CEDIFOP

CEDIFOP
le foto si riferiscono alle attività del CEDIFOP, nei vari livelli di addestramento

lunedì 6 febbraio 2012

Rivista M.A.R.E

E' in stampa il numero 25 della rivista M.A.R.E., la potete trovare anche all'EUDI, Stand B8 del padiglione 6, dove potete ricevere anche una lettura on-line gratuita della rivista




È in stampa il numero 25 di MARE. Un numero ricchissimo di avvincenti storie: novità sull’uso del Nitrox; due viaggi, uno alle pelagie e un altro nella Polinesia Francese, la presentazione della scuola per OTS di Palermo CEDIFOP; un’interessante articolo sugli antropomorfi, presentato dal nostro Bartoli, dove chi è interessato può finalmente capire il segreto dei giunti compensati dei moderni ADS; tanta storia e un’incredibile resoconto sulla vita del transatlantico REX; una fantastica presentazione dell’Antartide con eccezionali fotografie, in occasione del centenario della conquista del polo Sud a opera di Anundsen e in chiusura, la seconda puntata di “Strani eventi a Starling Bird, dove il nostro Bati ci trasporta sempre più nel mistero dei fantasmi…marini.È importante sottolineare che con il n.25, MARE ritorna ad essere anche la rivista di riferimento dei professionisti del mare.Un contenitore apparentemente senza limiti, capace con i suoi potenti mezzi, che altro non sono che la sua redazione e i suoi collaboratori, di realizzare: ciò che potrete vedere solo su MARE.È altresì importante ricordare che il periodico trimestrale MARE nasce su un motoveliero, ancorato nel Golfo dei Poeti.

giovedì 2 febbraio 2012

CEDIFOP, 20 anni di attività nel settore della formazione


Nata nel 1992, come ASSOCIAZIONE no-profit, CEDIFOP svolge prevalentemente attività di formazione nel settore subacqueo. CEDIFOP è un ente di Formazione accreditato dalla Regione Siciliana per la gestione di corsi di formazione anche nel settore subacqueo, con certificato di qualità  ISO 9001/UNI EN ISO 9001 2008 n. IT07/1477, per la progettazione ed erogazione di corsi di formazione professionale.

La sua sede operativa all’interno del Porto di Palermo, al Molo Sammuzzo, sottolinea l’importanza che CEDIFOP da alla formazione nel settore subacqueo.

Dal 1993 ad oggi, CEDIFOP ha realizzato diversi corsi, sia con finanziamenti pubblici F.S.E. (Fondo Sociale Europeo) per Operatori Tecnici Subacquei, ricadenti nell’area della subacquea industriale, sia per Guide Turistiche Subacquee, ricadenti nell’area della subacquea sportiva ricreativa, sia con finanziamenti privati (corsi liberi) cioè corsi con riconoscimento pubblico ma a pagamento, questi ultimi limitatamente al settore della subacquea industriale.

Altri corsi programmati dal CEDIFOP, di tipo POF, PON, POR, sono stati realizzati o sono in fase di attivazione, con partner pubblici quali l’Istituto Provinciale di Cultura e Lingue “Ninni Cassarà” e l’ Istituto Tecnico Industriale Statale “A. Volta” di Palermo, in collaborazione con la Lega Navale di Favignana, un altro corso tecnico per i dipendenti della GESAP (società per la gestione di servizi aeroportuali) di Palermo, per la specializzazione dei loro dipendenti nella saldatura a TIG ed altri.

CEDIFOP è FULL Member DIVER TRAINING I.D.S.A. (International Diving Schools Association), ciò significa che è stato autorizzato al rilascio di certificazioni IDSA (brevetti nel settore della subacquea industriale). E' una delle 15 scuole esistenti a livello mondiale, unica scuola riconosciuta dall'IDSA in Italia, che applica questa didattica (http://www.idsaworldwide.org/html/members.html). Le atre scuole accreditate sono in Asia (2), Africa (1), Europa (10) ed U.S.A (2).

