Full member IDSA. Corsi per: OTS (Harbour Diver) - Inshore Air Diver - Offshore Air Diver - Offshore Sat Diver - Diver Medic / Primo Soccorso - per informazioni: 338.3756051 - www.cedifop.it - cedifop@cedifop.it
CEDIFOP
le foto si riferiscono alle attività del CEDIFOP, nei vari livelli di addestramento
HSE-UK,
riconosce 8 categorie specifiche per la subacquea, di queste, le prime 2 sono
la n. 1 “Offshore Diving” e la n. 2 “Inland/Inshore Diving”.
Come
abbiamo già scritto, la differenza fra Offshore diving e Inland/Inshore diving
non riguarda solamente la profondità ma principalmente la tipologia
dell’immersione.
In tal senso
vengono classificate come Offshore diving le immersioni che sono
collegate con i lavori che vengono svolti sulle piattaforme petrolifere e lavori
similari in collegamento con gli impianti offshore, pozzi e gasdotti, con immersioni effettuate dalle piattaforme o
dalle navi; mentre vengono classificate come Inland/Inshore diving le
immersioni per effettuare lavori di ingegneria civile, lavori connessi
all’ambiente marino ed allevamenti ittici, in banchine, porti, fiumi, canali,
laghi, stagni, serbatoi e vasche, piscine artificialmente costruite allo scopo
di nuoto, acquari ecc., questa tipologia NON INCLUDE immersioni profonde oltre
i -50 metri
o immersioni in connessione con impianti
off-shore e gasdotti operanti, anche, entro il limite di 12 miglia a profondità
anche inferiori a -50m; o per le quali esiste una qualifica che li riconduce
alle immersioni previste per l’Offshore Diving
HSE diversifica queste immersioni anche per il
tipo di attrezzature usate e profondità secondo le seguenti categorie:
SCUBA:
cioè immersioni in scuba, questa categoria NON è presente nell’OFFSHORE diving.
Va sottolineato, che le immersioni in scuba nella subacquea industriale, si
differenziano da quelle della subacquea sportivo/ricreativa, per l'uso
OBBLIGATORIO della cima di sicurezza usata dal diver; cioè per l'obbligatorietà
del contatto continuo con la superficie.
SCUBA e SSDE:
(Scuba and Surface Supplied Diving Equipment) immersioni con attrezzature scuba
o casco rigido per una profondità fra 0 e -30 metri. Presenti sia
in Offshore diving e che in Inland/Inshore diving. Qui vengono riconosciuti i
percorsi formativi che garantiscono oltre che la profondità anche esercitazioni
specifiche che riguardano la qualità e la sicurezza.
Surface Supplied
Diving – TOP UP: immersioni con attrezzature del tipo casco
rigido ad una profondità dai -30 ai -50 metri. Questo tipo di immersioni è solo per
l’offshore diving. Include, oltre alla profondità anche esercitazioni
specifiche per la sicurezza, usando attrezzature specifiche (campana aperta/hot
suite ecc), durante i percorsi formativi riconosciuti dall’HSE .
Closed Bell
Diving: anche qui solo per l’offshore diving per immersioni
che superano la profondità di -50
metri, con l’uso di attrezzature specifiche (campana
chiusa, ecc)
HSE, riconosce i percorsi formativi
inserendoli nella sua approved list nell’apposita categoria per i diversi
Paesi, oppure, nel caso di Paesi che ancora non hanno riconoscimenti ufficiali,
dopo un attento esame dei contenuti del percorso formativo, rilascia una
certificazione di approvazione per una delle categorie descritte sopra. Qui i
percorsi imposti dall’IDSA alle 19 scuole che riconosce a livello mondiale,
offrono una qualità nella formazione che se garantita anche dai controlli
statali – in Italia dall’Ispettorato al Lavoro, ecc. - della nazione dove si
trova la scuola, ottiene il riconoscimento dell’HSE, su richieste individuali.
Attualmente
questo percorso viene applicato ai corsi del CEDIFOP con riconoscimento
immediato dei corsi per OTS, e certificazione su richiesta al completamento del
percorso del commercial diver, con il conferimento della certificazione del TOP
UP/HSE.
di Manos Kouvakis
direttore CEDIFOP
foto dal corso per OTS cel CEDIFOP (periodo febbraio/maggio 2011)
CENTRO STUDI CEDIFOP Molo Sammuzzo, Porto di Palermo 90139 Palermo
oppure telefonare ai numeri: 091.426935 - 338.3756051
A cosa serve il brevetto DIVER MEDIC, nelle immersioni di BASSO o di ALTO FONDALE, in OFFSHORE?
