CEDIFOP

CEDIFOP
le foto si riferiscono alle attività del CEDIFOP, nei vari livelli di addestramento

lunedì 23 maggio 2016

LA LEGGE LENTINI (L.R. 07/2016) E L’EQUIVALENZA DEI PERCORSI ITALIANI INSHORE E OFFSHORE CON L’APPROVED LIST DELL’HSE_UK

di Manos Kouvakis


Finalmente anche in Italia, è stata approvata, dopo più di 35 anni di attesa, una legge (L.R. 07/2016 – Legge Lentini) sulla formazione dei sommozzatori che operano nel settore inshore e offshore. La Legge Lentini che si intitola “Disciplina dei contenuti formativi per l’esercizio delle attività della subacquea industriale” enumera i livelli di formazione per operare in ambito inshore e offshore, partendo dalla base esistente di OTS (Operatore Tecnico Subacqueo) valido per attività in ambito portuale, introduce il primo livello per l’INSHORE AIR DIVER, a cui fanno seguito il secondo e terzo livello per L’OFFSHORE DIVER (aria e saturazione) secondo gli standard didattici dall’International Diving Schools Association (IDSA), standard che fanno parte integrale della legge Lentini. 

Abbiamo sottolineato più volte, del fatto che in ambito internazionale esistono tre tipologie di standard ed in particolare 

1) gli standard formativi stabiliti dall’International Diving Schools Association (IDSA) che rappresenta l’unica associazione didattica nella subacquea industriale a livello internazionale, così come in ambito sportivo esistono diverse didattiche PADI, CMAS, SSI e altro

2) gli standard operativi declinati dall’International Marine Contractors Association (IMCA), applicabili nel cantiere (in essi rientra anche la citata normativa UNI 11366 sulla sicurezza e tutela della salute nelle attività subacquee ed iperbariche professionali al servizio dell’industria – procedure operative);

3) gli Standard di sicurezza dell’Health and Safety Executive (HSE) quali, per esempio, le norme HSE del Regno Unito. Solo la corretta applicazione di questi standard può garantire una maggiore spendibilità della qualifica del sommozzatore italiano a livello internazionale, riportando la categoria al livello che le spetta per la storia e per le competenze che la caratterizzano

Per il buon funzionamento di un cantiere offshore è intuitivo che le tre tipologie di standard devono coesistere e la legge appena promulgata si occupa di definire in modo chiaro i primi: quelli che riguardano la formazione dei subacquei al servizio dell’industria, secondo le precise regole di formazione stabilite dalla didattica Internazionale IDSA.

Proprio qui, sulla formazione, interviene il testo della Legge Lentini approvata dall’assemblea regionale Siciliana per regolamentare la formazione degli operatori in un comparto in cui manca una normativa nazionale di riferimento. 

E proprio l’assenza di una disciplina dello Stato al riguardo ha, fino ad oggi, costituito un grande ostacolo per l’inserimento professionale degli operatori italiani della subacquea industriale. Un paradosso evidente per una regione insulare come la Sicilia, interessata dalla presenza di diversi impianti per l’estrazione, il trasporto e la raffinazione degli idrocarburi, di strutture portuali e di molteplici altre attività subacquee.

L’articolo 3 è il più importante, perché specifica come devono essere svolti i percorsi formativi, cioè con interventi formativi conformi nei contenuti agli standard internazionalmente riconosciuti, in riferimento ai tempi di immersione e di fondo e alle attività in acqua, dall’International Diving Schools Association (IDSA), ai controlli che devono essere effettuati per il rispetto di obblighi e requisiti generali in materia di salute, sicurezza ed ambiente (HSE), anche in conformità alle linee guida di International Marine Contractors Association (IMCA). Tre tipologie di standard (Formativi Sicurezza ed Operativi) racchiusi in poche righe ma importantissime, specialmente perché riconoscibili ai sensi della Direttiva 2005/36/CE sull’intero territorio comunitario.

La legge Lentini crea la CARD del COMERCIAL DIVER ITALIANO, che sarà gestita dalle istituzioni Italiane e che sarà rilasciata a chi si iscriverà al repertorio telematico nei tre livelli previsti. L'iscrizione al repertorio telematico deve essere in conformità a percorsi formativi secondo standard IDSA a cui fa riferimento l’articolo 3, comma 2, della Legge Lentini. 

Tutti coloro che hanno svolto corsi di formazione professionale secondo gli standard previsti dalla didattica IDSA con l'iscrizione al repertorio telematico della Regione Sicilia, potranno usufruire della CARD secondo il livello di qualifica (Inshore Air Diver, Offshore Air Diver -TOP UP e Offshore Sat Diver - Altofondale) riconoscibile ai sensi della Direttiva 2005/36/CE sull’intero territorio comunitario. 

