. 30 - Seattle (USA)


Gli standard della didattica IDSA in vigore sono descritti in due volumi: “INTERNATIONAL DIVER TRAINING CERTIFICATION OPERATIONAL & ADMINISTRATIVE PROCEDURES  Revision 4 December 2009” e “E INTERNATIONAL DIVER TRAINING CERTIFICATION - DIVER TRAINING STANDARDS Revision 4 October 2009”, completati durante il meeting di Palermo del 2009.

Attualmente siamo in attesa che venga pubblicata  la revisione 5, elaborata durante il meeting di Karlskrona del 2011, convalidata durante il meeting di Seattle del 2012, con diverse interessanti novità che migliorano le applicazioni degli standard nel campo della didattica.

venerdì 15 marzo 2013

Emanata l’ordinanza n. 10/2013 della Capitaneria di Porto di Trieste


Emanata l’ordinanza n. 10/2013 della Capitaneria di Porto di Trieste, che si può leggere integralmente sul sito della guardia costiera, oppure sul sito del CEDIFOP, al seguente link: http://www.cedifop.it/appunti/ord-TRIESTE_2013.htm


L’ordinanza, che cerca di fissare delle regole nel territorio di competenza della Capitaneria di Porto di Trieste, è molto simile alle ordinanze del 2006 della Capitaneria di Porto di Venezia n. 32/06 (http://www.cedifop.it/appunti/ord-ven.htm ), della Capitaneria di Porto di Chioggia n. 33/06 (http://www.cedifop.it/appunti/ord-chio.htm ) ed a quella dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Caorle n. 05/11 (http://www.cedifop.it/appunti/ord-caorle_2011.htm ), ma non è all’altezza delle ordinanze, più recenti, che cercano di affrontare il problema della sicurezza nelle immersioni, alla luce anche delle cause dei diversi incidenti degli ultimi anni, come quelle dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Anzio del 2010, ordinanza n. 25/10 (http://www.cedifop.it/appunti/ord-ANZIO.htm ) e quelle più recenti della Capitaneria di Porto di Palermo del 2011, n 50/2011 (http://www.cedifop.it/appunti/ord-palermo_2011.htm ) e quella Capitaneria di Porto di Milazzo del 2012, n 40/2012 (http://www.cedifop.it/appunti/ord-milazzo_2012.htm )


Se consideriamo anche l’ordinanza n.77 del 1992 della Capitaneria di Porto di Ravenna (http://www.cedifop.it/appunti/ord-rav.htm  - prima del suo genere, e ad oggi ancora molto attuale), quella di Trieste è l’ottava ordinanza che riguarda questo tipo di attività che rientra nella subacquea industriale, di operatori che rientrano nell’ ambito dei metalmeccanici secondo le classificazioni ISTAT e ISFOL, per tipologia di attività e competenze, in Italia, ed è un segnale forte e chiaro delle difficoltà in cui si trovano le varie capitanerie sul territorio nazionale nel dover garantire sicurezza e controlli adeguati in un settore molto delicato, dove spesso si rischia (e a volte si perde) la vita, perché la legislazione in Italia ha un ritardo di più di 30 anni (l’ultimo decreto ministeriale risale al 2(2/1982).


Da notare inoltre che fra proposte di legge in questo settore e testi unificati, nelle varie legislature dal 1997 (presentazione del primo disegno di legge in parlamento) ad oggi, ce ne sono ben 10 che testimoniano una colpevole indifferenza e incapacità del legislatore a regolamentare un settore cosi delicato.


Ci chiediamo quante altre vite umane dovranno essere sacrificate ancora, prima che si decida di riportare l’Italia alla pari con gli altri paesi del mondo, che hanno da anni regole ben precise e legislazioni specifiche in questo settore.

giovedì 28 febbraio 2013

CEDIFOP è l'UNICA scuola IMCA in Italia



CEDIFOP è l'UNICA scuola IMCA in Italia per i corsi DIVER MEDIC:


http://www.imca-int.com/divisions/diving/profile/personnel/training/courses-medic.html







Il corso per il DIVER MEDIC /IMCA del CEDIFOP è uno dei 4 corsi che vengono autorizzati dall'IMCA, ma l'unico dei 4 realizzato ad oggi in Italia.

Nessun'altra scuola sul territorio Italiano è autorizzata ad oggi dall'IMCA per svolgere corsi riconosciuti IMCA in Italia:

http://www.imca-int.com/documents/factsheets/IMCA-Logo.pdf






ecco la parte del documento riportato sopra che specifica tutto ciò:


.... 