La didattica IDSA, stabilisce la tipologia delle attrezzature da utilizzare, la tipologia delle esercitazioni da realizzare e i tempi di permanenza sul fondo nei vari livelli di addestramento (SCUBA, SCUBA and SURFACE SUPPLIED, SURFACE SUPPLIED-TOP UP e CLOSED BELL).

IDSA, nell'ultima "TABLE of EQUIVALENCE" nella "List of Schools teaching the IDSA Standards together with their National equivalent", riporta CEDIFOP,  come unico referente per l'Italia,  insieme ad Australia, Belgio, Canada, Danimarca, Finlandia, Francia, India, Italia, Marocco, Norvegia, Nuova Zelanda, Olanda, South Africa, Svezia, UK e USA, che effettua corsi nel settore della subacquea industriale con l'applicazione degli standard di:  ADCI Consensus Standards (References) – 5th Edition, IDSA Diver Training Standards - Revision 4 October 2009, HSE List of approved qualifications  - April 1999, e IMCA International Code of Practice for Offshore Diving -  Rev 1 October 2007.

Questi riconoscimenti hanno favorito la programmazione di una serie di corsi per il completamento del percorso formativo del Commercial Diver per il basso fondale, a partire dal corso per OTS, fino ad arrivare alla qualifica di SURFACE SUPPLIED-TOP UP.


Gli attestati di qualifica professionale, di base, per “Operatore Tecnico Subacqueo Specializzato”, rilasciati dal CEDIFOP, sono riconosciuti da H.S.E. (Health and Safety Executive) ed inseriti nella loro "Diving at Work Regulations 1997 - List of Approved Diving Qualifications" (ultimo aggiornamento del 9 August 2011), nella schedula 1: OFFSHORE DIVING e schedula 2: INLAND INSHORE DIVING per SCUBA and SURFACE SUPPLIED (cioè sia per i lavori nei porti o acque interne o per lavori su piattaforma con la limitazione di immersioni dalla superficie, cioè fino ad un massimo di -30 metri), in accordo con le disposizioni della normativa UNI 11366 "Sicurezza e tutela della salute nelle attività subacquee ed iperbariche professionali al servizio dell'industria - Procedure operative" e secondo le indicazioni della ENI spa, nella lettera HSE/SIC Prot. 16 del 21/05/2008, dal titolo “Requisiti HSE per i subappaltatori di lavori subacquei”, attualmente in vigore in Italia.

CEDIFOP, dal 2011, è un centro di formazione IMCA Approved Training Provider (IMCA Reference IDM/01 - Certificate number 024), cioè riconosciuto dall'IMCA (http://www.imca-int.com/divisions/diving/profile/personnel/training/courses-medic.html) per la realizzazione di corsi per DIVER MEDIC, che è uno dei 4 corsi che IMCA realizza (http://www.imca-int.com/documents/factsheets/IMCA-Logo.pdf), unico accessibile per chi ha solo la semplice qualifica di OTS.

Inoltre CEDIFOP, nella qualità di socio UNI, è inserito, attraverso il suo direttore Manos Kouvakis, nella commissione UNI per la sicurezza, che si occupa anche degli aggiornamenti della norma UNI 11366.

CEDIFOP, è anche un centro IRRA - RESORT, dal 2004,  riconosciuto dalla Professional Association of Diving Instructors (PADI) per il rilascio di certificazioni (brevetti) nel settore della subacquea sportivo/ricreativa e socio sostenitore dell’ HDS Italia (The Historical Diving Society) dal 2008.



 Diversi sono i protocolli d’intesa e le convenzioni con enti pubblici o privati, sottoscritti dal CEDIFOP, fra questi si citano quello con la Provincia Regionale di Palermo, con il Comune di Balestrate, con l’Istituto Provinciale Cultura e Lingue “Ninni Cassarà” di Palermo, con l'Istituto Tecnico Industriale Statale "Alessandro Volta" di Palermo di Palermo, con l'Istituto Tecnico Nautico "Gioeni Trabia" di Palermo, con la Lega Navale Italiana - sezione di Favignana (TP), e aziende e/o associazioni quali la piscina Hydra Sport di Villabate (PA), l’A.L.P.E. Sub s.r.l. di Palermo, i Cral dell’AMIA e delle Ferrovie dello Stato, ecc. per la realizzazione ottimale dei corsi di qualifica professionale gestiti e la divulgazione della cultura del mare, realizzando anche diversi convegni e partecipando a manifestazioni e meeting nazionali ed internazionali in questo settore.

