CEDIFOP

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le foto si riferiscono alle attività del CEDIFOP, nei vari livelli di addestramento

martedì 29 gennaio 2013

Limitazioni dell'uso dello SCUBA in ambito Offshore (IMCA D 033 - October 2003) e la realtà Italiana


SCUBA - acronimo della frase in lingua inglese Self Contained Underwater Breathing Apparatus, ovvero "apparato di respirazione subacqueo autonomo" sviluppato nel 1940 e da allora ampiamente utilizzato nella subacquea ricreativa e amatoriale.

La caratteristica particolare è la fornitura dell’aria dalla bombola che il subacqueo porta sulle spalle, al contrario del subacqueo che opera in Surface, cioè con fornitura di aria dalla superficie tramite un cavo ombelicale.

Spesso, in passato, lo SCUBA è stato utilizzato anche nella subacquea industriale spesso su richiesta del cliente, tuttavia, dopo un certo numero di incidenti e vittime, le limitazioni dello SCUBA rispetto al Surface sono apparse chiare.

Attualmente l’utilizzo dello SCUBA nel diving industriale è molto limitato, solo nell’Inland/Inshore diving e sempre utilizzando il collegamento alla superficie tramite una cima/braga, inclusa la comunicazione. Mentre le immersione “in libera” appartengono solo all’ambito della subacquea ricreativa e amatoriale.

IMCA, sin dal luglio del 1994, nel documento dell’AODC 065 ha dichiarato: "SCUBA ha molte limitazioni ed è fortemente raccomandato di NON essere utilizzato in tutte le operazioni in offshore in ambito di installazioni petrolifere, metanifere, costruzioni, ingegneria civile o di salvataggio.”. Questo concetto è stato successivamente ribadito nell’aprile 1998, quando nel Codice Internazionale di IMCA “IMCA International Code of Practice for Offshore Diving (IMCA D 014 - Rif. 2)” è stato riportato: “L'auto-respiratore subacqueo (SCUBA) ha insiti diversi limiti e difficoltà, come la fornitura di gas di respirazione limitata. Senza l’utilizzo del Surface è improbabile che, in qualsiasi circostanza, l'uso dello SCUBA possa fornire una soluzione alle immersioni in sicurezza, nei campi in cui trova applicazione il presente codice”

(dal corso per OTS del CEDIFOP: Immersione in SCUBA in area portuale)

Va inoltre osservato che lo SCUBA è specificamente vietato per immersioni offshore da alcuni regolamenti nazionali.

Membri IMCA hanno a volte avuto richieste da potenziali clienti di utilizzare lo SCUBA perché è visto come un modo più semplice di fare le cose, rispetto al Surface, ma occorre tenere presente che ci sono un certo numero di limitazioni nell'uso dello SCUBA:

Gas di respirazione limitato: Il tempo che un subacqueo può trascorrere sott'acqua è limitato dalla quantità di gas che il subacqueo può portare con sé. Questo è un problema particolare se la subacqueo sta lavorando sodo e respira a fatica. Per efficienza, un subacqueo commerciale deve massimizzare il tempo in acqua. Con il SURFACE il tempo di permanenza in acqua teoricamente è illimitato.

In molti luoghi in cui si effettuano immersioni lavorative ci sono ostacoli sotto l'acqua, dove il subacqueo può rimanere impigliato, in questo caso la quantità limitata di aria dello SCUBA può presentare un serio problema di sicurezza, inesistente nel caso del Surface, che permette una fornitura virtualmente illimitata per la sopravvivenza, fino a quando l'assistenza arriva o la situazione è risolta. Addirittura in questi casi potrebbe aumentare la frequenza respiratoria (panico) portando ad un più veloce consumo dell’aria limitando ulteriormente le risorse disponibili in SCUBA.

Un subacqueo che usa il Surface ha anche una riserva di aria nella bombola sulle spalle. Se la sua alimentazione di aria principale dalla superficie si guasta per qualsiasi motivo, ha riserve sufficienti per tornare in tutta sicurezza in superficie o in altro luogo di sicurezza. Mentre se l’immersione è in Scuba, come si è visto, le soluzioni di riserva hanno un record di fallimento nei casi di emergenza.