Training and certification:

1) There are only four training courses for which IMCA offers approval/recognition – Trainee air diving supervisor, Trainee bell diving supervisor, Assistant life support technician and Diver medic. Each requires a training establishment to apply for approval then satisfactorily undergo an audit of its documentation, facilities and course. Once IMCA has confirmed approval/recognition such establishments may use the wording ‘IMCA Approved’ or ‘IMCA Recognised’ in relation to these specific courses only

2) No other courses are approved/recognised by IMCA and, therefore, no stablishments should state ‘IMCA Approved’ or ‘IMCA Recognised’ in relation to any other course. IMCA has produced a variety of guidance documents on various topics, such as ROV training, high voltage training, etc. Where members offer courses run in line with such guidance, the following text may be used
...............





sabato 9 febbraio 2013

La certificazione del TOP UP secondo gli standard IDSA, HSE, IMCA ed ENI in ambito offshore

(di Manos Kouvakis)

Torniamo di nuovo a parlare di certificazioni e corsi, per definire meglio concetti e obbiettivi dei vari corsi del settore, cercando di definire una linea guida che permetta di indicare un percorso formativo valido e corretto a livello internazionale.

Ma, in premessa, occorre fare alcune precisazioni che successivamente serviranno a capire le varie differenze:

1) IDSA (International Diving Schools Association) con sede a Malestroit, Bretagna, Francia, rappresenta una didattica (l’unica) nel settore della subacquea industriale. Essa è l’analogo di quello che rappresentano PADI/CMAS/ISDA/SSI ecc nella subacquea sportiva. IDSA non fa altro che definire tempi di fondo, esercitazioni obbligatorie, attrezzature specifiche da utilizzare e procedure nella gestione dei vari livelli della subacquea industriale, sia per il basso che per l’alto fondale. IDSA riconosce solo 15 scuole FULL MEMBER in tutto il mondo (2 in Asia, 1 in Africa, 2 in USA e 10 in Europa, di cui 1 sola in Italia il CEDIFOP) esse sono sottoposte a controlli obbligatori triennali (audit) per la verifica dell’applicazione corretta degli standard. Nell’IDSA, inoltre, confluiscono anche altre ditte e/o scuole che ancora non sono al livello di FULL MEMBER, ma soltanto membri associati o affiliati. La differenza sta nel fatto che queste ultime non hanno l’obbligo di mantenere gli standard della didattica e l’obbligo degli audit, ma non possono neanche rilasciare le certificazioni IDSA. Un esempio di queste scuole è la scuola di Fort William in Scozia (The Underwater Centre) mentre una scuola FULL MEMBER IDSA in UK è l’Interdiver di Plymouth (UK). (http://www.idsaworldwide.org/html/members.html). IDSA ha quattro livelli di riconoscimento nell’inshore diving e nell’offshore diving rappresentati dai livello 1, livello 2, livello 3 e livello 4.

2) L’HSE inglese aderisce all’OSHA (https://osha.europa.eu/it/about/organisation/focal_points) cosi come l’INAIL Italiano (ente equivalente all’HSE in Italia), da qui la validità dell’HSE – UK solo in Inghilterra così come l'INAIL ha validità solo in Italia. A differenza dell’INAIL Italiano, l’HSE riconosce una serie di percorsi formativi nella subacquea industriale, come validi per lavorare in UK. HSE-UK ha quattro livelli di riconoscimento nell’inshore diving o nell’offshore diving che sono:

a. SCUBA
b. SCUBA e SURFACE
c. SURFACE TOP UP
d. CLOSED BELL

Per cui dire “riconosciuto HSE”, senza far riferimento al livello di riconoscimento, è assolutamente errato, perché può trarre in inganno chi non è a conoscenza dell’esatto significato. Va sottolineato che il riconoscimento NON può riguardare la scuola specifica (questo comporterebbe un automatico riconoscimento anche di quei corsi che non rientrano nei quattro livelli indicati o nei parametri dell’HSE-UK per uno qualsiasi di questi livelli) ma i percorsi formativi singoli, fatti da una scuola, che rientrano nei parametri indicati. Il che vuol dire che l’inserimento della dicitura “riconosciuto HSE-UK” nella carta intestata (come fa una scuola di Roma) è illegittimo e ingannevole, perché assolutamente FALSO. Il riconoscimento di uno di questi livelli da parte dell’HSE è assolutamente gratuito e avviene dopo un esame e una valutazione dei contenuti di un percorso formativo.