Le attività del CEDIFOP, sono spesso tema di articoli pubblicati su giornali e riviste specialistiche del settore sia a tiratura locale, regionale, nazionale,  ma anche a tiratura internazionale, con più di 200 articoli pubblicati negli ultimi 5 anni (http://www.cedifop.it/corsi-2005/stampacdf.htm) di cui ben 42 nel 2011.


  di Manos Kouvakis

martedì 31 gennaio 2012

CEDIFOP: Completato il terzo corso IMCA per DIVER MEDIC




Svolti il 27 e il 28 gennaio 2012, gli esami del 3° corso IMCA per Diver Medic organizzato dal CEDIFOP a Palermo. Hanno partecipato otto allievi, già OTS (Operatori Tecnici Subacquei), cosi come prevede IMCA. 

L’utilità di questo corso permette ai componenti di una squadra di lavoro di OTS qualificati, di  poter gestire eventualità di soccorso complesse nei lavori offshore dove è previsto che ci sia fra i partecipanti chi ha le competenze di Diver Medic.

 Il conseguimento del brevetto IMCA per Diver Medic, inoltre, rappresenta una qualifica necessaria per il raggiungimento del livello "Top Up". 

Il corso è stato sviluppato seguendo le direttive previste da IMCA (International Marine Contractors Association), che raggruppa oltre 700 aziende di 50 stati.

Sul piano didattico sono state effettuate esercitazioni con test di verifica giornalieri (questionari a risposta multipla), in modo da monitorare l’apprendimento degli allievi su quanto appreso il giorno precedente. 

Le lezioni sono state svolte dal docente del Cedifop Marcello Vinciguerra e dal medico anestesista Dott. Massimiliano Casagrande. La commissione di esami era composta dal docente del Cedifop Costantino Francesco e dalla Dott.ssa Laura Vernotico, Specialista in Medicina dello Sport e Medicina del Nuoto e delle Attività Subacquee.

Ecco alcuni degli argomenti trattati durante gli esami finali del corso: incidente da decompressione neurologico – incidente in campana con fuoriuscita di gas – trauma cervicale a seguito di caduta da 7 metri di altezza – pallonata da 30 metri di profondità (incidente da decompressione, Embolia gassosa arteriosa,) con arresto cardiocircolatorio – procedure di emergenza per diver svenuto in acqua e conseguente ipotermia – caduta da 5 metri con frattura di gamba e sospetto trauma vertebrale – ustione al volto da agente chimico con interessamento degli occhi – amputazione di dito durante immersione e comunicazione con il C.I.R.M.

Il prossimo corso per Diver Medic / IMCA del CEDIFOP è previsto dal 24 maggio al 2 giugno 2012

                                                                                                                    (di Manos Kouvakis )



lunedì 23 gennaio 2012

Esami corso OTS del CEDIFOP

Il 17 e 18 Gennaio 2012 si sono svolti gli esami del corso 01/PA/2011, per OTS, del Cedifop. La Commissione di Esami, nominata con Decreto Assessoriale n. 48/F.P./GEST del 16/01/2011, composta dal Funzionario Dipartimento Istruzione e Formazione Professionale Urso Francesca, in qualità di Presidente, dal (CP) C.C. Caddemi Luciano, nominato dalla Capitaneria di Porto di Palermo e dai due docenti del Cedifop Vinciguerra Marcello e Costantino Francesco ha esaminato con successo i 20 gli allievi arrivati da tutta Italia e dall’estero per frequentare il corso: Amiante Luigi (Gioia Tauro -RC), Arena Ermes (Messina), Arena Valerio (Messina), Azzara Aurelio (Messina), Costanza Matteo (Palermo), D'Alessandro Antonio (Nardò - LE), Ferrero Tommaso (Brindisi), Fiumanò Cristian (Messina), Giardina Davide (Messina), Iacono Dimitri (Sassari), Lisini Riccardo (Oristano), Nozary Hossein (Teheran - Iran), Oteri Giovanni (Messina), Paglialonga Antonio (Nardò - LE), Picciolo Vincenzo (San Paulo - Brasile), Santoro Manuel (Palermo), Stagno Antonio (Milazzo - ME), Terrano Antonio (Stromboli-Lipari), Trischitta Antonino (Messina) e Trivellato Paolo (Latisana -UD). I nuovi Ots, potranno iscriversi al Registro Sommozzatori del Ministero dei Trasporti gestito dalle Capitanerie di Porto sul territorio nazionale, per ottenere il “Libretto di Ricognizione” rilasciato dalle capitanerie stesse in base al Decreto Ministeriale 13 gennaio 1979 “Istituzione della categoria dei sommozzatori in servizio locale”