(dal corso per OTS del CEDIFOP: Immersione in SURFACE in area portuale)


Mancanza di comunicazione con la superficie: Divers che utilizzano il Surface tramite l’ombelicale fruiscono di vari servizi tra la superficie e il subacqueo. Questo include la comunicazione vocale tra il subacqueo e il supervisore e, talvolta anche di immagini video. Il subacqueo in SCUBA è spesso sfornito di qualsiasi tipo di comunicazione con la superficie.

I vantaggi di avere la comunicazione vocale sono:

  • Il supervisore delle immersioni parla con il subacqueo fornendo una guida e indicazioni fino alla fine del lavoro; 
  • Il supervisore delle immersioni è in grado di monitorare il ritmo di respirazione del subacqueo, fornendo immediata assistenza nel caso di subacqueo in difficoltà;
  • Il subacqueo può inoltre dire al supervisore se si sente bene o ha un problema


Tali operazioni spesso in SCUBA non sono possibili. Anche se viene usata una comunicazione senza fili, essa a volte non è affidabile. Spesso questo sistema, ad azione diretta, non permette al supervisore di monitorare i ritmi di respirazione del subacqueo.

(dal corso per OTS del CEDIFOP: Immersione in SCUBA in area portuale)


Sicurezza dei dispositivi respiratori: Un subacqueo può indossare un certo numero di tipi di attrezzature di respirazione. Un tipo è noto come "mezza maschera ed erogatore" con un’unica maschera che copre gli occhi e il naso. L'uso di questo apparecchio richiede al subacqueo di tenere l’erogatore di aria tra i denti. Ci sono stati molti incidenti con subacqueo inconscio che perdendo l’erogatore ha inalato acqua, annegando.

Indossare maschere del tipo “gran facciale” o caschi con l’erogatore integrato permette al subacqueo di respirare normalmente attraverso il naso o la bocca, eliminando la possibilità di inspirare acqua di mare, mentre è incosciente a causa di un incidente o di un malore.

Decompressione: Un subacqueo in libera deve normalmente regolarsi durante la sua immersione tenendo sotto osservazione profondità e consumi d’aria. Questo è un compito in più per lui, durante l'immersione, di controllare anche i tempi della sua decompressione. Alcuni subacquei indossano 'computer' di decompressione, ma questi sono programmati per utenti ricreativi e possono non essere affidabili per i più pesanti tipi di lavoro normalmente svolti dai commercial diver.
Al contrario, un subacqueo che sta utilizzando il Surface ha la sua profondità monitorata in modo costante dal supervisore che gli garantisce la corretta applicazione delle procedure di decompressione.

Mobilità: Si dice talvolta che i subacquei sono molto più “liberi” sotto l'acqua dei subacquei che utilizzano il Surface. Anche se questo può essere vero per un subacqueo in libera, senza ombelicale o altro legame con la superficie, i rischi (subacqueo inconscio) non sono accettabili in mare aperto nelle immersioni lavorative. Inoltre, nel caso di incidente, il recupero del subacqueo in libera potrebbe essere seriamente compromesso dalle correnti marine. Ultimo esempio, l’incidente mortale di Livorno del 24 febbraio 2012, dove il subacqueo era sceso in libera a riparare una boa a -18 metri, ma è stato trascinato a – 50 metri dopo la perdita di coscienza. Incidenti di questo tipo, per mancanza di addestramento adeguato, capitano sempre più spesso a persone che provano a lavorare sott’acqua con tecniche della subacquea sportiva-ricreativa, senza una formazione adeguata, usciti da scuole che conferiscono loro titoli (OTS) utilizzando tecniche valide nella subacquea sportiva ma non nella subacquea industriale, a volte senza neanche mandare gli allievi in acqua.

Importantissimo diventa a questo punto sottolineare che ENI spa, nella lettera HSE/SIC Prot. 16 del 21/05/2008, attualmente in vigore in Italia, dal titolo “Requisiti HSE per i subappaltatori di lavori subacquei”, a pagina 9 scrive: “Gli autorespiratori autonomi (ARA) presentano limiti e difficoltà intrinseci (le immersioni con l’attrezzatura subacquea alimentata dalla superficie costituiscono il metodo più sicuro da preferire per le operazioni subacquee). Le attrezzature ARA, pertanto, non dovranno essere utilizzate nelle attività subacquee legate a costruzioni, riparazioni e manutenzione.”

