CEDIFOP

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le foto si riferiscono alle attività del CEDIFOP, nei vari livelli di addestramento

martedì 24 marzo 2015

La Tv greca Nerit in Sicilia per un programma sulla metalmeccanica subacquea del Cedifop


(di Peppe Messina) 

Anche se non sostenuta dalla Regione e dall’Unione europea, la formazione professionale in materia di metalmeccanica subacquea dell’Isola è oggetto d’interesse da parte della Tv greca Nerit. Merito dei corsi organizzati e gestiti dal Cedifop

In Grecia si parla di formazione professionale siciliana, non per sottolinearne limiti e clientele politico-affaristiche, ma per esaltare il modello formativo d’eccellenza che da anni offre il Cedifop di Palermo in un segmento di altissima specializzazione come quello della metalmeccanica subacquea. E lo fa con la tv nazionale greca Nerit. La Grecia, è noto, è un Paese dell’Unione europea che sta attraversando una gravissima crisi economico-finanziaria, al punto da rischiare l’uscita dall’euro. Eppure in Grecia ci sono aziende che operano nel settore della metalmeccanica subacquea pronte ad assumere giovani formati da un centro di formazione professionale della Sicilia: cosa, questa, che deve fare riflettere. 

La crisi morderà pure, ma si può trovare lavoro anche in un periodo di recessione economica se la qualifica dei giovani formati risponde a standard altamente qualitativi in un settore strategico. E quella del metalmeccanico-sommozzatore, a quanto pare, è una qualifica ambitissima, vista la presenza di piattaforme petrolifere in tutto il Mediterraneo. Abbiamo già parlato, nelle scorse settimane, di questo centro di alta formazione professionale della Sicilia - il Cedifop - che ha sede dell’area portuale di Palermo. E non c’è da stupirsi se questo centro, che non usufruisce di fondi pubblici, sia citato come esempio positivo nel volume 'Garanzia Giovani - La sfida' (di Daniele Fano, Elisa Gambardella e Francesco Margiocco, libro che verrà presentato nei prossimi giorni a Palermo) anche per la capacità di rispettare tutti gli standard internazionali di qualità previsti nelle attività di formazione in questo settore. Non è un caso, ad esempio, se questo centro siciliano intrattenga rapporti stabili con Cipro, Paese dove si concentra il più elevato numero di autorizzazioni alle perforazioni con piattaforme offshore alla ricerca di gas e petrolio.

Una troupe della televisione nazionale greca Nerit (www.nerit.gr), proprio due settimane fa, è stata in visita a Palermo per raccontare, nell’ambito della convenzione tra Cedifop e alcune aziende greche che operano nel settore della subacquea industriale, come vengono formati i giovani metalmeccanici-sommozzatori in Sicilia. La troupe televisiva greca è stata a Palermo nei giorni scorsi (ne facevano parte Elena Katrici ( Έλενα Κατριτση ) giornalista e conduttrice della trasmissione “Prosopika”, Trasibulos Mitaftsis (Θρασύβουλος Μιταφτσής) cameraman , Asthenidis Michele (Ασθενίδης Μιχαήλ) tecnico del suono e Giovanni Socrate (Τζοβάνης Σωκράτης) per raccontare le fasi salienti della didattica, ovvero le immersioni e il lavoro che si svolge sott’acqua. L’immersione dei sub-metalmeccanici che si sono cimentati in alcune fasi di saldatura subacquea è stata realizzata dagli allievi del corso di ‘Ots Saldatore Subacqueo’ provenienti da Cipro e da alcune regioni italiane come Lazio, Lombardia, Sardegna, Veneto e, naturalmente, Sicilia.

Va ricordato che i corsi del Cedifop sono frequentati non soltanto da siciliani, ma anche da ragazzi che arrivano da altre parti dell’Italia e da giovani che arrivano da altri Paesi del mondo. Non manca qualche paradosso, se è vero che al corso che inizierà a settembre, su 20 posti disponibili (tanti ne ospita un corso), 19 giovani non sono siciliani (c’è ancora disponibile un posto, ma non è detto che sia siciliano). Questo perché la pubblica amministrazione siciliana e l’Unione europea non sostengono finanziariamente questi corsi di formazione. I giovani debbono pagare. E in Sicilia, per i ragazzi, non è facile trovare circa 4 mila euro per pagare la partecipazione a questo particolare corso di formazione professionale. 