giovedì 19 gennaio 2012

Modifiche al decreto legislativo 3 aprile 2006 n. 152, in materia di promozione degli investimenti offshore


1. L'articolo 6, comma 17, primo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, è sostituito dal seguente: "Ai fini della tutela dell'ambiente e dell'ecosistema, sono vietate le attività di ricerca, di prospezione nonché di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi di cui agli articoli 4, 6 e 9 della legge 9 gennaio 1991, n. 9, da svolgersi all'interno delle acque delimitate dal perimetro delle aree protette di cui al Decreto 27 aprile 2010 del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e successive modificazioni e integrazioni; nel caso di istituzione di nuova area protetta restano efficaci i titoli abilitativi già rilasciati alla data di inserimento della stessa nell'elenco di cui al decreto 27 aprile 2010 e sue modifiche e integrazioni".

2. All'articolo 6, comma 17, secondo e quarto periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006 n. 152, le parole "dodici miglia" sono sostituite con le parole "cinque miglia".

3. All'articolo 6, comma 17, secondo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006 n. 152, le parole "linee di base" sono sostituite con le parole "linee di costa".

4. All'articolo 6, comma 17, sesto periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006 n. 152, dopo le parole "stessa data" sono aggiunte le seguenti parole "in base ai quali possono essere rilasciati i provvedimenti conseguenti o comunque connessi ai titoli stessi, comprese le proroghe e il rilascio delle concessioni conseguenti a un rinvenimento in un permesso di ricerca già rilasciato prima della data di entrata in vigore del presente comma o, in caso lo stesso permesso ricada in una area protetta di nuova istituzione, prima della data di inserimento nell'elenco di cui al decreto 27 aprile 2010 e sue modifiche e integrazioni".

5. Le attività di cui all'articolo 53 del Decreto del Presidente della Repubblica 24 maggio 1979, n.886, sono svolte secondo le norme vigenti, le regole di buona tecnica di cui alla norma UNI 11366.


RELAZIONE 
Le modifiche proposte riguardano l'articolo 6, comma 17, del decreto legislativo n. 152/2006, come introdotto dal decreto legislativo n. 128/2010.

La disposizione vigente disciplina due tipologie di divieti: il primo, inerente lo svolgimento di attività riguardanti gli idrocarburi sia liquidi che gassosi in mare all'interno del perimetro delle aree marine e costiere a qualsiasi titolo protette per scopi di tutela ambientale, in virtù di leggi nazionali, regionali o in attuazione di atti e convenzioni internazionali e nelle zone di mare poste entro dodici miglia marine dal perimetro esterno di tali aree; il secondo, relativo ai soli idrocarburi liquidi nella fascia marina compresa entro cinque miglia dalle linee di base delle acque territoriali lungo l'intero perimetro costiero nazionale.

La norma ha avuto rilevanti impatti economici sulle attività del settore e ha ingenerato dubbi interpretativi e applicativi di varia natura, senza peraltro apportare un significativo miglioramento della tutela ambientale.
L'intervento normativo ha lo scopo di specificare l'ambito di estensione del divieto mediante il riferimento esplicito all'Elenco ufficiale delle aree protette di cui al Decreto 27 aprile 2010 del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare; viene inoltre chiarita la funzione protettiva della norma, confinata allo spettro di mare sovrastante il sottosuolo marino.