Queste le dichiarazioni dell'Onorevole Lentini: "Il provvedimento disciplina le attività formative per il conseguimento delle qualifiche internazionalmente riconosciute (senza in alcun modo intervenire sull’esercizio dell’attività professionale, di competenza statale) di inshore diver (sommozzatore abilitato ad interventi fino a 30 metri di profondità), di offshore air diver (“Top Up”, fino a 50 metri) e di offshore sat diver (altofondalista, fino a 200 metri con supporto di strumenti iperbarici). Tutti i percorsi di formazione dovranno svolgersi nel rigoroso rispetto degli standard fissati a livello internazionale dall’IDSA (l’associazione mondiale delle scuole per subacquei industriali) e delle norme a tutela della sicurezza, della salute e dell’ambiente (HSE). Al termine dei percorsi di formazione i ragazzi potranno far inserire il proprio nominativo nell’apposito repertorio telematico sul sito della Regione e riceveranno un’apposita card, che permetterà così alle aziende del settore di verificare le competenze, favorendo l’incontro fra domanda ed offerta di lavoro. I titoli conseguiti saranno inoltre effettivamente utilizzabili sul mercato del lavoro comunitario (riconoscimento ai sensi della Direttiva 2005/36) ed internazionale. L’intervento legislativo, inoltre, non prevede nessun nuovo onere per la Regione: i corsi potranno eventualmente essere finanziati coi fondi comunitari (FSE) o comunque operare in regime di libero mercato, fermo restando il controllo della Regione sull’effettività degli insegnamenti e dei tempi di immersione. Sono estremamente soddisfatto per le approvazioni di un provvedimento che apre ai giovani siciliani nuove opportunità di lavoro in un settore di alta qualificazione e dinamico. Senza spendere fondi pubblici offriamo la possibilità, in una terra al centro del Mediterraneo, di concrete occasioni di lavoro ben remunerate in Sicilia ed altrove, nel settore petrolifero, portuale e delle installazioni marittime in genere. La Regione ha finalmente usato bene la propria autonomia per aiutare i siciliani ad inserirsi e competere nell’attività lavorativa in tutta Europa e nel mondo."

Sarebbe anche importante un confronto con gli standard dell’HSE Inglese e i nuovi standard italiani, visto che fino ad oggi la legislazione Italiana si limitava solo nel disciplinare la subacquea in area portuale e, più precisamente, l’ ”Istituzione della categoria dei sommozzatori in servizio locale”. Facendo riferimento solo ai servizi portuali, detta normativa non tratta dei livelli offshore e inshore i quali prevedono una preparazione superiore anche in termini di profondità di immersione.

- La nuova Legge 21 aprile 2016, n. 7 (c.d. Legge Lentini) disciplina i livelli offshore e inshore come segue:

a) Primo livello (inshore diver), o “sommozzatore”, che definisce la formazione per operatori in ambiente subacqueo con immersioni fino a profondità massima di -30 metri.

Nel paragone con la formazione inglese, questo si può collocare al corrispondente livello “Insland/Inshore Diving” (Schedule 2) e precisamente:

– HSE Surface Supplied Diving

– HSE Part III

– Transitional Part III (issues between 1 July 1981 – 31 December 1981)

– HSE Part III (Restricted – Tank)

– HSE SCUBA Diving

– HSE Part IV

– Transitional Par IV (issued between 1 July 1981 – 31 December 1981)

– HSE Part IV (Restricted – Tank).

b) Secondo livello (offshore air diver), detto anche di categoria “TOP UP”.

Profondità fino a -50 metri. Nel paragone con la formazione inglese, questo si può collocare al corrispondente livello “Offshore Diving” (Schedule 1.2 “For Surface Supplied, Surface-Orientated Diving Techniques to a maximum depth of 50 metres) e più precisamente:

- HSE Surface Supplied Diving with HSE Surface Supplied Diving (Top-up)

- HSE Part I

Our Ref: INT5

Date: 18 May 2016

- Transitional Part I (issued between 1 July 1981 – 31 December 1981)

- TSA or MSC Basic Air Diving (issues between August 1975 and June 1981)

c) Terzo livello (offshore sat diver), detto anche di categoria “alto fondista” (saturazione). Profondità superiore a -50 metri.

Nel paragone con la formazione inglese, questo si può collocare al corrispondente livello Offshore Diving (Schedule 1.1) e più precisamente:

- HSE Closed Bell Diving

- HSE Part II

- HSE Part II (Restricted) (Air range only)

- Transitional Part II (issued between 1 July 1981 – 31 December 1981)

- TSA or Manpower Services Commission Mixed gas/Bell Diving (issued

between August 1975 and June 1981)

Ecco nello schema seguente, qui di seguito, la comparazione tra i livelli Italiani ed Inglesi 


ITALIAN LEVEL
CORRESPONDENT LEVEL IN UK
OTS (Operatore Tecnico Subacqueo) D.M. 13/01/79
Not present in UK – very basic level
Letter a) First level as per Law 21/04/2016 n. 7 - Inshore Diver
Schedule 2 – Inlande/Inshore Diving
Letter b) Second level as per Law 21/04/2016 n. 7- Offshore Air Diver
Schedule 1.2 – Offshore Diving – For Surface-Orientated Diving techniques to a maximum depth of 50 metres
Letter c) third level as per Law 21/04/2016 n. 7 – Offshore Sat Diver
Schedule 1.1 – Closed Bell Diving or Saturation Diving Techniques


Questa legge permetterà anche di uniformare i livelli di preparazione come previsto anche dalle disposizioni della Direttiva CE, in particolare comma 11 della Direttiva 2005/36/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 7 settembre 2005 relativa al riconoscimento delle qualifiche professionali, dove si sottolinea che “è opportuno prevedere che ogni Stato membro ospitante che regolamenti una professione sia obbligato a tenere conto delle qualifiche acquisite in un altro Stato membro e verificare se esse corrispondano a quelle che esso richiede.”


mercoledì 11 maggio 2016

Prossimi corsi CEDIFOP per l'INHSORE AIR DIVER (Saldatore) ed OFFSHORE AIR DIVER (TOP UP)

Inizierà nel mese di giugno il corso per "Saldatore Subacqueo" (durata 4 settimane), valido per l'iscrizione al primo livello del Repertorio Telematico della Regione Sicilia, per il rilascio della CARD (da parte della regione) livello di INSHORE AIR DIVER (Basso Fondale), mentre il corso "TOP UP" (durata 4 settimane) valido per l'iscrizione al secondo livello del repertorio telematico della regione sicilia, per il rilascio della CARD (da parte della regione) livello di OFFHORE AIR DIVER (Basso Fondale) è previsto per fine agosto 2016.

La CARD che la Regione Sicilia rilascerà agli iscritti al Repertorio Telematico ha una riconoscibilità in ambito Europeo (articolo 3 e articolo 4 della L.R. 07/2016 - ex DDL 698) ai sensi della direttiva 2005/36/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 7 settembre 2005.

Va sottolineato che la parte "regionale" della legge 07/2016 riguarda la tenuta del Repertorio Telematico da parte dell'Assessorato al Lavoro della Regione Sicilia e il rilascio della CARD da parte dell'Assessorato, e non del percorso formativo richiesto per l'iscrizione, che garantisce i massimi livelli di sicurezza e competenza, che non può essere limitato ai confini di una regione.

Va detto, inoltre, che la L.R. 07/2016 NON riguarda gli OTS, in quanto loro in base alla legislazione esistente (articolo 1 e articolo 2 del DM 13/01/1979) solo lavoratori all'interno delle aree portuali. 






La legge 07/2016 riguarda i lavoratori FUORI DALLE AREE PORTUALI, che oeprano nelle acque interne in inshore o in offshore, che NON sono più OTS .

Fino ad oggi si chiamavano anche loro cosi, perchè NON esisteva una legge per chi lavorava FUORI dai porti.

Un documento del 2012 della Capitaneria di Porto di Livoro, durante le operazioni al relitto di Costa Concordia, fa ulteriore chiarezza su questo punto





legge lentini

domenica 1 maggio 2016

Quali novità con la L.R. 07/2016 (Legge Lentini - ex DDL 698)

(di Manos Kouvakis)


In data 21/04/2016 è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Sicilia la Legge Regionale n.7/2016 dal titolo "Disciplina dei contenuti formativi per l’esercizio delle attività della subacquea industriale"

Tale legge definisce come "‘Sommozzatori e lavoratori subacquei’ (Nomenclatura e classificazione delle Unità Professionali ISTAT 6216) coloro che eseguono, in immersione, attività lavorative subacquee anche in via non esclusiva o in modo non continuativo, operando in acque marittime inshore ed offshore o interne" (articolo 1.2) (con riferimento EQF alla qualifica n. 6216 (ISTAT) in accordo con la Classificazione Internazionale delle professioni “ISCO-08” - qualifica equivalente al numero 7.5.4.1. “Underwater divers”)

Stabilisce (articolo 2.1) percorsi formativi articolati "in tre livelli di qualificazione correlati alle attività di cui al comma 2 dell’articolo 1:
a) di primo livello (inshore diver), o “sommozzatore”;
b) di secondo livello (offshore air diver), detto anche di categoria “TOP UP”;
c) di terzo livello (offshore sat diver), detto anche di categoria “altofondalista” (saturazione)."

con relativa iscrizione (aperta a tutti coloro che sono in regola con le definizioni della L.R. 7/2016) in un repertorio telematico presso il Dipartimento regionale del lavoro, dell’impiego, dell’orientamento e dei servizi e delle attività formative dell’Assessorato regionale della famiglia, delle politiche sociali e del lavoro e relativa pubblicazione e aggiornamento nel proprio sito internet. L’iscrizione al repertorio avviene secondo numerazione progressiva individuale e prevede il rilascio all’iscritto di una CARD nominativa corredata dei dati integrali di iscrizione.

Per la prima volta in Italia è stata approvata una disciplina per l’esercizio delle attività di subacquea industriale, che può essere applicata fuori dall'ambito portuale, riservato agli OTS (Operatori Tecnici Subacquei) definiti dal D.M. 13/01/1979 e s.m.i.

L'iscrizione al Repertorio Regionale delle Regione Sicilia, diventa importante dal punto di vista della sicurezza sul lavoro, perché prevede una formazione che addestra gli operatori ad effettuare le attività lavorative con i massimi livelli di sicurezza stabiliti in ambito internazionale, diminuendo al massimo la probabilità di incidenti sul lavoro, per coloro che operano in acque marittime inshore, offshore o interne, creando nuovi livelli, diversi dagli OTS (operatori in servizio locale, all'interno delle aree portuali).

Per la prima volta in Italia, vengono definiti limiti di profondità abbinati a relativi percorsi formativi per il conferimento di un titolo che certifica le capacità degli operatori, definendo "inshore diver" coloro che operano entro i - 30 metri fuori dall'ambito portuale, "offshore air diver" coloro che operano entro i - 50 metri fuori dall'ambito portuale e "offshore sat diver" coloro che operano oltre i - 50 metri fuori dall'ambito portuale, stabilendo criteri per la formazione affinché le immersioni e le attività lavorative possano essere realizzate secondo criteri di sicurezza che non erano previsti per la formazione degli OTS.

Il possesso della CARD rilasciata dalla Regione Sicilia, quindi, per i cittadini Italiani, aventi diritto all'inserimento nel repertorio Regionale della regione Sicilia, rilasciata a seguito dell'iscrizione al repertorio, che può avvenire dietro istanza degli interessati, corredata della documentazione relativa ai titoli formativi e all’autorizzazione al trattamento ed alla pubblicazione dei dati personali, diventa per la prima volta un documento per garantire maggiore qualità e principalmente maggiore sicurezza, che fino ad oggi è mancata con gli operatori che operavano solo con la qualifica di OTS, insufficiente per le attività fuori dall'ambito portuale.

In allegato alla presente, copia della Gazzetta Ufficiale della Regione Sicilia che riporta la Legge Regionale n. 7/2016, attesa in Italia da 35 anni:


GURS: Legge 07/2016 "Disciplina dei contenuti formativi per l’esercizio delle attività della subacquea industriale"

domenica 17 aprile 2016

La Legge Lentini (ex DDL 698) sulla subacquea industriale in Italia

di Manos Kouvakis

Con il voto del 12/04/2016 l’ex DDL 698 è stato trasformato nella Legge Lentini sulla subacquea industriale “Norme per il riconoscimento della professione e disciplina dei contenuti formativi per l’esercizio delle attività della subacquea industriale”. La Legge Lentini enumera tre livelli successivi a quello dell'attuale OTS (Operatore Tecnico Subacqueo) valido per attività in ambito portuale (DM 13.01.1979), di cui un il primo livello per l’INSHORE AIR DIVER e di un secondo e terzo livello per L’OFFSHORE DIVER (aria e saturazione) secondo gli standard didattici dall’International Diving Schools Association (IDSA), Associazione Internazionale di scuole che si occupano di subacquea industriale.

L’importanza della legge sta nel fatto che ad oggi, dal 1997, sono state presentate al parlamento nazionale ben 15 proposte legislative, con ben 5 proposte presentate durante la legislatura attuale, tre alla camera e 2 al Senato della repubblica, una di queste ricalca il percorso indicato dalla Legge Lentini, quello della proposta di legge dell’On.le D. BERGAMINI (Emilia Romagna) n. 2751: "Disciplina delle attività lavorative subacquee e iperbariche" (2751) (presentata il 26 novembre 2014, annunziata il 28 novembre 2014) dove a pagina 3 troviamo il seguente testo: 

 ... "Bisogna tenere conto che il mondo del lavoro e la situazione territoriale nei quali può operare la figura professionale del sommozzatore industriale vanno oltre i limiti regionali e nazionali e quindi, per sostenere la mobilità professionale delle persone, i percorsi formativi sviluppati nel settore devono seguire il percorso indicato dalle regole della formazione nel settore industriale. Mentre in Italia è l’Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori (ISFOL) che declina le competenze necessarie dell’operatore che opera in ambito portuale ai fini dell’adozione di un piano didattico per una formazione adeguata, in ambito offshore questa formazione deve essere organizzata in coerenza con le tre tipologie di standard presenti in ambito internazionale:

1) gli standard formativi stabiliti dall’International Diving Schools Association (IDSA) che rappresenta l’unica associazione didattica nella subacquea industriale a livello internazionale, così come in ambito sportivo abbiamo diverse didattiche PADI, CMAS, SSI e altro. È interessante sottolineare che corsi formativi nazionali, come quelli provenienti dagli Stati Uniti d’America o dal Canada, fanno sempre riferimento alla didattica dell’IDSA che, a livello mondiale, ha elaborato delle regole per la formazione nel settore inshore e offshore in base a una più che quarantennale esperienza, desunta dalle scuole che aderiscono a tale Associazione a livello mondiale;

2) gli standard operativi (dall’International Marine Contractors Association (IMCA), applicabili nel cantiere (in essi rientra anche la citata normativa UNI 11366 sulla sicurezza e tutela della salute nelle attività subacquee ed iperbariche professionali al servizio dell’industria – procedure operative;

3) gli Standard di sicurezza dell’Health and Safety Executive (HSE) quali, per esempio, le norme HSE del Regno Unito. Solo la corretta applicazione di questi standard può garantire una maggiore spendibilità della qualifica del sommozzatore italiano a livello internazionale, riportando la categoria al livello che le spetta per la storia e per le competenze che la caratterizzano"...

Per il buon funzionamento di un cantiere offshore è intuitivo che le tre tipologie di standard devono coesistere. La legge Lentini lo dichiara già nel suo titolo: "Norme per il riconoscimento della professione e disciplina dei contenuti formativi per l’esercizio delle attività della subacquea industriale" affrontando la problematica di regolamentare gli Standard Formativi, lasciando gli Standard Operativi e gli Standard di Sicurezza, a quanto esiste attualmente in ambito Europeo ed Internazionale. 

Proprio qui, sulla formazione, interviene il testo della Legge Lentini approvata dall’assemblea regionale Siciliana per regolamentare la formazione degli operatori in un comparto in cui manca una normativa nazionale di riferimento. 

E proprio l’assenza di una disciplina dello Stato al riguardo ha, fino ad oggi, costituito un grande ostacolo per l’inserimento professionale degli operatori italiani della subacquea industriale. Un paradosso evidente per una regione insulare come la Sicilia, interessata dalla presenza di diversi impianti per l’estrazione, il trasporto e la raffinazione degli idrocarburi, di strutture portuali e di molteplici altre attività subacquee.

In passato ho dichiarato più volte, in diverse interviste, che il centro che rappresento, il CEDIFOP, poteva essere paragonato ad una scuola guida operante in un paese dove non esistevano le strade, visto che da diversi anni questi standard sono alla base del nostro addestramento, ora la Legge Lentini ha creato le strade dove finalmente poter camminare anche in Italia, nello stesso modo in cui questo avviene in tutte le altre parti del mondo.

La legge Lentini, in ogni suo articolo, descrive le strade nuove da seguire a partire dall'articolo n.1 dove specifica che la legge riguarda sia l'ambito inshore che l'offshore e lascia finalmente la classica figura dell'OTS (Operatore Tecnico Subacqueo) ad esercitare le competenze che la legislazione Italiana (DM 13/01/1079 e s.m.i.) gli attribuisce: Operatore in ambito portuale, ma non operatore fuori da tale ambito. Non a caso un documento della Capitaneria di Porto di Livorno del 2012, in risposta alle lamentele di alcuni OTS che si vedevano esclusi dai lavori sulla Costa Concordia, specificava che quei lavori erano FUORI DALL’AMBITO PORTUALE, quindi non potevano rientrare nei compiti degli OTS, che erano operatori per attività all’interno dei porti.

L’articolo 2 mette in evidenza i tre livelli che riguardano le attività fuori dall’ambito portuale, il primo riguarda l'INSHORE, mentre i successivi 2 riguardano l'OFFSHORE, ad aria e a saturazione. Volendo nessuna novità per l’Italia se consideriamo che ENI spa nei primi anni 90 parlava già di questi tre livelli, in diversi documenti, di cui l’ultimo “requisiti HSE per i lavoratori subacquei” del 05/agosto/2013. La profondità dei 30 metri è quella da cui si passa dalle immersioni dalla superficie (INSHORE) a immersioni con l’utilizzo di strumenti come basket, campana aperta o campana chiusa (Offshore), che poi a sua volta viene distinto in 2 livelli Offshore ad aria (fino ai – 50 metri) e offshore in saturazione (oltre i – 50 metri)

L’articolo 3 è il più importante, perché specifica come devono essere svolti i percorsi formativi, cioè con interventi formativi conformi nei contenuti agli standard internazionalmente riconosciuti, in riferimento ai tempi di immersione e di fondo e alle attività in acqua, dall’International Diving Schools Association (IDSA), ai controlli che devono essere effettuati per il rispetto di obblighi e requisiti generali in materia di salute, sicurezza ed ambiente (HSE), anche in conformità alle linee guida di International Marine Contractors Association (IMCA). Tre tipologie di standard (Formativi Sicurezza ed Operativi) racchiusi in poche righe ma importantissime, specialmente perché riconoscibili ai sensi della Direttiva 2005/36/CE sull’intero territorio comunitario.

L’articolo 4 tratta della creazione di un repertorio telematico presso il Dipartimento del Lavoro, dell’Impiego dell’Orientamento e dei Servizi ed Attività formative dell’Assessorato Regionale della Famiglia, delle Politiche Sociali e del Lavoro, promuove la pubblicazione, con riferimento EQF alla qualifica n. 6216 in raccordo con la Classificazione Internazionale delle professioni ISCO (International Standard Classification of Occupations) qualifica equivalente al numero 7.5.4.1 "Underwater divers"-, promuovendo la pubblicazione e l’aggiornamento sul proprio sito internet di un repertorio telematico dei soggetti formati, con il rilascio all’iscritto di una card nominativa corredata dei dati integrali di iscrizione. L'iscrizione al repertorio telematico deve essere in conformità a percorsi formativi secondo standards IDSA a cui fa riferimento all’articolo 3, comma 2, della Legge Lentini. 

Tutti coloro che hanno svolti corsi di formazione professionale secondo gli standard previsti dalla didattica IDSA con l'iscrizione al repertorio telematico della Regione Sicilia, potranno usufruire della CARD secondo il livello di qualifica (Inshore Air Diver, Offshore Air Diver -TOP UP e Offshore Sat Diver - Altofondale) riconoscibile ai sensi della Direttiva 2005/36/CE sull’intero territorio comunitario. 

Queste le dichiarazioni dell'Onorevole Lentini 
"Il provvedimento disciplina le attività formative per il conseguimento delle qualifiche internazionalmente riconosciute (senza in alcun modo intervenire sull’esercizio dell’attività professionale, di competenza statale) di inshore diver (sommozzatore abilitato ad interventi fino a 30 metri di profondità), di offshore air diver (“Top Up”, fino a 50 metri) e di offshore sat diver (altofondalista, fino a 200 metri con supporto di strumenti iperbarici). Tutti i percorsi di formazione dovranno svolgersi nel rigoroso rispetto degli standard fissati a livello internazionale dall’IDSA (l’associazione mondiale delle scuole per subacquei industriali) e delle norme a tutela della sicurezza, della salute e dell’ambiente (HSE). Al termine dei percorsi di formazione i ragazzi potranno far inserire il proprio nominativo nell’apposito repertorio telematico sul sito della Regione e riceveranno un’apposita card, che permetterà così alle aziende del settore di verificare le competenze, favorendo l’incontro fra domanda ed offerta di lavoro. I titoli conseguiti saranno inoltre effettivamente utilizzabili sul mercato del lavoro comunitario (riconoscimento ai sensi della Direttiva 2005/36) ed internazionale. L’intervento legislativo, inoltre, non prevede nessun nuovo onere per la Regione: i corsi potranno eventualmente essere finanziati coi fondi comunitari (FSE) o comunque operare in regime di libero mercato, fermo restando il controllo della Regione sull’effettività degli insegnamenti e dei tempi di immersione. Sono estremamente soddisfatto per l’approvazioni di un provvedimento che apre ai giovani siciliani nuove opportunità di lavoro in un settore di alta qualificazione e dinamico. Senza spendere fondi pubblici offriamo la possibilità, in una terra al centro del Mediterraneo, di concrete occasioni di lavoro ben remunerate in Sicilia ed altrove, nel settore petrolifero, portuale e delle installazioni marittime in genere. La Regione ha finalmente usato bene la propria autonomia per aiutare i siciliani ad inserirsi e competere nell’attività lavorativa in tutta Europa e nel mondo."

Ora, finalmente anche in Italia abbiamo un primo importante passaggio legislativo, che distingue gli OTS, come operatori in ambito portuale (DM 13.01.1979) dal resto degli operatori di questa categoria che operano in ambito inshore e offshore fuori dai porti, stabilendo per la prima volta in Italia un vero regolamento per la formazione, con criteri internazionali di altissima qualità previsti dalla didattica IDSA.

Un documentario, di circa 20', sul tema della legge Lentini (testi del giornalista Giulio Ambrosetti, speaker Marcello Mandreucci) è visionabile online qui: 



Il testo integrale della Legge Lentini è disponibile qui: http://www.cedifop.it/files/legge-Lentini.pdf

sabato 9 aprile 2016

LE PILLOLE DELLA DECOMPRESSIONE

di MARCELLO TOJA

Fa impressione vedere il circuito del sangue nel suo insieme e pensare che le bolle si formano lì, anche nei capillari più piccoli

Giornalista delle attività subacquee, padre della rinascita di ben tre edizioni della rivista Mondo Sommerso, ideatore e poi direttore della rivista Immersione Rapida tascabile e, successivamente, Mare; collaboratore della Marina Militare Italiana, sommozzatore per 45 anni, credo di aver tutte le carte in regola per sostenere quanto vi dirò in quest’articolo, che intendo regalare a quei subacquei che hanno seguito tutti i miei alti e bassi nel “serpentino” mondo delle riviste del mare.
Premesso che non sono né un medico né un tecnico di laboratorio, che tutto quanto sto per scrivere è frutto solo della mia esperienza pratica e teorica di giornalista del mare e delle attività subacquee; ecco quella che giudico una mia piccola personale “scoperta”, che potrebbe rivoluzionare tutto ciò che sapete in termini di decompressione e di bolle asintomatiche.
Quello che è stato scritto negli ultimi anni sulla decompressione, sui tessuti e sulle tabelle di decompressione è basato su concetti che hanno senso solo se si accetta la tesi, molto reale, che un subacqueo sportivo in decompressione è un malato di MDD che non presenta sintomi eclatanti, e che la tabella che sta seguendo impedisce (quando lo fa) che i problemi causati dalla produzione di bolle vengano violentemente alla luce.
Un metodo che funziona… quasi sempre, appunto… quasi sempre.