Tornando alla presenza della troupe greca, va detto che rientra nelle attività del Cedifop finalizzate a promuovere rapporti di conoscenza e cooperazione con gli altri Paesi del Mediterraneo. Proprio in questi giorni il Cedifop ha stipulato un accordo con un’azienda greca, la ‘Mae Limited’, che riguarda gli allievi che hanno completato il livello di preparazione di ‘Inshore air diver’ (immersione fino a meno 30 metri di profondità). Agli allievi è stata offerta l’opportunità di uno stage retribuito in azienda, con possibilità successiva di assunzione presso aziende greche, scozzesi o irlandesi. In atto, hanno fruito di questa opportunità alcuni allievi dei corsi precedenti, ed altri partiranno nelle prossime settimane.

Inoltre, continua anche la collaborazione del Cedifop con le strutture governative cipriote e, in particolare, con il “kentrikos foreas Cyprou” (http://www.kentrikosforeas.org.cy ), struttura governativa che aiuta i cittadini ciprioti (grazie ai fondi europei) a partecipare ai programmi dell’ente di formazione palermitano. Cittadini ciprioti che, da più di 3 anni, sono costantemente presenti nei percorsi formativi della scuola palermitana. Non a caso una delegazione ufficiale del governo cipriota con in testa il presidente della federazione di commercial divers di Cipro, Antonis Adamou, arriverà in visita ufficiale in Sicilia nella terza decade di aprile.

martedì 17 marzo 2015

“Garanzia Giovani”: la sfida del Parlamento europeo alla Troika

(di Giulio Ambrosetti) 
 

“Garanzia Giovani” è la prima iniziativa economica concreta adottata dal Parlamento europeo. 
Un piano per il lavoro che per l’Italia vale un miliardo e 200 milioni di euro. 
Il 27 marzo, a Palermo, la presentazione di un libro che racconta come utilizzare queste risorse


“Garanzia Giovani” è la prima iniziativa economica concreta adottata dal Parlamento europeo e non dalla Commissione europea. Per la prima volta da quando esiste l’Unione europea sono gli europarlamentari che hanno deciso di intervenire a sostegno del lavoro che oggi non c’è. Questo piano per il lavoro si articola in sei anni (ha preso il via lo scorso anno e si concluderà nel 2020) e interessa i Paesi europei dove il tasso di disoccupazione supera il 25 per cento. L’Italia, purtroppo, è tra questi. La Sicilia lo è ancora di più, se è vero che la disoccupazione giovanile sfiora il 70 per cento!

Il nostro Paese ha ricevuto dal Parlamento europeo un finanziamento pari a un miliardo e 200 milioni di euro. Risorse che potrebbero essere utilizzate per combattere un fenomeno in crescita: la proliferazione dei cosiddetti Neet, ovvero i giovani che non studiano, non lavorano e non cercano lavoro. Il timore, per ciò che riguarda la Sicilia, è che queste risorse finanziarie vengano utilizzate male (per esempio, in sostituzione dei fondi europei non spesi e riprogrammati che il governo Renzi ha scippato alla Regione), o non vengano utilizzate affatto sia a causa della solita disorganizzazione, sia perché verranno dirottate verso altre Regioni del nostro Paese. 
In Sicilia, in materia di politiche del lavoro, la confusione è tanta. Anche se, a dir la verità, il nuovo assessore regionale, Bruno Caruso, sta provando a mettere un po’ di ordine tra il caos provocato dai suoi predecessori. Insomma, ci sono ritardi anche nell’utilizzazione di questa linea di finanziamento, che pure è importante, considerato che in Sicilia di Neet ce ne sono proprio tanti.
Forse a chiarire un po’ le idee ai governanti siciliani potrebbe essere un volume che verrà presentato a Palermo il prossimo 27 marzo nella Sala Gialla di Palazzo Reale, la sede del Parlamento dell’Isola.
“Garanzia Giovani: la sfida”: questo il titolo del libro che cade proprio a pennello, se è vero che, come già accennato, la Regione siciliana fatica anche a utilizzare al meglio queste risorse. Alla presentazione saranno presenti gli autori: Elisa Gambardella (che lavora nella Segreteria Tecnica del ministro del Lavoro, Giuliano Poletti), Francesco Margiocco (giornalista del Secolo XIX di Genova) e Daniele Fano, economista e manager, che ha seguito in prima persona la nascita di garanzia Giovani come capo della Segreteria Tecnica dell’ex ministro, Enrico Giovannini.