(Ecco un esempio, di una parte del corso CEDIFOP
per DIVER MEDIC/IMCA)
Equipaggiamento Medico che deve essere presente sui siti per operazioni subacquee offshore
DMAC 15 Rev. 2 – May 2009
NOTE: This replaces DMAC 15 issued in January 1985 which is now withdrawn
Le operazioni subacquee offshore includono sia immersioni di basso fondale che immersioni in saturazione, racchiudendo un vasta tipologia di operazioni. Un appropriato equipaggiamento medico presente in ogni sito di immersione viene stabilito da Organi competenti per la sicurezza con adeguata conoscenza delle operazioni subacquee. La lista che segue è designata come guida per le località in cui tali Organi non sono presenti. E’ accettabile che in determinate circostanze la maggior parte di tali servizi richiesti possano essere reperibili in luoghi diversi dal sito di lavoro, ma sufficientemente vicini.
La lista include attrezzature necessarie per il trattamento di incidenti subacquei in superficie o in ambienti iperbarici e per altri problemi potenziali, per esempio traumi che possono avvenire durante operazioni subacquee. La lista tiene conto di situazioni in cui le operazioni subacquee avvengono in luoghi lontani dalla terra ferma e da Servizi Medici. Include l’ equipaggiamento per un intervento di primo soccorso, medicinali e strumenti che possano essere usati da personale con un addestramento avanzato in tecniche di primo soccorso, e strumenti che possono essere utilizzati solo da personale medico, in tal modo il personale medico che interviene sul posto ha la possibilità di trovare già sul posto specifiche attrezzature.
In caso di emergenze in campana chiusa o in camera di decompressione, gli strumenti per il primo soccorso potranno essere utilizzati sotto la supervisione di personale medico dall’ esterno.
Esiste un appropriato sistema di manutenzione e controllo sulle attrezzature per primo soccorso la cui responsabilità ricade sul Diving Superintendent o sul Medico di bordo. Le attrezzature dovranno essere riposte e assicurate in container ed adeguatamente etichettate. Il Diving Supervisor deve avere possibilità di accesso alle attrezzature in ogni momento. I farmaci schedati devono essere assicurati in un container a doppia chiusura. Deve essere utilizzato un registro per l’inventario di tutte le attrezzature e medicinali presenti. Le stesse devono essere ispezionate regolarmente (al massimo ogni 3 mesi) per assicurarne l’efficienza (per esempio di batterie etc.) e la sostituzione di farmaci vicini alla data di scadenza. Queste ispezioni devono essere riportate nell’apposito registro. Deve essere fatta particolare attenzione per i test di pressione di apparecchiature meccaniche o elettriche.
Equipaggiamento che deve essere presente in un Campana Chiusa per Immersione
1 Rotolo da 1 pollice di nastro adesivo 2 fascia elastica per il contenimento di sistorsioni
1 Pompa per aspirazione manuale (es.. Vitalograph) 1 Borsa stagna
1 Catetere per aspirazione dimensione 12 e 14
[(20 Cerotti antinausea di Hyoscina per evacuazione in camera iperbarica (es. cerotto Scopoderm)]
Lo stesso equipaggiamento deve essere presente in ogni modulo iperbarico di soggiorno per operazioni in saturazione, nel modulo iperbarico ad aria e nel modulo iperbarico per evacuazione di emergenza. Nel modulo iperbarico di soggiorno è preferibile una pompa per aspirazione a gas o a pedale.
Equipaggiamento che deve essere presente sul sito di immersione
Attrezzatura per diagnostica
Piccola torcia a gas Termometro (elettronico)
Stetoscopio Misuratore per la pressione sanguigna
Martelletto per riflessi Misuratore di lunghezza a nastro
Diapason (256 Hz) Spine per test sensoriali (es. Neurotips)
Abbassatore per la lingua Strisce per test di urine
Otoscopio (con doppio bulbo e batterie)
Cannula per drenaggio dalla pleura
Kit per drenaggio intercostale (es. tipo Portex)
Valvola di Heimlich
Cateteri urinari
2 Cateteri per urina misura 16 e 18 (es. tipo Foley) 2 Borse per raccolta urine
I.D.S.A. (International Diving Scools Association)
Founded in 1978 on the initiative of Alan Bax (Fort Bovisand, UK) and Jim Joiner (College of Oceaneering, Los Angeles) the Association brought together the major Diving Schools, world-wide, concerned with the training of Commercial Divers. From the earliest days one of its major concerns has been the need for of an internationally accepted standard for diver training which would improve the quality of divers entering the profession, provide for on-going professional development, and enhance job opportunities beyond national borders. The Association now has 16 Full Member schools, 21 Associate Members, 17 Affiliate Members, 11 Industrial Members and 4 Reciprocal Members.
The regular meetings of members of the Association provide a forum for the exchange of information and ideas, not limited by national boundaries and interests. In recent years members have been able to review the qualifications and training programmes already on offer and to bring together their expertise in the planning and teaching of courses. The result of several years of negotiation and planning has been the recent publication of the IDSA Standards and Procedures which, whilst encompassing all national standards at present in existence, provide the basis for courses which meet the needs of industry for trained divers at various levels. It is thus intended that employers worldwide will be assured that a diver with an IDSA card has been properly trained to the stated level, whilst divers can be confident that an IDSA recognised school will provide training necessary to achieve the relevant level of competence.
As part of the on-going development of IDSA standards, all Full Members - who are entitled to award IDSA qualifications - will undergo full audits of their schools within the next three years. New schools, joining the Association are first accepted as Associate Members and must then undergo a full audit before being eligible for full membership.
I.M.C.A. (International Marine Contractors Association)
IMCA is an international association with well over 750 members in 58 countries, as at January 2011, representing offshore, marine and underwater engineering companies. IMCA has four technical divisions, covering marine/specialist vessel operations, offshore diving, hydrographic survey and remote systems and ROVs, plus geographic sections for the Asia-Pacific, South America, Europe & Africa, Middle East & India and Central & North America regions. As well as a core focus on safety, the environment, competence and training. IMCA seeks to promote its members' common interests, to resolve industry-wide issues and to provide an authoritative voice for its members.
IMCA publishes some 200 guidance notes and technical reports. These have been developed over the years and are widely distributed. They are a definition of what IMCA stands for, including widely recognised diving and ROV codes of practice, DP documentation, marine good practice guidance, the Common Marine Inspection Document, safety recommendation, outline training syllabi and the IMCA competence scheme guidance. In addition to the range of printed guidance documents, IMCA also produces safety promotional materials, circulates information notes and safety flashes.
Judith Patten is here to help you if you want any additional information on IMCA; would like to discuss a feature article; want to organise interviews with key members of the IMCA team, etc.
Si è conclusa venerdì 16 settembre, la prima parte del corso per il TOP UP del CEDIFOP svolto a Palermo. Il corso realizzato per la rima volta in Italia, grazie anche alle autorizzazioni dell'Assessorato Regionale dell’Istruzione e della Formazione Professionale, specifiche per il TOP UP, è rigorosamente riservato agli allievi che sono in regola con i requisiti richiesti per la partecipazione, e cioè il possesso dei tempi di fondo previsti dall'IDSA nel modulo 2, che rappresenta i tempi di fondo per il basso fondale, per le immersioni in SCUBA e SSDE dalla superficie, e della certificazione IMCA in corso di validità del brevetto DIVER MEDIC.
Durante questa prima fase gli allievi hanno completato i tempi di fondo previsti dall'IDSA nel modulo 3 per le immersioni offshore alle profondità dai -30 ai -50 metri. Le immersioni sono state realizzate in collaborazione con ALPE SUB srl, principalmente al campo boe ENI ed ESSO di Palermo. Durante le esercitazioni svolte, basate sull'utilizzo delle tabelle US NAVY 6, gli allievi si sono soffermati più volte nell'intervento dello stand by dal basket a profondità prossime ai -50 metri, e sulle procedure di emergenza in caso di assenza di comunicazioni e in caso di subacqueo inconscio sul fondo. Il corso si completerà con uno stage di 5 giorni presso la scuola Norvegese, Full Member IDSA, NYD di OSLO (Norvegia), che si svolgerà dal 21 al 25 Novembre 2011.
Durante lo stage, gli allievi del CEDIFOP, accompagnati da un docente, completeranno la loro preparazione, integrando con una serie di esercitazioni specifiche le attività svolte a Palermo, secondo la didattica IDSA, del tipo:
uso della campana aperta (open bell),
uso della muta ad acqua calda (hot water suit),
esercitazioni del tipo "salto in camera",
immersioni SSDE con temperature intorno ai 0° C, e infine
introduzione al corso di saturazione (altofondale) con trasferimento dalla T.U.P. alla campana chiusa.