Si vuole, ancora, rendere possibili le attività di ricerca e prospezione di idrocarburi in una area più vicina alle coste senza compromettere l'ecosistema che è, in ogni caso, già protetto dalle stringenti normative nazionali di tutela ambientale. Il limite proposto delle 5 miglia appare adeguato a garantire la protezione ambientale rispetto alle attività di ricerca e prospezione salvaguardandone al contempo le ricadute economiche non solo per le imprese del settore ma anche per lo Stato e gli enti locali. Così come il riferimento alle linee di costa anziché alle linee di base rende omogeneo l'impianto della norma e ne garantisce un'applicazione parametrata a un dato fisico certo, le linee di costa, piuttosto che convenzionale e incerto, come le linee di base.

Con l'ultima modifica si vuole, infine, porre rimedio a una questione interpretativa, relativa all'efficacia dei titoli abilitativi già rilasciati in relazione all'esercizio dell'attività mineraria già in essere, peraltro oggetto di una richiesta di intervento in sede consultiva del Consiglio di Stato, ancora non emesso. In questo modo si garantisce la tutela dei diritti acquisiti da parte degli operatori del settore e la salvaguardia della legittima aspettativa degli operatori impegnati nella ricerca.

In termini generali, la norma in oggetto ha provocato conseguenze fortemente negative sugli investimenti nel settore estrattivo nazionale, in un settore che ha visto nel 2009 investimenti che hanno superato il miliardo di euro e che contribuisce in maniera significativa alla formazione di un patrimonio di know how di altissima specializzazione attraverso investimenti per circa 300 milioni di euro l'anno nella ricerca, coinvolgendo università e politecnici.

I divieti imposti sfavoriscono il rimpiazzo della produzione nazionale di petrolio e gas naturale dei giacimenti maturi, che attualmente contribuisce a circa il 6% del fabbisogno nazionale di petrolio e gas. La produzione di idrocarburi in Italia assicura una strategica fonte di approvvigionamento di materie prime a fronte di una dipendenza estera del1'84%. Inoltre, la disposizione oggetto di modifica ha comportato i seguenti effetti:

- riduzione degli investimenti in tecnologie e servizi forniti dalle imprese italiane con un crollo dei progetti in corso, stimabile in circa 3-4 miliardi di euro nei prossimi anni, con abbandono degli investimenti in corso sul territorio italiano da parte delle imprese italiane ed estere operanti nel settore (recente esempio la EXXON);
- riduzione dei posti di lavoro nel settore stimabile in 65 mila addetti di cui 15 mila direttamente coinvolti nell'attività nazionale;
- riduzione del 50% del gettito fiscale nell'arco di 3-4 anni, nel 2009 il solo settore E&P e per la sola attività in Italia (escludendo l'indotto), contribuisce alla fiscalità per oltre un miliardo e 200 milioni di euro l'anno comprensivo di royalties e canoni. Sono state stimate minori entrate fiscali a seguito della disposizione in oggetto per circa 600 milioni euro l'anno.

Si sottolinea come lo sviluppo delle attività di prospezione e coltivazione di idrocarburi sia tra i parametri oggetto di valutazione da parte delle Agenzia di rating per la stima della solidità economica degli Stati. A titolo esemplificativo, si rileva che tra le ragioni che hanno indotto, lo scorso 9 settembre, Standard & Poor's ad alzare il rating di Israele ad 'A+' da 'A', c'è stata proprio la decisione del governo israeliano di sviluppare le attività di ricerca e prospezione degli idrocarburi nelle proprie acque territoriali.

Con le modifiche proposte si ritiene che saranno a breve riavviati investimenti da parte di 20 operatori per oltre 4 miliardi di euro. Sarà evitato, inoltre, un contenzioso relativo agli affidamenti ingenerati per titoli abilitativi rilasciati e sospesi, con conseguente esposizione debitoria dello Stato a titolo risarcitorio per danno emergente e per lucro cessante - stimabile per non meno di 300 milioni di euro -, nonché relativa alle spese di decommissioning degli impianti esistenti.

L'ultimo comma riguarda lo sviluppo e la promozione delle attività offshore. Le aziende italiane che si dedicano ai lavori subacquei sono più di 1.500, con un fatturato di oltre 700 milioni di euro per il solo settore degli idrocarburi offshore in acque nazionali e all'estero. Al fine di favorire la crescita e la concorrenzialità degli operatori italiani che operano nel settore, soprattutto nel mercato internazionale, si rende necessario completare il quadro normativo di riferimento. Infatti, l'articolo 53 del Decreto del Presidente della Repubblica 24 maggio 1979, n.886, mentre prescrive che, ai fini della sicurezza e salute dei lavoratori, le operazioni da effettuarsi con l'impiego di operatori subacquei devono essere effettuate nel rispetto delle norme specifiche in materia e delle regole della buona tecnica, nulla specifica in merito alle effettive modalità di conduzione delle stesse. Per questi motivi, il rinvio esplicito alla norma UNI 11366 "Sicurezza e tutela della salute nelle attività subacquee e iperbariche professionali al servizio dell'industria" fornirà un puntuale riferimento alla gestione delle attività subacquee che, per la specificità ambientale che le caratterizza, necessita di norme specifiche che possano garantire il raggiungimento dei più alti livelli di sicurezza a tutti i lavoratori subacquei e la possibilità di concorrere sul mercato internazionale con proprie norme e regole senza dover ricorrere ad organizzazioni straniere per le omologazioni delle procedure operative aziendali, necessarie per partecipare alle gare di appalto internazionali.

venerdì 6 gennaio 2012

Collaborazione Italia/Norvegia per la riuscita del primo corso Italiano per il TOP UP secondo gli standard della didattica IDSA


Con gli esami del 01/12/2011, svolti a Palermo, si è concluso il primo corso pilota per il TOP UP, che ha visto la collaborazione delle due scuole full member IDSA, che hanno permesso non solo di completare un percorso secondo rigidi standard previsti dalla didattica IDSA, ma anche di superare, per la prima volta in Italia, uno stallo che da anni impediva a strutture italiane di raggiungere tali livelli.

Un percorso, abbastanza complesso, partito grazie alla autorizzazione dell'Assessorato Regionale dell’Istruzione e della Formazione Professionale Siciliano, che ha autorizzato lo svolgimento di questo corso pilota, riconoscendo la validità della didattica IDSA, monitorando le attività svolte con i suoi uffici di controllo, ispettorato del lavoro e ufficio provinciale del lavoro, come garanzia di un corso che ha visto gli allievi del CEDIFOP, e per la prima volta in Italia, completare questo percorso.

Gli allievi del CEDIFOP, che avevano precedentemente seguito corsi per OTS, portando a completamento i tempi previsti dalla didattica IDSA per SCUBA e SSDE, cioè le immersioni dalla superficie, hanno completato il modulo 3 della didattica IDSA con una serie di immersioni fra i -30 e -50 metri, in collaborazione con ALPE SUB srl, principalmente al campo boe ENI ed ESSO di Palermo, con una serie di specifiche esercitazioni, basate sull'utilizzo delle tabelle US NAVY 6. Gli allievi si sono soffermati più volte nell'intervento dello stand by dal basket a profondità prossime ai -50 metri, e sulle procedure di emergenza in caso di assenza di comunicazioni e in caso di subacqueo inconscio sul fondo.

Successivamente gli allievi, accompagnati da un docente del CEDIFOP, si sono trasferiti presso la scuola (IDSA) NYD di OSLO, per il completamento del percorso formativo, secondo gli accordi fra le due scuole, integrando con una serie di esercitazioni specifiche le attività svolte a Palermo, secondo la didattica IDSA, del tipo: uso della campana aperta (open bell), uso della muta ad acqua calda (hot water suit), esercitazioni del tipo "salto in camera" (dive surface decompression), immersioni SSDE con temperature intorno ai 0° C e infine introduzione al corso di saturazione (altofondale) con trasferimento dalla campana chiusa (closed bell) alla TUP (Transfer Under Pressure). Questo stage, voluto fortemente dal CEDIFOP, oltre ad arricchire la formazione degli allievi con un percorso integrativo svolto presso una delle migliore scuole attualmente esistenti in Europa, ha tracciato le linee guida per un corso con validità internazionale per le immersioni in offshore fino ai -50 metri, secondo standard internazionali vigenti.