C’è purtroppo il fattore sorpresa, il caso apparentemente inspiegabile che vede due subacquei che hanno fatto la stessa immersione e relativa decompressione, uno stare bene e l’altro finire in camera iperbarica con una grave embolia (mia esperienza personale). Che cosa non ha funzionato nel secondo?
Siamo tutti differenti e unici e sappiamo che le condizioni fisiche del momento influenzano pesantemente la riuscita di una decompressione, ma perché?
Semplicemente perché la quantità di bolle che un individuo può smaltire attraverso il suo filtro polmonare senza essere colpito da un’evidente malattia da decompressione è fissa, mentre la quantità di bolle prodotta ad ogni immersione è variabile e dipende da fattori apparentemente incontrollabili e incalcolabili. Gli ultimi esperimenti, e in particolare quelli di AlfO Brubakk in Norvegia, facenti seguito a quelli di Vann nel 1980, e di molti altri, hanno evidenziato che tale quantità di bolle dipende dai micronuclei gassosi presenti nell’endotelio delle vene; di tutte le vene del circuito venoso di un individuo.
Tanti micro nuclei gassosi, tante bolle.
Ma che ci azzecca questo con la teoria dei tessuti lenti e veloci? Che cosa è un tessuto lento?
Semplicemente una parte del nostro corpo irrorata da arterie e vene capillari (microscopiche) ed è facile immaginare che le bolle, le immancabili bolle, facciano fatica a scaricarsi attraverso quel circuito. Se potessimo eliminarle, anzi, non produrle proprio, non ci interesserebbero più né i tessuti lenti né i tessuti veloci e la decompressione resterebbe nei ricordi dei vecchi subacquei.
Sappiamo che lo spessore di un giornalista è determinato dall’attendibilità delle sue fonti e che le stesse devono essere protette per una regola imprescindibile della deontologia professionale.
Ebbene, una delle mie fonti più qualificate in tema di decompressione (è ovvio che sto parlando di un famoso medico iperbarico) mi ha confidato quanto segue: nell’ambito di una esercitazione NATO, due medici iperbarici hanno erroneamente riportato alla pressione normale, una provetta di sangue prelevato dalle vene di un subacqueo che stava in saturazione a – 300 metri. L’operazione sbagliata, eseguita attraverso una mini garitta che metteva in comunicazione l’interno dell’impianto di saturazione con l’esterno poteva, anzi doveva, risultare disastrosa.
I due medici si aspettavano come minimo un’esplosione della provetta, ma non è successo nulla.
Il sangue in saturazione a – 300 metri portato erroneamente alla pressione di 1 Bar, in un istante, non solo non è esploso, ma non ha prodotto nulla, nemmeno una bolla.
Orbene, il sangue è il tessuto più veloce nella teoria delle tabelle di decompressione, più veloce nel saturarsi e, ovviamente, più veloce nel desaturarsi.
Un accadimento singolare no?
Che mette in discussione tutte le teorie sulla decompressione o no?
I due medici in questione (allibiti) si sono chiesti ovviamente perché non è successo nulla e che differenza passava fra il sangue nelle vene e il sangue in quella provetta di vetro e la risposta è stata una sola: nel sangue in provetta non era presente l’endotelio, cioè quella parete all’interno delle vene che trattiene e incorpora i micronuclei gassosi.
Va anche sottolineato che la condizione di “saturazione” (stabile) è ben differente dalla condizione di “in desaturazione” (instabile).
Se il sangue di quel sommozzatore fosse stato prelevato durante la decompressione sono certo che la provetta sarebbe esplosa, per le immancabili bolle prodotte dalle vene del soggetto e presenti nella provetta.
Dunque, è realistico dedurre che se eliminiamo i micro nuclei gassosi prima della decompressione, eliminiamo anche le bolle.
Vann nei suoi esperimenti bombardava i micronuclei gassosi distruggendoli, con metodi improponibili nei confronti di cavie umane.
Brubakk ha invece abbracciato la tesi dell’ossido nitrico che all’nterno del sistema venoso è capace di rimuovere i micro nuclei gassosi svolgendo un vero e proprio lavoro di pulizia.
Brubakk ha anche accertato che i metodi per generare l’ossido nitrico all’interno del sistema arterio/venoso, sono diversi:
– ginnastica energica 24 ore prima dell’immersione
– assunzione di ossigeno puro 30 minuti prima dell’immersione
Tutti metodi empirici o comunque complicati (non è così semplice portarsi dietro l’ossigeno puro e respirarlo prima di un’immersione o tantomeno fare ginnastica tutte le sere che precedono un’immersione, fermo restando che si rischia di ottenere solo delle variabili in più).
Servirebbe qualcosa di più semplice e pratico e qui arrivo io con la mia singolare “scoperta”.
Tanto per la cronaca, l’ossido nitrico che fino a pochi anni fa era considerato una sostanza pericolosa, ha già dato due premi Nobel a dei ricercatori, ed è la sostanza che salva i malati di Angina pectoris, con l’assunzione per via orale della nitroglicerina.
Consapevole di queste indiscutibili realtà, stavo un giorno consultando la posta nel mio computer, quando l’occhio mi è caduto su una proposta pubblicitaria che parlava di un viagra tutto naturale, cioè realizzato con “prodotti” della natura.
L’editoriale che vi propongo è stato pubblicato su uno dei numeri della rivista Mare che mi onoro di aver creato e diretto, ecco la parte che c’interessa:
omissis…Un giorno, mentre stavo inserendo i soliti mille messaggi indesiderati nel cestino del mio computer vidi una pubblicità: “ bla, bla bla… pastigliette blu, si proprio quelle che pensate, ma per la prima volta leggevo – tutto naturale.
Per curiosità andai a leggere in rete i componenti di quel mirabolante farmaco naturale capace di far risorgere, ehem… il biscaro a coloro che l’hanno un po’ debolino e fortunosamente, mi trovai innanzi alla formula di composizione del preparato, ovviamente senza le percentuali e, a fianco dei vari componenti, il compito che svolgevano nel corpo umano.
Appresi così per la prima volta, che la vitamina B6 e l’Arginina insieme servivano a fluidificare la circolazione sanguigna ripulendo l’endotelio e cioè la “guaina” interna delle vene.
Andai per farmacie e constatai che ben tre differenti farmacisti, non avevano mai sentito parlare di un utilizzo della vitamina B6 per fluidificare la circolazione del sangue.
Certamente, l’industria di quel viagra, al contrario di quella subacquea, aveva avuto i soldi per fare le necessarie ricerche dati i lucrosi guadagni del settore (beati loro).
Partendo dalla mia semplice conoscenza degli espe- rimenti portati a termine da Vann negli anni ‘80 per eliminare i micronuclei gassosi dall’endotelio dei topi, bombardandoli con colpi di alta pressione, e a seguito della lettura delle ricerche di AlfO Brubakk, consigliatemi dal prof. Fabio Faralli, ho cominciato a credere che potesse esistere un metodo più comodo della deco in O2 a sei metri (finestra ossigeno)per eliminare le ormai famose “silent bubble”.
Ebbene quello che vi riporto è il breve scambio epistolare che si è svolto fra lo scrivente e una guida subacquea del Mar Rosso dell’età di cinquant’anni, che da molti anni soffriva di sintomi attribuibili esclusivamente alle (cosiddette) bolle asintomatiche. Va spiegato, che nella prima parte dello scambio epistolare fra me e l’istruttrice subacquea, che non riporto, consigliavo a “bollicine” questo il suo nikname, di ingurgitare vitamina B6 e Arginina, nelle percentuali rispettivamente di 300 mg e 500 mg, trenta minuti prima dell’immersione. (bollicine)…eccomi qua, ieri 2 immersioni in eanx 32 massima 18-16 m, alla sera ricomincia il prurito e di notte mi sono svegliata con un giramento di testa, e non è mal di terra perché se vado solo in barca per fare la guida snorkeling alla sera non ho un bel niente.
(bollicine)…stamattina ho preso 1 pastiglia di Benadon (vitamina B6)da 300mg e una di Arginina di 500 mg, come mi hai consigliato, mezzora prima di immergermi la prima volta della giornata. In totale, 2 immersioni in eanx 32 a 30 e 20 metri… ebbene sono qui con solo 2 episodi di prurito limitatissimi e la testa più leggera, domani proseguo con le stesse dosi, Dir sei un grande!!! (direttore) raddoppia la dose 30 minuti prima dell’immersione e fammi sapere…
(bollicine) tre giorni dopo l’inizio di assunzione di B6 e arginina e un giorno dopo il raddoppio della dose:
perfetto, io sono a posto, tornata pulita come vent’anni fa, nessun disturbo, stanchezza normale, testa libera, udito perfetto, riesco anche a fare calcoli a mente dopo le immersioni, prurito sparito, la dose che sto prendendo al giorno: 2 pastiglie di Benadon (vitamina B6) da 300 mg e 2 capsule di Amino Arginina da 500 mg, 30 minuti prima della prima immersione (2 immersioni al giorno in eanx 32 da 1 ora ciascuna con intervallo di 1ora e 30). Ogni sintomo è scomparso.
Non so come ringraziarti Dir…
(direttore) tienici informati è molto importante…