In ambito offshore, in Italia dal 2010 la norma UNI 11366, indica una serie di buone norme procedurali in perfetta sintonia con le direttive IMCA ed ENI.


(dal corso per OTS del CEDIFOP: Immersione in SURFACE in area portuale)

Alla mancanza di formazione adeguata e inappropriata si possono sicuramente imputare anche diversi incidenti mortali che hanno funestato questo settore, e sicuramente di questo è convinto anche l’On. A. Di Biagio che, in un suo intervento alla Camera dei Deputati, sull’ordine dei lavori del 28 Aprile 2011, sottolinea nel suo discorso sull’assenza di una legge pertinente, riferendosi all’ultimo incidente mortale nel settore, che “Mi assumo ogni responsabilità nell’affermare con certezza e risolutezza che la promulgazione e conseguente applicazione di queste disposizioni avrebbe potuto salvare la vita a questo giovane”. Da sottolineare che dal 1977 ci sono stati ben 10 tentativi (8 proposte di legge e 2 testi unificati nel 2005 e nel 2009) durante le varie legislature, di definire una legge, ma fino ad oggi senza mai riuscirci.

Questo è il motivo principale per cui negli ultimi anni, sempre più Capitanerie di Porto cercano con Ordinanze, di carattere locale, di “gestire” questo problema, segno di una sofferenza e preoccupazione per la vita degli operatori che lavorano senza le necessarie competenze e attrezzature a discapito della sicurezza.

SCUBA rimane, comunque, la migliore alternativa per le immersioni ricreative in coppia, quando l’obiettivo principale è il relax e il divertimento, e non l’attività lavorativa del metalmeccanico in immersione, quale è la funzione del commercial diver, sia in Italia – la qualifica “sommozzatore” secondo ISTAT nella nomenclatura e classificazione delle Unità Professionali, rientra tra i metalmeccanici perché si trova nella categoria “Artigiani, operai specializzati e agricoltori - sottocategoria - Artigiani ed operai metalmeccanici specializzati ed assimilati”, sotto la voce “Sommozzatori e lavoratori subacquei” (non esiste sommozzatore sportivo, come erroneamente diversi asseriscono, creando volutamente più confusione, ma il “subacqueo sportivo”) in pieno raccordo con la versione europea della Classificazione Internazionale delle professioni (ISCO-88Com) dove troviamo il sommozzatore sempre nella categoria dei metalmeccanici “Metal, machinery and related trades workers - Metal moulders, welders, sheet-metal workers, structural-metal preparers” sotto la voce di “Underwater workers”.

giovedì 6 dicembre 2012

Corso TOP UP 2012 del CEDIFOP


Rientrati gli allievi del corso "TOP UP" in Italia, dallo stage di 5 giorni ad OSLO, dove hanno completato il loro percorso formativo durato 110 giorni  diviso in 4 step:

Allievi del CEDIFOP durante una esercitazione con la campana aperta

  • 60 giorni per il corso di Operatore Tecnico Subacqueo Specializzato, 
  • 10 giorni per il corso Diver Medic/Imca, 
  • 20 giorni per il corso OTS 2° livello, che completa i tempi di fondo per le immersioni dalla superficie (Scuba e Surface), secondo la didattica IDSA e 
  • 20 giorni per il corso TOP UP, realizzati per 15 giorni a Palermo e stage finale di 5 giorni in Norvegia, presso la scuola IDSA NYD di Oslo. 
Allievi del CEDIFOP durante una esercitazione con la campana aperta


Martedì 27 novembre ci sono stati gli esami finali davanti ad una commissione istituita con decreto dell'Assessore Regionale alla Formazione, che ha nominato un funzionario della regione presidente della commissione, un funzionario della Capitaneria di Porto di Palermo e 2 docenti del CEDIFOP.