A fine stage, gli allievi del CEDIFOP, hanno ottenuto una certificazione individuale ed integrativa dalla NYD con specifiche delle attività svolte, che sarà integrata al certificato di qualifica professionale rilasciato dalla Regione Siciliana e alla Card dell’IDSA per il level 3, dove sono state riportate congiuntamente le 2 scuole frequentate, CEDIFOP (Palermo/Italia) e NYD (Oslo/Norvegia).

L’obbiettivo principale che si è posto CEDIFOP, con lo svolgimento di questo corso in Italia, è quello di indicare una strada che valorizzi i percorsi fatti in Italia, a livello internazionale, visto che una specifica legislazione a livello nazionale, è ferma al lontano 1982, motivo che ha provocato, in varie regioni Italiane, anche per la mancanza di uno specifico controllo regionale, la proliferazione di corsi e titoli assolutamente insufficienti per quello che attualmente è considerato normale in altri stati europei e non, a cui la Regione Siciliana ha contribuito in maniera determinante facendosi garante della correttezza formativa in questo percorso formativo.

Non va comunque dimenticato, che anche se in Italia manca una legislazione specifica, l’esigenza forte di colmare questo vuoto, la possiamo vedere in una serie di ordinanze emanate da diverse capitaneria di porto, che sempre più numerose, prendono le distanze da immersioni sportive, camuffate da immersioni di subacquea industriale, bandendo l’uso dell’erogatore, dell’immersione in coppia e tecniche della subacquea sportiva, lontane dai principi della subacquea industriale. Anche la normativa UNI 11366, pubblicata nel 2010 ha timidamente cominciato a introdurre questi principi. Nel parlamento Italiano, tre proposte legislative presentate, pressano sull’esigenza di una suluzione legislativa di questo problema, che negli ultimi anni ha provocato diversi morti in Italia, fino a indurre il parlamentare Onorevole Aldo Di Biagio a seguito dell’ennesimo incidente verificatosi in un cantiere subacqueo, durante il suo intervento in aula, alla Camera dei Deputati, sull’ordine dei lavori del 28 Aprile 2011, a sottolineare la gravità dell’attuale situazione in Italia, con il seguente passaggio del discorso: “Mi assumo ogni responsabilità nell’affermare con certezza e risolutezza che la promulgazione e conseguente applicazione di queste disposizioni avrebbe potuto salvare la vita a questo giovane. Si continua a parlare di sicurezza sul lavoro, come di un diritto cogente ed inviolabile di ogni cittadino. Ma le norme a tutela di essa restano spesso inapplicate o addirittura inesistenti per motivi puramente burocratici. Il mio è un invito alla riflessione, alla responsabilità e alla sensibilità di ognuno di noi e del Governo affinché si proceda rapidamente alla conclusione di questo iter e si dia finalmente giustizia ai tanti – troppi – morti per l’incuria del nostro ordinamento.” (http://nuovo.camera.it/412?idSeduta=469&resoconto=stenografico&tit=00080&fase=)

Importantissimo diventa a questo punto sottolineare che ENI spa, nella sua lettera HSE/SIC Prot. 16 del 21/05/2008, attualmente in vigore in Italia, dal titolo “Requisiti HSE per i subappaltatori di lavori subacquei”, nelle pagine 9 e 10, descrive esattamente l’obbligatorietà di applicare questa tipologia di norme, nelle immersioni che prevedono lavori offshore fino ai -30 metri, con intervento dalla superficie, e l’obbligatorietà del TOP UP (uso della campana aperta o del basket) per tutte le attività in basso fondale dai -30 ai -50 metri, mentre per le immersioni oltre i -50m prevede l'utilizzo dei sistemi di saturazione per l'alto fondale, sotto forma di un "sistema integrato per immersioni profonde", adeguatamente certificato e sottoposto a manutenzione, conformemente a quanto richiesto dalle Società di Classificazione competenti in PVHO.
 di Manos Kouvakis