Ognuno tragga le conclusioni che vuole, questi sono i fatti.
Sottolineo che sia la vitamina B6 che l’Arginina, sono sostanze naturali (aminoacidi) che vengono normalmente somministrati senza alcuna ricetta medica.
È importante evidenziare che grazie a quella formula, l’accompagnatrice in questione ha fatto tutta la stagione senza più aver avuto alcun problema (questo ci ha comunicato), ed è anche importante sottolineare che era in cura da cinque anni con medici iperbarici tradizionali senza aver avuto alcun miglioramento.
Ora vi domanderete: perché tutto quanto io sto scrivendo, che è verità sacrosanta, non ha prodotto nei medici iperbarici una reazione?
Ecco la risposta: in medicina qualunque modifica ai concetti generali deve passare attraverso una sperimentazione che come minimo dura anni; coinvolge cavie e poi soggetti umani e costa molti soldi e quei soldi per la subacquea sportiva non ci sono, non ci sono mai stati e non ci saranno forse mai.
Gli O.T.S., vista la mancanza di sicurezza determinata dalle tabelle, hanno gettato la spugna e lavorano solo e sempre in saturazione a partire dai venti metri.
Chi potrebbe investire dei soldi per una categoria limitrofa come la subacquea sportiva, che non produce ricchezza? Nessuno.
Infatti, la medicina iperbarica sportiva è talmente statica che lo scrivente dopo due anni che erano state pubblicate le tabelle US Navy revisione numero 6, ha fatto presente a tutto l’ambiente che non era più prevista la tappa a tre metri.
Gli iperbarici dormivano, e un medico iperbarico si è messo a fare esperienze con le tabelle US Navy 6, solo dopo la comunicazione che lo scrivente ha dato attraverso il suo giornale www.marescoop.com. Tutto quello che sto scrivendo come sempre è vero, e se necessiterà, sarà anche dimostrabile.
Esistono date e pezze scritte che sono inconfutabili.
È questa la vera ragione del silenzio che grava sugli esperimenti di AlfO Brubakk, che con i topi ha dimostrato l’efficienza dell’ossido nitrico nei confronti dei micronuclei gassosi dell’endotelio.
Non essendoci il denaro per fare le ricerche, si preferisce tacere. Ci sono poi anche in ballo questioni economiche e carriere professionali che potrebbero risentire pesantemente di questa nuova realtà.
Ossido nitrico: sentirete ancora molto parlare di lui, visto che è anche la risposta alla mancanza di erezione. Il viagra infatti, prevalentemente, produce ossido nitrico, che elimina i micronuclei gassosi dell’endotelio e facilita la circolazione sanguigna, favorendo l’erezione.
Ho presentato queste valutazioni e gli accadimenti sopra descritti, anche al presidente di un circolo subacqueo spagnolo, pensando che magari fuori dall’Italia avrei trovato maggiore sensibilità.
È risultato molto colpito da quello che dicevo, ma il suo vero obiettivo era quello di farmi notare quanto grandi erano le barche che aveva acquistato per portare sott’acqua i sub.
Ho perso due ore del mio prezioso tempo per spiegare a quell’imbecille quello che avevo appreso e sapete che cosa ha detto all’amico comune che mi ha presentato a lui?
«Interessante».
Io credo che quanto ho scritto in queste pagine, equivalga per la subacquea, alla scoperta dell’America e voi lo giudicate interessante?
Scoprire che l’assunzione di due pillole e la conseguente produzione di ossido nitrico nel circuito venoso elimina i micronuclei gassosi e potrebbe in futuro annullare la decompressione con tutti i suoi rischi e problemi è solo interessante?
Pensare che con semplici aminoacidi somministrati 30 minuti prima dell’immersione si possano eliminare, quanto minimo, tutti i problemi determinati dalle silent bubblesè solo interessante?
Fortunatamente quello che io vi ho scritto oggi resterà, e nessuno in futuro potrà fingere di non sapere.
Correre avanti agli anni è un compito duro e per nulla redditizio ed è sempre stato naturalmente il mio, in ogni campo professionale dove mi sono speso.
Chissà, forse un giorno qualcuno dirà: Marcello Toja l’aveva scritto nel febbraio del 2016, su marescoop.
Se invece attenderete che la medicina iperbarica vi autorizzi a prendere le pastiglie di B6 e Arginina prima dell’immersione o faccia le necessarie ricerche per stabilire qual è la dose di aminoacidi da prendere per evitare la decompressione, dovrete munirvi di molta, molta pazienza.
Passeranno anni, forse decenni.
Intanto se avete problemi dopo l’immersione determinati chiaramente dalle cosiddette silent bubbles, come: pruriti, macchie color vino, disturbi visivi, emicrania, inappetenza, depressione psichica eccetera, provate le pastiglie che vi ho consigliato. Non rischiate nulla e starete meglio.
Naturalmente continuerete a fare la solita immersione e decompressione, senza cambiare nulla. Eliminerete solo le silent bubble, dato che per il momento nessuno vuole o può prendersi la briga di fare delle ricerche approfondite.
Cominciate con Benadon (B6) 300 mg e Amino arginina 500 mg mezzora prima dell’immersione (tassativo)e se non eliminate tutti i problemi fate come (bollicine) raddoppiate… invece di lasciare.
Bollicine, non sapeva come ringraziarmi… a voi potrei suggerire una statua dello scrivente in Piazza del Duomo a Milano?
Scherzi a parte, vi auguro tante belle immersioni.
Affiderò questo scritto anche alla scuola subacquea professionale Ce.Di.Fo.P di Palermo perché sono certo che contribuirà alla sua diffusione.
Manos Kouvakis, il suo direttore, lotta da anni per affermare che anche in Italia possa esistere una grande scuola professionale per OTS e non si lascerà certo intimidire, dai soliti noti.
Concludo sottolineando che il fatto che l’Arginina agisse positivamente nei confronti della formazione di bolle dopo un’immersione era già noto e in fase di studio, ma l’aggiunta della vitamina B6 è una vera primizia che ci ha inconsapevolmente regalato il “tiramisù” tutto naturale e sembra proprio che funzioni.
Il vostro Dir anche detto (delfino bianco) vi saluta, insieme ai fantasmi dei cari e insostituibili amici scomparsi: Raimondo Bucher e Jacques Maiol, uomini che come me credevano in una subacquea sportiva che purtroppo non hanno, anzi, non abbiamo potuto vedere.