Allievi del CEDIFOP durante una esercitazione con il basket


Ospite di riguardo, Walter D'Aniello, in visita al CEDIFOP, durante l'esame del corso TOP UP

Manos Kouvakis direttore CEDIFOP e Walter D'Aniello 


Il corso per il TOP UP del CEDIFOP è l'unico corso svolto in Italia ad essere riconosciuto dall'HSE-UK per il livello di "Surface Supplied & Surface Supplied (Top-Up)" (for Surface Supplied, Surface-Orientated Diving Techniques to a maximum depth of 50 metres) e dall'IMCA poichè rientra fra le qualifiche riportate nel "Diver and Diving Supervisor Certification" dell'IMCA (unico in Italia), categoria: A: Surface-Supplied Diver Certificates.

allievo CEDIFOP durante una esercitazione

venerdì 16 novembre 2012

Subacquea industriale: CEDIFOP incontra gli allievi dell’IISS “A. Volta”


Il 15 e il 16 novembre 2012 si è svolto, per il quarto anno consecutivo, un incontro organizzato dal CEDIFOP e dall'Istituto Istruzione Secondaria Superiore "Alessandro Volta" (già istituto tecnico industriale "A.Volta") di Palermo, orientato alla promozione della subacquea industriale e della cultura del mare.


Durante le due giornate varie classi di studenti si sono susseguite nell'aula assegnata dall'Istituto, allo stand del CEDIFOP dove i docenti del CEDIFOP Francesco Costantino e Luca Lorico, con l’assistenza degli allievi dell’attuale corso per OTS, arrivati in Sicilia da tutta Italia, hanno descritto le caratteristiche della subacquea industriale e della professione di OTS, sottolineando le differenze con la subacquea sportiva. E' stato presentato l'equipaggiamento utilizzato da un OTS ed evidenziate le specificità professionali, tra cui la possibilità di svolgere i lavori in immersione con disponibilità continua di aria, inviata dalla superficie, e il collegamento in audio e video costante dell'operatore con la postazione a terra, attraverso una delle funzioni del cavo ombelicale. E' stato descritto il corso di formazione per OTS del CEDIFOP, le opportunità lavorative e le specializzazioni successive. Alla conclusione di ogni sessione, gli studenti, oltre a porre domande relative alle prospettive professionali e alla sicurezza sul lavoro, hanno avuto la possibilità di “provare” il casco Kirby Morgan, constatandone le funzionalità, in particolare il collegamento audio. Inoltre sono state distribuite gratuitamente agli studenti diversi numeri della rivista “MARE”, specialistica del settore.




La formazione nella subacquea industriale e le specificità dell'IISS "A. Volta" trovano un punto di incontro ideale nella meccanica, in particolare nell'ambito delle operazioni di saldatura e taglio; attività in cui un OTS può essere impiegato e, di recente, la sua rilevanza, come ambito professionale, è aumentata. Per un allievo del CEDIFOP la saldatura e il taglio subacqueo sono materia del corso, sia con lezioni di teoria sia con esercitazioni. In tal modo si ha una preparazione molto più ampia, che rende possibile seguire anche le fasi precedenti e successive allo svolgimento del lavoro, così come è di norma nell'ambito dell'industria energetica (petrolio, gas naturale) per la installazione e la riparazione di oleodotti e gasdotti; per la riparazione e la costruzione di navi; per lavori nelle piattaforme petrolifere.



Lo stage CEDIFOP/IISS "A.Volta" ha rappresentato un’ottima occasione di convergenza tra scuola e formazione professionale, in particolare in un settore in cui sono molto richieste figure professionali specializzate, sia dal punto di vista dell'abilità nello svolgimento di lavori subacquei, sia nella conoscenza delle necessarie procedure di sicurezza, che cominciano già prima dello svolgimento del lavoro in immersione, come sempre sottolineato durante tutti i corsi del CEDIFOP.

sabato 13 ottobre 2012

La Formazione (in Sicilia) è in balia di lotte di spartizione”

vedi anche: Il Moderatore:

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“Siamo una scuola che da alcuni anni (circa 20 per l’esattezza) realizza corsi per sommozzatori (non subacquei). Facciamo parte di una organizzazione di scuole a livello internazionale (IDSA) che riconosce 15 scuole come la nostra al mondo e in particolare ASIA 2 (India, Singapore), AFRICA 1 (Marocco), USA 2 e 10 in EUROPA (Belgio 2, Danimarca 1, Finlandia 1, Italia 1 (la nostra scuola unica in Italia), Paesi Bassi 1, Norvegia 1, Svezia 2).

Facciamo anche parte di un’altra organizzazione Internazionale del settore (IMCA), siamo anche qui una delle 19 scuole riconosciute, da questa organizzazione, al mondo (le altre sono in Norvegia, Sudafrica, Regno Unito, Francia, Egitto, India, Singapore, Canada, Malesia e Honduras).

CEDIFOP è socio dell’Ente Nazionale Italiano di Unificazione (UNI) insieme con (cito gli altri soci di Palermo): AMG ENERGIA SPA, ARPA SICILIA, BECA BOX FACTORY SRL, C.I.A.P.I., CATANIA ONOFRIO, CEDIFOP, GEOLAB SRL, INFRASTRUTTURE SRL, ISTITUTO DIAGNOSTICO SICILIANO SRL, ISTITUTO REGIONALE DELLA VITE E DEL VINO, ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE DELLA SICILIA, LABORATORIO METRO SRL, MEDIELETTRA SAS DI BADALAMENTI A. & C., ORDINE INGEGNERI PROVINCIA DI PALERMO, ORSA CONSULTING SRL, SARE SUD SPA, SICURCERT ORGANISMO DI CERTIFICAZIONE SRL, SPALLINA MARIA RITA. TECHSYSTEM SPA, TECNIMPIANTI SPA, TERME DI GERACI SICULO SPA, UNIVERSITA’ PALERMO BIBL.CENTRALE FAC.INGEGNERIA.

Io personalmente faccio parte della commissione sicurezza dell’UNI e mi occupo, insieme con altri, della norma 11366 (settore offshore della subacquea industriale) citata anche dall’attuale premier Monti nel Decreto legge 24 gennaio 2012 “Disposizioni urgenti per la concorrenza, lo sviluppo delle infrastrutture e la competitività”, meglio noto come “decreto liberalizzazioni” (articolo 16, al punto 2).

Negli anni abbiamo stilato diversi protocolli d’intesa con scuole del palermitano (Istituti: Nautico, Volta, Cassarà) con i quali da anni, gratuitamente, collaboriamo organizzando incontri annuali con gli alunni di queste scuole, per presentare questo “mestiere” del mare.

Centinaia di allievi arrivano da tutte le regioni d’Italia e spesso anche dall’estero per partecipare ai percorsi formativi che annualmente svolgiamo (solo nel 2012 abbiamo già concluso 3 sessioni d’esami con commissioni nominate dall’assessorato regionale della formazione professionale e con la partecipazione in qualità di Esperto di un funzionario del Ministero dei Trasporti, nominato dalla Capitaneria di Porto di Palermo.

Il tasso di occupazione, per i ragazzi che conseguono con profitto l’attestato di qualifica a fine corso presso il nostro centro è altissimo, anche a partire dal primo livello di formazione e arriva al 100% per gli allievi che finiscono i 4 step formativi proposti dal nostro centro (gli ultimi 2 corsi sono corsi di perfezionamento di 20 e 15 giorni e l’ultimo prevede anche uno stage di una settimana in Norvegia).

Abbiamo inoltre sottoscritto diversi protocolli d’intesa sia con imprese Italiane, che operano sul territorio nazionale e ci mandano i loro dipendenti per aggiornamenti formativi (corsi IMCA per Diver medic refresher), ma anche con imprese estere che ci chiedono personale che ha conseguito le nostre certificazioni, obbligatorie per lavorare all’estero, gli allievi da noi indicati vengono ulteriormente addestrati con uno stage specifico in alcuni settori specialistici, realizzato gratuitamente all’estero, con un successivo ed immediato inserimento lavorativo in strutture sparse in tutta Europa (Scozia, Irlanda, Bulgaria, Grecia, Turchia, ecc.)

Malgrado tutto questo, il nostro Ente già accreditato da anni presso la regione, con diversi corsi realizzati e finanziati dal FSE nel passato (fino al 2003), non riesce a trovare spazi nei bandi di finanziamento con risorse pubbliche dal 2005 in poi, sia perché tali bandi, o non esistono, o perché vengono annullati (vedi avviso 8 del 2009) o perché non vengono completati (vedi avviso 12 del 2009), o perché si aspetta per anni che vengano fatte le graduatorie (vedi linea 2 e 3 del bando “Infomare”), oppure perché funzionari della regione, in qualità di componenti un nucleo di valutazione, “falsificano” le graduatorie, inserendo criteri di esclusione non pubblicati nel bando stesso (Avviso 20/2011) per poter “eliminare” un ente come il nostro non riconoscendoli quanto gli è dovuto di diritto.

Tutto ciò nel totale disprezzo di alcune centinaia di richieste, che abbiamo ricevuto da giovani siciliani che, pur sapendo che un corso presso di noi può loro cambiare la vita, non possono affrontare le spese per effettuare questi corsi a pagamento (corsi liberi).

Tutto ciò alla faccia di alcune interrogazioni parlamentari, dove si chiedono i motivi e si sottolineano le irregolarità, (n. 2010 del 20.07.2011, n.2690 del 29.06.2012 e la n.2691 del 29.06.2012) naturalmente senza alcuna risposta, in data odierna, da parte degli assessori regionali del settore (On. Centorino e On. Gallo)

Così ci viene attribuito nei progetti presentati come avviso 20, visto i “paletti” messi volutamente e illegittimamente nei verbali dal nucleo di valutazione per togliere quei punti dovuti per essere inseriti nella graduatoria dei corsi finanziati, durante l’esame dei nostri progetti, creando regole non previste nel bando stesso, attribuendoci alla voce “Esperienza continuativa nel territorio regionale.” il punteggio di 0/20 in virtù del paletto messo con una regola di esclusione non prevista dal bando, togliendoci 20 punti dovuti, mentre alla voce “Esperienza maturata nell’ambito di attività di formazione” il punteggio di 0/8 anche qui in virtù del paletto messo con una regola di esclusione non prevista dal bando e togliendoci 4 punti diversamente dovuti, mentre alla voce successiva “Capacità di realizzazione rilevata in precedenti azioni finanziate (ad esempio, limitato numero di abbandoni, ritiri, ecc.)” in virtù della dimenticanza (o forse perché erano già sazi, avendoci tolto ben 24 punti) otteniamo il massimo dei punteggi cioè 5/5.

Poca la consolazione derivata dalle dichiarazioni del Dott. Albert che nella seduta della V commissione lavoro e formazione dell’ARS n.287 del 26.6.2012 dichiara (riporto la parte scritta nei verbali, naturalmente non tutta la dichiarazione espressa davanti alla commissione) “Il dott. Albert, ammessa la qualità della formazione operata dall’ente CEDIFOP, rileva che il suo mandato era quello di portare a compimento il bando…”!!!!!!!!

Poca la consolazione che in primo grado il TAR ha scritto che: “…Ritenuto che, ai fini della successiva decisione in sede di merito, sia necessario acquisire dall’Assessorato regionale dell’istruzione e della formazione professionale della Regione n. 4 copie conformi all’originale della versione definitiva dell’avviso pubblico n. 20/2011 ravvisandosi delle incongruenze tra la copia prodotta in giudizio dalla ricorrente e quella prodotta in giudizio dall’Avvocatura erariale (v. art. 8, pag. 19), assegnando termine di giorni quindici (15) dalla comunicazione in via amministrativa, o dalla notificazione, se anteriore, della presente ordinanza, per il deposito, presso la Segreteria del T.a.r., dei documenti richiesti;…”, naturalmente l’art. 8, pag. 19 si riferisce alla “falsificazione” dei criteri di esclusione riportate nel bando rispetto a quelli inseriti dal nucleo di valutazione dell’assessorato.

Ora, si aspetta che venga fissata la prossima udienza dal tribunale amministrativo, ma i tempi della giustizia amministrativa a volte sono più lenti delle esigenze dei ragazzi che quasi giornalmente riceviamo, presso la nostra sede all’interno del porto di palermo, che vedono impotenti partire chi è più fortunato di loro perché ha la possibilità di affrontare da privato i costi del corso.

Sicuramente una realtà rispecchiata fra le righe delle interrogazioni parlamentari presentate, rimaste senza risposta dagli assessori regionali alla formazione (On. Centorino e On. Gallo) “…l’esclusione di tali progetti comporta, prima ancora che un pregiudizio per l’ente, un oggettivo vulnus per i giovani siciliani che si vengono a trovare nella materiale impossibilità di accedere, gratuitamente, a percorsi formativi e qualifiche che ne consentirebbero un rapido e proficuo inserimento nel mondo del lavoro…” e dove si chiede “…se si ritengano legittime le procedure adottate e, in particolare, se appaia o meno legittimo l’operato del Nucleo di valutazione nella parte in cui ha introdotto un criterio ultroneo (peraltro in carenza di un sottostante interesse pubblico) e quali interventi s’intenda adottare per individuare e sanzionare le eventuali responsabilità…”

Credo che la verità è sotto gli occhi di tutti: La formazione professionale è ormai in balia di lotte di spartizione e di interessi avallati di volta in volta da chi a turno viene chiamato a gestire i finanziamenti che la comunità europea manda in Sicilia, e visto che la situazione ormai è irrecuperabile, non può esserci spazio per chi come noi la vera formazione la fa sul campo.

Ricordiamo alcuni passaggi emblematici accaduti negli ultimi anni:

  • 2008: Prof 2008, viene impugnato dal commissario dello stato, ma dalla politica arrivano le garanzie di una corretta gestione. Viene riproposta la ripetizione del piano dell’anno precedente a garanzia degli enti storici e naturalmente di chi si avvantaggia di questa situazione per un altro anno
  • 2009: non potendo più ripetere il giochetto dell’anno precedente, si inventano la linea 1 (enti storici) e la linea 2 (tutti gli altri enti cosi come prevede il regolamento della comunità europea per poter usufruire dei finanziamenti – avviso 12 del 2009) per poter mettere di nuovo le mani illegittimamente sui finanziamenti della comunità europea. Naturalmente la linea 1 parte subito finanziata dalla CE, mentre la linea 2 dopo aver svolto il suo ruolo, cioè buttare fumo negli occhi e permettere l’accesso ai finanziamenti CE per finanziare la linea 1, non avendo più motivo di “esistere” scompare e in data odierna ancora si aspetta l’avvio di quei pochi corsi entrati in graduatoria, ma volutamente poi accantonati. Anche l’avviso n.8 del 2009 ha svolto la sua parte in quel periodo, perché ha permesso di avere poche lamentele da parte di chi non era stato inserito in un “blindato” Prof 2009, naturalmente anche l’avviso 8 dopo è stato smontato ad arte.
  • 2010: non potendo più ripetere i “trucchi” degli anni precedenti, con uno sforzo enorme, il Prof, viene finanziato con finanziamenti regionali e non europei, ma anche qui sono state cercate tutte le scappatoie per mettere le mani sui finanziamenti della CE ,come per esempio le diarie degli allievi pagati con quei soldi ecc.
  • 2011: siamo arrivati perfino a falsificare i criteri di selezione per accaparrarsi per l’ennesima volta i finanziamenti europei per gestirli con modalità diametralmente opposte a quelle sottoscritte con l’Europa (libera concorrenza, trasparenza, qualità, ecc.) e che poco hanno a che fare con quelli per i quali erano previsti


Manos Kouvakis

Direttore CEDIFOP

martedì 11 settembre 2012

CEDIFOP - corso TOP UP 2012


Le foto del corso per il TOP UP anche sul sito del CEDIFOP, a partire da questo link: http://www.cedifop.it/idsa_2011/top_up/foto_top_up_02.htm

Il percorso formativo del CEDIFOP per il TOP UP ha il riconoscimento dell’HSE-UK per il livello di "SURFACE TOP UP" (for Surface Supplied, Surface-Orientated Diving Techniques to a maximum depth of 50 metres), UNICO percorso formativo italiano ad avere questo riconoscimento.