Al di là di quello che diranno alla presentazione del volume (dove si può leggere la prefazione del giornalista economico, Dario Di Vico), va detto che “Garanzia Giovani” punta a orientare, aiutare e preparare i giovani alle sfide del nuovo millennio, al di là degli schemi tradizionali. Siamo davanti a uno strumento che si presenta come un modello di cooperazione Stato-Regioni. Un piano per il lavoro originale che è anche un invito a rivisitare la concezione della scuola che, spesso, non orienta alla capacità del fare e non migliora le competenze dei giovani. 
Per la cronaca, va detto che non sono mancate le polemiche. Ed è anche logico: è la prima volta che le oligarchie che controllano l’Unione europea sono state costrette a cedere un piccolo spazio di azione al Parlamento europeo. E a Bruxelles e a Strasburgo - questo si è capito - la democrazia non è ben vista, soprattutto se si interviene con fondi pubblici in materia di lavoro. Insomma, è un esperimento che i veri poteri forti che oggi controllano l’Unione europea - e cioè la Troika, le banche, la finanza e l’alta burocrazia: tutti soggetti che operano indisturbati senza avere alle spalle il consenso popolare - guardano con preoccupazione e con sospetto.

Volendo, “Garanzia Giovani” è il primo, timido passo verso per un’Unione che potrebbe tornare ad essere molto più democratica rispetto a un presente in cui l’anima popolare dell’Europa sembra essere scomparsa.

Ultima notazione: nel volume viene citato un paio di volte un centro di formazione professionale che opera in Sicilia: il Cedifop. Si tratta di un centro che forma personale altamento specializzato in un segmento particolare dell'industria: la metalmeccanica subacquea.
La particolarità di questo centro formativo di eccellenza che ha sede a Palermo, nell'area portuale (i giovani formati da questo centro trovano subito lavoro in Italia e all'estero), è che non riceve sovvenzioni né dalla regione, né dall'Unione europea. Eppure, Bruxelles interviene nella formazione e nelle politiche attive del lavoro con il Fondo sociale europeo. Risorse mai arrivate al Cedifop, che pure viene citato come esempio virtuoso in un volume che promuobe un piano pe ril lavoro targato Unione europea.

Insomma - questo il messaggio che si ricava - la Sicilia avrà mille problemi non ancora risolti, ma non è tutta da buttare. Anche se chi si dà veramente da fare e, magari, si fa notare a livello europeo è, spesso - come nel caso del Cedifop - ignorato da quella politica che gestisce i fondi europei.


domenica 8 marzo 2015

Presentazione del libro “Garanzia Giovani – La Sfida” alla Rai e all’ARS

(di Manos Kouvakis) 


Sarà presentato, lunedì 16 Marzo pv, nella rubrica politica di RaiNews24, "Il Transatlantico", condotta da Donato Bendicenti, in presenza di Daniele Fano, il libro "Garanzia giovani - La Sfida". La trasmissione televisiva che va in onda da lunedì a venerdì, è suddivisa in due parti, nella prima dalle 18.30 alle 19.00 si discute della giornata politica con ospito due parlamentari mentre nella seconda parte, dalle 19.10 circa alle 19.30, c'è un approfondimento tematico, ed è proprio in questo spazio che sarà presentato il libro (http://www.rainews.it/dl/rainews/live/ContentItem-3156f2f2-dc70-4953-8e2f-70d7489d4ce9.html).

La presentazione del libro in Sicilia è programmata per venerdì 27 marzo, alle ore 16.00 nella Sala Gialla dell'ARS (Assemblea Regionale Siciliana) Piazza della Vittoria 22-23, Palermo, in presenza degli autori Elisa Gambardella che lavora nella Segreteria Tecnica del ministro Poletti, Francesco Margiocco, giornalista del Secolo XIX di Genova, e Daniele Fano che ha seguito in prima persona, come Capo della Segreteria Tecnica del ministro Giovannini, la nascita del piano europeo Garanzia Giovani in Italia.

Alla presentazione palermitana del libro interverranno diverse autorità nazionali e regionali. 

Il libro affronta il tema europeo "Garanzia Giovani" finalizzato a orientare, aiutare e preparare i giovani alle sfide del nuovo millennio, fuori dagli schemi tradizionali, per attuare un programma di inclusione sociale per tutti i giovani. Garanzia Giovani si presenta come un modello di cooperazione Stato-Regioni, rivisitando la concezione della scuola che non orienta alla capacità del fare e non migliora le competenze dei giovani. L’attuazione della Garanzia Giovani rappresenta una serie di sfide per Stato, Regioni e utenti, essa parte oggi , ma si proietta in prospettiva per il futuro. La Raccomandazione Europea: Garanzia Giovani in pillole e il Piano Italiano Garanzia Giovani in pillole poste a confronto. Nel testo c'è un ampio riferimento alle attività del CEDIFOP, nelle pagine 12, 133,135 e 136.

La TV nazionale greca NERIT in visita al CEDIFOP di Palermo

di Manos Kouvakis

Arrivata il 07/03/2015 al Porto di Palermo alle ore 13.00 una troupe della TV nazionale greca NERIT (www.nerit.gr), composta da: Elena Katrici ( Έλενα Κατριτση ) giornalista e conduttrice della trasmissione “Prosopika”, Trasibulos Mitaftsis (Θρασύβουλος Μιταφτσής) cameraman , Asthenidis Michele (Ασθενίδης Μιχαήλ) tecnico del suono e Giovanni Socrate (Τζοβάνης Σωκράτης) regista, per riprendere una immersione del CEDIFOP al Molo Sammuzzo. 



L’immersione ha avuto come tema la saldatura subacquea, i diver in immersione sono stati gli allievi del corso di OTS-Saldatore Subacqueo, provenienti da Cipro Lazio Lombardia Sardegna Sicilia e Veneto, che sosterranno gli esami finali lunedì 09 marzo, innanzi ad una commissione esaminatrice nominata con decreto assessoriale e composta da un funzionario dell’assessorato nella qualità di Presidente, un funzionario della Capitaneria di Porto di Palermo e 2 docenti del Cedifop.

La presenza della troupe greca, rientra nelle attività del CEDIFOP finalizzate a promuovere rapporti di conoscenza e cooperazione fra la scuola siciliana e gli altri paesi del mediterraneo, con la finalità di fare della Sicilia un punto di riferimento nel mediterraneo in questo settore. Proprio in questo periodo, con una azienda greca, MAE LIMITED, è stato stilato un protocollo, che riguarda gli allievi che hanno completato il livello di preparazione di INSHORE AIR DIVER – equivalente all’iscrizione al primo livello del registro regionale previsto nel DDL 698 “Norme per il riconoscimento della professione e disciplina dei contenuti formativi per l’esercizio delle attività della subacquea industriale”, ai quali è offerta l’opportunità di uno stages retribuito in azienda, con possibilità successiva di assunzione presso aziende greche, scozzesi o irlandesi.



Continua invece la collaborazione del CEDIFOP con le strutture governative cipriote ed in particolare con il “kentrikos foreas Cyprou”, (http://www.kentrikosforeas.org.cy)struttura governativa che si occupa di sovvenzioni ai cittadini ciprioti, con fondi Europei per partecipare ai programmi del CEDIFOP. Cittadini ciprioti che, da più di 3 anni, sono costantemente presenti nei percorsi formativi della scuola palermitana, l’obbiettivo finale del gruppo cipriota è quello di incrementare la loro presenza all’interno di questi percorsi formativi.

Proprio per questo, una delegazione ufficiale, composta da due deputati del governo cipriota e dal presidente della federazione cipriota di commercial divers, Antonis Adamou, arriveranno, in visita ufficiale, in Sicilia verso il 20 aprile prossimo, per avviare trattative sia con il governo regionale, che con il Cedifop.


sabato 28 febbraio 2015

Subacquea industriale: a Palermo opera un centro internazionale che non forma siciliani!

(di Peppe Messina) 

Si chiama Cedifop e prepara tecnici altamente specializzati che operano in tutto il mondo. La Regione lo esclude dai finanziamenti. Risultato: un corso costa oltre 4 mila euro. E i giovani dell’Isola non hanno i soldi per frequentare tali corsi

Ha sede in Sicilia e forma tecnici subacquei che operano in tutto il mondo. Ma dal prossimo settembre a seguire questi corsi di alta formazione professionale non ci saranno più siciliani! Arriveranno dalle altre Regioni italiane e da altri Paesi del mondo (Tunisia, Cipro, Albania, Grecia). Ma - lo ribadiamo - niente siciliani. Sono i soliti paradossi di un’Isola dalle mille contraddizioni. Anche se, questa volta, la contraddizione ha una giustificazione economica legata alla povertà - quasi in stile greco - che, da qualche anno, si va diffondendo in Sicilia. Il Cedifop - il centro di alta formazione nel campo della subacquea industriale che ha sede a Palermo e che organizza questi corsi - è privato e non è sostenuto dalla Regione siciliana. Morale: i giovani che vi prendono parte debbono pagare quasi 5 mila euro. E nell’Isola, ormai, sono pochissimi i giovani interessati alla subacquea industriale che si possono permettere il lusso di spendere tale cifra. 