3) IMCA è una associazione internazionale formata principalmente da imprese che operano nell’ambito offshore, esse pagano annualmente una quota di adesione. Anche qui, come nell’IDSA, ci sono diversi livelli di adesione che vanno

a. dalla semplice adesione come “Corrispondente” che permette l’uso del logo dell’IMCA (in Italia diverse strutture e/o associazioni aderiscono come “corrispondenti”, ad esempio AISI ed altre). Questo tipo di adesione da diritto solo all’uso del logo dell’IMCA e a ricevere informazioni sulle attività dell’associazione, ma non prevede alcun controllo dal parte dell’IMCA per qualsiasi cosa l’ente aderente fa, ma solo un annuale versamento della quota di iscrizione.

b. L’adesione come “Fornitore” IMCA per la fornitura di servizi o attrezzature, implica dei semplici controlli da parte dell’IMCA.

c. Riconoscimento come “Contractor” cioè Full Member IMCA nell’offshore diving, riservato alle aziende che chiedono il controllo degli ispettori IMCA i quali verificano attrezzature, procedure e quant’altro previsto dall’IMCA. E’ una adesione molto costosa, ma garantisce che l’azienda sottoposta a tale procedimento applica il top mondiale in tema di sicurezza durante le operazioni offshore Cioè è un marchio di qualità ad altissimo livello, che da massima affidabilità a livello mondiale. Difficilissimo da ottenere per costi e controlli.

d. Ci sono inoltre altri riconoscimenti IMCA che possono anche essere abbinamenti di riconoscimenti/adesioni precedenti o che possono includere altri settori come ROV ecc. Il tutto è specificato sul sito dell’IMCA. Qui rientrano le scuole che vengono autorizzate dall’IMCA a svolgere uno dei quattro corsi IMCA, che sono supervisor di basso fondale, supervisor di alto fondale, assistente tecnico per le immersioni con la campana chiusa e Diver Medic. Questo tipo di adesione / riconoscimento / idoneità avviene solo tramite controllo diretto dell’IMCA a seguito di audit iniziale, che successivamente si ripete ogni 3 anni per il mantenimento di questo status. Questo tipo di riconoscimento è quello che ha CEDIFOP per lo svolgimento dei corsi per Diver Medic. Il riconoscimento cessa di esistere se l’ente non supera uno dei successivi audit sull’idoneità del percorso formativo durante il controllo IMCA.

Anche qui va sottolineato che IMCA NON FA e NON HA MAI FATTO corsi per OTS, ma come HSE riconosce alcuni percorsi formativi, solo in ambito offshore, a livello internazionale a partire dal TOP UP per il basso fondale e del CLOSED BELL per l’alto fondale (quindi qualsiasi corso per OTS che secondo la legislazione Italiana serve per attività lavorative all’interno delle aree portuali è fuori dagli standard minimi dei riconoscimenti IMCA). Tutto ciò è specificato in una delle circolari dell’IMCA dal titolo “Diver and Diving Supervisor Certification”.

In Italia, la mancanza di una legislazione specifica del settore, ha negli anni creato non pochi problemi di riconoscimento dei titoli Italiani a livello internazionale, che vengono considerati non spendibili nel mondo dell’offshore, se parliamo dell’OTS, che per legislazione vigente (Decreto Ministeriale 02/02/1982 che integra il Decreto del 1979) permette solo l’attività in acque portuali, quindi molto limitativo per il raggio di interesse dell’IMCA. Questo si traduce nella necessità di fare una formazione integrativa per poter avere le competenze ed i titoli necessari richiesti in un cantiere nell’offshore diving.

Anche qui, anche se con parole diverse, e visto la lacuna legislativa, ENI spa, nella lettera HSE/SIC Prot. 16 del 21/05/2008, attualmente in vigore in Italia, dal titolo “Requisiti HSE per i subappaltatori di lavori subacquei”, oltre a vietare le immersioni in libera definisce 3 livelli di attività lavorative in questo settore: il primo per immersioni a profondità fino a -30 metri per le quali è richiesta una stazione di superficie per le immersioni ad aria con pannelli di controllo/erogazione d’aria/comunicazione e casco (linee guida IMCA d 015), questo tipo di immersioni sono equivalenti ai livelli 1 e 2 dell’IDSA e ai livelli di SCUBA e SCUBA e SURFACE dell’HSE-UK, il secondo livello per immersioni a profondità da -30 ai – 50 metri per le quali è richiesto di fornire una stazione per le immersioni ad aria compressa con campana aperta o basket (linee guida Imca D23) equivalente al livello 3 dell’IDSA o al livello SURFACE TOP UP dell’HSE-UK, e nel terzo livello per le immersioni oltre i -50 metri è richiesto un adeguato sistema per le immersioni di alto fondale in saturazione, equivalente al livello 4 dell’IDSA o al livello di Closed Bell dell’HSE-UK.

