CEDIFOP

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le foto si riferiscono alle attività del CEDIFOP, nei vari livelli di addestramento

domenica 3 maggio 2015

Disegni di legge 698 (Regione Sicilia), 2751 (Camera dei Deputati) e norma UNI 11366

(di Manos Kouvakis) 


Confermata anche per il 2015 la partecipazione del CEDIFOP come Socio Effettivo dell' UNI - Ente Nazionale Italiano di Unificazione - e la partecipazione attiva nella commissione sicurezza e in particolare nei tre organi tecnici dei gruppi di lavoro: GL "Sicurezza nelle attività subacquee ed iperbariche industriali", che si occupa della norma 11366 “; "Metodi e sistemi di gestione della salute e sicurezza sul lavoro" e "Dispositivi di protezione delle vie respiratorie". CEDIFOP è socio effettivo dell’UNI sin dal 2010.

UNI (www.uni.com ) è un’associazione privata riconosciuta dallo Stato e dall’Unione Europea, che studia, elabora, approva e pubblica le norme tecniche volontarie - le cosiddette “norme UNI” - in tutti i settori industriali, commerciali e del terziario. 

Possiamo definire una norma, semplicemente come un documento che dice "come fare bene le cose", garantendo sicurezza, rispetto per l'ambiente e prestazioni certe.
Secondo il Regolamento UE 1025 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 25 ottobre 2012 sulla normazione europea, per "norma" si intende: "una specifica tecnica, adottata da un organismo di normazione riconosciuto, per applicazione ripetuta o continua, alla quale non è obbligatorio conformarsi”. 
Spesso, tra la normazione tecnica e la legislazione esiste un rapporto stretto, a volte inevitabile, ma anche complesso. Se infatti l’applicazione delle norme tecniche non è di regola obbligatoria, quando queste vengono richiamate nei provvedimenti legislativi può intervenire un livello di cogenza, delimitato pur sempre dal contesto di riferimento.

Va inoltre sottolineato che tutte le norme UNI sono protette da diritto d'autore; esso prevede il divieto della riproduzione, anche parziale, delle norme e dei prodotti UNI su qualsiasi supporto: cartaceo, elettronico, magnetico ed altri, senza preventiva autorizzazione scritta da parte dell'UNI. L’utilizzo di queste norme è condizionato al pagamento di una royalty.
Nel 2010, il gruppo di lavoro “Sicurezza nelle attività subacquee ed iperbariche industriali” ha creato la norma UNI 11366 del 2010, dal titolo “Sicurezza e tutela della salute nelle attività subacquee ed iperbariche professionali al servizio dell'industria”, alla quale ha fatto riferimento il presidente Monti nel Decreto Sviluppo del 2012 - articolo 21 – (Modifiche al decreto legislativo 3 aprile 2006 n. 152, in materia di promozione degli investimenti offshore) - comma 3 "Le attività di cui all’articolo 53 del Decreto del Presidente della Repubblica 24 maggio 1979, n.886, sono svolte secondo le norme vigenti, le regole di buona tecnica di cui alla norma UNI 11366". Questo passaggio fa riferimento al D.P.R. del 24 maggio 1979, n. 886 "Integrazione ed adeguamento delle norme di polizia delle miniere e delle cave, contenute nel decreto del Presidente della Repubblica 9 aprile 1959, n. 128, al fine di regolare le attività di prospezione, di ricerca e di coltivazione degli Idrocarburi nel mare territoriale e nella piattaforma continentale”, dove leggiamo al Capo VII “Impiego di Operatori Subacquei” Art. 53. Prescrizioni generali "Le prestazioni lavorative in immersione per il posizionamento della piattaforma, per l'ispezione e la manutenzione delle attrezzature sommerse o per lavori assimilabili, devono essere effettuate solamente da personale esperto e fisicamente idoneo, diretto da un responsabile di comprovata capacità, nel rispetto delle norme specifiche in materia e delle regole della buona tecnica...."; ma tutto ciò non fa della norma UNI una “legge” estesa anche all’interno delle aree portuali o in ambito inshore. 

Essa rimane quindi sempre una norma di carattere volontario nell’applicazione, mentre va sottolineato che il rapporto della norma con il Decreto Sviluppo del 2012, è delimitato, cosi come la legislazione attuale prevede, dal contesto di riferimento, e cioè "Integrazione ed adeguamento delle norme di polizia delle miniere e delle cave, al fine di regolare le attività di prospezione, di ricerca e di coltivazione degli Idrocarburi nel mare territoriale e nella piattaforma continentale”, attività che devono essere svolte secondo le regole di buona tecnica di cui alla norma UNI 11366.

Eccezione potrebbe diventare la Regione Sicilia, con il DDL 698 “Norme per il riconoscimento della professione e disciplina dei contenuti formativi per l’esercizio delle attività della subacquea industriale”, già esaminato in V Commissione - Cultura, Formazione e Lavoro – nella seduta n. 196 del 12.11.14 ed approvato con il parere favorevole del Governo Regionale, con il quale si amplia il campo applicativo della norma UNI 11366 all'ambito delle acque marittime regionali e interne e delle acque marittime non territoriali (offshore), quando alle attività di cui sopra sono connessi interessi regionali o quando alle medesime sono interessate persone e aziende nazionali, prescrivendo nell’articolo 6 comma 2 (che fa riferimento alla normativa UNI 11366), che “… per le parti eventualmente operate presso le imprese di cui al comma 3 dell’articolo 2, alle prescrizioni e linee guida fissate dalla normativa UNI 11366 …” allargando l’applicazione della suddetta norma ai cantieri in ambito offshore, inshore e acque interne. 

Questo rapporto fra la legislazione Italiana e le norma UNI 11366 è molo più chiaro nel disegno di Legge n. 2751 "Disciplina delle attività lavorative subacquee e iperbariche" presentato alla camera dei deputati il 26 novembre 2014, dall’On. Deborah Bergamini, eletta nella XI circoscrizione (Emilia Romagna) e vicepresidente della IX Commissione parlamentare (Trasporti, Poste e Telecomunicazioni) nonché Presidente del Comitato permanente sulla politica estera e relazioni esterne dell’UE, dove leggiamo testualmente nella parte che riguarda la formazione dei commercial divers Italiani: “… in ambito offshore questa formazione deve essere organizzata in coerenza con le tre tipologie di standard presenti in ambito internazionale:
  1. gli standard formativi stabiliti dall’International Diving Schools Association (IDSA) che rappresenta l'unica associazione didattica nella subacquea industriale a livello internazionale, così come in ambito sportivo abbiamo diverse didattiche PADI, CMAS, SSI e altre. È interessante sottolineare che corsi formativi nazionali, come quelli provenienti dagli Stati Uniti d'America o dal Canada, fanno sempre riferimento alla didattica dell'IDSA che, a livello mondiale, ha elaborato delle regole per la formazione nel settore inshore e offshore in base a una più che quarantennale esperienza, desunta dalle scuole che aderiscono a tale Associazione a livello mondiale;
  2. gli standard operativi (dall’International Marine Contractors Association (IMCA), applicabili nel cantiere (in essi rientra anche la citata normativa UNI 11366 sulla sicurezza e tutela della salute nelle attività subacquee ed iperbariche professionali al servizio dell'industria – procedure operative);
  3. gli Standard di sicurezza dell’Health and Safety Executive (HSE) quali, per esempio, le norme HSE del Regno Unito. Solo la corretta applicazione di questi standard può garantire una maggiore spendibilità della qualifica del sommozzatore italiano a livello internazionale, riportando la categoria al livello che le spetta per la storia e per le competenze che la caratterizzano….”
Concetto che viene ribadito anche nell’Art. 5. (Registro dei sommozzatori): comma 5 “Le operazioni di immersione abilitate ai sensi del comma 3 devono essere conformi agli standard internazionalmente riconosciuti dell’International Diving Schools Association (IDSA) relativi ai tempi di fondo e al numero e alla tipologia di immersioni e, per le parti eventualmente operate presso le imprese, alle prescrizioni e alle linee guida della normativa UNI 11366 recante «Norme per la sicurezza e la tutela della salute nelle attività subacquee ed iperbariche professionali al servizio dell'industria». I controlli per il rispetto degli obblighi e dei requisiti generali in materia di salute, di sicurezza e di ambiente devono essere conformi agli standard stabiliti dall’Health and Safety Executive (HSE) e alle linee guida emanate dall’International Marine Contractors Association (IMCA). “

domenica 29 marzo 2015

GARANZIA GIOVANI - LA SFIDA

Palermo 27 03 2015 - presentazione del libro GARANZIA GIOVANI - LA SFIDA nella sala Gialla dell'ARS : 


Nella foto da sinistra a destra: 1) Dr. Francesco Paolo Sieli Direttore Scuola Internazionale di Medicina dello Sport del Centro "E. Majorana" di Erice
2) Dott. Salvatore Pirrone Direttore Generale Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali 
3) On. Salvatore Lentini Vicepresidente Commissione III - Attività Produttive - Primo firmatario DDL 698
4) Giulio Ambrosetti giornalista 
5) Prof. Avv. Bruno Caruso Assessore Regionale della Famiglia, delle Politiche Sociali e del Lavoro
6) Daniele Fano - autore del libro
7) Prof. Roberto Tripodi Presidente onorario ASASI - Associazione delle Scuole Autonome della Sicilia
8) Manos Kouvakis - direttore Cedifop

martedì 24 marzo 2015

La Tv greca Nerit in Sicilia per un programma sulla metalmeccanica subacquea del Cedifop


(di Peppe Messina) 

Anche se non sostenuta dalla Regione e dall’Unione europea, la formazione professionale in materia di metalmeccanica subacquea dell’Isola è oggetto d’interesse da parte della Tv greca Nerit. Merito dei corsi organizzati e gestiti dal Cedifop

In Grecia si parla di formazione professionale siciliana, non per sottolinearne limiti e clientele politico-affaristiche, ma per esaltare il modello formativo d’eccellenza che da anni offre il Cedifop di Palermo in un segmento di altissima specializzazione come quello della metalmeccanica subacquea. E lo fa con la tv nazionale greca Nerit. La Grecia, è noto, è un Paese dell’Unione europea che sta attraversando una gravissima crisi economico-finanziaria, al punto da rischiare l’uscita dall’euro. Eppure in Grecia ci sono aziende che operano nel settore della metalmeccanica subacquea pronte ad assumere giovani formati da un centro di formazione professionale della Sicilia: cosa, questa, che deve fare riflettere. 

La crisi morderà pure, ma si può trovare lavoro anche in un periodo di recessione economica se la qualifica dei giovani formati risponde a standard altamente qualitativi in un settore strategico. E quella del metalmeccanico-sommozzatore, a quanto pare, è una qualifica ambitissima, vista la presenza di piattaforme petrolifere in tutto il Mediterraneo. Abbiamo già parlato, nelle scorse settimane, di questo centro di alta formazione professionale della Sicilia - il Cedifop - che ha sede dell’area portuale di Palermo. E non c’è da stupirsi se questo centro, che non usufruisce di fondi pubblici, sia citato come esempio positivo nel volume 'Garanzia Giovani - La sfida' (di Daniele Fano, Elisa Gambardella e Francesco Margiocco, libro che verrà presentato nei prossimi giorni a Palermo) anche per la capacità di rispettare tutti gli standard internazionali di qualità previsti nelle attività di formazione in questo settore. Non è un caso, ad esempio, se questo centro siciliano intrattenga rapporti stabili con Cipro, Paese dove si concentra il più elevato numero di autorizzazioni alle perforazioni con piattaforme offshore alla ricerca di gas e petrolio.

Una troupe della televisione nazionale greca Nerit (www.nerit.gr), proprio due settimane fa, è stata in visita a Palermo per raccontare, nell’ambito della convenzione tra Cedifop e alcune aziende greche che operano nel settore della subacquea industriale, come vengono formati i giovani metalmeccanici-sommozzatori in Sicilia. La troupe televisiva greca è stata a Palermo nei giorni scorsi (ne facevano parte Elena Katrici ( Έλενα Κατριτση ) giornalista e conduttrice della trasmissione “Prosopika”, Trasibulos Mitaftsis (Θρασύβουλος Μιταφτσής) cameraman , Asthenidis Michele (Ασθενίδης Μιχαήλ) tecnico del suono e Giovanni Socrate (Τζοβάνης Σωκράτης) per raccontare le fasi salienti della didattica, ovvero le immersioni e il lavoro che si svolge sott’acqua. L’immersione dei sub-metalmeccanici che si sono cimentati in alcune fasi di saldatura subacquea è stata realizzata dagli allievi del corso di ‘Ots Saldatore Subacqueo’ provenienti da Cipro e da alcune regioni italiane come Lazio, Lombardia, Sardegna, Veneto e, naturalmente, Sicilia.

Va ricordato che i corsi del Cedifop sono frequentati non soltanto da siciliani, ma anche da ragazzi che arrivano da altre parti dell’Italia e da giovani che arrivano da altri Paesi del mondo. Non manca qualche paradosso, se è vero che al corso che inizierà a settembre, su 20 posti disponibili (tanti ne ospita un corso), 19 giovani non sono siciliani (c’è ancora disponibile un posto, ma non è detto che sia siciliano). Questo perché la pubblica amministrazione siciliana e l’Unione europea non sostengono finanziariamente questi corsi di formazione. I giovani debbono pagare. E in Sicilia, per i ragazzi, non è facile trovare circa 4 mila euro per pagare la partecipazione a questo particolare corso di formazione professionale. 

Tornando alla presenza della troupe greca, va detto che rientra nelle attività del Cedifop finalizzate a promuovere rapporti di conoscenza e cooperazione con gli altri Paesi del Mediterraneo. Proprio in questi giorni il Cedifop ha stipulato un accordo con un’azienda greca, la ‘Mae Limited’, che riguarda gli allievi che hanno completato il livello di preparazione di ‘Inshore air diver’ (immersione fino a meno 30 metri di profondità). Agli allievi è stata offerta l’opportunità di uno stage retribuito in azienda, con possibilità successiva di assunzione presso aziende greche, scozzesi o irlandesi. In atto, hanno fruito di questa opportunità alcuni allievi dei corsi precedenti, ed altri partiranno nelle prossime settimane.

Inoltre, continua anche la collaborazione del Cedifop con le strutture governative cipriote e, in particolare, con il “kentrikos foreas Cyprou” (http://www.kentrikosforeas.org.cy ), struttura governativa che aiuta i cittadini ciprioti (grazie ai fondi europei) a partecipare ai programmi dell’ente di formazione palermitano. Cittadini ciprioti che, da più di 3 anni, sono costantemente presenti nei percorsi formativi della scuola palermitana. Non a caso una delegazione ufficiale del governo cipriota con in testa il presidente della federazione di commercial divers di Cipro, Antonis Adamou, arriverà in visita ufficiale in Sicilia nella terza decade di aprile.

martedì 17 marzo 2015

“Garanzia Giovani”: la sfida del Parlamento europeo alla Troika

(di Giulio Ambrosetti) 
 

“Garanzia Giovani” è la prima iniziativa economica concreta adottata dal Parlamento europeo. 
Un piano per il lavoro che per l’Italia vale un miliardo e 200 milioni di euro. 
Il 27 marzo, a Palermo, la presentazione di un libro che racconta come utilizzare queste risorse


“Garanzia Giovani” è la prima iniziativa economica concreta adottata dal Parlamento europeo e non dalla Commissione europea. Per la prima volta da quando esiste l’Unione europea sono gli europarlamentari che hanno deciso di intervenire a sostegno del lavoro che oggi non c’è. Questo piano per il lavoro si articola in sei anni (ha preso il via lo scorso anno e si concluderà nel 2020) e interessa i Paesi europei dove il tasso di disoccupazione supera il 25 per cento. L’Italia, purtroppo, è tra questi. La Sicilia lo è ancora di più, se è vero che la disoccupazione giovanile sfiora il 70 per cento!

Il nostro Paese ha ricevuto dal Parlamento europeo un finanziamento pari a un miliardo e 200 milioni di euro. Risorse che potrebbero essere utilizzate per combattere un fenomeno in crescita: la proliferazione dei cosiddetti Neet, ovvero i giovani che non studiano, non lavorano e non cercano lavoro. Il timore, per ciò che riguarda la Sicilia, è che queste risorse finanziarie vengano utilizzate male (per esempio, in sostituzione dei fondi europei non spesi e riprogrammati che il governo Renzi ha scippato alla Regione), o non vengano utilizzate affatto sia a causa della solita disorganizzazione, sia perché verranno dirottate verso altre Regioni del nostro Paese. 
In Sicilia, in materia di politiche del lavoro, la confusione è tanta. Anche se, a dir la verità, il nuovo assessore regionale, Bruno Caruso, sta provando a mettere un po’ di ordine tra il caos provocato dai suoi predecessori. Insomma, ci sono ritardi anche nell’utilizzazione di questa linea di finanziamento, che pure è importante, considerato che in Sicilia di Neet ce ne sono proprio tanti.
Forse a chiarire un po’ le idee ai governanti siciliani potrebbe essere un volume che verrà presentato a Palermo il prossimo 27 marzo nella Sala Gialla di Palazzo Reale, la sede del Parlamento dell’Isola.
“Garanzia Giovani: la sfida”: questo il titolo del libro che cade proprio a pennello, se è vero che, come già accennato, la Regione siciliana fatica anche a utilizzare al meglio queste risorse. Alla presentazione saranno presenti gli autori: Elisa Gambardella (che lavora nella Segreteria Tecnica del ministro del Lavoro, Giuliano Poletti), Francesco Margiocco (giornalista del Secolo XIX di Genova) e Daniele Fano, economista e manager, che ha seguito in prima persona la nascita di garanzia Giovani come capo della Segreteria Tecnica dell’ex ministro, Enrico Giovannini.

Al di là di quello che diranno alla presentazione del volume (dove si può leggere la prefazione del giornalista economico, Dario Di Vico), va detto che “Garanzia Giovani” punta a orientare, aiutare e preparare i giovani alle sfide del nuovo millennio, al di là degli schemi tradizionali. Siamo davanti a uno strumento che si presenta come un modello di cooperazione Stato-Regioni. Un piano per il lavoro originale che è anche un invito a rivisitare la concezione della scuola che, spesso, non orienta alla capacità del fare e non migliora le competenze dei giovani. 
Per la cronaca, va detto che non sono mancate le polemiche. Ed è anche logico: è la prima volta che le oligarchie che controllano l’Unione europea sono state costrette a cedere un piccolo spazio di azione al Parlamento europeo. E a Bruxelles e a Strasburgo - questo si è capito - la democrazia non è ben vista, soprattutto se si interviene con fondi pubblici in materia di lavoro. Insomma, è un esperimento che i veri poteri forti che oggi controllano l’Unione europea - e cioè la Troika, le banche, la finanza e l’alta burocrazia: tutti soggetti che operano indisturbati senza avere alle spalle il consenso popolare - guardano con preoccupazione e con sospetto.

Volendo, “Garanzia Giovani” è il primo, timido passo verso per un’Unione che potrebbe tornare ad essere molto più democratica rispetto a un presente in cui l’anima popolare dell’Europa sembra essere scomparsa.

Ultima notazione: nel volume viene citato un paio di volte un centro di formazione professionale che opera in Sicilia: il Cedifop. Si tratta di un centro che forma personale altamento specializzato in un segmento particolare dell'industria: la metalmeccanica subacquea.
La particolarità di questo centro formativo di eccellenza che ha sede a Palermo, nell'area portuale (i giovani formati da questo centro trovano subito lavoro in Italia e all'estero), è che non riceve sovvenzioni né dalla regione, né dall'Unione europea. Eppure, Bruxelles interviene nella formazione e nelle politiche attive del lavoro con il Fondo sociale europeo. Risorse mai arrivate al Cedifop, che pure viene citato come esempio virtuoso in un volume che promuobe un piano pe ril lavoro targato Unione europea.

Insomma - questo il messaggio che si ricava - la Sicilia avrà mille problemi non ancora risolti, ma non è tutta da buttare. Anche se chi si dà veramente da fare e, magari, si fa notare a livello europeo è, spesso - come nel caso del Cedifop - ignorato da quella politica che gestisce i fondi europei.


domenica 8 marzo 2015

Presentazione del libro “Garanzia Giovani – La Sfida” alla Rai e all’ARS

(di Manos Kouvakis) 


Sarà presentato, lunedì 16 Marzo pv, nella rubrica politica di RaiNews24, "Il Transatlantico", condotta da Donato Bendicenti, in presenza di Daniele Fano, il libro "Garanzia giovani - La Sfida". La trasmissione televisiva che va in onda da lunedì a venerdì, è suddivisa in due parti, nella prima dalle 18.30 alle 19.00 si discute della giornata politica con ospito due parlamentari mentre nella seconda parte, dalle 19.10 circa alle 19.30, c'è un approfondimento tematico, ed è proprio in questo spazio che sarà presentato il libro (http://www.rainews.it/dl/rainews/live/ContentItem-3156f2f2-dc70-4953-8e2f-70d7489d4ce9.html).

La presentazione del libro in Sicilia è programmata per venerdì 27 marzo, alle ore 16.00 nella Sala Gialla dell'ARS (Assemblea Regionale Siciliana) Piazza della Vittoria 22-23, Palermo, in presenza degli autori Elisa Gambardella che lavora nella Segreteria Tecnica del ministro Poletti, Francesco Margiocco, giornalista del Secolo XIX di Genova, e Daniele Fano che ha seguito in prima persona, come Capo della Segreteria Tecnica del ministro Giovannini, la nascita del piano europeo Garanzia Giovani in Italia.

Alla presentazione palermitana del libro interverranno diverse autorità nazionali e regionali. 

Il libro affronta il tema europeo "Garanzia Giovani" finalizzato a orientare, aiutare e preparare i giovani alle sfide del nuovo millennio, fuori dagli schemi tradizionali, per attuare un programma di inclusione sociale per tutti i giovani. Garanzia Giovani si presenta come un modello di cooperazione Stato-Regioni, rivisitando la concezione della scuola che non orienta alla capacità del fare e non migliora le competenze dei giovani. L’attuazione della Garanzia Giovani rappresenta una serie di sfide per Stato, Regioni e utenti, essa parte oggi , ma si proietta in prospettiva per il futuro. La Raccomandazione Europea: Garanzia Giovani in pillole e il Piano Italiano Garanzia Giovani in pillole poste a confronto. Nel testo c'è un ampio riferimento alle attività del CEDIFOP, nelle pagine 12, 133,135 e 136.

La TV nazionale greca NERIT in visita al CEDIFOP di Palermo

di Manos Kouvakis

Arrivata il 07/03/2015 al Porto di Palermo alle ore 13.00 una troupe della TV nazionale greca NERIT (www.nerit.gr), composta da: Elena Katrici ( Έλενα Κατριτση ) giornalista e conduttrice della trasmissione “Prosopika”, Trasibulos Mitaftsis (Θρασύβουλος Μιταφτσής) cameraman , Asthenidis Michele (Ασθενίδης Μιχαήλ) tecnico del suono e Giovanni Socrate (Τζοβάνης Σωκράτης) regista, per riprendere una immersione del CEDIFOP al Molo Sammuzzo. 



L’immersione ha avuto come tema la saldatura subacquea, i diver in immersione sono stati gli allievi del corso di OTS-Saldatore Subacqueo, provenienti da Cipro Lazio Lombardia Sardegna Sicilia e Veneto, che sosterranno gli esami finali lunedì 09 marzo, innanzi ad una commissione esaminatrice nominata con decreto assessoriale e composta da un funzionario dell’assessorato nella qualità di Presidente, un funzionario della Capitaneria di Porto di Palermo e 2 docenti del Cedifop.

La presenza della troupe greca, rientra nelle attività del CEDIFOP finalizzate a promuovere rapporti di conoscenza e cooperazione fra la scuola siciliana e gli altri paesi del mediterraneo, con la finalità di fare della Sicilia un punto di riferimento nel mediterraneo in questo settore. Proprio in questo periodo, con una azienda greca, MAE LIMITED, è stato stilato un protocollo, che riguarda gli allievi che hanno completato il livello di preparazione di INSHORE AIR DIVER – equivalente all’iscrizione al primo livello del registro regionale previsto nel DDL 698 “Norme per il riconoscimento della professione e disciplina dei contenuti formativi per l’esercizio delle attività della subacquea industriale”, ai quali è offerta l’opportunità di uno stages retribuito in azienda, con possibilità successiva di assunzione presso aziende greche, scozzesi o irlandesi.



Continua invece la collaborazione del CEDIFOP con le strutture governative cipriote ed in particolare con il “kentrikos foreas Cyprou”, (http://www.kentrikosforeas.org.cy)struttura governativa che si occupa di sovvenzioni ai cittadini ciprioti, con fondi Europei per partecipare ai programmi del CEDIFOP. Cittadini ciprioti che, da più di 3 anni, sono costantemente presenti nei percorsi formativi della scuola palermitana, l’obbiettivo finale del gruppo cipriota è quello di incrementare la loro presenza all’interno di questi percorsi formativi.

Proprio per questo, una delegazione ufficiale, composta da due deputati del governo cipriota e dal presidente della federazione cipriota di commercial divers, Antonis Adamou, arriveranno, in visita ufficiale, in Sicilia verso il 20 aprile prossimo, per avviare trattative sia con il governo regionale, che con il Cedifop.


sabato 28 febbraio 2015

Subacquea industriale: a Palermo opera un centro internazionale che non forma siciliani!

(di Peppe Messina) 

Si chiama Cedifop e prepara tecnici altamente specializzati che operano in tutto il mondo. La Regione lo esclude dai finanziamenti. Risultato: un corso costa oltre 4 mila euro. E i giovani dell’Isola non hanno i soldi per frequentare tali corsi

Ha sede in Sicilia e forma tecnici subacquei che operano in tutto il mondo. Ma dal prossimo settembre a seguire questi corsi di alta formazione professionale non ci saranno più siciliani! Arriveranno dalle altre Regioni italiane e da altri Paesi del mondo (Tunisia, Cipro, Albania, Grecia). Ma - lo ribadiamo - niente siciliani. Sono i soliti paradossi di un’Isola dalle mille contraddizioni. Anche se, questa volta, la contraddizione ha una giustificazione economica legata alla povertà - quasi in stile greco - che, da qualche anno, si va diffondendo in Sicilia. Il Cedifop - il centro di alta formazione nel campo della subacquea industriale che ha sede a Palermo e che organizza questi corsi - è privato e non è sostenuto dalla Regione siciliana. Morale: i giovani che vi prendono parte debbono pagare quasi 5 mila euro. E nell’Isola, ormai, sono pochissimi i giovani interessati alla subacquea industriale che si possono permettere il lusso di spendere tale cifra. 

Ci sarebbe molta da dire su una Sicilia - che come i nostri lettori americani sanno è una Regione autonoma, quasi come uno Stato delle vostre parti, se non fosse che tale Autonomia è stata tradita - che non ha più nemmeno le risorse finanziarie per la formazione. E quei soldi che si impiegano nella formazione professionale, ormai in diminuzione, vengono utilizzati per altre tipologie di corsi. Eppure chi frequenta i corsi del Cedifop trova quasi sempre lavoro, soprattutto oggi che le piattaforme petrolifere stanno invadendo il Mediterraneo.

Questo centro è l’unico in Italia che ha tutte le certificazioni internazionali in questo delicatissimo campo.

Il Cedifop, per la cronaca, è ente formativo che vede la luce nel 1993 e oggi opera esclusivamente nel settore della Formazione professionale dedicata all’attività subacquea industriale (nulla a che vedere con la subacquea sportivo-ricreativa). Ed è l’unico centro in Italia che ha tutte le certificazioni internazionali in questo delicatissimo campo che in Sicilia riveste grande rilievo. Questo perché nei mari italiani e, in generale, nel Mediterraneo, operano tante imprese che svolgono le più disparate attività, a cominciare dall’installazione, dalla manutenzione e dalla rimozione di impianti subacquei. Il riferimento è alle tubazioni e alle strutture tecnologiche legate alle attività portuali, minerarie e industriali. Basti pensare alle piattaforme petrolifere, ai gasdotti, agli oleodotti, agli impianti costieri, alle raffinerie.

Il Cedifop - un centro di eccellenza internazionale che può contare sulle certificazioni valide in tutto il mondo - ha sede operativa presso il Molo Sammuzzo nel Porto di Palermo. E’ anche accreditato presso la Regione siciliana, ma non avendo ‘raccomandazioni’ con la politica viene escluso dai contributi pubblici. La cosa - che non sappiamo se definire tragica o comica - è che ha partecipato ai bandi della Regione. Ma pur essendo all’avanguardia nel mondo, non lo è per l’Amministrazione regionale, che esclude regolarmente il Cedifop dai ‘vincitori’ nelle graduatorie dei bandi, con la ‘benedizione’ della solita Unione europea (i soldi per i corsi di formazione ormai arrivano quasi tutti dal Fondo sociale europeo). 

Questa è anche la Sicilia: da oltre un ventennio opera un centro di alta formazione dove si sono formati tecnici-subacquei altamente specializzati che oggi operano nei fondali marini di tutto il pianeta. Ma la Regione siciliana non lo sostiene. E, addirittura, dal prossimo mese di settembre il Cedifop formerà personale per le altre Regioni italiane, per alcuni paesi esteri, ma non formerà giovani siciliani! In compenso in Sicilia, tra Regione e Comuni, ci sono quasi 100 mila precari assunti per ‘chiamata diretta’ dalla politica.

Se andate a leggere cosa fanno al Cedifop vi accorgerete che gli standard formativi sono stabiliti dall’International Diving Schools Association (Idsa), che rappresenta l’unica associazione didattica nella subacquea industriale a livello internazionale. Insomma, a Palermo, nella subacquea industriale, si organizzano gli stessi degli Stati Uniti d’America e del Canada fanno riferimento alla didattica dell’Idsa che, a livello mondiale, ha elaborato delle regole per la formazione nel settore ‘inshore’ e ‘offshore’ in base a una più che quarantennale esperienza, desunta dalle scuole che aderiscono a tale Associazione internazionale.


A conti fatti, Palermo, in questo settore, opera con gli standard operativi stabiliti dall’International Marine Contractors Association (Imca), applicabili nel cantiere. Compresa la citata normativa Uni 11366 sulla sicurezza e tutela della salute nelle attività subacquee ed iperbariche professionali al servizio dell’industria. Gli Standard di sicurezza sono quelli dell’Health and Safety Executive (Hse) quali, per esempio, le norme Hse del Regno Unito. Solo la corretta applicazione di questi standard può garantire una maggiore spendibilità della qualifica del sommozzatore italiano a livello internazionale, riportando la categoria al livello che le spetta per la storia e per le competenze che la caratterizzano.

Il Cedifop è ‘Full Member diver training’ dell’Idsa (Brittany France). In pratica, è una delle 15 scuole esistenti al mondo - l’unica in Italia - che può rilasciare certificazioni Idsa. Anche negli Stati Uniti d’America vengono utilizzati gli standards Idsa, obbligatori ed accettati dall’Association of commercial diving educators (Acde). Inoltre, l’ente formativo siciliano è anche membro Imca - sigla che sta per ‘International marine contractor association’ - nella divisione diving per l’Europa e per l’Africa. Ed è anche ‘Affiliate Member American Welding Society’ (Aws), società americana privata che si occupa di saldature professionali di tutti i tipi e che assomiglia al nostro Registro italiano navale (Rina) per alcune tipologie di attività.

Cedifop è anche inserito nella ‘Table of Equivalence’ Idsa del 5 novembre 2011, come unico referente italiano per i programmi svolti secondo gli standard: References: Adci Consensus Standards – 5th Edition, Idsa Diver Training Standards - Revision 4 October 2009, Hse List of approved qualifications - April 1999, International Code of Practice for Offshore Diving - Rev.1 october 2007.

Ebbene, tutto questo non basta per suscitare l’interesse della politica siciliana e italiana. Di queste cose - in Sicilia e a Roma - non gliene frega niente a nessuno. Il Cedifop è un’eccellenza. Centinaia di giovani siciliani - soprattutto oggi che in Italia e all’estero queste figure professionali vengono sempre più richieste - potrebbero trovare subito lavoro. Ma la politica italiana ha tutt’altro a cui pensare. Figuriamoci!

giovedì 26 febbraio 2015

Cedifop: accordo in Grecia per specializzare giovani sommozzatori

(di Peppe Messina) 



UNA PROSPETTIVA CONCRETA DI LAVORO IN GRECIA PER MOLTI GIOVANI. QUALITA’ FORMATIVA SENZA ALCUN INTERVENTO PUBBLICO DELLA REGIONE SICILIANA

Quando le chiacchiere lasciano il posto alla qualità ed ai fatti concreti.

Al via un periodo di specializzazione in Grecia per i sommozzatori del Cedifop in prospettiva di un posto di lavoro stabile.
Stipulata oggi una convenzione tra il Cedifop e un gruppo di aziende greche operanti nel settore dell’acquacoltura.
Destinatari del percorsi di specializzazione i giovani sommozzatori del Cedifop già in possesso del livello di ‘Inshore air diver’, equivalente al primo livello di iscrizione al registro regionale in Sicilia, previsto nel disegno di legge n.698 in corso di approvazione.

“Nella convenzione – precisano dal Cedifop - è prevista una prima fase di ambientamento di quattro mesi con alloggio gratuito, un mezzo per gli spostamenti e un piccolo rimborso spese, per passare successivamente, per chi lo vorrà e se il giudizio dell'azienda greca sarà positivo, ad un contratto di lavoro vero e proprio, anche a tempo indeterminato nel settore dell'acquacoltura”.
“Dopo i quattro mesi iniziali - si precisa in una nota diffusa dal Centro europeo di Formazione professionale - sarà rilasciata al singolo, una certificazione di competenze a firma congiunta del Cedifop e dell'azienda greca”.
Dal Cedifop precisano che: “I requisiti per partecipare sono: ‘Brevetto Idsa level 2’ (o fra breve, tesserino di iscrizione al primo livello del registro regionale), un minimo di conoscenza di lingua inglese ed una lettera accompagnatoria del nostro Centro di Formazione”.

La formazione professionale non è solo ‘macelleria sociale’, voluta con ogni probabilità da certi ambienti politico-istituzionali e del mondo sociale che ha finito per mortificare l’offerta formativa in Sicilia.
La Formazione professionale sa essere anche di altissima qualità, sopratutto quando i contenuti offerti ed i risultati eccellenti ottenuti, attraverso i riconoscimenti internazionali, ne fanno un vero vanto per l’Isola.

Certamente la formazione di qualità è quella erogata dal Cefifop, scuola di metalmeccanica subacquea di Palermo, accreditata dalla Regione Sicilia, ma che non beneficia di contributi regionali e vive quindi delle quote di iscrizione pagate dai giovani e dalle loro famiglie.
È una formazione, certamente, di qualità perchè offre la possibilità a chi frequenta di acquisire competenze nei settori cosiddetti ‘trainanti’ per sfruttare le opportunità di lavoro offerte.

domenica 15 febbraio 2015

Differenza fra le figura di OS e OTS, nella legislazione Italiana

(di Manos Kouvakis) 

Si è tanto detto e scritto sulla figura di OS intesa come “Operatore Subacqueo” o OSS inteso come acronimo di “Operatore Scientifico Subacqueo” e la figura dell’OTS “Operatore Tecnico Subacqueo”.

Quali similitudini e differenze ? e quali sono le competenze dei due operatori?

Molti, negli anni, hanno approfittato, speculando su una non sempre chiara informazione per aggirare spesso anche le istituzioni con trucchi ed inganni, nella speranza di elevare la qualità e i profili, non previsti dalla legge, con l’acquisizione di facili medagliette, al solito all’italiana a discapito sempre di chi questi titoli li ha “guadagnati” con sudore sul campo.

E guarda caso i promotori sono sempre le stesse solite persone che, trincerandosi dietro titoli e sigle, solo per speculare, anche a discapito del progresso stesso, hanno portato questo settore nell’oscurantismo medioevale, penalizzandone lo sviluppo che avrebbe dovuto avere ormai da decenni, visto l’importanza strategica che rappresenta.

Sarebbe bastato leggere con attenzione quello che attualmente esiste, per recepire la semplice differenziazione di competenze e naturalmente cosa è previsto per le due qualifiche, che sono distinte e separate.

In tutto questo ha comunque aiutato e non poco, la mancanza legislativa per attività lavorative subacquee fuori dagli ambiti portuali, che manca da sempre in Italia, coperta solo, e parzialmente, da una legislazione che regolamenta le attività in ambito portuale, ma che risale al lontano 1979.

Fra poco farà eccezione la Regione Sicilia che con l’attuale DDL 698 "Norme per il riconoscimento della professione e disciplina dei contenuti formativi per l’esercizio delle attività della subacquea industriale", sta per regolamentare le attività che vengono svolte anche fuori dalle aree portuali, basandosi su criteri consolidati in quasi tutti i paesi, a livello mondiale.




Ma andiamo in ordine: In un documento dal titolo “Buone prassi per lo svolgimento in sicurezza delle attività subacquee di ISPRA e delle Agenzie Ambientali” prodotto nel luglio 2013 dal Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente, in collaborazione fra ISPRA, INAIL e tutte le ARPA – APPA regionali, si legge chiaramente che “ (…) le attività svolte sono esclusivamente di carattere tecnico-scientifico in genere senza sforzo” e “sono esplicitamente escluse tutte le attività di natura tecnica riconducibili al profilo di operatore tecnico subacqueo”.

Continuiamo a leggere nel documento “Il campo di applicazione di queste procedure operative è quello delle attività subacquee dedicate allo studio e al monitoraggio degli ambienti acquatici e in particolare: 
  • monitoraggio di elementi biologici anche con l’utilizzo di strumentazione foto, video, ecc 
  • mappatura dei fondali 
  • osservazione e misura di particolari situazioni ambientali 
  • posizionamento e manutenzione di attrezzature specialistiche per studi mirati dell’ambiente marino 
  • prelievi di campioni 
  • valutazione specialistica dello stato marino 
Tali attività rientrano fra le mansioni svolte dagli operatori subacquei delle agenzie ambientali e ISPRA, ma restano escluse operazioni di monitoraggio e studio, fuori dalle aree portuali, in cui si presume una elevata e comprovata contaminazione di origine biologica e/o chimica.

Inoltre viene specificato che queste procedure operative devono essere applicate in curva di sicurezza, cioè senza soste decompressive obbligatorie.

Insomma, definizioni chiare che delimitano competenze e responsabilità degli operatore subacquei o operatori scientifici subacquei, ponendo una netta barriera che separa le loro competenze da quelle di chi opera come commercial diver o come OTS.

Le competenze di questi ultimi sono definite dall’ISFOL nella scheda della qualifica ISTAT “6.2.1.6.0 - Sommozzatori e lavoratori subacquei”, esse sono riportate anche nel disegno di legge n. 2751 “Disciplina delle attività lavorative subacquee e iperbariche “ che l’On.le Debora Bergamini, vice presidente della Commissione Infrastrutture e Trasporti, ha presentato alla camera dei deputati il 26 novembre 2014: ART. 3. (Definizione della categoria dei sommozzatori): Ai sensi della presente legge, sono definiti sommozzatori e lavoratori subacquei coloro che eseguono, in immersione ai sensi dell’articolo 2, comma 2, le seguenti attività individuate dall’Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori (ISFOL):

a) installare, manutenere e ispezionare tubazioni, condotte e cavi sottomarini;
b) svolgere attività di manutenzione ordinaria o straordinaria di impianti marittimi;
c) svolgere ricerche sottomarine, anche attraverso riprese video, per reperire informazioni;
d) eseguire lavori di carpenteria metallica sottomarini per recuperare relitti, materiale stivato e altro;
e) svolgere attività di manutenzione ordinaria o straordinaria del porto;
f) eseguire tagli e demolizioni di strutture metalliche sottomarine;
g) costruire strutture e manufatti metallici nelle aree portuali;
h) eseguire ispezioni subacquee;
i) eseguire saldature sottomarine;
l) eseguire la bonifica dei fondali marini;
m) redigere certificazioni e perizie;
n) controllare i macchinari e le attrezzature;
o) coordinare il lavoro e le attività ed eseguire scavi e sbancamenti subacquei;
p) svolgere attività di manutenzione ordinaria o straordinaria su grandi imbarcazioni;
q) verificare il rispetto delle norme di sicurezza;
r) collaborare con i colleghi;
s) compilare schede sulle operazioni eseguite;
t) curare gli aspetti progettuali del lavoro;
u) eseguire immersioni subacquee;
v) fare sopralluoghi presso i cantieri;
z) fornire consulenza tecnica; 
aa) gestire e coordinare le risorse umane;
bb) svolgere il lavoro d’ufficio.

Una ulteriore separazione delle competenze delle due categorie di lavoratori la troviamo anche nel DDL 698 “ Norme per il riconoscimento della professione e disciplina dei contenuti formativi per l’esercizio delle attività della subacquea industriale” della Regione Sicilia, che stabilisce che in ambito lavorativo inshore e offshore, fuori dalle aree portuali nell’articolo 5,3. “Tutti i titoli di cui al comma 2 devono essere conformi agli standards formativi internazionali in riferimento ai tempi di immersione e di fondo e alle attività in acqua, stabiliti dalla didattica I.D.S.A. (International Diving Schools Association) per il livello di qualifica richiesta ed agli eventuali ulteriori standards relativi ai contenuti formativi prescritti a livello internazionale in materia di sicurezza e prevenzione, tutela della salute e dell’ambiente. “ e nell’articolo 6,2 “2. Gli interventi di cui al comma 1 devono essere conformi nei contenuti agli standards internazionalmente riconosciuti dall’International Diving Schools Association (IDSA) e, per le parti eventualmente operate presso le imprese di cui al comma 3 dell’articolo 2, alle prescrizioni e linee guida fissate dalla normativa UNI 11366 ‘Norme per la sicurezza e la tutela della salute nelle attività subacquee ed iperbariche professionali al servizio dell’industria’ e sui controlli che devono essere effettuati per il rispetto di obblighi e requisiti generali in materia di salute, sicurezza ed ambiente (HSE), anche in conformità alle linee guida di International Marine Contractors Association (IMCA).”

Regole precise che stabiliscono le diverse competenze delle due categorie. E’ importante e noi lo vogliamo sottolineare, la pericolosità delle affermazioni di chi sostiene che un po’ di tutto non guasta, forse fa bene, importante se fa comodo!

E’ tempo di smettere di scherzare ed adeguarsi, come in ogni paese europeo, e non solo, avviene da decenni.

Sarebbe interessante prendere ad esempio il modello inglese che, tramite l’istituto HSE (istituto che fa riferimento all’Europeo OSHA ( European Agency for Safety and Health at Work) come l’italiano INAIL) ha da anni pubblicato una lista (approved list) dove ha inserito ben otto categorie di operatori subacquei, con regole specifiche per ogni categoria, iniziando da quelle più importanti e influenti per l’economia e il lavoro in questo settore, dove la categoria del diving scientifico è accorpata con quello dell’archeologia subacquea, che presenta problematiche similari: 
  1. Offshore Diving 
  2. Inland/Inshore Diving 
  3. Shellfish Diving 
  4. Scientific and Archaeological Diving 
  5. Media Diving 
  6. Recreational Diving 
  7. Police Diving 
  8. Military Diving 
E’ tempo che ci svegliamo anche noi se vogliamo crescere da cittadini europei, le regole vanno fatte e poi, cosa ancora più importante, vanno applicate e naturalmente rispettate!

sabato 14 febbraio 2015

Formazione, Cedifop: Convenzione con azienda greca per specializzare giovani sommozzatori

di Peppe Messina


UNA PROSPETTIVA CONCRETA DI LAVORO IN GRECIA PER MOLTI GIOVANI. QUALITA’ FORMATIVA SENZA ALCUN INTERVENTO PUBBLICO DELLA REGIONE SICILIANA


Quando le chiacchiere lasciano il posto alla qualità ed ai fatti concreti. 

Al via un periodo di specializzazione in Grecia per i sommozzatori del Cedifop in prospettiva di un posto di lavoro stabile.

Stipulata oggi una convenzione tra il Cedifop e un gruppo di aziende greche operanti nel settore dell’acquacoltura.

Destinatari del percorsi di specializzazione i giovani sommozzatori del Cedifop già in possesso del livello di ‘Inshore air diver’, equivalente al primo livello di iscrizione al registro regionale in Sicilia, previsto nel disegno di legge n.698 in corso di approvazione.
“Nella convenzione – precisano dal Cedifop - è prevista una prima fase di ambientamento di quattro mesi con alloggio gratuito, un mezzo per gli spostamenti e un piccolo rimborso spese, per passare successivamente, per chi lo vorrà e se il giudizio dell'azienda greca sarà positivo, ad un contratto di lavoro vero e proprio, anche a tempo indeterminato nel settore dell'acquacoltura”.

“Dopo i quattro mesi iniziali - si precisa in una nota diffusa dal Centro europeo di Formazione professionale - sarà rilasciata al singolo, una certificazione di competenze a firma congiunta del Cedifop e dell'azienda greca”.

Dal Cedifop precisano che: “I requisiti per partecipare sono: ‘Brevetto Idsa level 2’ (o fra breve, tesserino di iscrizione al primo livello del registro regionale), un minimo di conoscenza di lingua inglese ed una lettera accompagnatoria del nostro Centro di Formazione”.

La formazione professionale non è solo ‘macelleria sociale’, voluta con ogni probabilità da certi ambienti politico-istituzionali e del mondo sociale che ha finito per mortificare l’offerta formativa in Sicilia. 

La Formazione professionale sa essere anche di altissima qualità, sopratutto quando i contenuti offerti ed i risultati eccellenti ottenuti, attraverso i riconoscimenti internazionali, ne fanno un vero vanto per l’Isola.

Certamente la formazione di qualità è quella erogata dal Cefifop, scuola di metalmeccanica subacquea di Palermo, accreditata dalla Regione Sicilia, ma che non beneficia di contributi regionali e vive quindi delle quote di iscrizione pagate dai giovani e dalle loro famiglie.

È una formazione, certamente, di qualità perchè offre la possibilità a chi frequenta di acquisire competenze nei settori cosiddetti ‘trainanti’ per sfruttare le opportunità di lavoro offerte.


(Foto dal corso libero n.ro 02/PA/2007 per Operatore Tecnico Subacqueo Specializzato (PA) del CEDIFOP, nel 2007, durante la visita ad un impianto di allevamento tonni)

domenica 8 febbraio 2015

Garanzia Giovani - La Sfida: Libro per i giovani, stimolo per gli addetti ai lavori

di Peppe Messina

IN LIBRERIA DAL PROSSIMO 18 FEBBRAIO, EDITORE FRANCESCO BRIOSCHI, AUTORI DANIELE FANO, ELISA GAMBARELLA E FRANCESCO MARGIOCCO. NUOVO CONCETTO DI OCCUPABILITA’: I RAGAZZI DEVONO ESSERE MESSI IN GRADO DI CAPIRE CHE NULLA ARRIVERA’ PIU’ DAL CIELO. LA CONQUISTA DEL LAVORO FRUTTO DI UN PROCESSO DI INTERAZIONE DOVE L’ISTITUZIONE DOVRA’ TRAINARE I GIOVANI VERSO L’OCCUPAZIONE. ‘FARE SISTEMA’ NEI SERVIZI PER IL LAVORO, DEBELLARE LA BALCANIZZAZIONE DEI SERVIZI PER L’IMPIEGO OSTACOLO ALL’INCROCIO TRA DOMANDA E OFFERTA DI LAVORO. GLI INCREDIBILI RITARDI DELLA SICILIA

C’era bisogno di un libro dedicato a ‘Garanzia Giovani’ in Italia? Certamente, portare a conoscenza l’importanza dello strumento comunitario, nato per reagire prontamente contro la dilagante disoccupazione giovanile in Europa, confrontare le esperienze tra le diverse regioni e presentare casi di successo in giro per la nostra Penisola, è un indubbio arricchimento per tutti, istituzioni, soggetti privati, cittadini e, soprattutto, giovani.
Serve un nuovo approccio culturale alla ricerca del posto di lavoro. E questo e molto altro realizza il libro dal titolo eloquente: “Garanzia Giovani – La Sfida”. In libreria dal prossimo 18 febbraio, Editore Francesco Brioschi, da marzo sarà presentato in varie città italiane come Roma, Milano, Torino ed Sicilia a Palermo Trapani e Catania. Autori del testo Daniele Fano, Elisa Gambardella e Francesco Margiocco. Autorevoli firme con un profilo di tutto rispetto che richiamiamo di seguito.
Daniele Fano , già Capo Segreteria Tecnica del Ministro Giovannini e rappresentante italiano di ‘Garanzia Giovani’ nell’Unione Europea, economista e manager, si occupa di valutazione delle politiche, di conti finanziari nazionali, di risparmio delle famiglie e di previdenza.
Elisa Gambardella, laureata in Scienze Internazionali Diplomatiche presso l’Università di Genova, si occupa di European Youth Guarantee dal 2012, dapprima come referente in Italia del Partito Socialista Europeo e da ultimo nella Segreteria Tecnica del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Francesco Margiocco, giornalista del Secolo XIX, che segue dal 2007 la politica universitaria e scolastica italiana, ha collaborato al Corriere Economia-Corriere della Sera e all’agenzia di stampa ‘Apcom’, e ha lavorato alla Reuters, nel 2007, con una serie di inchieste pubblicate dal Secolo XIX, è stato tra i primi a occuparsi del Programma nazionale “Rientro dei cervelli” e dei suoi deludenti risultati.

Nella prefazione di Dario Di Vico: “Il concetto di occupabilità segna un passaggio nuovo: i ragazzi devono esse¬re messi in grado di capire che nulla arriverà più dal cielo, ma che anche la conquista di un posto di lavoro sarà un’interazione. Ci si dovrà muovere per avere. Rendersi occupabili vuol dire in qualche maniera prendersi cura di sé, del proprio curriculum e delle proprie abilità reali in maniera incrementale, vedersi allo specchio come un patrimonio da curare. Non è poco ed è evi¬dente che un’operazione come questa necessita di una sponda, di un soggetto istituzionale capace di trainarla. Se vogliamo, si tratta di una forma più mo¬derna di pedagogia in cui non l’elemento ‘top down’ fa premio, ma l’incontro, l’accompagnamento, la mobilitazione individuale”.
“Va evitato che si avveri – scrive Di Vico – la profezia del sociologo americano Richard Sennet sulla ‘corrosione del carattere’ di intere classi di età schiacciate dalla precarizzazione o comunque dal ritardato ingresso nel mondo del lavoro”.
Già il titolo “Garanzia giovani: la sfida” annuncia un progetto ambizioso per giovani Italiani in cerca di futuro, un programma nato in Europa, tratto dai risultati delle politiche occupazionali dei paesi del Nord. Un programma che richiederà anni, ma come dicono gli autori del libro, se non si inizia ora, quando?
Ai giovani è rivolto il libro, dicevamo, che, seguendo gli sviluppi dello strumento ‘Garanzia Giovani’, intende contribuire, in maniera efficace, al cambiamento culturale ed al mutamento dell’approccio alla ricerca di un lavoro. Un libro che irrompe prepotentemente e che può sicuramente costituire un prezioso riferimento per raddrizzare comportamenti, atteggiamenti, scelte, valutazioni e tempi, in un contesto nazionale e regionale (come nel caso della Regione siciliana dove il Piano è partito da poco) che presenta a nove mesi dall’avvio del Piano nazionale della Garanzia Giovani più ombre che luci. Dopo averlo letto ci si accorge, da subito, che è riferimento certo nel complicato mondo del lavoro, tra crisi e resistenze all’ingresso dei giovani in certi contesti territoriali. Va detto che, ‘Garanzia Giovani’ è la prima iniziativa europea contro la disoccupazione. Ciò significa che: “D’ora in poi i giovani che non studiano e non lavorano, i cosiddetti ‘Neet’, non dovranno essere lasciati soli”. È anche il primo esempio di politica europea nata non nelle cancellerie degli Stati, ma nel Parlamento dell’Ue, che nel febbraio 2012 ha proposto uno stanziamento per le regioni in cui la disoccupazione giovanile supera il 25 per cento.
L’Italia si è mossa prontamente, ha presentato un piano nazionale e nel 2014 ha ricevuto 1,2 miliardi di euro sui 6 stanziati in tutta Europa per il periodo 2014-2020.
Il programma prende ufficialmente il via nella Penisola il primo maggio 2014. Subito piovono le critiche. La stampa nazionale tuona e chiede di non sprecare quel denaro. Ce la faremo a evitare un flop all’italiana? ‘Fallimento annunciato’, sentenzia qualcuno. Ma c’è un’alternativa?

Nel suo piccolo, Garanzia Giovani è un concentrato di risposte alla crisi. Agisce dal lato della domanda, da quello dell’offerta e dal lato istituzionale. Le difficoltà ci sono: amministrazioni frammentate, nessun nesso forte tra istruzione e lavoro, diffidenze e paure radicate, oltre al contesto stesso della crisi.
Ma possiamo sprecare anche quest’occasione? Eppure le difficoltà non mancano come opportunamente rimarcano gli autori del libro: “C’è un contesto di forte ‘balcanizzazione’ dei servizi per l’impiego in Italia, tanto che rimane aperto il dilemma se sarà davvero un piano nazionale o se si tratterà di 20 piani regionali. Oggi abbiamo momenti di eccellenza ma non riusciamo a ‘fare sistema’ nei servizi per il lavoro”.
Una delle appendici al citato Libro è costituita dall’elencazione ‘in pillole’ dei punti focali che racchiudono il significato di Garanzia Giovani, tratta dalla Raccomandazione Europea, che richiamiamo di seguito.
I documenti ufficiali non invogliano sempre alla lettura! I punti che seguono sono tratti dalla Raccomandazione Europea e dovrebbero rappresentare una buona scorciatoia per capire un documento che, per gli autori, rappresenta una ‘pietra miliare’.
“Garantire che tutti i giovani di età inferiore a 25 anni ricevano un’offerta qualitativamente valida di lavoro, proseguimento degli studi, apprendistato o tirocinio entro un periodo di quattro mesi dall’inizio della disoccupazione o dall’uscita dal sistema d’istruzione formale («garanzia per i giovani»).
Garantire che i giovani abbiano pieno accesso alle informazioni.
Rafforzare le partnership tra datori di lavoro e soggetti attivi sul mercato del lavoro.
Garantire il coinvolgimento attivo delle parti sociali a tutti i livelli.
Prendere in considerazione l’idea di creare «punti focali» (Focal Points o Groups) comuni, ovvero un’organizzazione che garantisca il coordinamento tra tutte le istituzioni e le organizzazioni coinvolte.
Operare affinché i servizi per l’impiego, unitamente ad altri partner che sostengono i giovani, siano in grado di fornire un orientamento personalizzato.
Offrire ai giovani che hanno abbandonato prematuramente gli studi, e in possesso di scarse qualifiche, la possibilità di riprendere il percorso scolastico e formativo o di seguire nuovi programmi d’insegnamento.
Incoraggiare gli istituti scolastici, i centri di formazione professionale e i servizi per l’impiego a promuovere e a fornire ai giovani orientamenti sull’imprenditoria e sul lavoro autonomo, anche attraverso corsi per l’attività di imprenditore.
Ridurre i costi non salariali della manodopera al fine di migliorare le prospettive di assunzione dei giovani”.

Nel libro, oltre all’analisi delle problematiche insite in ‘Garanzia Giovani’ e all’indicazione di percorsi possibili, gli autori hanno voluto toccare con mano la realtà lungo tutta la penisola, raccogliendo nel libro oltre trenta interviste a protagonisti e studiosi. A scopo esemplificativo, riportiamo alcune testimonianza tratte dall’opera.
Lucia Valente, Università di Roma, assessore al Lavoro, Regione Lazio: «Non si trova lavoro alzandosi la mattina, scendendo dal letto e andando su internet. Occorre essere attrezzati e poter usufruire di un servizio degno di questo nome, nella sanità, ma anche nell’istruzione, nella formazione e nel lavoro. E in questo campo, la Garanzia Giovani ci ha messo davanti alla verità, costringendoci a rispondere al quesito se siamo o no in grado di dare ai cittadini dei servizi per il lavoro degni di questo nome».
Max Uebe, Comunità Europea: «Il programma Garanzia Giovani è innanzitutto un investimento. Siamo convinti che le spese per prevenire la disoccupazione e l’inattività attraverso la Garanzia Giovani siano minori dei costi cui inevitabilmente si andrebbe incontro, nel tempo, per fornire sussidi e altre spese di natura sociale a sostegno di persone emarginate e scarsamente qualificate».
Agar Brugiavini, Università Ca’ Foscari, Venezia: «La reazione peggiore di una ragazza o un ragazzo colpiti da uno shock negativo, e che subiscono quindi una sequenza di periodi di inattività, è quella di lasciarsi andare o pensare che non hanno speranze. Bisogna costruire competenze prima e continuare a costruirle durante il periodo più difficile».

Scrivono gli autori del libro:
“Nel nostro percorso ci siamo imbattuti in tante esperienze di formazione di qualità che danno la possibilità a chi le frequenta di costruirsi un valido percorso di creazione di competenze per aprirsi a un percorso lavorativo. Tra tante esperienze vogliamo citare quella dell’istituto professionale Meroni di Lissone, uno dei pochissimi istituti italiani, sono meno della metà, a praticare l’alternanza scuola-lavoro, e quella del Cedifop di Palermo, una scuola di metalmeccanica subacquea accreditata dalla Regione Sicilia, ma che non beneficia di contributi regionali e vive quindi delle quote di iscrizione pagate dai giovani e dalle loro famiglie.” Esempio emblematico per la Regione Siciliana.
Continuano gli autori del libro:
“Mentre scriviamo, agosto 2014, 20 allievi si sono già iscritti al corso base che inizia il 20 settembre. Di questi, soltanto tre provengono dalla Sicilia, il resto da un ampio campione di regioni italiane (Friuli Venezia Giulia, Veneto, Lombardia, Valle d’Aosta, Piemonte, Emilia Romagna, Lazio, Sardegna, Campania) e persino dall’estero (Grecia)”.

Un testo, quello scritto da Fano, Gambardella e Margiocco, di sicura consultazione anche in Sicilia. Una regione complessa e ricca di grandi potenzialità che deve contrastare con il fenomeno dei ‘Neet’ che tocca l’impressionante cifra di circa 400 mila giovani che non studiano, nel lavorano e non ne cercano e con il Piano della Garanzia Giovani che è partito con 8 mesi di ritardo rispetto al resto della Penisola.
In Sicilia l’impatto dello strumento comunitario di contrasto alla disoccupazione giovanile è stato tremendo. Il Governo regionale si è presentato impreparato a gestire lo start-up del Piano nell’Isola, scontando l’elevata litigiosità tra i partiti della coalizione di maggioranza. In due anni di Governo del presidente Rosario Crocetta, si sono succeduti tre Giunte e, conseguentemente, tre assessori regionali al Lavoro con conseguente cambio di dirigenti generali. Fatto non di poco conto che ha rallentato le procedure per l’attuazione del programma rivolto ai giovani siciliani. Un contro senso se si pensa che la disoccupazione giovanile in Sicilia è tra le più altre d’Europa.

Nell’appendice al richiamato libro è interessante il focus dedicato all’istruzione dei minori.
Gli autori opportunamente si chiedono: “Come può un paese che si disinteressa di alternanza studio-lavoro e investe poco in ricerca e sviluppo dare lavoro ai giovani?”
Dalla illustrazione di alcune tavole e dall’esame di alcuni indicatori, emerge il ritardo del nostro paese che è “quasi sempre in cattiva posizione’.
Gli autori precisano che: “È vero che ci sono forti disparità regionali, ma anche le nostre migliori regioni sembrano ben lontane dai livelli dei paesi che hanno dedicato molte risorse al cosiddetto ‘lifelong learning’ (istruzione e formazione lungo l’intero ciclo di vita), alla ricerca e allo sviluppo e hanno al contempo saputo creare occupazione”.

Anche in questo caso, ahinoi, la Sicilia è notevolmente indietro rispetto al resto d’Italia. Una regione dove eccellenze come Cedifop restano fuori dal flusso dei finanziamenti pubblici ed i percorsi formativi di Istruzione e Formazione professionale (ex Oif) tardano a decollare con indubbie conseguenze sulla dispersione scolastica, la dice lunga sulla necessità di rivedere l’impostazione generale del sistema formativo regionale in un processo di riforma dei Servizi per l’impiego e delle politiche del lavoro. Esempi di esperienze di formazione di qualità che danno la possibilità a chi le frequenta di costruirsi un valido percorso di creazione di competenze per aprirsi a un percorso lavorativo ce ne sono ed è da queste eccellenze che probabilmente occorrerà ripartire.

In libreria il libro "Garanzia Giovani - La Sfida", Sicilia lontana dal progetto europeo




Il libro, in libreria dal 18 febbraio pv ha un titolo eloquente: “Garanzia Giovani – La Sfida”. Da marzo sarà presentato in varie città italiane, Roma, Milano, Torino, in Sicilia a Palermo Trapani e Catania ecc.

Gli autori del testo Daniele Fano, già Capo Segreteria Tecnica del Ministro Giovannini e rappresentante italiano di “Garanzia Giovani” nell’Unione Europea, economista e manager, si occupa di valutazione delle politiche, di conti finanziari nazionali, di risparmio delle famiglie e di previdenza; Elisa Gambardella, laureata in Scienze Internazionali Diplomatiche presso l’Università di Genova, si occupa di European Youth Guarantee dal 2012, dapprima come referente in Italia del Partito Socialista Europeo e da ultimo nella Segreteria Tecnica del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali e da Francesco Margiocco, giornalista del Secolo XIX, che segue dal 2007 la politica universitaria e scolastica italiana, ha collaborato al Corriere Economia-Corriere della Sera e all’agenzia di stampa Apcom, e ha lavorato alla Reuters, nel 2007, con una serie di inchieste pubblicate dal Secolo XIX, è stato tra i primi a occuparsi del Programma nazionale “Rientro dei cervelli” e dei suoi deludenti risultati. Editore Francesco Brioschi. 

Già il titolo “Garanzia giovani: la sfida” annuncia un progetto ambizioso per giovani Italiani in cerca di futuro, un programma nato in Europa, tratto dai risultati delle politiche occupazionali dei paesi del Nord. Un programma che richiederà anni, ma come dicono gli autori del libro, se non si inizia ora, quando? 

“Garanzia Giovani” è la prima iniziativa europea contro la disoccupazione.
D’ora in poi i giovani che non studiano e non lavorano, i cosiddetti Neet, non dovranno essere lasciati soli. È anche il primo esempio di politica europea nata non nelle cancellerie degli Stati, ma nel Parlamento dell’Ue, che nel febbraio 2012 ha proposto uno stanziamento per le regioni in cui la disoccupazione giovanile supera il 25%. L’Italia si è mossa prontamente, ha presentato un piano
nazionale e nel 2014 ha ricevuto 1,2 miliardi di euro sui 6 stanziati in tutta Europa per il periodo 2014-2020.
Il programma prende ufficialmente il via il primo maggio 2014. Subito piovono le critiche. La stampa tuona e chiede di non sprecare quel denaro. Ce la faremo a evitare un flop all’italiana? “Fallimento annunciato”, sentenzia qualcuno. Ma c’è un’alternativa?
Nel suo piccolo, Garanzia Giovani è un concentrato di risposte alla crisi.
Agisce dal lato della domanda, da quello dell’offerta e dal lato istituzionale. 
Le difficoltà ci sono: amministrazioni frammentate, nessun nesso forte tra istruzione e lavoro, diffidenze e paure radicate, oltre al contesto stesso della crisi.
Ma possiamo sprecare anche quest’occasione?



La Raccomandazione Europea. Garanzia Giovani in pillole
I documenti ufficiali non invogliano sempre alla lettura! I punti che seguono sono tratti dalla Raccomandazione Europea e dovrebbero rappresentare una buona scorciatoia per capire un documento che, per gli autori, rappresenta una “pietra miliare”.
Garantire che tutti i giovani di età inferiore a 25 anni ricevano un’offerta qualitativamente valida di lavoro, proseguimento degli studi, apprendistato o tirocinio entro un periodo di quattro mesi dall’inizio della disoccupazione o dall’uscita dal sistema d’istruzione formale («garanzia per i giovani»). 
  • Garantire che i giovani abbiano pieno accesso alle informazioni. 
  • Rafforzare le partnership tra datori di lavoro e soggetti attivi sul mercato del lavoro. 
  • Garantire il coinvolgimento attivo delle parti sociali a tutti i livelli. 
  • Prendere in considerazione l’idea di creare «punti focali» (Focal Points o Groups) comuni, ovvero un’organizzazione che garantisca il coordinamento tra tutte le istituzioni e le organizzazioni coinvolte. 
  • Operare affinché i servizi per l’impiego, unitamente ad altri partner che sostengono i giovani, siano in grado di fornire un orientamento personalizzato. 
  • Offrire ai giovani che hanno abbandonato prematuramente gli studi, e in possesso di scarse qualifiche, la possibilità di riprendere il percorso scolastico e formativo o di seguire nuovi programmi d’insegnamento. 
  • Incoraggiare gli istituti scolastici, i centri di formazione professionale e i servizi per l’impiego a promuovere e a fornire ai giovani orientamenti sull’imprenditoria e sul lavoro autonomo, anche attraverso corsi per l’attività di imprenditore. 
  • Ridurre i costi non salariali della manodopera al fine di migliorare le prospettive di assunzione dei giovani. 

Nel libro, oltre all’analisi delle problematiche insite in “garanzia giovani” e all’indicazione di percorsi possibili, gli autori hanno voluto toccare con mano la realtà lungo tutta la penisola , raccogliendo nel libro oltre trenta interviste a protagonisti e studiosi 

Lucia Valente, Università di Roma, assessore al Lavoro, Regione Lazio: «Non si trova lavoro alzandosi la mattina, scendendo dal letto e andando su internet. Occorre essere attrezzati e poter usufruire di un servizio degno di questo nome, nella sanità, ma anche nell’istruzione, nella formazione e nel lavoro. E in questo campo, la Garanzia Giovani ci ha messo davanti alla verità, costringendoci a rispondere al quesito se siamo o no in grado di dare ai cittadini dei servizi per il lavoro degni di questo nome».
Max Uebe, Comunità Europea: «Il programma Garanzia Giovani è innanzitutto un investimento. Siamo convinti che le spese per prevenire la disoccupazione e l’inattività attraverso la Garanzia Giovani siano minori dei costi cui inevitabilmente si andrebbe incontro, nel tempo, per fornire sussidi e altre spese di natura sociale a sostegno di persone emarginate e scarsamente qualificate».
Agar Brugiavini, Università Ca’ Foscari, Venezia: «La reazione peggiore di una ragazza o un ragazzo colpiti da uno shock negativo, e che subiscono quindi una sequenza di periodi di inattività, è quella di lasciarsi andare o pensare che non hanno speranze. Bisogna costruire competenze prima e continuare a costruirle durante il periodo più difficile».

Scrivono gli autori del libro: 
“Nel nostro percorso ci siamo imbattuti in tante esperienze di formazione di qualità che danno la possibilità a chi le frequenta di costruirsi un valido percorso di creazione di competenze per aprirsi a un percorso lavorativo. Tra tante esperienze vogliamo citare quella dell’istituto professionale Meroni di Lissone, uno dei pochissimi istituti italiani, sono meno della metà, a praticare l’alternanza scuola-lavoro, e quella del Cedifop di Palermo, una scuola di metalmeccanica subacquea accreditata dalla Regione Sicilia, ma che non beneficia di contributi regionali e vive quindi delle quote di iscrizione pagate dai giovani e dalle loro famiglie.”

Esempio emblematico per la Regione Sicilia. 

Continuano gli autori del libro: 
“Mentre scriviamo, agosto 2014, 20 allievi si sono già iscritti al corso base che inizia il 20 settembre. Di questi, soltanto tre provengono dalla Sicilia, il resto da un ampio campione di regioni italiane (Friuli Venezia Giulia, Veneto, Lombardia, Valle d’Aosta, Piemonte, Emilia Romagna, Lazio, Sardegna, Campania) e persino dall’estero (Grecia)”.
Garanzia Giovani è un nuovo strumento di intervento, con nuove regole applicative e operative, con criteri e obiettivi positivi, ma dovrebbe anche essere gestito da un amministrazione che lavora a favore dei giovani e del progresso del territorio per garantire una giusta crescita, possibile fissando obbiettivi raggiungibili in prospettiva per un futuro migliore, non per il presente mantenimento di un sistema confusionario e senza gli auspicabili sbocchi occupazionali e di crescita sociale.


giovedì 5 febbraio 2015

domenica 1 febbraio 2015

UNDERSEA MAGAZINE | SPORT DIVING, COMMERCIAL DIVING, MILITARY DIVING: Differenza tra "norma UNI" e "legge"

UNDERSEA MAGAZINE | SPORT DIVING, COMMERCIAL DIVING, MILITARY DIVING: Differenza tra "norma UNI" e "legge": Cosa sono le norme UNI? Sono documenti che definiscono le caratteristiche (dimensionali, prestazionali, ambientali, di sicurezza, di orga...

La Sfida delle professionalità

(di Leonardo Lodato) 


“Garanzia Giovani - La sfida”, (Francesco Brioschi Editore), vede insieme le firme di Daniele Fano (già capo Segreteria tecnica del ministro Giovannini e rappresentante italiano per la Garanzia Giovani presso l’Unione europea), Elisa Gambardella (si occupa di European Youth Guarantee dal 2012, dapprima come referente in Italia del Pse e da ultimo nella Segreteria tecnica del ministro del Lavoro e delle Politiche sociali) e il giornalista Francesco Margiocco (tra i primi a occuparsi del Programma nazionale “Rientro dei cervelli”). In questo libro, come spiega Dario Di Vico nella prefazione, si tenta di dare ai giovani una strada da seguire per inserirsi in un mondo del lavoro le cui
porte sembrano chiuse a doppia mandata. “Nulla arriverà più dal cielo - scrive Di Vico -. La conquista di un posto di lavoro sarà un’interazione. Rendersi occupabili vuol dire prendersi cura di sé, del proprio curriculum e delle proprie abilità reali”. Abilità che, in
alcuni casi posso essere sviluppate o, meglio ancora, utilizzate, grazie ai preziosi suggerimenti che arrivano da alcuni protagonisti del mondo del lavoro, che hanno prestato la loro esperienza al fine di rendere questo volume ancor più sostanzioso. E’ il caso del Cedifop di Palermo, la scuola di subacquea industriale ormai riconosciuta a livello internazionale, diretta con passione e professionalità da Manos Kouvakis, che
affronta il delicato tema del lavoro giovanile e della formazione professionale.

domenica 25 gennaio 2015

"GARANZIA GIOVANI - LA SFIDA"


 
Il libro sarà ufficialmente in libreria il 18 febbraio pv. Nella foto la copertina. Nel libro fra le altre cose si parla anche del CEDIFOP. Dai primi di marzo sarà presentato in varie città italiane, Roma, Milano, Torino, Palermo ecc.

Garanzia Giovani è la prima iniziativa europea contro la disoccupazione.
D’ora in poi i giovani che non studiano e non lavorano, i cosiddetti Neet, non dovranno essere lasciati soli.
È anche il primo esempio di politica europea nata non nelle cancellerie degli Stati, ma nel Parlamento dell’Ue, che nel febbraio 2012 ha proposto uno stanziamento per le regioni in cui la disoccupazione giovanile supera il 25%. 




Gli autori:

Daniele Fano è stato Capo Segreteria Tecnica del Ministro Giovannini e rappresentante italiano per la Garanzia Giovani presso l’Unione Europea. Economista e manager, si occupa di valutazione delle politiche, di conti finanziari nazionali, di risparmio delle famiglie e di previdenza.

Elisa Gambardella, laureata in Scienze Internazionali Diplomatiche presso l’Università di Genova, si occupa di European Youth Guarantee dal 2012, dapprima come referente in Italia del Partito Socialista Europeo e da ultimo nella Segreteria Tecnica del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali.

Francesco Margiocco, giornalista del Secolo XIX, segue dal 2007 la politica universitaria e scolastica italiana. Ha collaborato al Corriere Economia-Corriere della Sera e all’agenzia di stampa Apcom, e ha lavorato alla Reuters. Nel 2007, con una serie di inchieste pubblicate dal Secolo XIX, è stato tra i primi a occuparsi del Programma nazionale “Rientro dei cervelli” e dei suoi deludenti risultati.

CEDIFOP - Corso IMCA per DIVER MEDIC - corso Diver Medic/IMCA n. DMI 02

giovedì 22 gennaio 2015

mercoledì 21 gennaio 2015

ots - cedifop - lavori subacquei



Corso OTS (Operatore Tecnico Subacqueo)  - Lavori subacquei ed esercitazioni eseguiti dagli allievi del CEDIFOP, durante lo svolgimento del corso per OTS, secondo gli standard della didattica IDSA: Accoppiamento manichette, palloni di sollevamento, flangiatura, sorbona, taglio subacqueo con la "broco" Località: Cantieri Navali di Palermo - (03,02)

venerdì 2 gennaio 2015

La Formazione in Sicilia d’eccellenza: l’esperienza del Cedifop

di Peppe Messina

(http://www.siciliaonpress.com/la-formazione-in-sicilia-deccellenza-lesperienza-del-cedifop/ )

L’ENTE DI FORMAZIONE E’ SPECIALIZZATO NEL SETTORE DELLA SUBACQUEA INDUSTRIALE


In un brutto momento come quello che sta attraversando la formazione professionale in Sicilia, un ente di formazione, il CEDIFOP, si sta distinguendo per un percorso di eccellenza. L’Ente è citato nel libro di Daniele Fano, che fino al febbraio 2014 è stato Capo della Segreteria Tecnica del Ministro del Lavoro, (www.danielefano.com); il libro uscirà fra gennaio e febbraio 2015 ed è dedicato alle sfide di “Garanzia Giovani” (Youth Guarantee), edito dall'editore Brioschi, dove CEDIFOP è menzionata per le attività formative svolte.

Il centro studi Cedifop, si presenta come una scuola specializzata nel settore della subacquea industriale, membro IMCA (International Marine Contractors Association) nella divisione diving per l’Europa ed Africa (www.imca-int.com ), full member IDSA insieme ad altre 14 scuole al mondo di cui 13 in Europa, unica realtà in Italia (www.idsaworldwide.org ), membro dell’American Welding Society, per la saldatura subacquea, (www.aws.org) e membro UNI (Ente Italiano di normazione) con partecipazione attiva in diversi gruppi di lavoro (www.uni.com )



Abbiamo intervistato il direttore del CEDIFOP, Manos Kouvakis, membro della commissione sicurezza UNI nel gruppo di lavoro per la norma 11366 “Sicurezza e tutela della salute nelle attività subacquee ed iperbariche professionali al servizio dell’industria – Procedure operative”, per avere maggiori informazioni su questo settore affascinante e molto particolare, anche in virtù del disegno di legge n.698 “Norme per il riconoscimento della professione e disciplina dei contenuti formativi per l’esercizio delle attività della subacquea industriale”, attualmente nelle fasi finali di discussione all'Assemblea Regionale Siciliana.

Direttore Kouvakis, che tipo di corsi svolgete?

CEDIFOP negli anni si è specializzata alla realizzazione di corsi per “Sommozzatori e lavoratori subacquei” definiti dalla nomenclatura e classificazione delle Unità Professionali ISTAT 62160, nella categoria dei metalmeccanici, cioè addestra coloro che eseguono, in immersione, attività lavorative subacquee a titolo professionale, nei vari livelli di addestramento e qualifica, a partire dai corsi base per OTS (harbour diver), specializzando successivamente chi vuole continuare la formazione nei vari livelli di addestramento come l’Inshore Air Diver, Offshore Air Diver e Offshore Sat Diver

Chi sta frequentando i vostri corsi?

I nostri allievi arrivano da tutte le regioni d’Italia e dall'estero, prenotando diversi mesi prima dell’inizio dei corsi. Attualmente abbiamo completato le iscrizioni fino a giugno 2015 e accettiamo prenotazioni per settembre 2015 e per il 2016.

Perché si sceglie il CEDIFOP per formarsi in questo settore?

Possiamo dividere in tre tipologie gli standard internazionali che rendono ottimale la gestione di un cantiere offshore nella subacquea industriale, assolutamente diverse fra di loro, ma nello stesso tempo, anche, complementari
  • Standard Formativi (IDSA) (IDSA rappresenta l’unica didattica nella subacquea industriale a livello internazionale, cosi come in ambito sportivo abbiamo diverse didattiche PADI, CMAS, SSI, ecc.)
  • Standard Operativi (IMCA), applicabili nel cantiere (qui rientra anche la normativa UNI 11366), e
  • Standard di Sicurezza (HSE) come, per esempio, le norme HSE del Regno Unito.
Per il buon funzionamento di un cantiere offshore è intuitivo che le tre tipologie di standard devono coesistere.

Noi siamo full member IDSA, ciò implica accettare i controlli triennali (audit) per la verifica, nelle attività formative dell’ente, della applicazione degli standard formativi IDSA, che come didattica fornisce un percorso formativo “ideale” per realizzare nei vari livelli di addestramento, che senza sostanziali differenze coincidono, a livello mondiale ai tre livelli, che noi abbiamo identificato nel documento dell’ENI SpA del 5 Agosto 2013 “Requisiti HSE per i fornitori di lavori subacquei” in “inshore air diver”, “offshore air diver” e “offshore sat diver”, mentre lo stato di membro IMCA ci autorizza all'affermazione che i corsi del CEDIFOP sono in linea con i documenti guida dell’IMCA (Course content is in line with guidance document IMCA) D 015 (Mobile/Portable Surface Supplied System), IMCA D 023 (Diving Equipment Systems Inspection Guidance Note for Surface Orientated Diving System-Air) richiesti anche dall’ENI spa.

Esiste una legislazione in questo settore in Italia?

In realtà no. I tre decreti Ministeriali del 13 gennaio 1979 (Istituzione della categoria dei sommozzatori in servizio locale), e i due integrativi D.M. 31 marzo 1981 e D.M. 2 febbraio 1982, sono l’unica legislazione attualmente vigente in Italia e regolamentano le attività all'interno delle aree portuali. Fuori dai porti, non è mai stata promulgata alcuna legge che regolamenta questo settore, malgrado i 14 disegni di legge presentati fra camera e senato dal 1997 ad oggi (nell'attuale legislatura ci sono 4 disegni di legge presentati, 2 alla camera dei deputati e 2 al senato) mai trasformati in legge.

Quale relazione esiste nel DDL 698 con la formazione inshore e offshore?

Il disegno di legge n.698 (http://www.ars.sicilia.it/icaro/default.jsp?icaDB=221&icaQuery=16.LEGISL+E+00698.NUMDDL) ha recepito la necessità di regolamentare il settore extra portuale, per la prima volta in Italia, riportandolo nell'articolo 3 (Qualifiche professionali), mentre nell’articolo 5 (Obblighi formativi per lo svolgimento delle attività) sottolinea che i titoli rilasciati “devono risultare conseguiti, previa frequenza alle attività formative e prova finale ai sensi della vigente disciplina statale e regionale, e devono essere opportunamente vidimati dai competenti uffici della Regione. I titoli rilasciati da altre Regioni ovvero riconoscibili ai sensi della Direttiva 2005/36/CE devono essere comunque conformi ai criteri di controllo e vidimazione previsti dalle relative norme” sottolineando che “devono essere conformi agli standard formativi internazionali in riferimento ai tempi di immersione e di fondo, stabiliti dalla didattica I.D.S.A. (International Diving Schools Association) per il livello di qualifica richiesta ed agli eventuali ulteriori standard relativi ai contenuti formativi prescritti a livello internazionale in materia di sicurezza e prevenzione, tutela della salute e dell’ambiente” Il passaggio completo nel DDL 698, lo troviamo nel comma 2 dell’articolo 6 che specifica che questi interventi “dovranno essere conformi nei contenuti agli standard internazionalmente riconosciuti International Diving Schools Association (IDSA) e, per le parti eventualmente operate presso le imprese di cui al comma 3 dell’articolo 2, alle prescrizioni e linee guida fissate dalla normativa UNI 11366 “Norme per la sicurezza e la tutela della salute nelle attività subacquee ed iperbariche professionali al servizio dell’industria” e sui controlli che devono essere effettuati per il rispetto di obblighi e requisiti generali in materia di salute sicurezza ed ambiente (HSE), anche in conformità alle linee guida di International Marine Contractors Association (IMCA)” .

Essendo una (proposta di) legge regionale come il DDL 698 potrebbe essere di aiuto per le certificazioni Italiane in ambito internazionale?

Stranamente potrebbe essere una soluzione per valorizzare i titoli Italiani in ambito Internazionale, dove i “riconoscimenti IMCA” sono importantissimi. Qui va sottolineato che IMCA non ha mai fatto e mai farà corsi di subacquea industriale, perché non rientra nelle politiche associative (si occupa delle imprese e non della formazione ad eccezione di 4 corsi, 2 di supervisor, Diver Medic e LST), ma ha creato una lista di paesi che hanno una legislazione per l’offshore con controlli rigidi nel proprio territorio. Attualmente in questa lista, in ambito europeo, sono inseriti i paesi quali Francia, Inghilterra, Olanda e Norvegia. L’Italia non ne fa parte perché non ha una legislazione per l’Offshore. Nel merito, anche se venisse promulgata una legge in ambito nazionale, visto che in Italia la formazione è demandata alle singole regioni, sarebbe molto difficile garantire il controllo che soddisfa le procedure IMCA. Un esempio del genere si è verificato con la Spagna, il governo centrale ultimamente ha emanato una legislazione di questo genere, ma con le loro provincie autonome hanno difficoltà nella sua applicazione, motivo per cui IMCA non ha incluso la Spagna nella sua lista. Al contrario, il DDL 698, in Sicilia, dove abbiamo una autonomia legislativa, garantendo standard formativi di altissimo livello come quelli della didattica IDSA e il controllo dell’ente pubblico con l’iscrizione ad un Registro Regionale presso l’Assessorato al Lavoro, ha i requisiti che IMCA richiede per il riconoscimento. In tal modo l’iscrizione al registro regionale per i livelli offshore, anche se valida in ambito regionale, tramite IMCA avrebbe una immediata spendibilità in ambito internazionale, facendo così diventare la Sicilia, non solo punto di riferimento in Italia, ma di tutto il Mediteranno, risolvendo una problematica (quella della riconoscibilità delle certificazioni italiane in ambito internazionale nel settore offshore) che ci portiamo dietro da più di 35 anni.

Sicilia: laboratorio di innovazione e progresso nazionale

di Fabrizio Pirrello.


L'On. Deborah BERGAMINI, eletta nella circoscrizione XI (EMILIA-ROMAGNA), Giornalista professionista, VICEPRESIDENTE della IX COMMISSIONE (TRASPORTI, POSTE E TELECOMUNICAZIONI) e PRESIDENTE del COMITATO PERMANENTE SULLA POLITICA ESTERA E RELAZIONI ESTERNE DELL'UNIONE EUROPEA ha presentato alla Camera dei Deputati a Roma il DDL n. 2751 "Disciplina delle attività lavorative subacquee e iperbariche" il 26 novembre 2014, annunziato il 28 novembre 2014.

Il DDL 2751 dell'On Bergamini, in sintonia con il DDL 698 dell'On. Lentini, riguarda la regolamentazione in tutto il territorio nazionale delle attività FUORI dalle aree portuali, come INSHORE AIR DIVER (0-30 metri) OFFSHORE AIR DIVER (30-50 metri) e OFFSHORE SAT DIVER (oltre 50 metri) secondo gli standard della didattica internazionale IDSA.

Un altro esempio che fa della Sicilia un laboratorio di innovazione e progresso nazionale.