Ci sarebbe molta da dire su una Sicilia - che come i nostri lettori americani sanno è una Regione autonoma, quasi come uno Stato delle vostre parti, se non fosse che tale Autonomia è stata tradita - che non ha più nemmeno le risorse finanziarie per la formazione. E quei soldi che si impiegano nella formazione professionale, ormai in diminuzione, vengono utilizzati per altre tipologie di corsi. Eppure chi frequenta i corsi del Cedifop trova quasi sempre lavoro, soprattutto oggi che le piattaforme petrolifere stanno invadendo il Mediterraneo.

Questo centro è l’unico in Italia che ha tutte le certificazioni internazionali in questo delicatissimo campo.

Il Cedifop, per la cronaca, è ente formativo che vede la luce nel 1993 e oggi opera esclusivamente nel settore della Formazione professionale dedicata all’attività subacquea industriale (nulla a che vedere con la subacquea sportivo-ricreativa). Ed è l’unico centro in Italia che ha tutte le certificazioni internazionali in questo delicatissimo campo che in Sicilia riveste grande rilievo. Questo perché nei mari italiani e, in generale, nel Mediterraneo, operano tante imprese che svolgono le più disparate attività, a cominciare dall’installazione, dalla manutenzione e dalla rimozione di impianti subacquei. Il riferimento è alle tubazioni e alle strutture tecnologiche legate alle attività portuali, minerarie e industriali. Basti pensare alle piattaforme petrolifere, ai gasdotti, agli oleodotti, agli impianti costieri, alle raffinerie.

Il Cedifop - un centro di eccellenza internazionale che può contare sulle certificazioni valide in tutto il mondo - ha sede operativa presso il Molo Sammuzzo nel Porto di Palermo. E’ anche accreditato presso la Regione siciliana, ma non avendo ‘raccomandazioni’ con la politica viene escluso dai contributi pubblici. La cosa - che non sappiamo se definire tragica o comica - è che ha partecipato ai bandi della Regione. Ma pur essendo all’avanguardia nel mondo, non lo è per l’Amministrazione regionale, che esclude regolarmente il Cedifop dai ‘vincitori’ nelle graduatorie dei bandi, con la ‘benedizione’ della solita Unione europea (i soldi per i corsi di formazione ormai arrivano quasi tutti dal Fondo sociale europeo). 

Questa è anche la Sicilia: da oltre un ventennio opera un centro di alta formazione dove si sono formati tecnici-subacquei altamente specializzati che oggi operano nei fondali marini di tutto il pianeta. Ma la Regione siciliana non lo sostiene. E, addirittura, dal prossimo mese di settembre il Cedifop formerà personale per le altre Regioni italiane, per alcuni paesi esteri, ma non formerà giovani siciliani! In compenso in Sicilia, tra Regione e Comuni, ci sono quasi 100 mila precari assunti per ‘chiamata diretta’ dalla politica.

Se andate a leggere cosa fanno al Cedifop vi accorgerete che gli standard formativi sono stabiliti dall’International Diving Schools Association (Idsa), che rappresenta l’unica associazione didattica nella subacquea industriale a livello internazionale. Insomma, a Palermo, nella subacquea industriale, si organizzano gli stessi degli Stati Uniti d’America e del Canada fanno riferimento alla didattica dell’Idsa che, a livello mondiale, ha elaborato delle regole per la formazione nel settore ‘inshore’ e ‘offshore’ in base a una più che quarantennale esperienza, desunta dalle scuole che aderiscono a tale Associazione internazionale.


A conti fatti, Palermo, in questo settore, opera con gli standard operativi stabiliti dall’International Marine Contractors Association (Imca), applicabili nel cantiere. Compresa la citata normativa Uni 11366 sulla sicurezza e tutela della salute nelle attività subacquee ed iperbariche professionali al servizio dell’industria. Gli Standard di sicurezza sono quelli dell’Health and Safety Executive (Hse) quali, per esempio, le norme Hse del Regno Unito. Solo la corretta applicazione di questi standard può garantire una maggiore spendibilità della qualifica del sommozzatore italiano a livello internazionale, riportando la categoria al livello che le spetta per la storia e per le competenze che la caratterizzano.