Le immersioni che vanno dai -30 ai -50 metri , chiamate anche TOP UP, rientrano nel basso fondale e naturalmente l’addestramento è successivo a un corso per OTS, sia come tempi, profondità, tecniche di immersione ed attrezzature utilizzate.

Attualmente CEDIFOP è l’unica scuola in Italia che seguendo rigidamente gli standard previsti dalla didattica IDSA sui tempi di fondo è risuscita dal 2011, ad avere per il percorso di “Operatore Tecnico Subacqueo - Top Up - IDSA level 3” il riconoscimento degli inglesi dell’HSE e rientrare fra quelli previsti dall’IMCA nel documento “Diver and Diving Supervisor Certification”.

Il percorso del CEDIFOP, attualmente è uno dei più rigidi in Europa, con regole molto ferree che prevedono l’obbligatorietà del corso IMCA per Diver Medic e, oltre al corso di 15 giorni fatto a Palermo, anche uno stage di 5 giorni presso la scuola FULL MEMBER IDSA NYD di OSLO, con la quale CEDIFOP ha stilato un protocollo d’intesa che include, tra le altre cose, anche una immersione con l’utilizzo della campana chiusa e TUP come introduzione alle immersioni di alto fondale, anche se questo tipo di immersioni non sono previste nel corso per il TOP UP.
Inoltre la differenza nella preparazione che attualmente troviamo fra le varie scuole per OTS Italiane, fino ad oggi ha penalizzato chi con un titolo da OTS non conseguito presso CEDIFOP, vuole continuare il percorso da noi, perché risulta insufficiente. Mentre l’accesso è immediato per i corsisti che hanno seguito tutto l’addestramento al CEDIFOP e quindi sono in possesso dei requisiti richiesti, solo una piccola percentuale esterna riesce ad accedere in virtù di una serie di esperienze lavorative correttamente timbrate sul Logbook personale. Nella pagina http://www.cedifop.it/offshore/top_up.htm del sito del CEDIFOP, questi standard vengono elencati ed analizzati per tutto il percorso, affinché chiunque possa richiedere l’iscrizione se in possesso dei requisiti di accesso. 

L’alternativa in questi casi è frequentare un corso all’estero, presso scuole che hanno standard meno rigidi e percorsi meno controllati, naturalmente non presso una delle 15 scuole full member IDSA che realizzano corsi per il TOP UP, ma presso scuole (vedi Scozia - FW) che propongono corsi senza richiedere i tempi che la didattica IDSA impone, sia come accesso che durante lo svolgimento del corso, senza chiedere un corso IMCA per Diver Medic ma un semplice certificato sportivo e naturalmente facendo un percorso molto limitativo per numero di immersioni e profondità (presso la scuola di FW, il corso per il TOP UP viene realizzato con un max di 7 immersioni ad una profondità max di 21 metri, mentre abilita ad effettuare immersioni lavorative a profondità da -30 a -50 metri - standard internazionali e standard ENI spa). Di conseguenza questa certificazione, facile da ottenere, può andare bene per alcune ditte Italiane che attualmente non hanno obblighi legislativi sul personale da assumere, ma gli operatori subacquei trovano difficoltà di inserimento presso aziende che operano con i massimi standard internazionali o nelle conversioni, ad esempio ACDE (che accetta solo percorsi secondo standard IDSA) obbligatoria per lavorare in America (vedi http://www.acde.us/index.htm).


=====================================

Per quanto riguarda CEDIFOP, questi sono i video del nostro corso per il TOP UP:


introduzione alla saturazione:


campana aperta:




basket: 



salto in camera (decompressione ad ossigeno): 




==================================


A conclusione di tutti i vari adempimenti, queste sono le certificazioni che 
CEDIFOP rilascia (per il TOP UP):

CARD: 



Attestato della Regione Sicilia:  (lato a):




                                                      Attestato della Regione Sicilia  (lato b):



Card IDSA (Cedifop-Palermo/NYD-Oslo): 




Certificazione di competenze: 




certificazione dell'utilizzo campana aperta-chiusa ecc: