CEDIFOP

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le foto si riferiscono alle attività del CEDIFOP, nei vari livelli di addestramento

lunedì 17 novembre 2014

Il gruppo internazionale IDSA

(di Manos Kouvakis) 


L’International Diving Schools Association (IDSA), costituita nel 1982, rappresenta l’unica didattica a livello internazionale nel settore della subacquea industriale. IDSA fornisce gli standard formativi nei percorsi didattici del settore. Essa ha già stabilito norme per l’addestramento subacqueo, nella subacquea industriale sulla base del consenso dei suoi molti membri. Le norme forniscono sia un criterio per i formatori, sia per la definizione di norme nazionali esistenti o per crearne di nuove, e una guida per i “contractors” internazionali.

L’obiettivo principale dell'introduzione di tali standard formativi, concordati a livello internazionale, è di migliorare la sicurezza, fornire ai “Contractors” un ingresso diretto al Diver Training Syllabus superando i confini nazionali e migliorare la qualità dei Diver, fornendo loro una maggiore opportunità di lavoro. Ad oggi, diversi governi hanno impostato i propri regolamenti nazionali di formazione applicando gli standard formativi proposti dall’IDSA, perché il programma IDSA fornisce una serie di “National Standards” pubblicando anche una “Table of Equivalence” con norme specialistiche attualmente in fase di continuo sviluppo.

In pratica IDSA rappresenta la didattica, (unica a livello mondiale), nel settore del diving industriale perché indica i tempi di fondo, le esercitazioni, il numero delle immersioni minime e quant’altro necessario affinché una scuola possa preparare nel miglior modo possibile i propri allievi, sia per l’inshore che per l’offshore diving, alle varie profondità.

Va ricordato che ci sono 3 tipologie di standard in ambito internazionale:

  1. Standard Formativi (IDSA), IDSA rappresenta l'unica didattica nella subacquea industriale a livello internazionale, cosi come in ambito sportivo abbiamo diverse didattiche PADI, CMAS, SSI, ecc.. E' interessante sottolineare che percorsi nazionali, come quelli provenienti dagli Stati Uniti, Canada, ecc., fanno sempre riferimento alla didattica IDSA (esempio l’ACDE/USA: http://www.acde.us )
  2. Standard Operativi (IMCA), applicabili nel cantiere (qui rientra anche la normativa UNI 11366 “Sicurezza e tutela della salute nelle attività subacquee ed iperbariche professionali al servizio dell’industria - Procedure operative”)
  3. Standard di Sicurezza (HSE), come, per esempio, le norme HSE del Regno Unito.

Sono standard di matrice diversa, ma per il buon funzionamento di un cantiere offshore è intuitivo che le tre tipologie di standard devono coesistere.

Al gruppo internazionale IDSA fanno riferimento scuole full member, ma anche membri associati, affiliati, industriali e reciproci. Solo i Full member hanno diritto di voto durante i meeting annuali e al rilascio delle certificazioni IDSA che stabiliscono il livello di addestramento del diver; sono anche gli unici ad essere sottoposti a severissimi controlli triennali (audit) per la verifica dell’applicazione delle procedure e degli standard che la didattica prevede.

Dopo l'ultime verifiche audit dell'IDSA, sono state confermate FULL MEMBER IDSA solo 15 scuole in ambito internazionale.

Ecco l'elenco aggiornato, delle scuole FULL MEMBER IDSA, (uniche autorizzate a rilasciare le certificazioni IDSA per Diver Training Qualification):

  1. Belgio: CFPME Centre de Formazioni versare Petites et moyennes Aziende 
  2. Danimarca: Royal Danish Navy Diving School 
  3. Finlandia: Luksia
  4. Francia: Ecole Nationale des Scaphandriers
  5. Irlanda: The Irish Navy Diving School
  6. Italia: CEDIFOP
  7. Paesi Bassi: Netherlands Diving Centre
  8. Norvegia: Norwegian School of Commercial Diving (NYD)
  9. Spagna: Oceanos Escuela de Buceo Profesional SL
  10. Svezia: Swedish Armed Forces Diving and Naval Medicine Centre
  11. Svezia: Commercial Diving School of Gothenburg
  12. U.SA: The Ocean Corporation
  13. Singapore: KBA Training Centre Pte Ltd
  14. U.K.: Interdive
  15. U.K.: The National Hyperbaric Centre


Al gruppo internazionale dell’IDSA fanno anche riferimento (con diverse partecipazioni Italiane):
  • 34 ASSOCIATE MEMBERS di provenienza: Bulgaria, Cypro, Denmark, Egypt, France, Hungary, India, Iran, Israel, Italy, Kuwait, Montenegro, Morocco, Nigeria, Russia, Spain, Switzerland, Trinidad, U.A.E., U.K. e U.S.A
  • 13 AFFILIATE MEMBERS di provenienza: France, Italy, Latvia, Malta, Netherlands, Poland, Serbia, Switzerland, U.K. e U.S.A.
  • 9 INDUSTRIAL MEMBERSHIP di provenienza: Italy, Malta, Netherlands, Norway, Sweden e U.K.
  • 3 RECIPROCAL MEMBERSHIP di provenienza: Russia, U.K. e U.S.A.

I corsi del CEDIFOP seguono la didattica internazionale IDSA di cui CEDIFOP è Full Member, come una delle 14 scuole riconosciute al mondo, di cui 12 in Europa, unica in Italia, mentre lo status di membro IMCA nella divisione Diving per l’Europa ed Africa, autorizza all’affermazione che i corsi del CEDIFOP sono in linea con i documenti guida dell’IMCA (Course content is in line with guidance document IMCA) D 015 (Mobile/Portable Surface Supplied System), IMCA D 023 (Diving Equipment Systems Inspection Guidance Note for Surface Orientated Diving System-Air), cosi come è richiesto, anche, nel documento dell’ENI spa del 5/Agosto/2013 “Requisiti HSE per i fornitori di lavori subacquei”.

Tutti i membri dell’associazione possono partecipare ai meeting annuali che diventano un forum per lo scambio di informazioni e di idee, non limitato da confini ed interessi nazionali. Gli aggiornamenti vengono approvati durante i meeting annuali, che IDSA svolge in uno dei Paesi di residenza degli aderenti all’associazione. Negli ultimi anni i membri hanno aggiornato qualifiche e programmi di formazione, confrontando e scambiando le loro esperienze e competenze nella pianificazione e nella didattica dei corsi. Risultato di diversi anni di negoziati e di pianificazione è stata la recente pubblicazione degli standard della didattica e delle procedure IDSA che, rispettando le varie normative nazionali in vigore, costituisce la base per la realizzazione di corsi per Commercial Diver esperti a vari livelli, che rispondono alle esigenze del settore subacqueo industriale . 

Dal 2000 i meeting annuali dell'IDSA sono stati organizzati a:
  • 2000: meeting IDSA n. 18 - Delft (Paesi Bassi)
  • 2001: meeting IDSA n. 19 - Panama City (USA)
  • 2002: meeting IDSA n. 20 - Marseille (Francia)
  • 2003: meeting IDSA n. 21 - Toronto (Canada)
  • 2004: meeting IDSA n. 22 - La Spezia (Italia)
  • 2005: meeting IDSA n. 23 - Bergen (Norvegia)
  • 2006: meeting IDSA n. 24 - Galveston (Texas - USA)
  • 2007: meeting IDSA n. 25 - Helsinki (Finlandia)
  • 2008: meeting IDSA n. 26 - Philadelphia (USA)
  • 2009: meeting IDSA n. 27 - Palermo (Italia)
  • 2010: meeting IDSA n. 28 - Rotterdam (Paesi Bassi)
  • 2011: meeting IDSA n. 29 - Karlskrona (Svezia) 
  • 2012: meeting IDSA n. 30 - Seattle (USA)
  • 2013: meeting IDSA n. 31 - COPENAGHEN (Danimarca)
  • 2014: meeting IDSA n. 32 - OSLO (Norvegia)

Gli standard della didattica IDSA in vigore sono descritti in due volumi: “INTERNATIONAL DIVER TRAINING CERTIFICATION OPERATIONAL & ADMINISTRATIVE PROCEDURES Revision 4 December 2009” e “E INTERNATIONAL DIVER TRAINING CERTIFICATION - DIVER TRAINING STANDARDS Revision 4 October 2009”, completati durante il meeting di Palermo nel 2009 e convalidati durante il meeting di Seattle nel 2012.

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sabato 15 novembre 2014

La subacquea guarda al futuro

(di Leonardo Lodato) 


I numerosi incidenti di quest’estate che volge ormai al termine, alcuni dei quali purtroppo mortali, pongono ancora una volta l’attenzione sui sistemi di sicurezza (e sulla sicurezza in generale) durante le immersioni.

Di questo, ma anche di subacquea industriale e prospettive di lavoro, parliamo con un esperto del settore, Manos Kouvakis, direttore del Cedifop (Centro di formazione professionale), scuola palermitana ormai da anni riconosciuta a livello internazionale.