Il Cedifop è ‘Full Member diver training’ dell’Idsa (Brittany France). In pratica, è una delle 15 scuole esistenti al mondo - l’unica in Italia - che può rilasciare certificazioni Idsa. Anche negli Stati Uniti d’America vengono utilizzati gli standards Idsa, obbligatori ed accettati dall’Association of commercial diving educators (Acde). Inoltre, l’ente formativo siciliano è anche membro Imca - sigla che sta per ‘International marine contractor association’ - nella divisione diving per l’Europa e per l’Africa. Ed è anche ‘Affiliate Member American Welding Society’ (Aws), società americana privata che si occupa di saldature professionali di tutti i tipi e che assomiglia al nostro Registro italiano navale (Rina) per alcune tipologie di attività.

Cedifop è anche inserito nella ‘Table of Equivalence’ Idsa del 5 novembre 2011, come unico referente italiano per i programmi svolti secondo gli standard: References: Adci Consensus Standards – 5th Edition, Idsa Diver Training Standards - Revision 4 October 2009, Hse List of approved qualifications - April 1999, International Code of Practice for Offshore Diving - Rev.1 october 2007.

Ebbene, tutto questo non basta per suscitare l’interesse della politica siciliana e italiana. Di queste cose - in Sicilia e a Roma - non gliene frega niente a nessuno. Il Cedifop è un’eccellenza. Centinaia di giovani siciliani - soprattutto oggi che in Italia e all’estero queste figure professionali vengono sempre più richieste - potrebbero trovare subito lavoro. Ma la politica italiana ha tutt’altro a cui pensare. Figuriamoci!

giovedì 26 febbraio 2015

Cedifop: accordo in Grecia per specializzare giovani sommozzatori

(di Peppe Messina) 



UNA PROSPETTIVA CONCRETA DI LAVORO IN GRECIA PER MOLTI GIOVANI. QUALITA’ FORMATIVA SENZA ALCUN INTERVENTO PUBBLICO DELLA REGIONE SICILIANA

Quando le chiacchiere lasciano il posto alla qualità ed ai fatti concreti.

Al via un periodo di specializzazione in Grecia per i sommozzatori del Cedifop in prospettiva di un posto di lavoro stabile.
Stipulata oggi una convenzione tra il Cedifop e un gruppo di aziende greche operanti nel settore dell’acquacoltura.
Destinatari del percorsi di specializzazione i giovani sommozzatori del Cedifop già in possesso del livello di ‘Inshore air diver’, equivalente al primo livello di iscrizione al registro regionale in Sicilia, previsto nel disegno di legge n.698 in corso di approvazione.

“Nella convenzione – precisano dal Cedifop - è prevista una prima fase di ambientamento di quattro mesi con alloggio gratuito, un mezzo per gli spostamenti e un piccolo rimborso spese, per passare successivamente, per chi lo vorrà e se il giudizio dell'azienda greca sarà positivo, ad un contratto di lavoro vero e proprio, anche a tempo indeterminato nel settore dell'acquacoltura”.
“Dopo i quattro mesi iniziali - si precisa in una nota diffusa dal Centro europeo di Formazione professionale - sarà rilasciata al singolo, una certificazione di competenze a firma congiunta del Cedifop e dell'azienda greca”.
Dal Cedifop precisano che: “I requisiti per partecipare sono: ‘Brevetto Idsa level 2’ (o fra breve, tesserino di iscrizione al primo livello del registro regionale), un minimo di conoscenza di lingua inglese ed una lettera accompagnatoria del nostro Centro di Formazione”.

La formazione professionale non è solo ‘macelleria sociale’, voluta con ogni probabilità da certi ambienti politico-istituzionali e del mondo sociale che ha finito per mortificare l’offerta formativa in Sicilia.
La Formazione professionale sa essere anche di altissima qualità, sopratutto quando i contenuti offerti ed i risultati eccellenti ottenuti, attraverso i riconoscimenti internazionali, ne fanno un vero vanto per l’Isola.

Certamente la formazione di qualità è quella erogata dal Cefifop, scuola di metalmeccanica subacquea di Palermo, accreditata dalla Regione Sicilia, ma che non beneficia di contributi regionali e vive quindi delle quote di iscrizione pagate dai giovani e dalle loro famiglie.
È una formazione, certamente, di qualità perchè offre la possibilità a chi frequenta di acquisire competenze nei settori cosiddetti ‘trainanti’ per sfruttare le opportunità di lavoro offerte.

domenica 15 febbraio 2015

Differenza fra le figura di OS e OTS, nella legislazione Italiana

(di Manos Kouvakis) 

Si è tanto detto e scritto sulla figura di OS intesa come “Operatore Subacqueo” o OSS inteso come acronimo di “Operatore Scientifico Subacqueo” e la figura dell’OTS “Operatore Tecnico Subacqueo”.

Quali similitudini e differenze ? e quali sono le competenze dei due operatori?

Molti, negli anni, hanno approfittato, speculando su una non sempre chiara informazione per aggirare spesso anche le istituzioni con trucchi ed inganni, nella speranza di elevare la qualità e i profili, non previsti dalla legge, con l’acquisizione di facili medagliette, al solito all’italiana a discapito sempre di chi questi titoli li ha “guadagnati” con sudore sul campo.

E guarda caso i promotori sono sempre le stesse solite persone che, trincerandosi dietro titoli e sigle, solo per speculare, anche a discapito del progresso stesso, hanno portato questo settore nell’oscurantismo medioevale, penalizzandone lo sviluppo che avrebbe dovuto avere ormai da decenni, visto l’importanza strategica che rappresenta.

Sarebbe bastato leggere con attenzione quello che attualmente esiste, per recepire la semplice differenziazione di competenze e naturalmente cosa è previsto per le due qualifiche, che sono distinte e separate.

In tutto questo ha comunque aiutato e non poco, la mancanza legislativa per attività lavorative subacquee fuori dagli ambiti portuali, che manca da sempre in Italia, coperta solo, e parzialmente, da una legislazione che regolamenta le attività in ambito portuale, ma che risale al lontano 1979.

Fra poco farà eccezione la Regione Sicilia che con l’attuale DDL 698 "Norme per il riconoscimento della professione e disciplina dei contenuti formativi per l’esercizio delle attività della subacquea industriale", sta per regolamentare le attività che vengono svolte anche fuori dalle aree portuali, basandosi su criteri consolidati in quasi tutti i paesi, a livello mondiale.




Ma andiamo in ordine: In un documento dal titolo “Buone prassi per lo svolgimento in sicurezza delle attività subacquee di ISPRA e delle Agenzie Ambientali” prodotto nel luglio 2013 dal Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente, in collaborazione fra ISPRA, INAIL e tutte le ARPA – APPA regionali, si legge chiaramente che “ (…) le attività svolte sono esclusivamente di carattere tecnico-scientifico in genere senza sforzo” e “sono esplicitamente escluse tutte le attività di natura tecnica riconducibili al profilo di operatore tecnico subacqueo”.

Continuiamo a leggere nel documento “Il campo di applicazione di queste procedure operative è quello delle attività subacquee dedicate allo studio e al monitoraggio degli ambienti acquatici e in particolare: 
  • monitoraggio di elementi biologici anche con l’utilizzo di strumentazione foto, video, ecc 
  • mappatura dei fondali 
  • osservazione e misura di particolari situazioni ambientali 
  • posizionamento e manutenzione di attrezzature specialistiche per studi mirati dell’ambiente marino 
  • prelievi di campioni 
  • valutazione specialistica dello stato marino 
Tali attività rientrano fra le mansioni svolte dagli operatori subacquei delle agenzie ambientali e ISPRA, ma restano escluse operazioni di monitoraggio e studio, fuori dalle aree portuali, in cui si presume una elevata e comprovata contaminazione di origine biologica e/o chimica.

Inoltre viene specificato che queste procedure operative devono essere applicate in curva di sicurezza, cioè senza soste decompressive obbligatorie.

Insomma, definizioni chiare che delimitano competenze e responsabilità degli operatore subacquei o operatori scientifici subacquei, ponendo una netta barriera che separa le loro competenze da quelle di chi opera come commercial diver o come OTS.