Questo stage, voluto dal CEDIFOP, arricchirà la formazione degli allievi con un percorso integrativo svolto presso una delle migliori scuole europee che, oltre agli standard dell’HSE, segue gli standard norvegesi, attualmente considerati il TOP della subacquea industriale a livello mondiale, indispensabili per i lavori nei Mari del Nord.
Questa fase del corso è successiva al raggiungimento dei tempi previsti dal modulo 3 dell'IDSA realizzati a Palermo con immersioni dai -30 ai - 50 metri.
Va precisato che la scuola Norvegese NYD, è abilitata al rilascio della certificazione HSE fino a “Bell diver - diver certificate issued by the Petroleum Safety Authority, Norway [Closed Bell]” e relativamente al percorso che riguarda i nostri allievi, allo “SCUBA, Surface Supplied & Surface Supplied (Top-Up)” . A fine stage, gli allievi del CEDIFOP, otterranno una certificazione individuale dalla NYD con specifiche delle attività svolte, che sarà integrata al certificato di qualifica professionale rilasciato dalla Regione Siciliana e la Card dell’IDSA per il level 3, che riporterà le 2 scuole frequentate, CEDIFOP (Italia) e NYD (Norvegia).
Vista la specificità delle esercitazioni e la tipologia del corso TOP UP realizzato dal CEDIFOP, nei corsi successivi al primo corso pilota di quest’anno, per quanto attiene le richieste di ammissione, CEDIFOP non prenderà in considerazione richieste di partecipazione, ai corsi per "OTS - IDSA Level 2", o "TOP UP", che non soddisfano i requisiti per l'ammissione, cioè che non rientrano negli standard e non hanno i tempi di fondo realizzati con percorsi, attività e tempi indicati dall'IDSA. In questi casi, CEDIFOP può solo consigliare, a chi vuole proseguire questo percorso in Italia, di ripetere ex novo il corso, a partire da quello base da OTS, presso una struttura che garantisce questi standard, di fatto riconosciuti poi dalla maggioranza delle aziende che operano in ambito offshore a livello internazionale.
Subito dopo la conclusione del corso TOP UP a Palermo, è iniziato (il 21 settembre) il nuovo corso base per OTS (Operatore Tecnico Subacqueo Specializzato) frequentato come sempre da 20 allievi provenienti da tutte le regioni Italiane e dall’estero, che iniziano la loro formazione in questo settore. Il corso base OTS li istruisce a gestire una postazione standard per le immersioni di tipo industriale, con un percorso che si basa nell'affrontare ed applicare concetti e regole di sicurezza, dando le basi indispensabili per operare con tecniche ed attrezzature adeguate alla figura professionale cui mira il corso.
Il percorso prevede immersioni per Basso Fondale con immersioni dalla superficie (cioè fino ad un massimo di - 30 metri), abilita all'iscrizione presso una Capitaneria di Porto, sul territorio nazionale (Registro Sommozzatori in servizio locale, D.M. 1979 e s.m.i.) ed è riconosciuto dall'HSE, in quanto inserito nella scheda HSE n.1 per l'Offshore Diving e nella scheda n.2 dell'HSE per l'Inshore Diving, per il riconoscimento di Scuba e SSDE (Surface Supplied Diving Equipment), cioè per tutte le immersioni dalla superficie e cioè senza l'uso della campana aperta (competenza quest’ultima acquisita con il TOP UP).
Vorrei ritornare ancora una volta sull’argomento delle certificazioni Italiane e riprovare a chiarire la grande confusione che c’è in giro sulla validità delle certificazioni e attestati vari nel settore dell'OTS. L’attuale legislazione Italiana, rimane ”bloccata” ai tre decreti ministeriali del 1979, 1981 e 1982, che autorizzano, dopo l'iscrizione al registro sommozzatori, le attività lavorative all'interno dei porti italiani; e salvo qualche sporadica ordinanza, che estende questa autorizzazione anche al di fuori dell’ambito portuale, ma limitatamente al territorio di competenza della capitaneria che ha emanato l’ordinanza, in Italia, tutto si limita li.
E' quindi presuntuoso pensare che questo titolo sia anche valido per attività lavorative fuori da questo ambito, come ad esempio le attività in offshore. Ancora peggio se questa qualifica professionale, come spesso accade nella quasi totalità delle scuole in Italia , viene rilasciata dopo percorsi formativi che usano ancora attrezzature e tecniche della subacquea sportiva come l'erogatore, immersione in coppia ecc., lontani dagli standard del commercial diver. E' anche vero che alcune ditte a volte accettano lavoratori con il solo attestato da OTS (per attività in offshore), confondendo i giovani che vogliono avvicinarsi a questo settore, disorientando con false speranze e illudendo ancora di più il giovane inesperto che cerca spesso scappatoie facili, con corsi inadeguati, a vantaggio di chi specula anche sull'uso del titolo (OTS) per non dare poi a chi lo consegue il risultato sperato. Diverse scuole spesso dicono che le certificazioni successive vanno fatte all'estero, presso scuole, spesso di serie b, e cioè che non mantengono quegli standard internazionali che adottano in tutto il mondo le scuole di prima fascia, illudendo cosi chi si rivolgerà loro, con una scarsa o a volte inesistente preparazione tecnica di base, offrendo dei titoli insufficienti, validi solo a “condannare” il loro possessore a una carriera di semplice “comparsa”, lontano dai luoghi dove esiste il vero lavoro in offshore e dove il peso delle certificazioni ha importanza fondamentale.
E' vero che qualsiasi corso da OTS in Italia permette l'iscrizione alla capitaneria di porto, ma è assolutamente sbagliato anche solo pensare, che una semplice iscrizione è sufficiente per lavorare in offshore. Questo è il grande inganno che ogni anno illude decine di giovani che rincorrono una speranza che presto vedranno infranta, nel momento in cui si avvicineranno a questo ambito e si vedranno scavalcati da chi si presenta con carte e certificazioni in regola.
Ecco un paragone, che io faccio spesso, per far capire meglio questo concetto: Possiamo dividere la subacquea in 2 settori, la subacquea che si occupa del settore sportivo/ricreativo e quella che si occupa del settore industria. In entrambi i settori ci sono professionisti, che operano in ambiti diversi.
Analizziamo i due settori, partendo da quello sportivo/ricreativo, dove secondo diverse didattiche si fa un percorso formato da una serie di brevetti, fino a trasformare un neofito in un semiprofessionista del settore (dive master) o un professionista (istruttore subacqueo) che a sua volta è abilitato a formare nuove leve.
Alla domanda se uno che ha appena realizzato il primo livello di addestramento (open water diver o equivalente) può “lavorare” in questo settore, la risposta naturale è "ovviamente no, deve fare altri brevetti", che lo porteranno a completare un percorso tecnico, che lo istruirà in questo mestiere.
Ma allora, questo concetto, visto che anche la subacquea industriale ha un suo percorso logico e naturale, perché non viene applicato ai vari livelli di addestramento, cosi come avviene in tutti i paesi del mondo al di fuori dell'Italia?
Perchè si pensa che il semplice certificazione da OTS è sufficiente a fare quello che uno non è abilitato a fare? Avete mai visto uno che ha il brevetto di “open water diver” fare l’istruttore subacqueo o avete mai visto uno che ha solo la patente per guidare un motorino alla guida di un camion? e anche quando capita quanti pericoli per lui e per chi gli sta vicino! Questo è, in realtà, un OTS che fa un lavoro per il quale non è abilitato.
L’OTS è un primo stadio di un addestramento più completo, in questo settore, e non un complemento di chi è in possesso di qualche brevetto della subacquea sportiva!
La mancanza di chiarezza che porta ad una grande confusione a discapito dei giovani che vogliono avvicinarsi a questo settore, va sicuramente attribuita a pari merito:
Ai parlamentari italiani, che dopo diverse proposte in parlamento, dal 1997 con il disegno di legge 2339 (Battaglia), fino ai giorni nostri con tre disegni di legge presentati in parlamento il n. 344 (Bellotti - 2008), il n. 2369 (Lo Presti e Holzmann - 2009) e il n. 2509 (Carlucci - 2009), è ancora in attesa di una legge che regolamenti questo settore;
alle ditte italiane di lavori subacquei in offshore, che approfittando di questo vuoto legislativo assumono personale non qualificato risparmiando sull'ingaggio degli operatori;
al decentramento della formazione alle regioni, che ha penalizzato questo settore, perchè propone la stessa qualifica ma con percorsi realizzati con diversi contenuti, per la maggior parte assolutamente inadeguati alle esigenze del mercato internazionale;
ai mercenari del settore che per incompetenza o per speculazione, portano avanti gli interessi di alcune aziende a discapito della sicurezza di chi poi va a lavorare con una preparazione superficiale o inadeguata.
Questa insufficienza e speculazione tutta italiana, ha collocato i titoli italiani da OTS nella categoria dei “prodotti di scarto”, se confrontata con il mercato e le certificazioni valide in ambito internazionale.
Vediamo dove stanno le differenze: La didattica che è normalmente utilizzata a livello internazionale dalle scuole del settore, incluso naturalmente il CEDIFOP, (per esempio SYNTRA (Belgio), Royal Danish Navy Diving School (Danimarca), YAK Diving Academy (India), C.M.P.P. Centre Méditerranéen de Plongée Professionnelle (Marocco), Netherlands Diving Centre (Olanda), NYD-Norwegian School of Commercial Diving (Norvegia), Swedish Armed Forces Diving and Naval Medicine Centre (Svezia), The Ocean Corporation (USA), KBA Training Centre Pte Ltd (Singapore), Interdive (U.K.) e altre) è l'IDSA, equivalente alla didattica PADI,CMAS,SSI ed altre usate nella subacquea sportiva. Questa didattica prevede tempi di fondo ben precisi, esercitazioni e uso di attrezzature specifiche, per abilitarsi ai vari livelli di un percorso didattico nella subacquea industriale. IDSA riconosce e abilita solo poche scuole, come quelle indicate sopra, che rispettano questi standard che sono ormai riconosciuti dalle grandi ditte che operano nel settore a livello internazionale, sia in Europa che nel resto del mondo.
Per esempio, per lavorare negli USA, sono obbligatori i brevetti di ACDE (http://www.acde.us/index.htm ) che segue la didattica IDSA (IDSA Standard), come si può notare anche dalla home page del loro sito.
Anche l'associazione IMCA, riferendosi alla didattica IDSA nel proprio sito (www.imca-int.com/news/press/0419.html) chiarisce le differenze fra IMCA e IDSA specificando le relative competenze, e in particolare sottolineando che: “IMCA, International Marine Contractors Association, è l'associazione internazionale che rappresenta le società di ingegneria offshore, marine e subacquee. IDSA, l'International Diving Schools Association, è l'associazione internazionale che rappresenta le scuole di immersione. Entrambe le organizzazioni sono state in prima linea per promuovere buone pratiche e sicure le immersioni attraverso lo sviluppo e la pubblicazione di una guida, per favorire la libera circolazione del personale, cercando di eliminare le inefficienze. IMCA e IDSA hanno un interesse comune per affrontare le immersioni sub e formazione del personale per il bene dei loro membri, i subacquei stessi e le molte altre parti interessate del settore. L'approccio comune IMCA e IDSA mira a sviluppare un sistema per lo standard di formazione riconosciuto a livello internazionale per la certificazione del personale subacqueo. “
Attorno alle scuole Full Member IDSA, cioè scuole che mantengono percorsi e tempi di fondo indicati negli standard IDSA, che vengono periodicamente aggiornati ogni 2 anni (ultimo aggiornamento dopo il meeting n.26 di Palermo nel 2009, mentre attualmente si lavora a un nuovo aggiornamento che includa le decisioni prese durante il 28imo meeting del 2011 di Kalskrona (Svezia)), ci sono anche delle scuole che ruotano attorno a questo mondo, pur non facendone parte come Full Member, ma solo come membri affiliati o associati, cioè senza un controllo da parte dell'IDSA sui tempi e standard addottati, ma anche senza alcuna autorizzane al rilascio delle certificazioni IDSA. Una di queste scuole, molto nota agli Italiani per i corsi "brevi" che fa, senza il mantenimento di tempi e standard, è la scuola che si trova in Scozia, che è solo un membro affiliato IDSA..
IDSA, periodicamente effettua delle verifiche tramite audit ai full member per la corretta applicazione degli standard, e nel caso di una scorretta applicazione della sua didattica, vieta il rilascio della certificazione alla scuola specifica e successivamente, durante un procedimento interno di verifica, allontana tale scuola dallo status di full member.
Manos Kouvakis
direttore CEDIFOP
la foto fa riferimento all'impianto di saturazione usato durante lo stage in Norvegia, dagli allievi del CEDIFOP, del corso per il TOP UP (1 intro training in closed bell). Vedi qui : http://www.cedifop.it/idsa_2011/top_up/nyd_cedifop.jpg
TOP UP parte I - Attività didattiche durante le 15 giorni del corso per il TOP UP del CEDIFOP a Palermo (Agosto 2011)
TOP UP parte II - Attività didattiche durante le 5 giorni del corso per il TOP UP del CEDIFOP a Oslo (Norvegia) (Settembre 2010)