In che modo è possibile ridurre la possibilità di incidenti mortali che, per onor del vero, sono molto rari, nella subacquea?

“Esistono delle procedure precise, come quelle di certificazione della qualità dell’aria dei compressori che vengono utilizzati nell’ambito della subacquea industriale, e quello della revisione delle bombole o dei pacchi bombole che vengono usate e di tutte le attrezzature in genere. Inoltre Imca ha predisposto da sempre una serie di regole che vanno applicate nei cantieri, sia inshore che offshore, per garantire una maggiore sicurezza durante le attività. 

Ma tutto questo, come base, presuppone che deve esserci sempre una formazione adeguata, che garantisca la professionalità di chi opera nel settore, e non come quello che attualmente spesso riscontriamo, cioè corsi (parlo naturalmente del settore subacqueo industriale) realizzati in 4 week end o in 17 giorni, senza mandare gli allievi in acqua, o corsi OTS realizzati con tecniche della subacquea sportiva (vedi uso dell’erogatore, ecc.). 

Va sottolineato che per operare con efficacia e sicurezza nei cantieri offshore devono coesistere le tre tipologie di standard, applicati in ambito internazionale, e cioè gli Standard formativi Idsa (l’unica didattica nella subacquea industriale a livello internazionale, così come in ambito sportivo abbiamo diverse didattiche Padi, Cmas, Ssi, ecc.), gli Standard operativi (Imca), applicabili nel cantiere (qui rientra anche la normativa Uni 11366 “Sicurezza e tutela della salute nelle attività subacquee ed iperbariche professionali al servizio dell’industria – Procedure operative”) e gli Standard di sicurezza (Hse). Questi standard, specialmente quelli formativi, che rappresentano l’ingresso lavorativo di nuove leve, devono essere controllati da una legislazione specifica del paese dove vengono svolti. Questa legislazione in Italia manca da 35 anni (perché quella per gli Ots è valida solo all’interno delle aree portuali). 

Al parlamento nazionale, dal 1997 ad oggi, sono state presentate 13 proposte legislative, con ben 2 proposte presentate durante la legislatura attuale, il Disegno di legge n. 320 presentato il 26 marzo 2013 al Senato da Aldo Di Biagio e il Disegno di legge n. 807 presentato il 18 aprile 2013 alla Camera, dall’on. Mario Caruso, ma i loro contenuti sono molto distanti da quello che il Ddl 698 cerca di normare, cioè la parte che riguarda percorsi formativi validi ed accettabili in ambito internazionale, che è la cosa principale che troviamo nel Ddl 698 ‘Norme per il riconoscimento della professione e disciplina dei contenuti formativi per l’esercizio delle attività della subacquea industriale’”.

Rimanendo nell’ambito della subacquea industriale, molto è stato ottenuto, ad oggi, grazie alla forza di volontà di scuole come il Cedifop. A che punto è l’iter della legge all’Ars?

“La nostra crescita è dovuta alla volontà di confrontarci a livello internazionale anche sottoponendoci a vari audit, che negli anni ci hanno fatto crescere tantissimo e, principalmente, ci hanno aiutato a capire cosa manca affinché i titoli italiani vengano accettati dai grandi ‘Contractors’ in ambito internazionale, nei cantieri offshore dove la manodopera specializzata è richiesta continuamente. 

Una risposta valida è il Ddl 698, che include al suo interno quello che in Italia è mancato in tutti questi anni. Attualmente il Ddl 698, annunziato nella seduta n. 124 dell’Ars, è stato portato più di una volta all’ordine del giorno nei lavori della V Commissione alla quale è stato assegnato per l’esame e dal 23 giugno2014 è scaduto il termine per la presentazione degli emendamenti. Spero che alla ripresa dei lavori dell’Ars, dopo la pausa estiva, proceda l’iter parlamentare sul Ddl, in tempi rapidi, compatibilmente con gli impegni dell’Ars, poiché rappresenta un esempio positivo di efficienza e di funzionalità dando un segnale forte nel grande caos nel quale naviga in questo periodo la formazione in Sicilia. Considerando anche che tale legge risolverebbe un problema che in Italia ci portiamo dietro da ben 36 anni, e che farebbe diventare la Sicilia centro di riferimento non soltanto dell’Italia ma dell’intero Mediterraneo”.

Torno a farle una domanda che le avevo già fatto qualche anno fa ma che, alla luce della crisi del lavoro, del tasso di disoccupazione giovanile sempre più alto, e dei propositi (buoni?) del governo Renzi, è sempre di attualità: in che modo la subacquea industriale può creare posti di lavoro? 

“La legislazione italiana in questo settore si limita a 3 Decreti ministeriali del 1979, 1981 e 1982, che definiscono la figura dell’Ots che può iscriversi al registro sommozzatori presso una Capitaneria di Porto sul territorio nazionale.

L’attività dell’Ots si limita (per legge) all’interno delle aree portuali. Al di fuori di queste aree, sia in inshore che offshore, ma anche nelle aree interne, non esiste ad oggi una legislazione specifica.

Questo in ambito internazionale ha creato negli ultimi decenni seri problemi al riconoscimento dei titoli italiani all’interno dei cantieri internazionali che contano e alle stesse ditte italiane che operano in offshore, cosi come si evince anche da un email inviatoci anni fa da una grande ditta Italiana del settore che opera a livello internazionale: ‘…Al momento infatti, a causa della nota carenza legislativa, non è sufficiente l’iscrizione in Capitaneria per poter lavorare con le maggiori compagnie petrolifere (Shell/Total/BP). Questo comporta a noi, che operiamo nel mercato mondiale, gravissime difficoltà in quanto i clienti rifiutano per questo motivo le nostre offerte, siamo costretti ad affrontare enormi costi per una ulteriore formazione del personale all’estero, oppure dobbiamo assumere personale straniero…. ‘. Questa situazione, in Italia, persiste da più di 35 anni. Il Ddl 698, è una risposta a tutto questo, perché aprirebbe l’accesso ad un settore raggiungibile, attualmente, solo da chi ha realizzato percorsi formativi fuori dall’Italia, nei territori di quei paesi che hanno una adeguata legislazione che include la formazione in ambiente offshore e non solo in ambito portuale come avviene in Italia con i corsi per Ots”.

Si parla sempre di più di “fuga di cervelli”. Nel caso della subacquea c’è il rischio di una fuga di “pinne” o, meglio, c’è il rischio che chi prende una specializzazione in Italia sia costretto a cercar lavoro all’estero?

Il lavoro del “Commercial Diver”, - non parlo certo dell’Ots (Operatore tecnico subacqueo) limitato come operatività all’interno delle aree portuali – viene svolto in ambito internazionale. Ci sono moltissime ditte non Italiane, ma anche diverse ditte Italiane che operano così. Importante è che in questi cantieri offshore trovano spazio ragazzi che hanno avuto una corretta formazione internazionale in Italia (questo è il vero senso del Ddl 698) e che vengono ‘accettati’ in questi cantieri. E’ un mestiere come quello del marinaio, dove l’operatore deve avere sempre la valigia pronta dietro la porta”.

Ci sono degli appuntamenti importanti che mettono a confronto il mondo della subacquea industriale a livello mondiale. 

“Siamo Full member Idsa (International Diving Schools Association) come scuola, e membro Imca (International Marine Contractors Association) nella divisione Diving per l’Europa ed Africa. Questo ci porta a confrontarci annualmente durante i meeting internazionali per le novità e i progressi della subacquea industriale. Nel 2014, quello dell’Imca si svolgerà a Londra dal 19 al 20 settembre mentre durante il meeting Idsa in corso ad Oslo da oggi al 17 settembre, è previsto un intervento Italiano dal titolo “Italia: Ddl 698 ‘Norme per il riconoscimento della professione e disciplina dei contenuti formativi per l’esercizio delle attività della subacquea industriale: un modello Italiano sulla formazione dei commercial divers esportabile anche in altri paesi Europei’, ciò per l’interesse manifestato sia dalla Spagna che da Cipro per il disegno di legge presentato all’Ars. 

Inoltre, ci sarà una tavola rotonda, durante il XXI congresso nazionale della Simsi (Società Italiana Medicina Subacquea e Iperbarica), che quest’anno si svolgerà a Trapani dal 2 al 4 ottobre prossimo, dal titolo ‘Quali prospettive pone il Ddl 698 - Regione Sicilia (norme per il riconoscimento della professione e disciplina dei contenuti formativi per l’esercizio delle attività subacquee industriali). Quale è il ruolo del medico subacqueo? ’, dove oltre la mia presenza e quella del presidente della Simsi, Infascelli, è registrata la presenza del primo firmatario del Ddl, l’on. Salvatore Lentini, del responsabile del personale di Saipem/Eni, ing. Chines e altre personalità”.

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domenica 9 novembre 2014

Tecnici sub, il disegno di legge sbarca in Norvegia

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Avvisatore Marittimo del Mediterraneo - sabato 01.11.2014

(di Manos Kouvakis)

domenica 2 novembre 2014

Consigli ed informazioni sul virus EVOLA

di Manos Kouvakis

Noto come "virus Ebola" (EVD), precedentemente come febbre emorragica Ebola, è una malattia grave, spesso fatale per l'uomo.

Si pensa che i pipistrelli della frutta della famiglia Pteropodidae siano stati i primi a trasmettere il virus Ebola. Ebola è stato introdotto nella popolazione umana attraverso lo stretto contatto con il sangue, secrezioni, organi o altri fluidi corporei di animali infetti, come gli scimpanzé, i gorilla, i pipistrelli della frutta, scimmie, antilopi di bosco e istrici trovati ammalati o morti nella foresta pluviale.

Ebola si diffonde poi da uomo a uomo per contatto diretto attraverso il sangue, secrezioni o altri fluidi corporei di persone infette, o con superfici e materiali (ad esempio biancheria da letto, abbigliamento) contaminati dai loro fluidi.

Alcuni operatori sanitari sono stati spesso infettati durante il trattamento di pazienti con sospetta o confermata EVD. Ciò è avvenuto attraverso lo stretto contatto con i pazienti quando non sono state attivate le precauzioni dovute per il controllo delle infezioni.

L'ultima epidemia è iniziata in Guinea (Africa Occidentale) nel dicembre 2013. L'epidemia si è poi diffusa nei paesi vicini, Liberia e Sierra Leone, e continua da allora. Altri paesi africani (Senegal, Nigeria) avevano riferito di casi di Ebola, ma sono stati in grado di controllare questi focolai. Di recente, un viaggiatore malato proveniente dalla Liberia ha infettato un piccolo numero di persone in Nigeria. Inoltre, alcuni pazienti con Ebola (operatori sanitari europei o del Nord America che curavano i primi malati) sono stati infettati in Africa, e trasportati successivamente negli Stati Uniti e paesi europei per essere curati.

L'8 agosto 2014, l'OMS (Organizzazione mondiale sanità) ha dichiarato l'epidemia EVD in Africa occidentale, secondo il protocollo dell'International Health Regulations del 2005 (http://www.who.int/ihr/en/). 

Essendo l'Africa è un continente dove sono attivi molti impianti offshore, che coinvolgono diverse centinaia di operatori della subacquea industriale provenienti da tutto il mondo, un certo numero di organizzazioni, oltre l'OMS (l'Organizzazione Mondiale della Sanità), come l'Organizzazione Marittima Internazionale (IMO), e Oil & Gas del Regno Unito, hanno messo a disposizione informazioni on-line su Ebola e sui rischi ad esso associati. 


Per questo motivo, anche IMCA (International Marine Contractors Association), ha prodotto una serie di documenti, come IMCA EA 01/14, IMCA C 14/07, IMCA D 13/14, IMCA M 11/14, IMCA S 14/06 e IMCA R 04/14, indirizzati ai membri associati di Europa ed Africa (CEDIFOP è membro IMCA nella divisione Diving per Europa e Africa), chiedendo di diffonderli nel modo più ampio possibile.

IMCA, inoltre raccomanda ai membri che operano nelle zone colpite, di prendere in considerazione le varie raccomandazioni del settore e garantendo che esse sono aggiornate sui più recenti pareri OMS. 

Anche questo articolo ha lo scopo di fornire informazioni e orientamento, basato sulle raccomandazioni formulate dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), sulle precauzioni da 

prendere per ridurre al minimo i rischi per la gente di mare e i passeggeri a bordo delle navi da un eventuale contagio dal virus Ebola (EVD). 

I sintomi di EVD includono febbre, debolezza, dolori muscolari, mal di testa e mal di gola. Questi sintomi iniziali, sono seguiti da vomito, diarrea, eruzioni cutanee, e in alcuni casi, sanguinamento. È importante notare che una persona che è stata infettata, può diffondere il virus ad altri, dopo la comparsa dei primi sintomi; il periodo di incubazione va da 2 a 21 giorni. 

A differenza di infezioni come influenza e tubercolosi, EVD non si sviluppa respirando aria (e le particelle sospese in essa contenute) anche in presenza di una persona infetta. La trasmissione avviene per diretto contatto con il sangue, secrezioni organiche o altri fluidi corporei di persone infette, vive o morte, o da animali, tutte esposizioni improbabili per i marittimi, i passeggeri e altre persone a bordo delle navi nel normale corso delle loro attività.

Infine due link sul sito dell W.H.O (World Health Organization), il primo sul GAR (Globale Allarme e Risposta), sugli aggiornamenti della diffusione del virus in Africa occidentale, qui: 

http://who.int/csr/don/2014_08_04_ebola/en/ , da dove si possono attingere informazioni e statistiche sui casi che sono stati confermati, probabili e sospetti, e i decessi dovuti al virus Ebola in Guinea, Liberia, Nigeria e Sierra Leone. Attualmente la tabella è aggiornata ad agosto 2014.

Il secondo link, qui: http://www.who.int/mediacentre/factsheets/fs103/en/ , aggiornato a settembre 2014, con informazioni sulla trasmissione, sintomatologia, diagnosi, trattamento, vaccini, prevenzione e controllo, ed una tabella con dati e cronologie delle precedenti epidemie del virus Ebola dal 1976 in poi.



venerdì 31 ottobre 2014

Le norme volontarie (UNI) e la norma 11366: Dove può essere applicata?

di Manos Kouvakis
Direttore CEDIFOP
Membro comitato di sicurezza UNI e del Gruppo di Lavoro per la norma 11366
Membro IMCA per la divisione diving Diving per l’Europa ed Africa
Full member IDSA


Sin dal 2010 CEDIFOP è Socio Effettivo dell’UNI – Ente Nazionale Italiano di Unificazione, partecipa attivamente nella commissione sicurezza e in particolare nei tre organi tecnici dei gruppi di lavoro: GL “Sicurezza nelle attività subacquee ed iperbariche industriali”, che si occupa della norma 11366 “; ”Metodi e sistemi di gestione della salute e sicurezza sul lavoro” e ”Dispositivi di protezione delle vie respiratorie”.

UNI (www.uni.com ) è un’associazione privata riconosciuta dallo Stato e dall’Unione Europea, che studia, elabora, approva e pubblica le norme tecniche volontarie – le cosiddette “norme UNI” – in tutti i settori industriali, commerciali e del terziario. Annovera come soci imprese, professionisti, associazioni, enti pubblici, centri di ricerca, istituti scolastici ed altri.

Svolge un’attività di normazione, a livello nazionale, con una struttura multilivello composta da circa 1.100 organi tecnici (commissioni, sottocommissioni, gruppi di lavoro) e da alcune organizzazioni esterne indipendenti (gli Enti Federati), creando norme che vengono utilizzate, o dei cui effetti beneficeranno diverse categorie come produttori, utilizzatori, professionisti, commercianti, ecc.

Possiamo definire una norma, semplicemente come un documento che dice “come fare bene le cose”, garantendo sicurezza, rispetto per l’ambiente e prestazioni certe.

Secondo il Regolamento UE 1025 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 25 ottobre 2012 sulla normazione europea, per “norma” si intende: “una specifica tecnica, adottata da un organismo di normazione riconosciuto, per applicazione ripetuta o continua, alla quale non è obbligatorio conformarsi”.

Le norme, quindi, sono documenti che definiscono le caratteristiche (dimensionali, prestazionali, ambientali, di qualità, di sicurezza, di organizzazione ecc.) di un prodotto, processo o servizio, secondo lo stato dell’arte e sono il risultato del lavoro di decine di migliaia di esperti in Italia e nel mondo. Esse sono caratterizzate dalla consensualità: deve essere approvata con il consenso di coloro che hanno partecipato ai lavori; democraticità: tutte le parti economico/sociali interessate possono partecipare ai lavori e, soprattutto, chiunque è messo in grado di formulare osservazioni nell’iter che precede l’approvazione finale; trasparenza: UNI segnala le tappe fondamentali dell’iter di approvazione di un progetto di norma, tenendo il progetto stesso a disposizione degli interessati; e volontarietà: le norme sono un riferimento che le parti interessate si impongono spontaneamente.

Spesso, tra la normazione tecnica e la legislazione esiste un rapporto stretto, a volte inevitabile, ma anche complesso. Se infatti l’applicazione delle norme tecniche non è di regola obbligatoria, quando queste vengono richiamate nei provvedimenti legislativi può intervenire un livello di cogenza, delimitato pur sempre dal contesto di riferimento.

Va inoltre sottolineato che tutte le norme UNI sono protette da diritto d’autore, legge 22 aprile 1941 N. 633 e successivi aggiornamenti; esso prevede il divieto della riproduzione, anche parziale, delle norme e dei prodotti UNI su qualsiasi supporto: cartaceo, elettronico, magnetico ed altri, senza preventiva autorizzazione scritta da parte dell’UNI.

Questo rientra nel settore commerciale dell’UNI che da associazione privata gestisce e vende le norme che i suoi soci hanno creato. L’utilizzo di queste norme è condizionato al pagamento di una royalty.




Nel 2010, il gruppo di lavoro “Sicurezza nelle attività subacquee ed iperbariche industriali” ha creato la norma UNI 11366 del 2010, dal titolo “Sicurezza e tutela della salute nelle attività subacquee ed iperbariche professionali al servizio dell’industria”, alla quale ha fatto riferimento il presidente Monti nel Decreto Sviluppo del 2012 – articolo 21 – (Modifiche al decreto legislativo 3 aprile 2006 n. 152, in materia di promozione degli investimenti offshore) - comma 3: “Le attività di cui all’articolo 53 del Decreto del Presidente della Repubblica 24 maggio 1979, n.886, sono svolte secondo le norme vigenti, le regole di buona tecnica di cui alla norma UNI 11366″.

Questo passaggio fa riferimento al D.P.R. (Decreto del Presidente della Repubblica) 24 maggio 1979, n. 886 “Integrazione ed adeguamento delle norme di polizia delle miniere e delle cave, contenute nel decreto del Presidente della Repubblica 9 aprile 1959, n. 128, al fine di regolare le attività di prospezione, di ricerca e di coltivazione degli Idrocarburi nel mare territoriale e nella piattaforma continentale” (GU n.114 del 26-4-1980 – Suppl. Ordinario), dove leggiamo al Capo VII “Impiego di Operatori Subacquei” Art. 53.

Prescrizioni generali: “Le prestazioni lavorative in immersione per il posizionamento della piattaforma, per l’ispezione e la manutenzione delle attrezzature sommerse o per lavori assimilabili, devono essere effettuate solamente da personale esperto e fisicamente idoneo, diretto da un responsabile di comprovata capacità, nel rispetto delle norme specifiche in materia e delle regole della buona tecnica….”; ma tutto ciò non fa della norma UNI una “legge”, come spesso erroneamente si riporta sull’obbligatorietà dell’applicazione della normativa all’interno delle aree portuali o in ambito inshore, ecc; inoltre anche qui la parte dedicata alla formazione degli operatori rimane al margine della normativa stessa.

Essa rimane quindi sempre una norma di carattere volontario nell’applicazione, mentre va sottolineato che il rapporto della norma con il Decreto Sviluppo del 2012, è delimitato, così come la legislazione attuale prevede, dal contesto di riferimento, e cioè “Integrazione ed adeguamento delle norme di polizia delle miniere e delle cave, al fine di regolare le attività di prospezione, di ricerca e di coltivazione degli Idrocarburi nel mare territoriale e nella piattaforma continentale”, attività che devono essere svolte secondo le regole di buona tecnica di cui alla norma UNI 11366.

Tutto ciò, non trasforma la norma UNI 11366 in una legge, e per di più non è prescritta l’applicazione, ad eccezione delle applicazioni di carattere volontario, al di fuori degli ambiti previsti e citati nel Decreto Sviluppo del 2012, come l’ambito inshore o l’ambito portuale dove operano gli OTS in servizio locale definiti con il DM 13/01/1979 perché il loro campo operativo si limita all’interno delle aree portuali, o nell’ambito degli OSS (operatore scientifico subacqueo), pescatori, corallari, ecc.

Unica eccezione potrebbe diventare la Regione Sicilia, dove attualmente con il Disegno di legge n. 698 “Norme per il riconoscimento della professione e disciplina dei contenuti formativi per l’esercizio delle attività della subacquea industriale”, in esame all’Ars, si amplia il campo applicativo della norma UNI 11366 all’ambito delle acque marittime regionali e interne e delle acque marittime non territoriali (offshore), quando alle attività di cui sopra sono connessi interessi regionali o quando alle medesime sono interessate persone e aziende nazionali, prescrivendo nell’articolo 6 comma 2 (che fa riferimento alla normativa UNI 11366), che “… per le parti eventualmente operate presso le imprese di cui al comma 3 dell’articolo 2, alle prescrizioni e linee guida fissate dalla normativa UNI 11366 …” allargando l’applicazione della suddetta norma ai cantieri in ambito offshore, inshore e acque interne.

sabato 25 ottobre 2014

Progetto Comenius “H2o – The Essential of Life”

(di Manos Kouvakis)


Nell’ambito del Progetto Comenius “H2o – The Essential of Life” del Programma Socrates che prevede nel triennio 2013 – 2015 un minimo di 24 mobilità nei paesi che partecipano al progetto (Germania, Danimarca, Inghilterra, Spagna, Ungheria e Italia), il Liceo Linguistico Statale “Ninni Cassarà”, presso la propria sede di via Don Orione, in collaborazione con il Centro Studi CEDIFOP, ha organizzato giovedì 23 ottobre una giornata, per attività esplicative inerenti il mare e attinenti al progetto, durante la quale si è parlato delle tecniche e dei percorsi formativi di subacquea sportivo ricreativa e di subacquea industriale.


Gli allievi ospiti, dal 22 al 24 Ottobre 2014 presso il Liceo Linguistico Statale “Ninni Cassarà”, delle scuole partner, erano accompagnati dai docenti Malene Bukdahl e Jan Rasmussen per la Danimarca, dall’Ungheria Nora Laky e Peter Gaal, dall'Inghilterra Jemma Smith e PaulLynn, dalla Spagna Alex Cabanell e Deli Lloren, dalla Germania Eva Koos e Wiltrud Schulte-Eppendorf, per l’Italia erano presenti la Referente del progetto prof.ssa Rossella Scalone , e le prof.sse Rossella Marchica, Carmen Schillaci e Cinzia Savettieri, che hanno collaborato alla riuscita della manifestazione.


Da parte del CEDIFOP, i docenti Francesco Costantino, Luca Lorico, Hossein Nozary e Marco Sabella hanno presentato, in lingua inglese, le attività del CEDIFOP, avvalendosi di proiezioni video riguardanti le attività del centro nelle varie fasi di addestramento dei “commercial diver” secondo la didattica internazionale IDSA, sottolineando che fra le scuole Full Member IDSA, come il CEDIFOP per l’Italia, in Danimarca, a Copenhaghen, c’è la “Royal Danish Navy Diving School”; in Inghilterra “Interdive” a Plymouth e “The National Hyperbaric Centre” ad Aberdeen in Scozia; mentre in Spagna la “Oceanos Escuela de Buceo Profesional SL” a Barcellona , che realizzano programmi simili per chi vuole intraprendere questo percorso.


La collaborazione del CEDIFOP con il Liceo Linguistico Statale “Ninni Cassarà”, iniziata nel 2008 con il progetto "Un mare... di risorse", viene rinsaldata annualmente in occasione di simili manifestazioni.

giovedì 23 ottobre 2014

Master Universitario di II livello in Medicina Subacquea ed Iperbarica - Anno Accademico 2014/2015

di Manos Kouvakis

E' iniziata la fase programmatica del Master Universitario di II livello in Medicina Subacquea ed Iperbarica, programmato dall’Università degli Studi di Palermo, per l'Anno Accademico 2014/2015, realizzato presso il Consorzio Universitario di Trapani con Laboratorio di ricerca in Medicina Subacquea presso il Villino Nasi a Trapani, con il patrocinio morale gratuito del CEDIFOP, SIMSI e DAN EUROPE.

Nell'ambito delle iniziative che precedono l'inizio delle attività formative, alla presenza del Magnifico Rettore prof. Roberto Lagalla e del Dott. Francesco Paolo Sieli, Presidente della Società Mediterranea di Medicina dello Sport, Direttore della Scuola Internazionale di Medicina dello Sport del Centro Ettore Majorana di Erice, Responsabile del Master di II livello in Medicina Subacquea ed Iperbarica dell’Università degli Studi di Palermo e Coordinatore del Dipartimento di Medicina dello Sport dell’Università Popolare di Trapani ed Erice, venerdì 24 ottobre p.v. alle ore 10,00, presso l'edificio 19, in viale delle Scienze a Palermo saranno presentati ufficialmente i Master dell'offerta formativa dell'Università degli Studi di Palermo per l'Anno Accademico 2014/2015.

Il programma del suddetto Master, in accordo con le linee con linee guida europee ECHM-EDTC, è diretto all’acquisizione di fondamentali strumenti tecno-scientifici e conoscenze specifiche di ordine biomedico, fisico e tecnologico, sia teoriche che pratiche, finalizzate alla formazione del Medico Subacqueo ed Iperbarico.

Inoltre nel pool accademico sono presenti tra i Relatori qualificate figure professionali della S.I.M.S.I., del DAN Europe e del CEDIFOP che contribuiranno alla ottimale riuscita del programma formativo.

Il Master Universitario di II livello in Medicina Subacquea ed Iperbarica di Trapani vuole essere una forza incentivante all’affermazione della professionalità del Medico Subacqueo ed Iperbarico. Esso ha una durata annuale di 1500 ore di attività, e attribuisce 60 crediti formativi universitari ai partecipanti. Possono martecipare un minimo di 10 e un massimo di 20 medici lauereati in medicina e chirurgia.

La domanda per l'accesso dovrà essere consegnata entro il 21 novembre 2014, alla segreteria master di viale delle Scienze dell'Università degli Studi di Palermo, edificio n.3, tel. 091.23890618