Le competenze di questi ultimi sono definite dall’ISFOL nella scheda della qualifica ISTAT “6.2.1.6.0 - Sommozzatori e lavoratori subacquei”, esse sono riportate anche nel disegno di legge n. 2751 “Disciplina delle attività lavorative subacquee e iperbariche “ che l’On.le Debora Bergamini, vice presidente della Commissione Infrastrutture e Trasporti, ha presentato alla camera dei deputati il 26 novembre 2014: ART. 3. (Definizione della categoria dei sommozzatori): Ai sensi della presente legge, sono definiti sommozzatori e lavoratori subacquei coloro che eseguono, in immersione ai sensi dell’articolo 2, comma 2, le seguenti attività individuate dall’Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori (ISFOL):

a) installare, manutenere e ispezionare tubazioni, condotte e cavi sottomarini;
b) svolgere attività di manutenzione ordinaria o straordinaria di impianti marittimi;
c) svolgere ricerche sottomarine, anche attraverso riprese video, per reperire informazioni;
d) eseguire lavori di carpenteria metallica sottomarini per recuperare relitti, materiale stivato e altro;
e) svolgere attività di manutenzione ordinaria o straordinaria del porto;
f) eseguire tagli e demolizioni di strutture metalliche sottomarine;
g) costruire strutture e manufatti metallici nelle aree portuali;
h) eseguire ispezioni subacquee;
i) eseguire saldature sottomarine;
l) eseguire la bonifica dei fondali marini;
m) redigere certificazioni e perizie;
n) controllare i macchinari e le attrezzature;
o) coordinare il lavoro e le attività ed eseguire scavi e sbancamenti subacquei;
p) svolgere attività di manutenzione ordinaria o straordinaria su grandi imbarcazioni;
q) verificare il rispetto delle norme di sicurezza;
r) collaborare con i colleghi;
s) compilare schede sulle operazioni eseguite;
t) curare gli aspetti progettuali del lavoro;
u) eseguire immersioni subacquee;
v) fare sopralluoghi presso i cantieri;
z) fornire consulenza tecnica; 
aa) gestire e coordinare le risorse umane;
bb) svolgere il lavoro d’ufficio.

Una ulteriore separazione delle competenze delle due categorie di lavoratori la troviamo anche nel DDL 698 “ Norme per il riconoscimento della professione e disciplina dei contenuti formativi per l’esercizio delle attività della subacquea industriale” della Regione Sicilia, che stabilisce che in ambito lavorativo inshore e offshore, fuori dalle aree portuali nell’articolo 5,3. “Tutti i titoli di cui al comma 2 devono essere conformi agli standards formativi internazionali in riferimento ai tempi di immersione e di fondo e alle attività in acqua, stabiliti dalla didattica I.D.S.A. (International Diving Schools Association) per il livello di qualifica richiesta ed agli eventuali ulteriori standards relativi ai contenuti formativi prescritti a livello internazionale in materia di sicurezza e prevenzione, tutela della salute e dell’ambiente. “ e nell’articolo 6,2 “2. Gli interventi di cui al comma 1 devono essere conformi nei contenuti agli standards internazionalmente riconosciuti dall’International Diving Schools Association (IDSA) e, per le parti eventualmente operate presso le imprese di cui al comma 3 dell’articolo 2, alle prescrizioni e linee guida fissate dalla normativa UNI 11366 ‘Norme per la sicurezza e la tutela della salute nelle attività subacquee ed iperbariche professionali al servizio dell’industria’ e sui controlli che devono essere effettuati per il rispetto di obblighi e requisiti generali in materia di salute, sicurezza ed ambiente (HSE), anche in conformità alle linee guida di International Marine Contractors Association (IMCA).”

Regole precise che stabiliscono le diverse competenze delle due categorie. E’ importante e noi lo vogliamo sottolineare, la pericolosità delle affermazioni di chi sostiene che un po’ di tutto non guasta, forse fa bene, importante se fa comodo!

E’ tempo di smettere di scherzare ed adeguarsi, come in ogni paese europeo, e non solo, avviene da decenni.

Sarebbe interessante prendere ad esempio il modello inglese che, tramite l’istituto HSE (istituto che fa riferimento all’Europeo OSHA ( European Agency for Safety and Health at Work) come l’italiano INAIL) ha da anni pubblicato una lista (approved list) dove ha inserito ben otto categorie di operatori subacquei, con regole specifiche per ogni categoria, iniziando da quelle più importanti e influenti per l’economia e il lavoro in questo settore, dove la categoria del diving scientifico è accorpata con quello dell’archeologia subacquea, che presenta problematiche similari: 
  1. Offshore Diving 
  2. Inland/Inshore Diving 
  3. Shellfish Diving 
  4. Scientific and Archaeological Diving 
  5. Media Diving 
  6. Recreational Diving 
  7. Police Diving 
  8. Military Diving 
E’ tempo che ci svegliamo anche noi se vogliamo crescere da cittadini europei, le regole vanno fatte e poi, cosa ancora più importante, vanno applicate e naturalmente rispettate!