Il corso "TOP UP" rientra fra le qualifiche riportate nel "Diver and Diving Supervisor Certification" dell'IMCA (UNICO IN ITALIA), categoria: A: Surface-Supplied Diver Certificates.

QUINDI HA IL RICONOSCIMENTO IMCA PER I CANTIERI IN CUI TALE RICONOSCIMENTO E' RICHIESTO.

giovedì 2 agosto 2012

Capitaneria di Porto di Milazzo: Ordinanza n. 40/2012 "Disciplina delle operazioni subacquee professionali"


Anche la Capitaneria di Porto di Milazzo, con l'ordinanza n. 40 del 2012, pubblicata il 30/07/2012, entra a far parte di quel gruppo di capitanerie di porto che in Italia, visto la mancanza di una specifica legislazione del settore, ha proceduto ad adottare in modo autonomo una disciplina che regolamenta il settore.

L'Ordinanza n. 40/2012 "Disciplina delle operazioni subacquee professionali" è importante perchè segue la linea tracciata dalla Capitaneria di Porto di Palermo con l'ordinanza n. 50/2011 "regolamento operazioni subacquee", che attualmente risulta essere, insieme a quella di Milazzo, fra le più tecniche e specifiche del settore della subacquea industriale, dando le maggiori specifiche di qualità e sicurezza per le immersioni di carattere non ricreativo.

Certamente questa iniziativa della Capitaneria di Porto di Milazzo, concorrerà ad aiutare a trovare, finalmente, una soluzione legislativa che da più di 30 anni manca in Italia, causa certamente di diversi incidenti nel settore. Complimenti alla Capitaneria di Porto di Milazzo, sperando che altre capitanerie di porto in Italia seguano questo esempio, per garantire maggiore sicurezza e qualità agli operatori del settore.



Altre ordinanze sulla subacquea industriale in Italia:

2012: CAPITANERIA DI PORTO  GUARDIA COSTIERA MILAZZO Ordinanza N. 40/2012
(attualmente l'ordinanza si può scaricare dal sito della guardia costiera/capitaneria di Milazzo
http://www.guardiacostiera.it/capitanerieonline/index.cfm?id=23
e da qui - ordinanze - ordinanza 40&2012)

2011: CAPITANERIA DI PORTO  GUARDIA COSTIERA PALERMO Ordinanza N. 50/2011
http://www.cedifop.it/appunti/ord-palermo_2011.htm

2011: UFFICIO CIRCONDARIALE  MARITTIMO CAORLE  Ordinanza N. 05/2011
http://www.cedifop.it/appunti/ord-caorle_2011.htm

2010: UFFICIO CIRCONDARIALE  MARITTIMO ANZIO Ordinanza N. 25/2010
http://www.cedifop.it/appunti/ord-ANZIO.htm

2006: CAPITANERIA DI PORTO GUARDIA COSTIERA CHIOGGIA Ordinanza N. 33/06
http://www.cedifop.it/appunti/ord-chio.htm

2006: CAPITANERIA DI PORTO GUARDIA COSTIERA VENEZIA Ordinanza N. 32/06
http://www.cedifop.it/appunti/ord-ven.htm

1992: CAPITANERIA DI PORTO  GUARDIA COSTIERA RAVENNA Ordinanza N. 77/92
http://www.cedifop.it/appunti/ord-rav.htm

domenica 29 luglio 2012

La storia più recente del CEDIFOP raccontata in articoli

La storia più recente del CEDIFOP raccontata in articoli, pubblicati nelle news mensili dal 2006 ad oggi

Un elenco di tutti gli articoli delle NEWS del CEDIFOP, su questo link:
http://www.cedifop.it/articoli.htm


Anno 2012 (n.13 articoli): http://www.cedifop.it/2012.htm
Anno 2011 (n.18 articoli): http://www.cedifop.it/2011.htm
Anno 2010 (n.23 articoli): http://www.cedifop.it/2010.htm
Anno 2009 (n.24 articoli): http://www.cedifop.it/2009.htm
Anno 2008 (n.21 articoli): http://www.cedifop.it/2008.htm
Anno 2007 (n.26 articoli): http://www.cedifop.it/2007.htm
Anno 2006 (n.07 articoli): http://www.cedifop.it/2006.htm